Ma dove siamo arrivati??!! La telefonata di Berlusconi durante l'Angelus
Ma dove siamo arrivati??!! La telefonata di Berlusconi durante l'Angelus
Scritto alle 09:20 nella attualità, domande, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (10) | TrackBack (0)
Gironzolando sul Web, sono incappato in varie definizioni di questo romanzo: da blasfemo a epico, da comico a irriverente, da offensivo a tenero, ma nessuno dice noioso. Io l'ho finito stanotte: 580 pagine divorate in due giorni (uno dei pochissimi aspetti positivi dell'essere bloccato a casa con ernia al disco, lombosciatalgia e artrosi all'anca, in attesa di ulteriori esami). L'autore del romanzo è Christopher Moore (non lo conoscevo ma adesso comincerò a procurarmi anche gli altri suoi libri, di cui l'amica Alenka mi dice un gran bene). Rapidamente la trama: ai giorni nostri, due angeli riportano in vita Levi detto Biff, morto duemila anni fa, e gli danno l'incarico di scrivere un nuovo Vangelo. Chi meglio di lui? E' stato intimo amico di Gesù fin da quand'erano bambini e dunque conosce come nessun altro episodi, dettagli e retroscena che i quattro canonici (Matteo Marco Luca Giovanni) non raccontano, come il periodo dell'infanzia e (soprattutto) i quasi tre decenni prima dell'inizio della predicazione. Ma anche su quanto scritto dai quattro evangelisti Biff ha molto da aggiungere, come l'esilarante preparazione del discorso delle Beatitudini o il rapporto con Maddalena. L'amicizia tra Gesù e Biff fa scintille e i due personaggi sono una grande coppia letteraria, degni di Don Chisciotte e Sancho Panza o Nero Wolfe e Archie Goodwin e tanti altri. Così, passando da avventura a battibecco, da rivelazione a intrigo, da ironia a dramma, il romanzo galoppa incalzante e divertentissimo, ottimamente documentato, pieno di sorprese narrative e di vitalità stilistica. Chi è abituato al Gesù tradizionale inorridirà vedendolo alle prese col kung fu, il buddismo, un lunghissimo viaggio verso Est, lo zen, la magia, prostitute cinesi e mille altre invenzioni. Probabilmente Ratzinger metterebbe Il Vangelo secondo Biff al rogo, o quantomeno all'Index Librorum Prohibitorum. Ma se si guarda alla sostanza, l'opera di Moore è una delle più saporite introduzioni al cristianesimo che circolano. Oltre a non essere per nulla campata in aria dal punto di vista teologico. Se poi qualcuno si offende, vuol dire che la sua fede è ben poca cosa, se non sa reggere all'abbraccio dello humour.
Scritto alle 11:10 nella letture, Libri, Religione | Permalink | Commenti (16) | TrackBack (0)
Non commento la nuovissima uscita di Benedetto XVI ("la libertà religiosa è minacciata dal terrorismo ma anche dall'educazione sessuale e civica nelle scuole pubbliche")
perchè rischio doppio:
come credente valdese, il rogo
e
come cittadino laico, l'incriminazione per vilipendio a capo di stato estero.
Scritto alle 20:03 nella attualità, Auto-lezioni, persone, politica, Religione, Weblog | Permalink | Commenti (4) | TrackBack (0)
L'attentatino contro la sede leghista di Gemonio è stato fatto da figli di militanti padani. Lo rivela oggi Umbertino Bossi: "vengono da famiglie leghiste: i miei figli li conoscono. La cosa non era tanto grave quanto il messaggio inaccettabile". Peccato che tre giorni fa Umbertino Bossi dicesse: "I mandanti sono quegli ambienti che non vogliono che il Paese cambi e si affidano ora al terrorismo per spaventare la gente. E' la palude romana che manda segnali, tra questi, c'è anche chi non ha voluto mandare il Paese alle elezioni. Se fossimo andati alle urne, come suggerivo, tutto questo non sarebbe successo''.
Orribile attentato contro i cristiani che stanotte stavano pregando ad Alessandria d'Egitto. E cosa commenta oggi all'Angelus Benedetto XVI? "La libertà religiosa è minacciata da due estremi entrambi negativi, il laicismo e il fondamentalismo".
Alcuni mesi fa, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi disse a uno dei suoi ministri: "Cesare Battisti resti pure là. E' un personaggio orribile e non capisco perché dovremmo fare i salti di gioia alla prospettiva di doverlo mantenere noi per anni nelle nostre galere".
Scritto alle 14:39 nella attualità, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (2) | TrackBack (0)
Scritto alle 19:21 nella auguri, persone, politica, Religione, Weblog | Permalink | Commenti (5) | TrackBack (0)
Nicolò Ghedini definirebbe Angelo Bagnasco: un utilizzatore finale della politica.
In un'intervista di oggi a Repubblica, il cardinale incomincia così: "la Chiesa non è un'agenzia politica chiamata a prendere parte alla battaglia dei partiti. Il suo compito è quello di annunciare la salvezza di Cristo". E finisce così: "Ciò che muove la Chiesa è annunciare il Vangelo e testimoniarlo con la vita. Nonostante polemiche ricorrenti, non cerca posizioni di rendita o privilegi di sorta"
In mezzo, chiarisce meglio che il Vaticano non fa mai e poi mai politica: "La governabilità è quello che tutti chiedono per affrontare i nodi irrisolti. La mia preoccupazione e quella dei vescovi è che il nostro Paese da troppo tempo è inceppato nei suoi meccanismi decisionali. A noi certo non competono suggerimenti tecnico-politici, ma un invito pressante a cambiare registro, a fare tutti un passo in avanti verso soluzioni utili e il più possibile condivise"
Sugli schei, Bagnasco di oggi fa a cazzotti col Bagnasco di qualche mese fa: "Finanziare le scuole cattoliche è questione di giustizia"
Scritto alle 11:21 nella attualità, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (6) | TrackBack (0)
Poco fa il Papa (dopo aver deplorato "il tentativo di eliminare dai luoghi pubblici l'esposizione dei simboli religiosi") ha espresso "apprezzamento al Governo Italiano che a questo riguardo si è mosso in conformità con una corretta visione della laicità". A questa sviolinata è allegata la fattura (finanziamenti alle scuole private cattoliche, niente ICI per gli edifici della Chiesa...)
Scritto alle 12:52 nella attualità, banalità, domande, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (8) | TrackBack (0)
Il collegio dei docenti della scuola materna comunale di via Forze Armate 59 a Milano ha deciso: all’asilo ci sono tanti figli di genitori non cristiani? Le maestre decidono di non fare la tradizionale festa di Natale aperta alle famiglie e di non far cantare ai bambini canzoni su Gesù e Betlemme, ma solo quelle che parlano di renne e Babbo Natale. Nella relazione di Angela Airaghi, responsabile della scuola, è scritto: "È logico che i figli di testimoni di Geova, ebrei o musulmani non debbano imparare canzoncine cristiane... inoltre cantare in pubblico potrebbe creare disagio ai bambini piccoli, di due anni e mezzo, così come ai figli privi di figure familiari durante la festa"
Io non ho certezze ma solo opinioni o (al massimo) convinzioni. Che mi piace condividere con gli altri perchè dalla libera e laica discussione si capisce meglio anche il proprio pensiero. Comunque, la mia idea è questa: una società multi- significa far vedere e toccare con mano (iniziando anche dai bambini piccoli) che il mondo non può venir visto e vissuto utilizzando un unico punto di vista da imporre a tutti. D'altro canto, l'interazione tra persone e culture diverse non può passare dal nascondimento di ciò che si è e di ciò che si fa. Se io abitassi in India o in Giappone o in altri luoghi della Terra, non avrei problemi a far vivere a mia figlia in età da asilo l'esperienza delle canzoni e delle feste indiane o giapponesi, animiste o ebraiche, islamiche o scintoiste o quel che sia. Lo prenderei come un arricchimento: è fragilissima (e nevroticamente pericolosa) quella fede (o assenza di fede) che ha il rifiuto e il terrore di confrontarsi con le altre fedi (o assenza di fede). Diverso sarebbe mandare mia figlia a lezioni di catechismo e indottrinamento. Ecco allora che la celebrazione del Natale fa parte integrante della storia e delle tradizioni italiane ed europee, anche a prescindere dalle convinzioni religiose dei singoli, così come diverse feste locali fanno parte della storia e delle tradizioni di popoli diversi e culture diverse. Trovo suicida (un suicidio asettico) far finta che ciò non esista. In un patetico tentativo: evitare lo scambio, non far convivere le differenze ma celarle nel timore di offendere gli altri.
Scritto alle 13:20 nella attualità, auguri, diritti, domande, persone, politica, Religione, scuola e università | Permalink | Commenti (29) | TrackBack (0)
Paola Binetti è una persona che mi suscita ribrezzo e paura. Oltre allo stupore: entrambi ci definiamo "cristiani". Però lei catto-papista, io valdese.
Commemorazione di Mario Monicelli alla Camera dei Deputati. Un intervento della radicale Rita Bernardini che accenna alla “dolce morte” su cui “la Camera dovrebbe avviare almeno una riflessione”. Salta su come una vipera Paola Cilicio Binetti (ex Pd, ora UdC): “Non si può approfittare della disperazione di un uomo, non si può trattare di questo per fare uno spot che sia pro-eutanasia. Per piacere finiamola, questi sono uomini disperati, non è un gesto di libertà, è il gesto di solitudine e di smarrimento. Monicelli è morto solo perchè l’abbiamo lasciato solo, perchè l’hanno lasciato solo i suoi amici". Poi continua anche contro la trasmissione Vieni via con me che in una puntata ha osato ospitare Beppino Englaro.
Scritto alle 13:11 nella attualità, Auto-lezioni, donne, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (125) | TrackBack (0)
Le associazioni pro-vita (che nome balordo...come se Piergiorgio Welby o Peppino Englaro fossero pro-morte) la stanno spuntando: molto probabilmente avranno possibilità di replica nella quarta e ultima puntata della trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano 'Vieni via con me' che andrà in onda lunedì 29 novembre.
Io trovo del tutto perversa e per nulla liberale quest'idea secondo cui: se io dico dispari, i sostenitori del pari hanno diritto alla replica sullo stesso giornale o trasmissione o medium. Un conto è se io disparista do una notizia falsa che riguarda i paristi: in questo caso, hanno pieno diritto alla rettifica. Ma se io esprimo la mia opinione oppure racconto una storia, perchè mai devo cedere il mio spazio anche a chi la pensa in modo opposto? La democrazia è dare a chiunque il diritto di parola ma non significa affatto che questo diritto si possa o si debba esercitare contemporaneamente. La fissazione del contraddittorio sempre e comunque è frutto di una concezione malata e autoritaria del libero confronto. Tanto più se il contraddittorio viene preteso a senso unico: i laici vanno replicati sempre, i papisti mai.
Scritto alle 12:35 nella attualità, diritti, domande, persone, politica, Religione, salute, Scienza, Sistema mediatico, Televisione | Permalink | Commenti (31) | TrackBack (0)
Forse, l'Inferno è una specie di aborto esistenziale, il fallimento di una persona che non si è sviluppata diventando per davvero umana. L'Inferno sarebbe allora il "luogo" mentale/emotivo/etico/esistenziale in cui si "incastra" e geme chi non ha saputo rispondere al proprio compito sulla terra (imparare ad amare se stesso e il prossimo).
