Perchè mai chi non è cattolico deve rimpolpare ufficialmente le fila del Vaticano?
Perchè mai chi è contrario al Papa deve comparire nell'elenco dei suoi fedeli?
Perchè mai chi non sopporta le ingerenze ecclesiastiche viene conteggiato tra i "cattolici"?
Semplice: perchè da neonato è stato battezzato.
Anche se da adulto ha cambiato idea.
E si può far cancellare quell'atto?
Certo.
E' semplicissimo e per nulla costoso.
Vi propongo due possibili testi (da diffondere, se vi va, il più possibile).
La lettera va inviata (possibilmente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno) al parroco della parrocchia in cui siete stati battezzati.
Il primo testo è la mia versione (più discorsiva e personale).
Il secondo testo è un modulo standard, preparato dall'UARR (Unione Atei Agnostici Razionalisti)
PRIMO TESTO
Gentile sacerdote,
vorrei far annotare sul registro dei battezzati la mia dichiarazione di non appartenenza alla Chiesa cattolica romana, con relativa nullità di ogni effetto statistico e giuridico del battesimo.
Pertanto,
pienamente consapevole delle conseguenze di diritto canonico derivanti dal peccato di apostasia,
con ferma e risoluta volontà, tutelata da numerose sentenze e provvedimenti del Garante per la Privacy a partire dal 13.9.1999,
io sottoscritto Luciano Comida (nato a Trieste il 3 aprile 1954 e residente a Trieste)
chiedo formalmente
alla parrocchia di Roiano (dove fui sottoposto al rito del battesimo in data a me ignota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita),
che presso l’atto di battesimo venga annotata la mia dichiarazione di disconoscimento dell’atto battesimale stesso, dunque di non appartenenza alla Chiesa cattolica, con la conseguente nullità di tutti gli effetti statistici, economici e giuridici derivanti da tale atto.
Dichiaro di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine alla soprascritta istanza.
Chiedo inoltre che, a tutela della mia volontà, una copia dell’avvenuta annotazione venga inviata per conoscenza al mio domicilio.
Ho deciso a compiere quest’atto non solo perché io sono cristiano aderente alla Chiesa Evangelica Valdese, ma anche in nome del principio laico della libertà di coscienza individuale, tutelato come inviolabile dalla Costituzione della Repubblica italiana e dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.
Spero che il mio piccolo gesto contribuisca a far emergere un dato: che in Italia esistono milioni di persone (forse la maggioranza, purtroppo silente) di non aderenti alla Chiesa cattolica, milioni e milioni di donne e uomini che sono atei o indifferenti, agnostici o scettici, dubbiosi oppure di altra fede religiosa. E nulla significano le gonfiate statistiche ufficiali dei battezzati nei registri delle parrocchie: prova ne sia che, fino ad ora, pure io risulto farne parte.
Ciononostante, in Italia queste persone “non cattoliche” non trovano quasi mai espressione pubblica: sono ignorate in particolare dalle televisioni ma in genere dai media e così la loro voce finisce schiacciata dal soverchiante potere politico e diplomatico, mediatico e lobbystico, della Chiesa cattolica.
Con molti drammatici risultati. Ne cito uno: il progressivo impoverimento dell’istruzione pubblica per stornare risorse a favore delle scuole private confessionali, violando il dettato della Costituzione, che all’articolo 33 comma 3 recita con lampante chiarezza: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
In Italia, il crescente potere della Chiesa cattolica non solo stravolge le leggi esistenti (a partire da quella fondamentale, la Carta costituzionale), ma impedisce la nascita di altre, importanti norme, che sarebbero doverose in un paese liberale e pluralista, e che infatti sono adottate nella stragrande maggioranza degli stati europei. Eppure da noi non vengono introdotte. E gli esiti sono sempre più catastrofici: coppie che vivono in amore ma senza tutela giuridica, crescenti tagli alla libera ricerca scientifica, persone come le famiglie Englaro o Welby scaraventate dentro infernali gironi di dolore e di umiliazione perché l’Italia ignora il diritto al testamento biologico e contro chi soffre si scatena la cattiveria più brutale e più ipocrita.
Invece di dare esempi di accoglienza e compassione per il prossimo, le gerarchie della Chiesa cattolica, e in particolare il Vaticano, sembra amino astratti e gelidi princìpi, fredde ideologie, integraliste pretese di Verità Assoluta, potere terreno e lobbystico.
Al contrario, in questi difficili anni avremmo bisogno di ben altro.
Aperta e fraterna tolleranza.
Fervido dialogo non solo tra le religioni, ma anche tra esse e i non credenti.
Ampia libertà religiosa.
Radicale rifiuto di ogni integralismo, da qualunque parte esso provenga.
Voglio uscire dal generico e dirle un paio di cose di me: io ho un bellissimo rapporto con i miei genitori, ancora vivi ed entrambi cattolici. Papà e mamma mi hanno educato al rispetto di valori e princìpi importanti, che non ho perduto né eroso o dimenticato ma semmai rafforzato nel corso della vita.
Mi allontanai dalla Chiesa cattolica quand’ero adolescente: in quegli anni di confusione e di turbamento, trovavo nei sacerdoti a cui confessavo i miei peccati (insignificanti peccati) soltanto motivi di ulteriore disagio e vergogna. Così, convinto che Dio solo fosse un occhiuto e severo giudice della mia giovanissima sessualità, fuggii dalla Chiesa e poi fui agnostico a lungo.
Finchè, una decina di anni fa, ho reincontrato Dio. Ma ero un uomo adulto e sapevo distinguere: avevo imparato che non esiste soltanto il Vaticano. Ci sono altre chiese cristiane, ad esempio quella valdese. In essa ho trovato fraterna accoglienza, caldo amore, continua ricerca, vicinanza al messaggio di Gesù Cristo, assenza di dogmatismi, uguaglianza di diritti tra uomini e donne, crescita collettiva.
Perché dunque non consentire il battesimo agli adulti e non ai neonati, come per altro accadde allo stesso Gesù?
E perché non ammettere alla comunione (o, come diciamo noi valdesi, alla “cena del Signore”) anche i divorziati?
E perché non aprire al sacerdozio femminile?
Non saremmo più in sintonia con la libertà delle coscienze individuali? Con la possibilità di una scelta autonoma? Con i principi basilari della civiltà liberal-democratica in cui viviamo?
Potrei continuare a lungo, elencando temi di sempre più rovente attualità, problemi che in modo sempre più dirompente dividono e divideranno tra loro le chiese cristiane e la cristianità dal mondo laico.
Ma forse sto abusando della sua pazienza e così, in attesa della conferma dell’avvenuta annotazione, ringrazio lei e la parrocchia per la sollecita espletazione della pratica richiesta.
E la saluto cordialmente.
SECONDO TESTO
Al Parroco della parrocchia di
OGGETTO: istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003
Io sottoscritto nato a il a in via,
con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali.
Essendo stato sottoposto a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana".
Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta.
Si segnala che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente richiesta entro 15 giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgermi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.
Dichiaro di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine alla soprascritta istanza e avverto che considererò ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell’art. 146, comma 2, del D. lgsn. n. 196/2003) e che quindi intendo immediatamente ricorrere all’autorità giudiziaria o al Garante per la tutela dei dati personali, qualora Lei illegittimamente differisse l’annotazione richiesta a un momento successivo al quindicesimo giorno dal ricevimento della presente.
Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 13/9/1999 e alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000.
Si diffida dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento e si avverte che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell'art. 167 del D.lgs. n. 196 del 2003.
Si allega fotocopia della carta di identità.
Distintamente
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