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15/12/2010

Commenti

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Perfettamente d-accordo.

Quel che dici è più che condivisibile Luciano. Ma in questo Paese una fazione sostiene che l'arricchimento debba essere in un solo senso, e l'altra in quello opposto, dimostrando di avere la medesima apertura mentale.

Un'occasione mancata sia per gli insegnanti che per le famiglie di immigrati.
Una chiara dimostrazione dell'incapacità (soprattutto nelle scuole) di mediare le diverse culture.

Pieno accordo con te.

Sottoscrivo integralmente.
Giorgio

Purtroppo questi sono i mostri che un paese semiconfessionale e concordatario come il nostro produce, dove lo Stato si introduce nelle camere da letto dei cittadini e la chiesa nelle camere del parlamento. La reazione è quella scomposta di chi butta l'acqua sporca col (Gesù)bambino dentro.

gcanc, per quanto la chiesa cattolica nella mia scala di disprezzo sia agli stessi livelli della mafia, trovo veramente forzato vetilare che tale atteggiamento sia una "reazione". Siamo persone libere, adulte e consapevoli e gli educatori lo devono a maggior ragione essere.

Offender, secondo me è una forma mentis tipicamente catto-italiana quella di riportare tutto alla religione, qualunque essa sia, ma sono d'accordo con te che gli educatori non dovrebbero reagire in questo modo.

gcanc, di nuovo non riesco a vedere come sia la forma mentis catto-italiana e accentrata sulla religione a far scaturire la decisione di purgare la festa dell'asilo delle canzoni e dai riti cristiani. A me sembra pessimo laicismo di maniera, e te lo dice la persona più laica d'Italia :-)

Non ci sarebbe pessimo laicismo se non ci fosse pessima confessionalità, credo ;-)

E' nato prima l'uovo o la gallina? :-)

Prima l'uovo (cioè la pessima confessionalità).
Comunque, concordo con alcuni commenti. E a malincuore lo dico da laico: questa scemenza a Milano è frutto perverso di un malitensissimo e ottusamente "politically correct" inzuppato di fasulla laicità.

Il politically correct è molto (troppo) spesso l'anticamera dell'idiozia.

Purtroppo sì.

Peccato che questo post non sia commentato anche da Teppista: forse stavolta sarebbe d'accordo.

Non più tardi di questa mattina un bambino indiano, guardando il piccolo albero natalizio della mia scuola, sorride e dice: "anche io a casa ho l'albero, ma moooolto più grande, e con la punta".
E divertito mima con le mani la grandezza di quella punta.
Ecco, forse dovremmo imparare dagli indiani la capacità di accogliere altre forme, naturalmente, semplicemente, gioiosamente.

Quando mio figlio era alle medie gli insegnanti in occasione del Natale pensarono che fosse giusto che i ragazzi che appartenevano ad altre confessioni descrivessero le loro feste religiose e quali fossero i loro riti... tutto ciò che successe fu che l'insegnante di religione (che era un prete) durante la messa raccontò a modo suo della decisione presa dai docenti con conseguente riscossa dei genitori leghisti a suon di articoli sulla Stampa nella sezione locale, dove denunciavano che nella scuola per favorire i mussulmani non veniva ricordato il Natale, arrivarono al punto di far intervenire il Tg5 che con tanto di telecamere entrò nella scuola e si ritrovarono a filmare i corridoi completi ad ogni piano di presepi ed alberi addobbati... finì che i ragazzi stessi si incazzarono e scrissero loro stessi un articolo di risposta che spiegò e chiuse definitivamente la questione, malgrado una fiaccolata della lega alla quale peraltro parteciparono 4 gatti e nessuno dei loro dirigenti, invece alla contro-fiaccolata c'erano praticamente tutti gli alunni della scuola con almeno un genitore e diversi altri cittadini... ma erano altri tempi, quando ancora il centrodestra non governava la nostra città, due anni fa ce l'hanno fatta dopo 62 anni di governi di sinistra...
p.s.: nella scuola c'erano 6 cinesi, 2 buddisti, 5 testimoni di Geova e NESSUN mussulmano.