Scritto alle 13:40 nella domande, persone, Religione | Permalink | Commenti (16) | TrackBack (0)
Commozione e rabbia per l'ultima messa a Scampia-Napoli di don Aniello Manganiello, il prete che lascia la parrocchia dopo sedici anni vissuti a testa alta in un territorio ad alta densità camorristica. Amatissimo dai parrocchiani per le sue attività cristiane e sociali, minacciato di morte dai boss, le gerarchie vaticane lo trasferiscono a Roma dove farà il vicario nella chiesa di San Giuseppe, al quartiere Trionfale.
Che Gesù Cristo cacci a calci questi mercanti-burocrati del tempio.
Scritto alle 19:02 nella attualità, auguri, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (9) | TrackBack (0)
AVVISO: IL POST CONTIENE MOLTE PAROLACCE E VOLGARITA'
Umberto Bossi da anni sbraita cose orrende, minacce, istigazioni a delinquere, offese, volgarità, parolacce, ignominie, appelli alla lotta armata, roba che in un paese civile sarebbe già messo in galera.
E invece qui da noi finisce sempre con "ma quanto siete delicati...era una battuta, era folklore, è l'anima popolare della Lega".
Proviamo noi, al vigile che ci sta multando: "ahò, stronzo...vedi di metterti quel blocchetto nel culo"
O al poliziotto che ci controlla i documenti all'aeroporto di Londra: "Fuck your mother"
O al macellaio che ci dando mezzo chilo di filetto: "Con quel coltellaccio di merda, tagliati i coglioni che tanto a quella troia di tua moglie ci penso io"
E quando vigile, poliziotto e macellaio ci metteranno le mani addosso, proviamo a dirgli: "ma quanto siete delicati...era una battuta, era folklore, è l'anima popolare della Lega"
Proviamo.
E vedremo l'effetto di una bella battuta.
Scritto alle 22:02 nella attualità, domande, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (42) | TrackBack (0)
Non ho visto il Campiello in tv.
E così, della turpitudine di Bruno Vespa, ho saputo solo oggi leggendo i giornali (Gad Lerner è tra i migliori nel denunciare certe cose).
Il degrado di una civiltà, di una cultura, di un’etica si vede anche da queste dettagli: chiedere al regista televisivo di "zoomare sullo strepitoso decolletè della vincitrice Silvia Avallone" è davvero il segnale della decadenza.
Davanti a questi abissi di spettacolite in cui si agitano stupidità, ignoranza, volgarità, superficialità, maschilismo, guardonismo da sacrestia, mercificazione della donna e disprezzo per la cultura, si comincia perfino a capire alcune delle motivazioni che stanno alla base della scelta integralista del velo islamico.
Non dico “condividere” ma “capire”.
Perchè se guardiamo noi, noi italiani, con gli occhi di altri, vediamo un paese che fa schifo, donne ridotte a oggetti di carne (il concorso di bellezza per venir assunte come bariste, il velinismo dilagante, le ragazze scosciate in televisione, i crocifissi dorati ballonzolanti in mezzo a tette scoperte da scollaturone, pubblicità sempre più ammiccante, carriere politiche nate nei letti dei potenti), diritti elementari negati ai più deboli, scuola pubblica smantellata (ragazzi costretti a portarsi da casa le sedie e la carta da cesso), gangster al potere, polizia a cui vengono tolti i mezzi per le indagini, bambini che (tra le risate dei propri genitori) picchiano un coetaneo perchè ha la pelle più scura…
Un paese che fa schifo.
Scritto alle 13:34 nella attualità, donne, persone, politica, Religione, scuola e università, Sistema mediatico, Televisione | Permalink | Commenti (28) | TrackBack (0)
Certo che tra le braccia di Silvio Berlusconi passa il fior fiore del mondo: il russo Putin, il condannato per mafia Dell'Utri, il defunto boss mafioso Mangano, il condannato per corruzione di giudici Previti, il tunisino Ben Ammar, il bielorusso Lukashenko, il piduista Cicchitto, il pluricondannato Bossi...
E così un orrendo figuro come il dittatore libico Gheddafi torna in Italia da sanguinario smargiasso per far affari e affaroni, contornato da ragazzotte figuranti, codazzo di servi e palafrenieri, cavalli al seguito e lezioni sull'islamismo integralista che deve dominare l'Europa, diritti umani buttati nella fogna.
Ma Berlusconi lo accoglie a braccia aperte perchè non è un problema: pecunia non olet, gli schei non spussano.
Scritto alle 18:06 nella attualità, coppia, diritti, persone, politica, Religione, Sistema mediatico, Viagg | Permalink | Commenti (30) | TrackBack (0)
Il cardinale Crescenzio Sepe,
indagato dalla Procura di Perugia per corruzione, collaborerà con la giustizia italiana ma...
"Bisognerà tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda" dice il portavoce della Santa Sede, padre (padre de che, visto che è celibe?) Federico Lombardi.
Cioè, egregi vaticani?
Ce lo spiegate in modo chiaro?
Con parole che anche noi comuni cittadini siamo in grado di capire?
In pratica: questo tizio parlerà oppure no?
Scritto alle 18:27 nella attualità, diritti, domande, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (18) | TrackBack (0)
Spesso, negli incontri con i ragazzi nelle scuole o nelle biblioteche, mi chiedono:
cosa ti piace più di tutto?
Allora racconto: è la cosa che sto facendo, nel momento in cui la faccio.
Quando leggo un romanzo che mi appassiona non c'è nulla di più bello,
ma quando bacio mia moglie non c'è niente di più meraviglioso
e quando gioco con il cane Charlie che risponde facendo le fusa nulla è più tenero, quando mangio una pesca croccante niente è più dolce,
quando sono sotto il palco a un concerto rock,
quando mia figlia mi abbraccia in pubblico,
quando mi raccontano qualcosa di me che avevo dimenticato,
quando sto scrivendo un libro,
quando faccio felice qualcuno,
quando cambio idea,
quando vedo un film che mi piace,
quando scopro un musicista nuovo,
quando nella libreria dell'usato trovo un libro cercato da anni,
quando conosco una persona interessante,
quando sono utile a qualcuno,
quando di sera sto serenamente con mia moglie,
quando faccio meditazione,
quando ricevo una lettera,
quando mi raccontano qualcosa di divertente,
quando inizio a leggere un libro nuovo,
quando la mia squadra segna un gol,
quando il piatto che ho cucinato mi viene bene,
quando parto per un viaggio,
quando torno a casa,
quando mi fanno un regalo inaspettato,
quando una crisi emicranica mi passa,
quando...
...ognuno di questi "quando" è la cosa che mi piace di più al mondo.
Scritto alle 18:03 nella adolescenti, animali, Auto-lezioni, banalità, cinema, coppia, cucina e cibarie, donne, Film, Giochi, letture, Libri, Musica, persone, Religione, salute, scuola e università, Sport | Permalink | Commenti (38) | TrackBack (0)
Ottanta bambine intossicate dal gas nella loro scuola di Kunduz, nel nord dell'Afghanistan.
Responsabili dell'attentato i Taliban, gli estremisti islamici contrari all'istruzione femminile. Quando e dove furono al potere, tra il 1996 e il 2001, questi dementi abolirono ogni forma di scolarizzazione femminile e ancora adesso la questione rimane controversa in gran parte dell'Afghanistan.
Attentati simili a quello di oggi erano stati compiuti anche negli anni scorsi e nei mesi scorsi in altre parti del Paese.
Come pochi giorni fa, quando venti bambine si sono ammalate per un sospetto avvelenamento in un'altra scuola di Kunduz.
E nel sud ed est dell'Afghanistan, dove i Talebani controllano città e villaggi, le scuole femminili restano chiuse, gli insegnanti vengono minacciati e qualche bambina è stata sfigurata con l'acido.
Scritto alle 12:17 nella attualità, diritti, domande, donne, persone, politica, Religione, scuola e università | Permalink | Commenti (23) | TrackBack (0)
Se i fatti sulle violenze pedofile commesse dai preti e nascoste sotto il tappeto verranno definitivamente confermati, papa Joseph Ratzinger Benedetto XVI omertoso dovrebbe avere la decenza di dimettersi.
E se lui non lo farà, la comunità cattolica deve pretenderlo a gran voce.
Poche settimane fa, Margot Kaessmann (presidente della chiesa evangelica tedesca) si è dimessa senza tante storie e senza la minima esitazione per una colpa incomparabilmente meno grave: in auto era passata col rosso e con un tasso alcolico superiore al consentito.
15 aprile 2010
Hans Kung scrive una lettera aperta ai vescovi:
Negli anni 1962-1965 Joseph Ratzinger - oggi Benedetto XVI - ed io eravamo i due più giovani teologi del Concilio. Oggi siamo i più anziani, e i soli ancora in piena attività. Ho sempre inteso il mio impegno teologico come un servizio alla Chiesa. Per questo, mosso da preoccupazione per la crisi di fiducia in cui versa questa nostra Chiesa, la più profonda che si ricordi dai tempi della Riforma ad oggi, mi rivolgo a voi, in occasione del quinto anniversario dell'elezione di papa Benedetto al soglio pontificio, con una lettera aperta. È questo infatti l'unico mezzo di cui dispongo per mettermi in contatto con voi.
Avevo apprezzato molto a suo tempo l'invito di papa Benedetto, che malgrado la mia posizione critica nei suoi riguardi mi accordò, poco dopo l'inizio del suo pontificato, un colloquio di quattro ore, che si svolse in modo amichevole. Ne avevo tratto la speranza che Joseph Ratzinger, già mio collega all'università di Tübingen, avrebbe trovato comunque la via verso un ulteriore rinnovamento della Chiesa e un'intesa ecumenica, nello spirito del Concilio Vaticano II. Purtroppo le mie speranze, così come quelle di tante e tanti credenti che vivono con impegno la fede cattolica, non si sono avverate; ho avuto modo di farlo sapere più di una volta a papa Benedetto nella corrispondenza che ho avuto con lui.
Indubbiamente egli non ha mai mancato di adempiere con scrupolo agli impegni quotidiani del papato, e inoltre ci ha fatto dono di tre giovevoli encicliche sulla fede, la speranza e l'amore. Ma a fronte della maggiore sfida del nostro tempo il suo pontificato si dimostra ogni giorno di più come un'ulteriore occasione perduta, per non aver saputo cogliere una serie di opportunità:
- È mancato il ravvicinamento alle Chiese evangeliche, non considerate neppure come Chiese nel senso proprio del termine: da qui l'impossiblità di un riconoscimento delle sue autorità e della celebrazione comune dell'Eucaristia.
- È mancata la continuità del dialogo con gli ebrei: il papa ha reintrodotto l'uso preconciliare della preghiera per l'illuminazione degli ebrei; ha accolto nella Chiesa alcuni vescovi notoriamente scismatici e antisemiti; sostiene la beatificazione di Pio XII; e prende in seria considerazione l'ebraismo solo in quanto radice storica del cristianesimo, e non già come comunità di fede che tuttora persegue il proprio cammino di salvezza. In tutto il mondo gli ebrei hanno espresso sdegno per le parole del Predicatore della Casa Pontificia, che in occasione della liturgia del venerdì santo ha paragonato le critiche rivolte al papa alle persecuzioni antisemite.
- Con i musulmani si è mancato di portare avanti un dialogo improntato alla fiducia. Sintomatico in questo senso è il discorso pronunciato dal papa a Ratisbona: mal consigliato, Benedetto XVI ha dato dell'islam un'immagine caricaturale, descrivendolo come una religione disumana e violenta e alimentando così la diffidenza tra i musulmani.
- È mancata la riconciliazione con i nativi dell'America Latina: in tutta serietà, il papa ha sostenuto che quei popoli colonizzati "anelassero" ad accogliere la religione dei conquistatori europei.
- Non si è colta l'opportunità di venire in aiuto alle popolazioni dell'Africa nella lotta contro la sovrappopolazione e l'AIDS, assecondando la contraccezione e l'uso del preservativo.
