Solo qualche appunto e poi spazio anche a voi.
Malgrado tutte le finte e controfinte, i balletti tra Fini e Berlusconi, le modifiche e modifichette, le passate di cipria e di cerone, questa legge era e resta una merda.
Uno dei traguardi a cui il berlusconismo tendeva:
magistratura e polizia impossibilitati a beccare i ladroni potenti,
giornalisti impossibilitati a raccontare le malefatte dei ladroni potenti,
cittadini impossibilitati a sapere chi sono i ladroni potenti.
E se per ottenere questo si aiutano anche mafiosi pedofili assassini stupratori camorristi e banditi vari, pazienza.
Chi si stupisce o è un ingenuo oppure è in malafede:
da quindici anni molti di noi scrivono e riscrivono, dicono e ridicono che Silvio Berlusconi & C sono estranei alle democrazie liberali.
E che l'unico modo per fermarli era opporsi fin da subito in modo frontale e intransigente.
Adesso, è tardi.
I distinguo di Gianfranco Fini, la sua evoluzione liberale, il suo cammino verso una trasformazione in statista sono finiti.
Fini c'est finì.
A meno di imprevedibili colpi di scena, tra Vittorio Mangano e Paolo Borsellino ha scelto lo stalliere di Arcore.
E dunque sarebbe elegante astenersi dalla retorica.
I modi per aggirare la legge si troveranno: la Federazione della Stampa e non solo essa si darà da fare, noi giornalisti siamo disposti a pagare prezzi personali.
Io non ho per nulla il gusto del martirio però arrivano dei momenti in cui per essere liberi bisogna essere disposti a rischiare l'arresto.
L'Italia si conferma un'espressione geografica abitata da milioni di servi, con un Parlamento di cortigiani e un insopportabile Califfetto come presidente del Consiglio.
Non tutto è perduto: in Italia ci sono anche milioni di cittadini.
Non ci arrendiamo e non gliela diamo vinta.
Perchè (cazzo!) questo è e resta il nostro paese.
E prima o poi lo libereremo, pacificamente ma fermamente, dalla cricca che lo sta occupando.
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