Ma perché in una scuola materna pubblica (in quanto comunale) si devono celebrare feste religiose?
Forse per sgravare i genitori dalla scocciatura di organizzare loro le feste con amici e parenti?
E così, gradatamente e indirettamente, abituare gli infanti al rito consumistico - e per nulla religioso - cui si è in buona sostanza ridotto il Natale in Occidente?
O magari solo perché lo prevede l'immondo concordato tra Stato e Chiesa cattolica?
Dubito molto, a voler essere buono, del valore "educativo" di simili feste.
E comunque, se proprio si vuol riservare uno spazio per feste religiose o para-religiose nelle scuole materne, e queste sono frequentate da alunni le cui famiglie professano (le famiglie, non gli alunni, ché all'età della materna cosa mai si può professare?) religioni diverse, mi pare più logico dare modo di festeggiare tutte le confessioni, per un'ovvia esigenza di equità.
O tutte o nessuna, insomma (meglio nessuna, per me).

Predonzan, a voler vedere le cose nella loro corretta prospettiva si dovrebbe innanzitutto rendere conto che il tema della religiosita- e del suo diritto di pratica non puo- essere trattato esattamente come si trattano altri temi di convivenza civile.
Ogni confessione religiosa ha i suoi riti che coinvolgono sia la sfera intima, privata e piu- strettamente spirituale, sia quella pubblica che coinvolge in genere l-intera comunita- ed ha un carattere piu- esteriore.
Mentre i primi possono essere praticati a livello privato in qualunque paese ci si trovi (qualunque sia la propria confessione), quelli piu- di carattere collettivo certamente presentano qualche problema perche- possono non essere in sintonia con la mentalita- e le abitudini prevalenti del paese in cui ci si trova. E- ovvio quindi che nel rispetto reciproco si debba trovare un giusto equilibrio. Vi e- comunque , per quanto riguarda l-islam, una grande difficolta- da parte della maggior parte delle persone non musulmane a comprendere il significato di obbligatorieta- da parte del credente di osservarne le regole principali e spesso, per pura ignoranza, rischiano in qualche loro modo di esprimersi di apparire blasfemi agli occhi del musulmano. Non e- invece assolutamente vero che questi possa offendersi o sentirsi turbato da manifestazioni esteriori quali riti o celebrazioni o simboli religiosi di altre fedi. Gesu-, Mose-, Abramo vengono considerati nel Corano con lo stesso rispetto del profeta Mophammed.
In quanto a ritenere che sia piu- giusto cancellare tutte le celebrazioni di tipo religioso mi pare non solo sbagliato dal mio personale punto di vista ma anche impossibile perche- dietro ad ogni simbolo ed ad ogni rito, anche se annacquato dall-incompresione umana degli ultimi tempi si cela il mistero che lega l-uomo al divino e la tradizione e- servita a trasmetterlo in forme alle volte popolari e folcloristiche. I significati profondi pero- sono sempre presenti nonostante la cecita- dei piu-.
Infine tale atteggiamento mi sembra piu- consono ad una visione nazista che non ad una laica o ad una staliniana. A questo proposito, l-esperienza comunista del secolo scorso ha ben dimostrato che nemmeno il regime piu- feroce puo- riuscire ad eliminare l-opera dello spirito che alberga nel cuore degli uomini.

Caro Luciano, sempre stimolante.
Concordo sostanzialmente in cio' che affermi.
Vi sono pero' "canzoncine per bambini di ambito religioso molto molto diverse. Alcune sono decisamente oscurantiste, di concezione "preconciliare" (specie quelle provenienti dall'inghilterra e tradotte), altre tentano di tradurre il messaggio di natale (che per me, laico ed agnostico) e' comunque di speranza, di riscatto e di amore vs prossimo, vs. la comunita' di tutti i viventi(quali essi siano).
Ed allora far cantare quella che sentii una volta "maria lavava / giuseppe stendeva/ il bimbo piangeva / dal freddo che aveva..."
permette a chiunque di intavolare ampi discorsi.

Insomma temo molto di piu' la mercificazione alla cinese dei temi religiosi, con tutta l'oggettistica paccottiglia che si trova nei loro negozi.