- Non si è colta l'opportunità di riconciliarsi con la scienza moderna, riconoscendo senza ambiguità la teoria dell'evoluzione e aderendo, seppure con le debite differenziazioni, alle nuove prospettive della ricerca, ad esempio sulle cellule staminali.
- Si è mancato di adottare infine, all'interno stesso del Vaticano, lo spirito del Concilio Vaticano II come bussola di orientamento della Chiesa cattolica, portando avanti le sue riforme.
Quest'ultimo punto, stimatissimi vescovi, riveste un'importanza cruciale. Questo papa non ha mai smesso di relativizzare i testi del Concilio, interpretandoli in senso regressivo e contrario allo spirito dei Padri conciliari, e giungendo addirittura a contrapporsi espressamente al Concilio ecumenico, il quale rappresenta, in base al diritto canonico, l'autorità suprema della Chiesa cattolica:
- ha accolto nella Chiesa cattolica, senza precondizione alcuna, i vescovi tradizionalisti della Fraternità di S. Pio X, ordinati illegalmente al di fuori della Chiesa cattolica, che hanno ricusato il Concilio su alcuni dei suoi punti essenziali;
- ha promosso con ogni mezzo la messa medievale tridentina, e occasionalmente celebra egli stesso l'Eucaristia in latino, volgendo le spalle ai fedeli;
- non realizza l'intesa con la Chiesa anglicana prevista nei documenti ecumenici ufficiali (ARCIC), ma cerca invece di attirare i preti anglicani sposati verso la Chiesa cattolica romana rinunciando all'obbligo del celibato.
- ha potenziato, a livello mondiale, le forze anticonciliari all'interno della Chiesa attraverso la nomina di alti responsabili anticonciliari (ad es.: Segreteria di Stato, Congregazione per la Liturgia) e di vescovi reazionari.
Papa Benedetto XVI sembra allontanarsi sempre più dalla grande maggioranza del popolo della Chiesa, il quale peraltro è già di per sé portato a disinteressarsi di quanto avviene a Roma, e nel migliore dei casi si identifica con la propria parrocchia o con il vescovo locale.
So bene che anche molti di voi soffrono di questa situazione: la politica anticonciliare del papa ha il pieno appoggio della Curia romana, che cerca di soffocare le critiche nell'episcopato e in seno alla Chiesa, e di screditare i dissenzienti con ogni mezzo. A Roma si cerca di accreditare, con rinnovate esibizioni di sfarzo barocco e manifestazioni di grande impatto mediatico, l'immagine di una Chiesa forte, con un "vicario di Cristo" assolutista, che riunisce nelle proprie mani i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma la politica di restaurazione di Benedetto XVI è fallita. Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi, i suoi documenti non sono serviti a influenzare nel senso della dottrina romana le idee della maggioranza dei cattolici su varie questioni controverse, e in particolare sulla morale sessuale. Neppure i suoi incontri con i giovani, in larga misura membri di gruppi carismatici di orientamento conservatore, hanno potuto frenare le defezioni dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.
Nella vostra qualità di vescovi voi siete certo i primi a risentire dolorosamente dalla rinuncia di decine di migliaia di sacerdoti, che dall'epoca del Concilio ad oggi si sono dimessi dai loro incarichi soprattutto a causa della legge sul celibato. Il problema delle nuove leve non riguarda solo i preti ma anche gli ordini religiosi, le suore, i laici consacrati: il decremento è sia quantitativo che qualitativo. La rassegnazione e la frustrazione si diffondono tra il clero, e soprattutto tra i suoi esponenti più attivi; tanti si sentono abbandonati nel loro disagio, e soffrono a causa della Chiesa. In molte delle vostre diocesi è verosimilmente in aumento il numero delle chiese deserte, dei seminari e dei presbiteri vuoti. In molti Paesi, col preteso di una riforma ecclesiastica, si decide l'accorpamento di molte parrocchie, spesso contro la loro volontà, per costituire gigantesche "unità pastorali" affidate a un piccolo numero di preti oberati da un carico eccessivo di lavoro.
E da ultimo, ai tanti segnali della crisi in atto viene ad aggiungersi lo spaventoso scandalo degli abusi commessi da membri del clero su migliaia di bambini e adolescenti, negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania e altrove; e a tutto questo si accompagna una crisi di leadership, una crisi di fiducia senza precedenti. Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale di occultamento degli abusi sessuali del clero rispondesse alle disposizioni della Congregazione romana per la Dottrina della fede (guidata tra il 1981 e il 2005 dal cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato di Giovanni Paolo II raccoglieva, nel più rigoroso segreto, la documentazione su questi casi. In data 18 maggio 2001 Joseph Ratzinger diramò a tutti i vescovi una lettera dai toni solenni sui delitti più gravi ("Epistula de delictis gravioribus"), imponendo nel caso di abusi il "secretum pontificium", la cui violazione è punita dalla la Chiesa con severe sanzioni. E' dunque a ragione che molti hanno chiesto un personale "mea culpa" al prefetto di allora, oggi papa Benedetto XVI. Il quale però non ha colto per farlo l'occasione della settimana santa, ma al contrario ha fatto attestare "urbi et orbi", la domenica di Pasqua, la sua innocenza al cardinale decano.
Per la Chiesa cattolica le conseguenze di tutti gli scandali emersi sono devastanti, come hanno confermato alcuni dei suoi maggiori esponenti. Il sospetto generalizzato colpisce ormai indiscriminatamente innumerevoli educatori e pastori di grande impegno e di condotta ineccepibile. Sta a voi, stimatissimi vescovi, chiedervi quale sarà il futuro delle vostre diocesi e quello della nostra Chiesa. Non è mia intenzione proporvi qui un programma di riforme. L'ho già fatto più d'una volta, sia prima che dopo il Concilio. Mi limiterò invece a sottoporvi qui sei proposte, condivise - ne sono convinto - da milioni di cattolici che non hanno voce.
1. Non tacete. Il silenzio a fronte di tanti gravissimi abusi vi rende corresponsabili. Al contrario, ogni qualvolta ritenete che determinate leggi, disposizioni o misure abbiano effetti controproducenti, dovreste dichiararlo pubblicamente. Non scrivete lettere a Roma per fare atto di sottomissione e devozione, ma per esigere riforme!
2. Ponete mano a iniziative riformatrici. Tanti, nella Chiesa e nell'episcopato, si lamentano di Roma, senza però mai prendere un'iniziativa. Ma se oggi in questa o quella diocesi o comunità i parrocchiani disertano la messa, se l'opera pastorale risulta inefficace, se manca l'apertura verso i problemi e i mali del mondo, se la cooperazione ecumenica si riduce a un minimo, non si possono scaricare tutte le colpe su Roma. Tutti, dal vescovo al prete o al laico, devono impegnarsi per il rinnovamento della Chiesa nel proprio ambiente di vita, piccolo o grande che sia. Molte cose straordinarie, nelle comunità e più in generale in seno alla Chiesa, sono nate dall'iniziativa di singole persone o di piccoli gruppi. Spetta a voi, nella vostra qualità di vescovi, il compito di promuovere e sostenere simili iniziative, così come quello di rispondere, soprattutto in questo momento, alle giustificate lagnanze dei fedeli.
3. Agire collegialmente. Il Concilio ha decretato, dopo un focoso dibattito e contro la tenace opposizione curiale, la collegialità dei papi e dei vescovi, in analogia alla storia degli apostoli: lo stesso Pietro non agiva al di fuori del collegio degli apostoli. Ma nel periodo post-conciliare il papa e la curia hanno ignorato questa fondamentale decisione conciliare. Fin da quando, a soli due anni dal Concilio e senza alcuna consultazione con l'episcopato, Paolo VI promulgò un'enciclica in difesa della discussa legge sul celibato, la politica e il magistero pontificio ripresero a funzionare secondo il vecchio stile non collegiale. Nella stessa liturgia il papa si presenta come un autocrate, davanti al quale i vescovi, dei quali volentieri si circonda, figurano come comparse senza diritti e senza voce. Perciò, stimatissimi vescovi, non dovreste agire solo individualmente, bensì in comune con altri vescovi, con i preti, con le donne e gli uomini che formano il popolo della Chiesa.
4. L'obbedienza assoluta si deve solo a Dio. Voi tutti, al momento della solenne consacrazione alla dignità episcopale, avete giurato obbedienza incondizionata al papa. Tuttavia sapete anche che l'obbedienza assoluta è dovuta non già al papa, ma soltanto a Dio. Perciò non dovete vedere in quel giuramento a un ostacolo tale da impedirvi di dire la verità sull'attuale crisi della Chiesa, della vostra diocesi e del vostro Paese. Seguite l'esempio dell'apostolo Paolo, che si oppose a Pietro "a viso aperto, perché evidentemente aveva torto" (Gal. 2,11). Può essere legittimo fare pressione sulle autorità romane, in uno spirito di fratellanza cristiana, laddove queste non aderiscano allo spirito del Vangelo e della loro missione. Numerosi traguardi - come l'uso delle lingue nazionali nella liturgia, le nuove disposizioni sui matrimoni misti, l'adesione alla tolleranza, alla democrazia, ai diritti umani, all'intesa ecumenica e molti altri ancora hanno potuto essere raggiunti soltanto grazie a una costante e tenace pressione dal basso.
5. Perseguire soluzioni regionali: il Vaticano si mostra spesso sordo alle giustificate richieste dei vescovi, dei preti e dei laici. Ragione di più per puntare con intelligenza a soluzioni regionali. Come ben sapete, un problema particolarmente delicato è costituito dalla legge sul celibato, una norma di origine medievale, la quale a ragione è ora messa in discussione a livello mondiale nel contesto dello scandalo suscitato dagli abusi. Un cambiamento in contrapposizione con Roma appare pressoché impossibile; ma non per questo si è condannati alla passività. Un prete che dopo seria riflessione abbia maturato l'intenzione di sposarsi non dovrebbe essere costretto a dimettersi automaticamente dal suo incarico, se potesse contare sul sostegno del suo vescovo e della sua comunità. Una singola Conferenza episcopale potrebbe aprire la strada procedendo a una soluzione regionale. Meglio sarebbe tuttavia mirare a una soluzione globale per la Chiesa nel suo insieme. Perciò
6. si chieda la convocazione di un Concilio: se per arrivare alla riforma liturgica, alla libertà religiosa, all'ecumenismo e al dialogo interreligioso c'è stato bisogno di un Concilio, lo stesso vale oggi a fronte dei problemi che si pongono in termini tanto drammatici. Un secolo prima della Riforma, il Concilio di Costanza aveva deciso la convocazione di un concilio ogni cinque anni: decisione che fu però disattesa dalla Curia romana, la quale anche oggi farà indubbiamente di tutto per evitare un concilio dal quale non può che temere una limitazione dei propri poteri. È responsabilità di tutti voi riuscire a far passare la proposta di un concilio, o quanto meno di un'assemblea episcopale rappresentativa.
Questo, a fronte di una Chiesa in crisi, è l'appello che rivolgo a voi, stimatissimi vescovi: vi invito a gettare sulla bilancia il peso della vostra autorità episcopale, rivalutata dal Concilio. Nella difficile situazione che stiamo vivendo, gli occhi del mondo sono rivolti a voi. Innumerevoli sono i cattolici che hanno perso la fiducia nella loro Chiesa; e il solo modo per contribuire a ripristinarla è quello di affrontare onestamente e apertamente i problemi, per adottare le riforme che ne conseguono. Chiedo a voi, nel più totale rispetto, di fare la vostra parte, ove possibile in collaborazione con altri vescovi, ma se necessario anche soli, con apostolica "franchezza" (At 4,29.31). Date un segno di speranza ai vostri fedeli, date una prospettiva alla nostra Chiesa.
