Sto leggendo un romanzo divertentissimo.
William Thackeray lo pubblicò a puntate mensili nel 1847/48. E dopo centosessantaquattro anni non ha una ruga: trama densa di colpi di scena, solidità (da vecchio mobile ben fatto con legno di ottima qualità) della narrativa vittoriana, un affresco ampio (oltre 900 pagine) della società inglese nell'epoca napoleonica, le vite di moltissimi personaggi raccontate con sottile ironia che ogni tanto si fa corrosivo sarcasmo, continui cambi (anche all'interno della stessa scena) del punto di vista, humour corroborante. Il risultato è il godimento della lettura.
dovrò aggiungerlo alla pila di libri che giaciono sul comodino, dentro i cassetti, sul tavolo, ino... la fiera della vanità... ma non era tutto vanità?... ma proprio tutto!... anche barry lindon... vanità pure lui.
Scritto da: darioskji | 11/01/2011 a 20:06
Becky Sharp in effetti è un po' una versione femminile di Barry Lindon. Ho un vago ricordo anche di una bella interpretazione da parte di Adriana Asti (se non erro). Ricordo meglio il Ryan O'Neal nel sontuoso film di Kubrick.
Gran bell'autore comunque 'sto Thackeray! Da riscoprire. Quasi lo rileggo anch'io (fra i mille propositi).
Scritto da: carloesse | 11/01/2011 a 22:10
Barry Lindon è in attesa e così Pendennis (altro romanzo di Thackeray di cui ho sentito parlar assai bene).
E intanto mi gusto (sono circa a pagina 500) La fiera delle vanità.
Scritto da: luciano / idefix | 11/01/2011 a 23:31
E aggiungi anche Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde, un'altra chicca. Fantastico da tutti i punti di vista.
Thackeray è un classico della letteratura inglese, ricordo ancora quando lo lessi la prima volta al liceo e mi divertii tantissimo. E si, dopo secoli non ha una ruga.
Scritto da: Alessandra | 12/01/2011 a 14:20
Sono andato a controllare: sì, la Backy Sharp dello sceneggiato RAI di Antongiulio Majano (roba del 1967!) era proprio Adriana Asti (non ricordavo male). Come curiosità riporto anche che vi compariva , in una piccola parte (e questo non me lo ricordavo) il giovanissimo Giusva Fioravanti (io me lo ricordavo solo nella "Famiglia Benvenuti”, e poi per i successivi misfatti).
Comunque sei la seconda persona che mi parla della Fiera delle Vanità nell’arco di 2 giorni. E questo forse è un segno del destino che mi chiama alla sua rilettura (la prima fu dopo pochi anni dallo sceneggiato, prima dell’alba degli anni 70).
O sarà forse (più che il caso) per una recente riedizione ?
Della letteratura inglese dell’800 comunque si dice un gran bene anche di Anthony Trollope, poco conosciuto in Italia (e a me sconosciuto del tutto), ma del quale Sellerio sta negli ultimi anni editando diversi libri. Mi stavo giusto accingendo a comprare “La vita oggi”, il più corposo e probabilmente il più importante dei suoi romanzi (anch’essi originariamente pubblicati “a puntate”, come per Thackeray).
Buona lettura !
Scritto da: carloesse | 12/01/2011 a 16:38
E' uscita una nuova edizione della Fiera? Io ne ho due: la vecchia Longanesi del '68 in tre volumi e quella (che sto leggendo) di Repubblica.
TROLLOPE: pure io sono tentato. E proprio dalla "Vita oggi".
E' così bello, essere sganciati dalle mode e scegliere le proprie lettura dove ci portano l'ispirazione, la voglia, i consigli degli amici, il caso...
Scritto da: luciano / idefix | 12/01/2011 a 17:01
Non so di una nuova edizione. La mia era solo un'ipotesi, visto che 2 diverse persone mi parlano dello stesso (vecchio) libro in 2 giorni. Il mio volume (unico)era ancora anteriore al '68. In realtà era nella libreria di mio padre. Lo ricordo grosso e un po' squinternato, con una copertina dura color cacchetta che riportava solo titolo e autore.
Scritto da: carloesse | 12/01/2011 a 17:47
Non ho idea della qualità delle differenti traduzioni della Fiera. Però ti consiglierei: buttati. Dopo un paio di pagine, ti accorgerai che stai nuotando con gran gusto.
Scritto da: luciano / idefix | 12/01/2011 a 17:50