Per ultimo ti segnalerei questo... mi piacerebbe (con calma) un commento
Grazie e sinceri auguri
http://blog.giuri.unibo.it/index.php/archives/707

PS: post natale / capodanno al pupking kab ? Ti saluterei volentieri
booksworm

A me non sembra grave - e fosse capitato a me a scuola l'avrei gradito - io forse più dei miei genitori.
La storia della mancanza di confronto è un discorso superficiale - fatto da una posizione privilegiata socialmente ed economicamente e che ti porteresti appresso anche se andassi in India. Se un figlio del primo mondo Luciano: l'alta borghesia del pianeta. Chi viene qui per lavorare, che si sente spesso dire di dover parlare con i figli una lingua non propria, spesso discriminato per scelte religiose fuori dalla scuola, con il sapore sotterraneo che dietro questa ostilità alla cultura c'è mero disprezzo per la povertà - mbeh vedere nella sua scuola pubblica la possibilità di una condivisione delle proprie tradizioni senza la solita solfa dell'imposizione di come eravamo noi ("noi" io non mi sono mai riconosciuta un po' con le preghiere che mi avete imposto, e le vostre canzoni. Non sono morta, ma non è che vi sono proprio grata) penso che dia sollievo e più slancio a una integrazione onesta.
Sono d'accordo che L'Italia è stata questa - ma se diventa qualcos'altro non muore nessuno.

Booksworm: anche a me garberebbe molto ma l'ernia al disco e lombosciatalgia mi tiene ancora ko.

@ uno

Quindi io sarei una specie di nazista?
Ma pensi davvero quello che scrivi?
Se sì, mi preoccupo. Per la tua salute mentale.

Dario: essendo certo che avresti replicato tu, avevo evitato di rispondere io a quell'accusa a te rivolta.

Auspicare la soppressione di ogni forma cerimoniale a sfondo religioso si allinea perfettamente con l-atteggiamento tenuto dal regime stalinista che nelle sue modalita- di espressione e nella sua violenza alla liberta- di pensiero e di culto dell-individuo ha molti punti di contatto con quello nazista. Si dimostri che cio- non e- vero prima di preoccuparsi della mia salute mentale.
Non ho dato del nazista/stalinista a Dario ma ho criticato una sua affermazione degna di tale epiteto. Alle volte si puo-, come nel caso di Dario, esprimere inconsapevolmente concetti che ben si addicono a ideologie che si aborrono.
Accade cosi- anche in questo blog quando alcuni commentatori spesso assumono atteggiamenti, in nome di una visione laica del mondo che ritengono appartenga loro, a dir poco intolleranti e degni di un talebano.
Infine mi meraviglia che tu definisca risposta l-ultimo intervento di Dario che non contiene alcun pensiero articolato ma denota semplicemente una reazione rabbiosa, offensiva e scomposta.

1) Generalmente, la parola "risposta" non ha una connotazione qualitativa o di merito ma solo di forma: è il modo in cui Tizio replica a Caio.
2) Dario Predonzan non auspica affatto "la soppressione di ogni forma cerimoniale a sfondo religioso". Ma dice una cosa del tutto diversa: "perché in una scuola materna pubblica (in quanto comunale) si devono celebrare feste religiose?"

La reazione scomposta è quella del sig. "uno", che non sembra capace neppure di capire quello che legge e affibbia - a vanvera -epiteti offensivi a chi non la pensa come lui: "nazista" per me lo è, e molto, come lo è "talebano". Chi è, del resto, il vero talebano tra noi due?

concordo con te Luciano. Quando qualcuno mi dice che non dovrebbe esserci alcun elemento legato alla religione cristiana nelle nostre scuole storco un po' il naso. Che piaccia o no la cultura del nostro paese e in generale dell'Europa è legata a certe tradizioni. Le feste sono secondo me un'occasione per i bambini di conoscere le rispettive tradizioni. Quindi ricordare e dare valore alle feste delle religioni di tutti i bambini presenti nella classe mi pare la cosa migliore. In ogni caso se qualcuno proprio non lo vuole... possiamo sempre eliminare le vacanze di Natale e di Pasqua :P

Discorsi abbastanza analoghi a questo, sono fatti da chi propone (sulla base di un multiculturalismo d'accatto) di non studiare più (o molto molto meno) gli scrittori del "Canone occidentale". Importante e bello e fertile allargare il nostro sguardo sulle culture e letterature "altre" ma senza correre il rischio di perdere il senso della propria storia.

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