Vi saluto nella comunione della fede cristiana.
Hans Kung
Scritto alle 14:34 nella adolescenti, attualità, auguri, domande, persone, Religione | Permalink | Commenti (533) | TrackBack (0)
Venerdì 5 marzo. Sera.
Trecento volontari più quattordici funzionari della Regione Friuli-Venezia Giulia riempiono i sei pullmann che da Palmanova stanno partendo per Roma.
Arrivo previsto: ore 7.30.
In mattinata li raggiungeranno anche l'assessore regionale alla Protezione Civile Riccardo Riccardi e il direttore della Protezione Civile Guglielmo Berlasso (che si presume abbiano viaggiato più comodi, senza mescolarsi alla plebe).
Per pagare il tutto, vista la grande importanza e la pressante urgenza dell’evento romano, la Giunta regionale ha deliberato all’unanimita una “spesa complessiva presunta di euro 15.000.,00. Iva inclusa, a carico del Fondo regionale per la protezione civile, di cui all'articolo 33 della L.R. n. 64/86”.
In periodo di ristrettezze economiche, quindicimila euro non sono scorze di mandarini: cosa va a fare a Roma tutta questa gente? Fronteggiare un’emergenza? Aiutare una popolazione in difficoltà? Proteggere civili?
Non proprio: vanno a incontrare il papa in una mega-udienza (circa novemila persone) concessa da Benedetto XVI alla Protezione Civile.
Il Pontefice ha anche indossato il giubbotto dell'organizzazione, donato per l’occasione.
L’Emetico
Scritto alle 07:03 nella attualità, domande, persone, politica, Religione, Viagg | Permalink | Commenti (14) | TrackBack (0)
Prendete un uomo colto e divertente, fuori dagli schemi, intelligente e col gusto del paradosso.
Mandatelo su un'isola con persone neanche lontanamente alla sua altezza dal punto di vista culturale, intellettuale e dialettico.
Fatelo pure parlare in collegamento televisivo con altre persone non in grado di reggere le sue schermaglie dense, oscene e ironiche, i suoi tanti affondi contro chirurgia estetica e contro omofobi (compreso papa Benedetto XVI Ratzinger), contro il piallamento mentale dell'Italia contemporanea.
Il risultato è che a Mara Venier, a Simona Ventura, ai vertici Rai, ad associazioni che dovrebbero occuparsi della vera volgarità televisiva, a politicanti da strapazzo, saltano i nervi e le sinapsi e dunque il reprobo Busi Aldo nato a Montichiari (Bs) il 25 febbraio 1948 viene espulso con effetto imemdiato da tutte le trasmissioni del Regno italo-papalino.
Val la pena di rileggere almeno uno dei libri di Albo Busi, forse il più bello, e cioè Vita standard di un venditore provvisorio di collant del 1985.
Scritto alle 20:31 nella attualità, auguri, banalità, Giochi, Libri, persone, Religione, Televisione | Permalink | Commenti (26) | TrackBack (0)
Le parole forti, la Chiesa cattolica le usa contro le coppie di fatto e le donne che interrompono una gravidanza.
Non con i preti che bastonano e violentano i bambini.
Esagero, spinto dal mio protestantesimo antipapalino?
Lascio giudicare a voi.
E do la parola a Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana.
Davanti a tutto il turpissimo liquame che sta uscendo dai pozzi neri delle sue chiuse istituzioni (collegi, seminari, convitti, collegi, istituti religiosi), dove per decenni l'omertà pretesca ha nascosto pedofilia, maltrattamenti, botte, abusi sessuali, sevizie e violenze di ogni tipo, come reagisce la Chiesa cattolica?
Cosa dice dopo gli ultimissimi scandali arrivati dalla Germania che coinvolgono Georg Ratzinger (fratello maggiore di papa Benedetto XVI) e sono denunciati perfino dal Passauer Neue Presse (un quotidiano bavarese conservatore e cattolico)?
Ascoltiamo allora Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, che (in una nota per la Radio vaticana) e stiamo attenti soprattutto a una parola che lui usa.
Dice:
"Gli episodi di pedofilia non riguardano solo la Chiesa ma anche altri ambienti ed è bene preoccuparsi anche di questi. In Austria i casi di pedofilia accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti"
"Questi fatti mobilitano la Chiesa ad elaborare le risposte appropriate e vanno inseriti in un contesto e in una problematica più ampia che riguarda la tutela dei bambini e dei giovani dagli abusi sessuali nella società"
"Certamente gli errori compiuti dalle istituzioni e da responsabili ecclesiali sono particolarmente riprovevoli, data la responsabilità educativa e morale della Chiesa. Ma tutte le persone obiettive e informate sanno che la questione e molto più ampia, e il concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva"
Errori li definisce.
Non crimini, delitti, scempi, reati.
Ma errori.
Scritto alle 21:07 nella adolescenti, attualità, diritti, domande, persone, Religione, scuola e università | Permalink | Commenti (34) | TrackBack (0)
I protestanti sanno essere persone serie.
Ha commesso un errore, e ha voluto pagare fino in fondo: il vescovo di Hannover Margot Kaessmann (da pochi mesi presidente della chiesa evangelica tedesca) si è dimessa dai suoi incarichi.
51 anni, divorziata, una drammatica terapia antitumorale alle spalle, due sere fa è stata fermata dalla polizia al volante della propria auto, una grossa Volkswagen Phaeton, perché era passata col rosso. Alla prova dell'etilometro, Magot è risultata positiva. Le è stata ritirata la patente e adesso rischia un procedimento penale.
"Ho commesso un grave errore e me ne pento profondamente" ha dichiarato senza cercare scuse all'italiana o alla cattolica.
E ha subito annunciato le proprie dimissioni, anche dopo che il vertice della chiesa evangelica le aveva confermato piena fiducia.
Ma non le è bastato.
Infatti, ha spiegato: "non posso restare in carica con la necessaria autorità. Ho pensato di seguire il consiglio dell'animo, che ti dice di fare quello che ti consiglia il cuore... anche quando cadi in basso, non puoi mai cadere più in basso delle mani di Dio che ti sorreggono".
Così, esce di scena la donna vescovo che colmava le chiese con i suoi sermoni,
criticando il governo per i tagli al welfare, chiedendo il ritiro immediato dall'Afghanistan, parlando in difesa dei più poveri.
Da stasera, Margot è una semplice pastore luterana.
I protestanti sono gente seria.
E le donne protestanti ancora di più.
Chi sbaglia, pretende di pagare.
Scritto alle 19:17 nella attualità, auguri, donne, persone, Religione | Permalink | Commenti (32) | TrackBack (0)
Come dice un documento della chiesa valdese:
Che un uomo ami una donna o un altro uomo, o che una donna ami un uomo o un’altra donna, a Dio sempre amore appare, e si rallegra ogni volta che riconosciamo di avere bisogno degli altri.
E allora lo dico sia da laico che da credente: certe posizioni omofobe delle gerarchie cattoliche sono indecenti e criminogene perchè attizzano i più beceri pregiudizi.
Come queste:
niente comunione ai "gay conclamati", perché "l'omosessualità è un disordine", "i gay sono colpevoli della crisi della virilità e l'omosessualità in quanto tale é un disordine. E su questo non ci sta discussione"
Questo dice Simone Scatizzi (vescovo emerito di Pistoia): secondo lui i preti dovrebbero rifiutarsi di somministrare la comunione agli omosessuali.
E il 25 gennaio aveva detto cose analoghe e peggiori il vescovo emerito di Grosseto Giacomo Babini: "La pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola".
Intanto il vescovo emerito di Lucera-Troia, monsignor Francesco Zerrillo, va oltre e attacca le leggi contro l'omofobia: "Io non le ritengo giuste"
E il collega emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini: "Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza. I gay dovrebbero pentirsi di questo orribile difetto"
Scritto alle 22:28 nella attualità, diritti, persone, Religione | Permalink | Commenti (23) | TrackBack (0)
Mi pare davvero idiota che PD, IdV, Rifondazione, Sinistre varie si facciano cogliere impreparate anche su questo terreno, come se fosse un tema spuntato da chissà dove ieri mattina. E (timorose di offendere le donne o di turbare le minoranze etniche e religiose) si mettano a balbettare senza saper bene cosa dire, cosa pensare nè quali pesci pigliare, col risultato di lasciar campo libero solo alle idee chiare e precise della destra.
Allora provo a dirlo da cittadino laico e valdese: le presunte radici nazionali, il diritto delle donne, i valori cristiani e fumo simile non c'entrano nulla di nulla.
Intanto sul concetto di "velo".
Non voglio fare il pignolo, però è importante sapere la differenza tra Al Amira, Shayla, Chador, Niqab, Hijab e Burqa: tutti e sei coprono i capelli ma sono assai diversi.
Se no, si riduce tutto a "velo" o peggio a "burqa" e festa finita. Però facendo così non si capisce niente e si rischia di dir delle fesserie.
Vediamoli uno alla volta.
Al Amira è una specie di velo in due pezzi, che lascia il viso completamente scoperto.
Shayla è una specie di sciarpa che lascia il volto totalmente scoperto.
Chador è tipicamente iraniano, arriva fino ai piedi ma lascia il viso scoperto.
Niqab copre il viso e lascia scoperti soltanto gli occhi
Hijab è una specie di foulard che scopre completamente il volto.
Burqa è una sorta di mantello leggero che copre dalla testa ai piedi, compreso il volto. La donna può vedere perchè, davanti agli occhi, ha una specie di fitta retina.
Ecco allora che parlare genericamente di "velo islamico" come se fosse un tutt'unico significa parlare a vanvera.
Il problema qual'è?
Che non dobbiamo farci incastrare in dibattiti ideologici o religiosi. Dovremmo invece restare rigorosamente su un altro piano.
E dire semplicemente così: in uno stato laico, esiste la responsabilità personale delle proprie azioni e dunque ognuno dev'essere riconoscibile. Dunque è vietato nascondere il proprio volto in luoghi pubblici.
Punto e basta.
La religione, la fede, la dignità della donna, la libertà individuale eccetera non c'entrano nulla di nulla di nulla.
Non facciamoci incastrare dai leghisti. Per l'amordidio!
Non continuiamo a tentennare, a non dare risposte chiare, a balbettare.
Proviamo (anche da laici) ad ascoltare Gesù Cristo e il suo invito: "il vostro parlar sia sì sì, no no"
Scritto alle 18:00 nella attualità, diritti, domande, donne, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (35) | TrackBack (0)
Lo fece più volte.
In particolare nel Vangelo di Matteo (25, 35-46), con un'attualità sconvolgente che ci chiama tutti in causa.
"Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui straniero e mi accoglieste, fui nudo e mi vestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi".
Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo ospitato? O nudo e ti abbiamo rivestito? E quando ti abbiamo visto malato o in prigione e siamo venuti a visitarti?"
E il Signore, rispondendo, dirà loro: "In verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me".
Allora Egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Poiché ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui straniero e non mi accoglieste, nudo e non mi rivestiste, malato e in prigione e non mi visitaste".
Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato, o assetato, o straniero, o nudo, o malato, o in prigione e non ti abbiamo soccorso?".
Allora Egli risponderà loro dicendo: "In verità vi dico: tutte le volte che non l'avete fatto a uno di questi minimi fratelli, non l'avete fatto neppure a me".
Scritto alle 09:10 nella attualità, diritti, letture, persone, Religione | Permalink | Commenti (19) | TrackBack (0)
Ecco il mio intervento al Convegno Internazionale “Identità, genere e dis-uguaglianze” dell'altro giorno.
L'autoironia e la scrittura come antidoto contro l'emarginazione - Tre minoranze: adolescenti, ebrei e protestanti
Il mio pastore valdese Enos Mannelli dice spesso: “Il Signore ci dia la fede, ma ci scampi e liberi dalle religioni”.
Un teologo protestante scrisse: “Io diffido delle fedi che non dubitano e sorridono di sé stesse”
E allora, vorrei cominciare con una barzelletta semi-blasfema che ho sentito raccontare in ambiente valdese.
Gesù sta predicando, quando una folla inferocita gli porta una giovane adultera che dev’esser lapidata. E gli uomini gli domandano di giudicarla anche lui.
Gesù si mette a scrivere qualcosa per terra, poi pronuncia le famose parole: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”
Dalla folla esce una donna che gli porge una grossa pietra dicendogli: “Ecco. Tu che sei senza peccato puoi tirarla”
Al che, Gesù sbotta: “Mamma! Ti ho sempre detto di startene a casa quando lavoro!”
Io ho la barba lunga e arruffata.
Pensate che non c’entra col tema del convegno?
Non c’entra però c’entra.
Vi racconto perchè: ho cominciato a farla crescere appena mi sono spuntati i primi peli post-adolescenziali. Diventavo rosso con imbarazzante facilità e la barbuzza mimetizzava la vergogna. Inoltre, la barbetta aumentava le possibilità di entrare al cinema dove proiettavano film vietati ai minori.
Adesso questi problemi non li ho più.
E allora perché continuo ad avere la barba?
Perché fa parte di me e la mattina, quando mi guardo allo specchio e vedo la barba tutta storta e spettinata, accade un piccolo miracolo: mi faccio ridere da solo.
E cominciare la giornata ridendo di me stesso, è un buon inizio.
Freud scrisse: L’umorismo non è rassegnato ma ribelle, il trionfo dell’io e del principio di piacere, che si afferma contro le avversità delle circostanze reali.
Ma per aver diritto di ridere degli altri e dell’intero mondo, dobbiamo prima di tutto guardarci in faccia e sorridere o sghignazzare di noi stessi e del nostro modo di essere.
Si può imparare?
E come?
E da chi?
Per secoli il popolo ebraico fu diffamato, perseguitato, disprezzato e massacrato. Eppure, gli ebrei hanno trovato la forza e l’intelligenza di ridere, prima di tutto di sé stessi.
Anche la Bibbia, a leggerla con attenzione, è ricca di humour.
Ricorderò solo un passo, tratto dalla Genesi (18, 22-32), quando Dio sta per annientare la città di Sodoma e Abramo interviene, contrattando con Dio.
Sentiamo le parole di Abramo: Davvero tu vuoi distruggere insieme il colpevole e l’innocente? Forse in quella città ci sono cinquanta innocenti. Davvero tu li vuoi far morire? Perché invece non perdoni quella città per amore di quei cinquanta?
Dio acconsente: se troverà i cinquanta, Sodoma sarà salva.
Ma Abramo insiste.
Proprio come se fosse in un mercato levantino ad abbassare il prezzo del peperoncino e della curcuma: Ecco, io oso parlare al Signore anche se sono soltanto un povero mortale. Può darsi che invece di cinquanta ve ne siano cinque di meno. E tu, per cinque di meno, distruggeresti tutta la città?
Ancora una volta, Dio accetta.
E di nuovo Abramo torna alla carica: Può darsi che ce ne siano solo quaranta.
Dio risponde: Io non la distruggerò per amore di quei quaranta.
Non citerò tutto l’episodio, ma Abramo va avanti, sempre al ribasso: trenta, poi venti, infine dieci innocenti.
Rispettosamente dice: Non offenderti, mio Signore...Insisto ancora, Signore… Non adirarti, Signore. Rispettosamente, molto rispettosamente, ma intanto tira la corda.
Come gli adolescenti con papà o mamma.
E’ un esempio, ma se ne possono raccontare a decine, di passi umoristici della Bibbia.
E un’antologia di libri o film sull’umorismo ebraico occuperebbe intere biblioteche e cineteche.
Forse, il popolo ebraico è sopravvissuto alla sua tragica storia anche grazie al senso del comico, ironia e autoironia.
E al proprio Libro.
Come i protestanti italiani, in particolare i valdesi.
Altra minoranza perseguitata per secoli: roghi, crociate e massacri.
Eppure siamo sopravvissuti.
Anche noi aggrappati a un Libro, la Bibbia, all’alfabetizzazione diffusa, alla scrittura. E alla nostra autoironia.
Recenti saggi come
Valdesi d’Italia - Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtùoppure
Perchè non possiamo fare a meno di ridere... e meno che mai della religione
o ancora siti web quali
Il peccato
ridono soprattutto di noi valdesi.
E come insegna lo scrittore israeliano Amos Oz, l’autoironia è il peggior nemico del fanatismo.
Io penso che l’autoironia nasca dall'incrocio di varie esigenze:
raccontare sè stessi (“mi metto in scena o sulla carta per descrivermi e capirmi meglio”),
difesa ("se io sono capace di ridere di me, non mi turba o comunque mi turba di meno che lo faccia anche tu"),
esorcizzare i problemi ("se ci rido su, mi fa meno male o meno paura"),
voglia di condividere il piacere ("se io e te ridiamo insieme di me, abbiamo qualcosa di piacevole in comune").
Vi è un altro gruppo di persone che vive una condizione difficile: persone che bene o male sopravvivono, ma senza possedere né ironia né autoironia.
E nemmeno un Libro a cui abbeverarsi.
Anche se poi consumano Harry Potter, Twilight o il polistirolo di Federico Moccia.
Sono la minoranza degli adolescenti.
Anni fa, venne chiesto a ventimila ragazzine e ragazzini: quando ti guardi allo specchio, cosa vedi?
La maggioranza diede una risposta che deve far riflettere.
Dissero: vedo un mostro.
Non so per voi, ma per me era un’età difficile: il mio corpo si trasformava e quei cambiamenti non li capivo. Ero confuso: un tumulto di vergogne e imbarazzi, desideri e paure.
Anche adesso, a volte, mi capita di sentirmi così.
Ma sono adulto e ho scoperto alcuni antidoti.
Antidoti che da ragazzino ignoravo.
Appunto: la fede e la scrittura.
Soprattutto l’autoironia, sguardo che ride di me e delle mie contraddizioni: un talismano prezioso.
Ma di solito gli adolescenti non l’hanno ancora trovato. E forse addirittura ignorano che esista.
Come aiutarli a entrarne in possesso?
Non ho la risposta magica in tasca.
Però provo a darne una. Anche se non certo magica.
Io scrivo romanzi per adolescenti e, secondo me, nei libri per ragazzi non si deve ridere degli adolescenti, bensì con gli adolescenti.
Il mio protagonista è il tredicenne Michele Crismani, che scrive in prima persona, come io narrante.
Quando scrivo le storie con lui, faccio buio nella mia mente e lascio che sia lui, Michele, a raccontare.
Con lui, cerco di guardare il mondo con gli occhi di un adolescente.
Il critico Roberto Denti ha definito Michele Crismani “un adolescente con diritto di mugugno”.
E’ una definizione che mi lusinga: spero che Michele faccia ridere gli adolescenti perché si riconoscono in lui e nel suo sguardo sul mondo, uno sguardo criticone e confuso.
Credo sia ingiusto sbeffeggiare i ragazzini sentendosi superiori.
Così come credo sia ancor più ingiusto fingere di compiacerli per conquistarne la benevolenza.
Raccontando le storie di Michele, tento di offrire agli adolescenti un personaggio in cui possano riconoscersi. Uno specchio in cui guardare sé stessi. Sbirciando i propri difetti e i propri limiti, ma anche le proprie qualità.
E se ridono insieme a Michele per le sue fissazioni, i suoi impacci e i suoi slanci, le sue pigrizie e vergogne, le sue bugie e megalomanie, insomma per la sua vita, forse possono trovare lo slancio per ridere anche di sé stessi, dei propri impacci slanci pigrizie vergogne bugie megalomanie.
E pian piano imparare acquistare fiducia e senso critico.
Avevamo lasciato Abramo che si ferma a dieci innocenti.
Ma Dio non trova nemmeno quelli e così distrugge l’intera Sodoma, dopo aver permesso a Lot, sua moglie e le loro due figlie, di salvarsi.
Mi faccio spesso una domanda, non so se più teologica, filosofica o umoristica:
nella trattativa con Dio, Abramo fin dove poteva arrivare?
Vi saluto con la Beatitudine che preferisco.
E’ tratta dal Vangelo di Luca (6,21) e prefigura una splendida Vita Eterna:
“Beati voi, che ora piangete, perché riderete”
Scritto alle 21:12 nella letture, Religione, salute | Permalink | Commenti (16) | TrackBack (0)
Oggi a Trieste faccio una relazione (spero da ridere) a un convegno (serissimo) internazionale.
Convegno Internazionale “Identità, genere e dis-uguaglianze”
International Symposium “Identities, gender and in-equalities”
Colloque International “Identités, genre et in-égalités”
Partecipano docenti universitari italiani, belgi, indiani, ucraini, francesi, spagnoli, tedeschi, sloveni, turchi, siriani...
Con interventi come:
"Turkish immigrant women struggling between debates of integration and tradition"
o
"Impact of globalization on women in Bangladesh: towards empowerment or marginalization?"
oppure
"Sexual minorities in the workplace. The EU framework for sexual diversity management within trade unions and the perspectives for the Western Balkans"
o ancora
"Travestirsi per affermarsi. Gestione di corpi femminili in società androcentriche: rispecchiamenti letterari"
Io invece (attorno alle 17.00) parlerò su:
"L'autoironia e la scrittura come antidoto contro l'emarginazione. Tre minoranze: adolescenti, ebrei e protestanti"
E meno male che ieri mi sono messo in contatto (del tutto per caso) con quelli che organizzano il convegno: dopo gli accordi di un mesetto fa non avevo saputo più nulla. Mi hanno detto che le email e gli inviti sono partiti regolarmente a tutti i relatori (ma a me non è arrivato nulla).
Insomma, morale della favola: non ho pronto il testo dell'intervento.
E dunque mi arrangerò come i jazzisti che improvvisano su un tema di base.
Il convegno è al Teatro Miela di Trieste dalle 14.00 in poi.
Programma completo
14.00 Registrazione
14.15 Introduzione
Ingrid Stratti (Centro Internazionale per le Ricerche e gli Studi Interculturali)
Silvana Monti (Università di Trieste, fondatrice del CdL in “Scienze e Tecniche dell’Interculturalità”)
14.30 Donne nel tempo e nello spazio
Casimira Grandi (Università di Trento)
Donna madre e migrante: l’economia degli affetti oltre il tempo e lo spazio
Fabio Perocco (Università Ca’ Foscari Venezia)
Lavoratrici immigrate nell’economia sommersa tra vecchie e nuove disuguaglianze
Annalisa Cegna (Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Macerata)
Donne e lavoro subalterno
Gaia Moretti (LUMSA)
Identità mancate: la donna Rom tra pregiudizio culturale e ricerca di autoaffermazione
Silva Bon (Istituto Regionale per la Cultura Ebraica nel F.V.G.)
Percorsi interattivi dell’associazionismo femminile ebraico a Trieste nel secondo dopoguerra
Moderatore: Roberto Benedetti
15.30 Genere, stereotipi e minoranze
Francesco Della Puppa (Università di Padova)
Far parte della famiglia
Anna Chiara Perraro (Università di Bergamo)
Altre mappe urbane. Sguardi narrati di donne in movimento
Nicoletta Fasani (Esperta di genere)
Colf e badanti in Italia: invisibilità dello stereotipo o stereotipo dell’invisibilità?
Maila Pentucci (Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Macerata)
Percorsi femminili tra inclusione ed esclusione. Il caso delle Marche, dalla grande emigrazione all’immigrazione
Andrej Bertok (Unione Italiana, Slovenia)
Il ruolo delle minoranze italo-slovena nella cooperazione transfrontaliera tra Italia e Slovenia
Moderatrice: Silva Bon
16.30 Coffee break
16.45 Scrittura ed identità a confronto
Roberto Benedetti (Università di Poitiers, Francia)
Travestirsi per affermarsi. Gestione di corpi femminili in società androcentriche: rispecchiamenti letterari
Silvia Camilotti (Università di Bologna)
La scrittura come forma di partecipazione sociale e presa di coscienza politica nell’opera di Randa Ghazy e Elvira Mujci´c
Gabriele Proglio (Università di Torino)
Postcolonialismo italiano: tentativi di evasione dal logos. Identità, genere e relazione con l’altro nel romanzo di Gabriella Ghermandi.
Michele Gangale (Laboratorio Multiculturale “M. Buonarroti”, Monfalcone)
Lo sguardo di Hoda
Luciano Comida (scrittore)
L'autoironia e la scrittura come antidoto contro l'emarginazione. Tre minoranze: adolescenti, ebrei e protestanti
Letizia Puicher (scrittrice)
Integrazione: necessità imprescindibile per un Occidente nuovo e creativo
Moderatrice: Casimira Grandi
17.45 Littératures, cinéma et identités féminines
Ouissal Mejri (Università di Bologna)
Le silence des femmes arabes: le cinéma prend la parole
Julien Gilet (Institut Français du Proche-Orient, Damasco, Siria)
L’exemple des Arméniens dans les sources arabes d’époque mamlouke
Lorenzo Dugulin (Università Lumière Lyon 2, Francia)
Écrire la mémoire dans une optique de communication interculturelle
Muzaffer Derya Nazlipinar (Università di Dumlupinar, Turchia)
The female identiy exploration in a patriarchal society as reflected in Virginia Woolf’s The voyage out and Halide Edip-Adivar’s Handan
Nasima Akaloo (Università Carlos III Madrid, Spagna)
Moroccan women in the crossover to Spain: a literary study
Moderatore: Roberto Benedetti
18.45 Women and diversity
Elifcan Karacan (Università di Siegen, Germania)
Turkish immigrant women struggling between debates of integration and tradition
Mohammad Aynul Islam (Università di Antwerp, Belgio)
Impact of globalization on women in Bangladesh: towards empowerment or marginalization?
Irene Dioli (Osservatorio Balcani e Caucaso, Trento)
Sexual minorities in the workplace. The EU framework for sexual diversity management within trade unions and the perspectives for the Western Balkans
Sanja Cukut Krili´c (Centro di Ricerca Scientifica dell’Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti, Lubiana, Slovenia)
Examining the dynamics of migrant categorisations throughout the life-course
Ivana Gligorovska (Esperta di genere, Macedonia)
Reproductive rights as weapon, women’s rights as collateral damage: pro-natal politics in Serbia, Croatia and Macedonia
Tamar Zurabishvili (Università Chavchavadze, Georgia)
Feminization of labor emigration from Georgia: the case of Tianeti
Devina Ramakant Deshpande (Law School of India University, Bangalore, India)
Reconciling religion with Universal Human Rights norms: uncovering the headscarf debate
Ingrid Stratti (International Research Centre for Intercultural Studies, Italia)
Overcoming social exclusion: gender equality policies and strategies
Adriana Iordache (Università Centro-Europea di Budapest)
Voting patterns and women’s descriptive representation in Romania
Alissa Tolstokorova (Esperta di genere, Ucraina)
Feminizing poverty - gendering migration: social exclusion of female youth in post-socialist Ukraine
Moderatrice: Ingrid Stratti
19.45 Conclusioni
20.00 Termine dei lavori
Scritto alle 09:13 nella attualità, Libri, Religione | Permalink | Commenti (17) | TrackBack (0)
Provate a legger la Bibbia: ne vale la pena.
Ricordando che leggerla nella Roma papalina era un reato penale fino al 20 settembre 1870, quando finalmente arrivarono i bersaglieri del Regno d'Italia e le prime Bibbie tradotte le portarono i valdesi.
Per la mia fede, la Bibbia è indispensabile come l'acqua: così mi avvicino ogni giorno alla sua parola.
E ieri ne ho ripreso ancora una volta la lettura sistematica e quotidiana.
Quando propongo ad altri lo stesso viaggio, suggerisco il medesimo itinerario: non da cima a fondo, cominciando dall'inzio e procedendo in ordine rigoroso, dal primo capitolo della Genesi fino al ventiduesimo della Rivelazione-Apocalisse. Perchè questo cammino lineare significherebbe il naufragio: ben presto, il viandante-lettore inesperto dovrebbe affrontare per giorni e giorni il paesaggio arido e obiettivamente noioso di libri come Numeri e Deuteronomio. Chi legge verrebbe assalito dallo sconforto, smarrendosi e lasciando perdere l'impresa.
Peccato: perchè più avanti, superati quei deserti legalistici, la Bibbia offre (anche a chi non è credente) paesaggi straordinari: la forza eversiva dei profeti Isaia e Geremia (non a caso mai letti nelle chiese cattoliche), il Qohelet/Ecclesiaste (aspra e corroborante meditazione laica sul senso della vita), il possente Giobbe (su cui da secoli e secoli si interrogano intellettuali e filosofi), il caldo erotismo del Cantico dei Cantici, l'irruzione di Gesù Cristo e dei Vangeli nella storia del'umanità, le profonde riflessioni di Paolo sul peccato che influenzano l'intero Occidente e prefigurano quelle di Freud sull'inconscio...
Riporto solo un esempio (i versetti 2-8 dal capitolo 3 del Qohelet/Ecclesiaste):
2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace
E basta prendere in mano, sfogliare e leggiucchiare a caso la Holy Bible di King James (la classica versione inglese) per capire quanta letteratura, musica, cinema anglo-americani siano intrisi di ritmo, metafore e linguaggio biblico.
Per leggerla tutta quanta in un anno, ecco il semplicissimo e utile "programmino": (http://www.laparola.net/letture.php).
Sempre in questo sito protestante:
http://www.laparola.net/mailing_list.php#letture
ci si può iscrivere alla mailing list per ricevere ogni giorno le quattro letture bibliche.
Una tratta dai libri "storici", una dagli "scritti", una dai "profeti", una dal "Nuovo Testamento"
Scritto alle 09:08 nella letture, Libri, Religione | Permalink | Commenti (7) | TrackBack (0)
BUON NATALE
MA nell’Italia del 2009 andrebbe così:
GAZZETTA DELLA VAL BORGHEZIA
Nostro servizio esclusivo
25 dicembre 2009
“BETLEMME – VAL BORGHEZIA
Trovato neonato in una stalla:
Arrestati un falegname e una minorenne”
L’allarme è scattato nelle prime ore del mattino, grazie alla segnalazione di un solerte cittadino padano che aveva scoperto due individui sospetti, presumibilmente extracomunitari, accampati in una stalla. Prontamente accorsi sul posto, gli agenti della polizia municipale, accompagnati da assistenti sociali, si sono trovati di fronte a un neonato (avvolto in uno scialle multicolore di chiara fabbricazione mediorientale), adagiato in una mangiatoia dalla madre, tale Maria H. di Nazareth- Palestina, dall’apparente età di sedici anni. Al tentativo della polizia e degli operatori di far salire la madre e il bambino sui mezzi delle forze dell’ordine, un uomo (successivamente identificato come Giuseppe H., anch’egli di Nazareth- Palestina) ha opposto resistenza, spalleggiato da alcuni pastori e da tre stranieri autodichiaratisi “magi”. Sia Giuseppe H. che i tre stranieri, tutti e quattro risultati sprovvisti di documenti di identificazione e di regolare permesso di soggiorno, sono stati immediatamente tratti in arresto.
Secondo fonti non ufficialii, i cinque (Giuseppe H., Maria H. e gli altri tre) potrebbero essere spacciatori internazionali, dato che erano in possesso di un ingente quantitativo d’oro e di sostanze presumibilmente illecite (da un primo esame: incenso e mirra). Nel corso del primo interrogatorio in Questura gli arrestati avrebbero riferito di agire in nome di Dio, per cui non si escluderebbero legami con Al Quaeda .Le sostanze chimiche rinvenute sono state inviate al laboratorio della polizia scientifica per le analisi del caso.
Nel frattempo, le autorità mantengono uno stretto riserbo sul luogo in cui è stato portato il neonato. Si prevedono indagini lunghe e difficili.
Un breve comunicato stampa dei servizi sociali, diffuso pochi minuti fa, si limita a rilevare che il padre del bambino è un adulto dell’apparente età di quarant’anni, mentre la madre risulterebbe minorenne. Ipotizzando il reato di violenza sessuale su minore, gli operatori sociali si sono immediatamente messi in contatto con le autorità di Nazareth-Palestina per accertare quale sia il reale rapporto tra l’uomo e la giovane. Nel frattempo, Maria H. è stata ricoverata presso l’ospedale della Val Borghezia per venir sottoposta ad accertamenti clinici e psichiatrici. Sul suo capo pende la grave accusa di maltrattamento e tentativo di abbandono di minore. Comunque, gli inquirenti nutrono seri dubbi sullo stato di salute mentale della giovane: essa afferma di essere ancora vergine e di aver partorito il figlio di Dio.
Proprio al momento di andare in stampa, si è sparsa la voce che anche i pastori presenti nella stalla potrebbero essere consumatori abituali di droghe: pare infatti che affermino di essere stati indotti a recarsi nella stalla da un uomo alto tre metri, con una lunga veste bianca e due ali sulla schiena, il quale li avrebbe invitati a festeggiare il neonato.
Un portavoce della sezione antidroga della Questura ha così commentato: “Gli effetti delle droghe sono imprevedibili, ma questa è senz’altro la scusa più assurda che io abbia mai sentito in vita mia”
Davanti a questo ennesimo episodio di allarme sociale causato da extracomunitari e per la tutela dei valori della cristianità, il PdL presenterà una nuova legge contro i clandestini.
Scritto alle 10:11 nella attualità, auguri, persone, Religione, storia | Permalink | Commenti (24) | TrackBack (0)
Dice l'assessore leghista alla Sicurezza Claudio Abiendi "Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità"
A Coccaglio, circa settemila abitanti, mille e cinquento stranieri, i vigili vanno casa per casa e suonano i campanelli agli extracomunitari.
A chi non è in regola col permesso di soggiorno, la residenza viene revocata d'ufficio, proclama tutto fiero il sindaco Franco Claretti.
L'operazione si chiama White Christmas perchè scade il giorno di Natale.
Domanda: ma Gesù, Giuseppe e Maria (quando scapparono in Egitto per salvarsi dai coltelli dei sicari di Erode) erano a posto col permesso di soggiorno?
E se avessero trovato assessori e sindaci come Abiendi e Claretti?
Ho parlato con la segretaria del sindaco.
Dopo essermi presentato come Luciano Comida, giornalista di Trieste, le ho chiesto in particolare se sono vere due cose:
a) la scadenza dell'operazione il giorno di Natale e
b) il nome di White Christmas.
Risposte:
a) la loro ordinanza è del 25 ottobre e la scadenza (a sessanta giorni) cadrà (senza che loro ci avessero minimamente pensato) proprio il 25 dicembre,
b) riporto per intero il dialogo sul nome:
"il nome era solo un nome della pratica interna e non sappiamo come sia uscito all'esterno"
"ma era quello di Wtite Christmas?"
"le ho già risposto"
"no, non mi ha risposto. Io le ho chiesto se il nome dell'operazione è proprio White Christmas"
"sì"
"grazie"
Ad Abiendi e Claretti, per Natale, manderò il Vangelo.
Spero che Gesù Cristo gli dica qualcosa.
Scritto alle 08:29 nella attualità, auguri, diritti, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (64) | TrackBack (0)
Per me che sono cristiano (come ci tengo sempre a puntualizzare: non cattolico ma valdese), questo dibattito sul crocifisso è particolarmente avvilente.
Spesso chi difende a spada tratta il simbolo è profondamente anticristiano (basti pensare alle bestemmie di Ignazio La Russa che invocava la morte per la Corte europea o ai pagani de noantri con simpatie para-nazistoidi alla Borghezio inzuppato di riti celtico-padani o a quella pagliacciata del dio Po oppure al matrimonio druido di Calderoli...con tutto il mio amore per i fumetti e i personaggi di Asterix & C). Insomma: i fanatici difensori del crocifisso blaterano a vanvera di "valori" ma sono gli stessi che fanno i respingimenti in mare dei barconi di poveracci che cercano aiuto.
Poi si sentono i vescovi che gridano e urlano e piangono e intanto ne approfittano per batter cassa per le loro scuole private e guai a toccargli i soldi che la Madonnina soffre (malgrado la Costituzione sia chiara: fatevi pure le scuole private ma "senza oneri per lo Stato").
D'altra parte c'è l'imbarazzante timidezza sub-laica di troppi PD, che balbettano quattro frasette mosce dicendo che "il crocifisso non dà fastidio a nessuno" come se fosse un vecchio soprammobile della eredità di Giovanna la Nonna del Corsaro Nero che nessuno se la sente di buttar via perchè l'oggetto sta là sul comò da tanti anni che ormai fa parte del paesaggio salottifero e non si può mica gettarlo nel cassonetto come TV Sorrisi e Canzonidel mese prima.
Mentre nessuno (nè i giornali nè le televisioni) chiama a intervenire un protestante che fosse uno.
E forse noi potremmo dire qualcosa di meno banale sul senso di Gesù Cristo e sull'inutilità dei simboli esposti in pubblico.
Ricordando pure (quanto siamo fastidiosi, noi valdesi) che il crocifisso è il simbolo dei cattolici (chiesa legata a una concezione punitiva, sofferente e pagana della fede). Mentre per i protestanti, il simbolo è la croce vuota: segno della resurrezione di Gesù: messaggio di gioia e promessa di vita eterna per tutti gli uomini e tutte le donne.
La differenza (anche nei simboli) non è di poco conto.
Scritto alle 15:22 nella Religione | Permalink | Commenti (20) | TrackBack (0)
Una sentenza a tutela della laicità e della libertà di tutti
A poche ore dalla sentenza della Corte per i diritti umani di Strasburgo, la pastora Maria Bonafede, moderatore (la massima carica elettiva) della Tavola valdese, esprime un giudizio positivo:
"E' una sentenza importante che finalmente inquadra la questione dell'esposizione dei simboli religiosi in una cornice europea di laicità e tutela dei diritti di tutti: di chi crede, di chi crede diversamente dalla maggioranza e di chi non crede.
Ancora una volta emerge la fragilità, logica prima e giuridica dopo, di una tesi: secondo questa argomentazione il crocefisso nelle aule italiane non sarebbe un simbolo religioso ma l'espressione della cultura nazionale.
La verità è che il crocefisso nei luoghi pubblici, così come il privilegio dell'insegnamento religioso cattolico, rimandano all'Italia di un tempo antico e allo stato confessionale.
La sfida oggi è invece quella del pluralismo delle culture e della convivenza tra chi crede e chi non crede nel quadro del valore costituzionale della laicità".
Scritto alle 11:28 nella attualità, diritti, politica, Religione | Permalink | Commenti (36) | TrackBack (0)
Fino all'anno scorso il figlio dodicenne di Luciana Littizzetto frequentava, a Torino, la scuola media pubblica Ugo Foscolo.
Adesso, la mammina l'ha iscritto a un istituto privato cattolico salesiano.
A spese mie e vostre.
Tutto questo can-can attorno alle scuole private mi manda letteralmente in bestia.
Il terzo comma dell'articolo 33 della Costituzione dice chiarissimamente: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".
Papa & Vaticano, you understand "SENZA"? Che poi anche gran parte dell'imbelle centrosinistracentro italiota (laico solo a parole) abbia voluto regalare denaro pubblico ai preti, è un'altra faccenda.
Ma la Costituzione resta chiarissima: "SENZA oneri per lo Stato".
Volete mandare i vostri figli nelle scuole private? Liberissimi di farlo. Però quella scuola ve la pagate voi con i soldi vostri e alla collettività non chiederete mai una lira o un euro che sia, in nessuna forma, nè diretta nè indiretta che si voglia. Questo era il principio semplicissimo su cui non bisognava mollare di un millimetro.
E che il portafoglio dei vescovi piangesse pure.
Scritto alle 09:17 nella banalità, donne, persone, Religione, scuola e università | Permalink | Commenti (76) | TrackBack (0)
"Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati" (Vangelo di Matteo, 5,6)
Almeno una merenda ogni tanto:
alle 18.06 di oggi la Corte Costituzionale ha giudicato illegittimo il Lodo Alfano e finalmente ricominciano i processi a Silvio Berlusconi.
Scritto alle 19:24 nella attualità, Auto-lezioni, cucina e cibarie, diritti, letture, politica, Religione | Permalink | Commenti (33) | TrackBack (0)
C'è un sito satirico-religioso (valdese) che a me garba assai: si chiama peccato.org.
Le fonti di ispirazione sono (esplicitamente) Il male, i Monty Python, Douglas Adams e la sua saga della Guida galattica per autostoppisti, i disegnatori iconoclasti francesi Reiser e Wolinski. E ovviamente Gesù Cristo.
Ecco il link al sito:
http://www.peccato.org/
Ed ecco quello alla gustosissima sezione video:
http://www.peccato.org/video/video.php
Ma intanto due minuscoli assaggi:
Servizio da caffè "papa per 4" con piatto per dolci
da oggi con "PAPA PER 4"
non sarà più un peccato di gola bersi una tazzina di caffè in più...
Rendi evidente la tua ammirazione ed il tuo rispetto per la fede cattolica acquistando questo bellissimo servizio in vera porcellana finemente decorata che riporta le effigi degli ultimi 4 pontefici...
Bevi con Paolo VI per il gusto degli anni '60.
Un sorso veloce con l'effimero papa Luciani.
Un caffè forte nella tazza di Woytila ed una tazzona di caffe lungo alla tedesca con Ratzinger.
Si raccomanda di usare marche di caffè che pubblicizzino scene paradisiache.
Cod. 914-134 662 - € 24,90
Dal catalogo D-Mail autunno 2006 - Idee utili e introvabili
AGGIORNAMENTO TEOLOGICO/POLITICO Esclusivo: IL PECCATO rivela i piani del Governo per l'adozione di un altro simbolo universale della cultura italiana da appendere accanto al crocifisso nelle scuole pubbliche:
LE CORNA!
Perchè rinunciare alla nostra cultura?
Sarebbero infondate le voci che vorrebbero, sempre nella stessa proposta di legge, l'obbligatorietà dell'ostensione del crocifisso appeso allo specchietto retrovisore delle automobili.
L'emendamento sembra essere stato fatto annullare dalla lobbie dell'Arbremagique timorosa di un calo delle vendite del suo deodorante.
Ecco alcune frasi, estrapolate dal contesto, di religiosi e uomini politici di tutti gli schieramenti sul SIMBOLO DELLE CORNA:
Card. Ersilio Tonini: "è il simbolo dei valori di fondo del nostro paese".
Giuseppe Pisanu: "è l'espressione più alta di 2000 anni di civiltà, che appartengono interamente anche al popolo italiano".
Roberto Maroni : "rappresenta millenni di storia".
Luca Volontè : "è il simbolo dei valori civili del nostro paese".
Luisa Santolini: "sono simboli delle nostre radici e della nostra storia".
Livia Turco: "non si può dimenticare la peculiare storia del nostro Paese e l'influenza che ha nella cultura e nel sentimento diffuso..."
Scritto alle 09:12 nella cinema, letture, Religione, Web/Tecnologia | Permalink | Commenti (20) | TrackBack (0)
Benedetto XVI ha dichiarato: "I divorzi e le separazioni rendono infelici i figli".
Io sono cristiano (non cattolico ma valdese) e vorrei ricordare a Papa Ratzinger il quarto capitolo della Genesi (versetti 1-10):
dalla famiglia tradizionale, non divorziata nè separata, di Adamo ed Eva nacquero due figli, Caino e Abele.
Il primo accoppò il secondo.
Scritto alle 12:11 nella attualità, coppia, letture, persone, Religione | Permalink | Commenti (41) | TrackBack (0)
Grazie a Uno e a un suo commento, ho provato a dirgli cos'è (per me credente valdese) la fede.
Ecco qua:
La fede e la grazia arrivano da Dio?
La concezione protestante è diversa da quella cattolica: la nostra risposta è SI, però è un dono gratuito, rivolto a tutti quanti, sempre e comunque.
E noi, tu, lui, lei, io non ce ne dobbiamo star passivi ad attendere che il regalino di Dio ci caschi in bocca come un frutto maturo caduto dall'albero: dobbiamo tendere la mano per riceverlo, questo dono.
Fuor di metafora, il modo in cui ogni singolo essere umano conduce la propria esistenza e il proprio rapporto con se stesso e con gli altri e col mondo concima, sarchia, dissoda e prepara (o NON prepara) il terreno nel quale piove (ogni giorno, ogni notte, ogni momento) il dono della Parola di Dio.
Ecco dunque che la FEDE non è qualcosa di astratto e trascendente ma (in sintesi estrema) un rapporto di fiducia con Dio e di conseguenza col mondo intero.
Faccio un piccolo esempio che trovo di sublime umorismo.
Alfred Delp era un gesuita tedesco che partecipò alla Resistenza antinazista e prese parte a un (purtroppo fallito) complotto per uccidere Hitler.
Arrestato e condannato, il 2 febbraio 1945 venne impiccato a Berlino.
Aveva 38 anni e, andando al patibolo, chiese al cappellano che lo accompagnava alla forca le ultime notizie dal fronte.
Dato che l'altro aveva solo dati vaghi e approssimativi, Delp commentò: "Beh, tra mezz'ora ne saprò più di tutti voi"
Scritto alle 09:59 nella Religione | Permalink | Commenti (76) | TrackBack (0)
Tra le assurdità del sistema scolastico italiano, vi è l'insegnamento (sotto il truffaldino nome di "religione") della dottrina cattolica.
In teoria facoltativo, in pratica è (soprattutto in certe regioni italiane) semi-obbligatorio dato che per venir esentati si è costretti a un percorso a ostacoli (occhiatacce di disappunto, discriminazioni, ritorsioni, pessimo utilizzo delle ore sostitutive, in certi casi addirittura richieste di spiegazioni per la mancata frequenza).
Altro elemento pazzesco è che gli insegnanti (pur pagati dal contribuente italiano) vengono scelti dalla Curia vescovile.
Da anni, uomini e donne laici e credenti, in prima fila i valdesi, chiedono che le cose cambino radicalmente:
nelle scuole italiane si insegnino la storia delle religioni, i princìpi delle fedi, con particolare attenzione ai tre monoteismi (ebraismo, cristianesimo, islamismo).
Ma con criteri totalmente differenti da quelli attuali: docenti scelti (come per tutte le altre materie) in base a titoli punteggi esami concorsi, sulla base di programmi non confessionali e ispirati ai princìpi educativi della Costituzione repubblicana.
Scritto alle 08:35 nella adolescenti, attualità, diritti, politica, Religione, scuola e università, storia | Permalink | Commenti (24) | TrackBack (0)
Oggi Benedetto XVI ha detto: quella cultura che esalta la libertà individuale e rifiuta la sacralità della vita, è commisurabile alla follia hitleriana.
Agli anziani, il troppo caldo può far male.
Scritto alle 14:01 nella attualità, letture, persone, Religione, salute | Permalink | Commenti (90) | TrackBack (0)
HO LETTO UN POST CHE M'E' PIACIUTO MOLTO.
E' SUL BLOG, SEMPRE INTERESSANTISSIMO, DI TIC (http://tic-talkischeap.blogspot.com/).
GLIELO SOTTRAGGO PER PUBBLICARLO QUA DI SEGUITO:
La pillola Ru486 è entrata a far parte del prontuario farmaceutico italiano e i papisti sono incazzatissimi.
Per chi non lo sapesse, la Ru486 – utilizzata da tempo in gran parte dei paesi europei –è un farmaco abortivo che blocca l'azione del progesterone, l'ormone che sostiene l'evoluzione della gravidanza.
Secondo l'avvenente monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della vita (che dev'essere una roba parecchio importante, visto il nome che porta), la Ru486 non sarebbe un farmaco, “ma un veleno letale”: chi dovesse prescriverla dovrebbe essere scomunicato esattamente come chi dovesse scegliere di farne uso.
Dietro a Sgreccia, sempre i soliti: quelli del Movimento per la vita, quelli di Scienza e Vita, la terribile Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute e alla rottura di coglioni, e - ma solo in spirito, purtroppo - i signori Francisco Franco Bahamonde e Augusto Pinochet Ugarte.
Insomma, un can can della madonna (ops...).
Ora, dovete sapere che nel 1966 Nicolae Ceauşescu, per aumentare la popolazione della Romania, decise di proibire l'aborto alle donne sotto i quarant'anni con meno di quattro figli. Nel 1986 il limite di età fu portato a quarantacinque anni.
Tutte le donne rumene in età fertile erano obbligate a esami medici mensili per prevenire gli aborti.
Si poteva abortire solo in presenza di un rappresentante del partito comunista: secondo Ceauşescu, il feto era “una proprietà socialista di tutta la società”.
Ai medici rumeni che operavano in distretti con un tasso di natalità in diminuzione veniva ridotto lo stipendio.
Nel 1984, in Romania, l'età minima per poter contrarre matrimonio scese a quindici anni.
La popolazione non aumentò: in compenso, l'aborto illegale, come unica forma di controllo delle nascite in un paese poverissimo, era ampiamente praticato. Si calcola che in ventitré anni, a seguito della legge del 1966, in Romania siano morte, scannate dalle mammane, non meno di diecimila donne.
Detto ciò, ancora un paio di dati: in Romania il tasso di mortalità infantile reale era così alto che, dal 1985, un neonato veniva registrato all'anagrafe solo se riusciva a sopravvivere alla quarta settimana di vita.
Quando Ceauşescu fu rovesciato, il tasso di mortalità era di venticinque neonati su mille e più di centomila bambini vivevano in orfanotrofi.
Perché vi ho raccontato tutto questo?
Ma perché credo che se fosse per la magnifica Eugenia Roccella - o per la splendida professoressa Binetti (del Pd...) - il feto, in Italia, verrebbe molto volentieri dichiarato “proprietà socialista di tutta la società”...
E nei prossimi giorni cose turche ci attendono, vedrete: il Vaticano promette di reagire all'affronto subìto e il Maschio Dominante della Patria sulla faccenda ci si butterà a pesce per far dimenticare ai papisti di essere un puttaniere. I papisti dimenticheranno facilmente. Vogliamo scommettere?
Tic
Per quanto riguarda la pillola abortiva Ru486, il Vaticano annuncia la scomunica per il medico, per la donna e per tutti coloro che "spingono al suo utilizzo".
Grazie a Dio e alla mia coscienza, io sono cristiano però protestante, valdese, laico, e dunque non prendo ordini dal papa e dalle gerarchie vaticane.
Scritto alle 09:55 nella attualità, auguri, persone, Religione, salute, Scienza, Sistema mediatico, storia | Permalink | Commenti (78) | TrackBack (0)
Sabato mi sono iscritto al Pd con una "tessera a progetto" e ho subito firmato per la candidatura a segretario di Ignazio Marino.
Da valdese (e dunque laico laicista), mi ritrovo nelle posizioni (che seguo da mesi) del senatore Marino (testamento biologico, aumento della terapia del dolore, diritti civili, radicale indipendenza dalle gerarchie vaticane, rilancio della scuola pubblica, rafforzamento del welfare e della sanità pubblica, rigorosa moralità nella vita di partito, stop alle ingerenze politiche nelle nomine sanitarie...).
E stamattina, leggo una bella notizia che corrobora la mia decisione di sabato.
La senatrice teodem Paola Binetti (quella che porta il cilicio, è contraria alle coppia di fatto e vuol curare gli omosessuali) dichiara: "Se Marino dovesse vincere le primarie del PD, noi teodem ce ne andremmo dal partito"
Scritto alle 08:24 nella attualità, diritti, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (44) | TrackBack (0)
Notizia Ansa di oggi:
Papa Benedetto XVI, salutando l'associazione interparlamentare Cultori dell'etica, al termine dell'udienza generale in piazza San Pietro, ha sottolineato "l'importanza dei valori etici e morali nella politica. Saluto gli esponenti dell'Associazione interparlamentare Cultori dell'etica, la cui presenza mi offre l'opportunità di sottolineare l'importanza dei valori etici e morali nella politica".
I Cultori dell'Etica è una associazione a cui aderiscono parlamentari italiani di varia estrazione politica ed è presieduta dal senatore dell'Udc Leonzio Borea.
Domande:
- chi sono questi parlamentari?
- come mai è impossibile trovare un loro (anche parziale) elenco?
- durante il richiamo del Papa, a qualcuno scappava da ridere pensando all'etica dell'innominato Presidente del Consiglio?
Scritto alle 12:44 nella attualità, domande, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (9) | TrackBack (0)
Per evitare equivoci, aggiungo anche la definizione dizionariesca:
maledizione - Condanna, punizione scagliata dalla divinità su qlcu. o qlco. o invocata dagli uomini come augurio di male)
La mia maledizione riguarda le teocrazie, i regimi che opprimono gli uomini e le donne bestemmiando il nome di Dio.
Scritto alle 07:50 nella attualità, diritti, donne, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (179) | TrackBack (0)
Ve ne siete accorti?
Guardando le foto delle donne e delle ragazzette che ronzano intorno a Berlusconi, schizza agli occhi la loro agghiacciante somiglianza.
La Veronica Lario del 1982 (quando girò Tenebre di Dario Argento), la Noemi che due settimane fa va a votare per le Europee, l'attrice Sabina Began (di cui ignoravo l'esistenza fino a pochi giorni fa), Patrizia D'Addario (che non ho capito chi sia), Francesca Pascale (neoconsigliera provinciale di Posillipo)...
Capelli lunghi lisci e biondi, occhialoni da sole, labbra tumide e imbronciate, sopracciglia rigide e ritoccate, trucco pesante, espressione da risveglio all'alba dopo una nottataccia...
Quei volti che, visti una volta, non te li ricordi più.
Come diceva Moana Pozzi (che frequentava Craxi e, mi par di ricordare, anche lui):
"Le donne molto belle? Piacciono agli uomini senza fantasia"
Una frase intelligente e illuminante, che condivido ampiamente.
(A parte il fatto che queste donnine e ragazzette non mi paiono per nulla interessanti e attraenti, ma fatte con lo stampino di una barbie mal riuscita)
Scritto alle 09:16 nella attualità, banalità, domande, donne, persone, politica, Religione, Sistema mediatico, Televisione | Permalink | Commenti (43) | TrackBack (0)
Scritto alle 15:09 nella attualità, domande, persone, Religione | Permalink | Commenti (62) | TrackBack (0)
Ieri sera ho fatto scoprire a Tatjana Il pianeta delle scimmie.
Un famoso film di fantascienza del 1968 diretto da Franklin J. Schaffner, interpretato da Charlton Heston.
Io l'avevo già visto non so quante volte, mentre mia moglie mai (non è proprio un'appassionata del cinema fantastico, anche se pian piano gliene faccio conoscere alcuni aspetti).
Tre astronauti americani, dopo un lungo viaggio nello spazio, arrivano in un pianeta lontanissimo dalla Terra. Scoprono che le scimmie sono la specie dominante e gli umani schiavizzati come animali inferiori.
Dopo 41 anni, il film regge assai bene (qualche inciampo e alcune goffaggini nella parte centrale, ma è splendida l'iniziale esplorazione del pianeta, eccellente l'attacco delle scimmie a cavallo, grandiosi gli ultimi tre/quattro minuti, uno dei finali più potenti che io conosca).
Ed è intatta la carica pacifista, antirazzista e animalista, intrisa di dolente ironia e di irriverenti sberleffi.
Anzi: dopo quattro decenni alcuni attacchi al dogmatico fondamentalismo religioso sembrano ancora più attuali.
Un film meritatamente celebre.
Qualche anno fa, ho visto (e quasi dimenticato) il remake fatto da Tim Burton: più soldi, più mezzi, più pop-corn, più presunzione.
Scritto alle 08:15 nella animali, cinema, Film, politica, Religione, Scienza | Permalink | Commenti (7) | TrackBack (0)
"Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso".
Certo: una banalità.
Ma nell'Italia del 2009 è una frase polemica.
L'ha pronunciata Gianfranco Fini, parlando di bioetica in un incontro sulla Costituzione con gli studenti di Monopoli.
Ed ha aggiunto un'altra bomba: "Il dibattito sulla bioetica è complesso e mi auguro che venga affrontato senza gli eccessi propagandistici che ci sono stati da entrambe le parti perchè queste sono questioni nelle quali il dubbio prevale sulle certezze".
E subito arrivano repliche.
La prima è dell'UdC (il cui leader papista, Pierferdy Casini, è divorziato e risposato civilmente. Tiene tanto alla famiglia tradizionale che ne ha due).
Cosa dice l'Unione di Centro?
''Si tratta di un appello alla discriminazione verso i cattolici impegnati in politica e tutti coloro che vivono una fede o credono ad una religione. Il presidente della Camera ci riporta nel piu' buio dei totalitarismi neri nel Novecento"
Casini & C avrebbero bisogno di qualche lezione (ma basterebbe una, sintetica e ben fatta) sulla laicità.
Scritto alle 16:10 nella attualità, diritti, domande, letture, persone, politica, Religione | Permalink | Commenti (19) | TrackBack (0)
Una scalinata di Trieste è intitolata al mazziniano ebreo Giuseppe Revere.
Tra poco vi sarà la cerimonia ufficiale per nuova intestazione:
a Mario Granbassi (giornalista fascista, morto combattendo con i golpisti di Francisco Franco nella guerra di Spagna).
La decisione toponomastica e politica è stata del Consiglio comunale, a maggioranza di destra.
Oggi, il Coordinamento antifascista di Trieste, cui aderiscono associazioni, partiti, sindacati e singoli cittadini, organizza una protesta.
Alle 18.30
Piazza Unità d’Italia
davanti al Municipio
in concomitanza con la seduta del Consiglio comunale.
Scritto alle 09:11 nella attualità, diritti, domande, persone, politica, Religione, storia | Permalink | Commenti (69) | TrackBack (0)
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