Non ho voluto saperne nulla, nemmeno le interviste con Umberto Eco e men che meno approfondire le prime recensioni (furibonda già solo dal titolo quella del vaticanesco Osservatore Romano, infastiditi alcuni esponenti delle comunità ebraiche): voglio godermi il romanzo da lettore vergine, senza alcun pregiudizio indotto dalle opinioni altrui. Così, ieri sera, ho cominciato Il cimitero di Praga: una trentina di pagine che mi paiono molto promettenti. In sintesi: dopo un attacco finto ottocentesco rivisto da Perec, si lascia la parola a un io narrante anonimo. Che, a fine Ottocento, su consiglio di un medico viennese ebreo di cui non fa il nome ma...,scrive una specie di confessione e si scaglia contro tutti (donne, preti, francesi, italiani, massoni, ebrei, piemontesi, napoletani, turchi, tedeschi, greci, garibaldini...), in un esilarante catalogo-delirio di stereotipi. Divertente però...ho una forte perplessità narrativa, ma me la tengo per me: se leggerete il libro non vorrei rovinarvi la sorpresa, visto che mi è pure venuta in mente la possibile risposta (e cioè la scoperta finale) a questa perplessità. Vedremo se sarà effettivamente così.
DOPO CENTO PAGINE: Con tutta la stima/gratitudine/ammirazione che ho per Eco, con tutto l’interesse che nutro per alcuni dei temi (il feuilleton, il rapporto tra verità e falso, il pastiche, la costruzione a freddo di alcuni complotti, le criminali demenze dell’antisemitismo),
dopo un centinaio di pagine,
il mio timore preventivo (e cioè che la struttura narrativa fosse la carta con cui impacchettare l’erudizione) si sta purtroppo rivelando fondato.
Il romanzo è noiosissimo e si trascina a fatica, a fatica, a fatica. L'attesa della sorpresa finale, se ci sarà e se il libro procederà con questo passo soporifero, non basterà minimamente a farmi arrivare al termine della lettura.
ormai folgorato da eco, leggo sempre i suoi romanzi, dei quali il più bello trovo che sia Baudolino.
inoltre nei suoi scritti compaioni sempre parole che non conosco e che così posso imparare...
un piccolo appunto insignificante sui romanzi di eco. spesso scrive in prima persona e ciò facilita l'identificazione del lettore con le vicende del protagonista ed il fluire del pathos...
chissà come sarebbe stato leggere le sue opere se invece si fossero narrate semplicemente le vicende di un individuo dall'esterno...
ovviamente leggero il romanzo di cui hai anticipato qualcosa.
Scritto da: Giordano | 31/10/2010 a 08:59
Sul serio t'è piaciuto Baudolino? Io m'ero divertito tantissimo con le prime pagine scritte in quella lingua mezzo inventata, ma poi mi pareva si perdesse in mille arzigogoli.
Scritto da: luciano / idefix | 31/10/2010 a 09:33
Ieri sera ho seguito la puntata dell'infedele di Lerner, si parlava appunto del nuovo romanzo di Eco, con lo scrittore in studio e le varie parti "offese" ospiti... Credo che me lo perderò allegramente.
Scritto da: Jubal | 02/11/2010 a 08:36
Ieri sera, dopo aver definitivamente dato l'addio al "Cimitero di Praga", oscillavo tra "Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico" (di Stephen Greenblatt) e "Fratelli coltelli" (di Giorgio Bocca).
Mi riconciliavano col piacere della lettura.
Scritto da: luciano / idefix | 02/11/2010 a 09:07
Stepeh Greenblatt non lo conosco affatto, ma Fratelli coltelli effettivamente concilia...
Io sto leggendo la biografia di Leopardi di Pietro Citati, davvero piacevole, unico neo: Mondadori. Poi credo che mi avventurerò nell'ultimo Calasso...
Scritto da: Jubal | 02/11/2010 a 12:39
ops... pensare che desideravo leggerlo... ci penserò sopra, dopo il tuo commento.
Buona serata, Luciano.
Rino, di sfuggita.
Scritto da: Rino | 02/11/2010 a 17:38
Luciano però non ho capito bene una cosa, hai dato addio a "Il cimitero di Praga" dopo averlo letto tutto o lo hai abbandonato prima?
Scritto da: Jubal | 03/11/2010 a 10:42
Dopo cento pagine, l'ho abbandonato.
Scritto da: luciano / idefix | 03/11/2010 a 12:30
io invece lo leggerò tutto (ma non tra breve) e poi ti farò sapere (anche se temo che l'argomento non sia dei più consoni per me).
sì, baudolino mi è piaciuto moltissimo perchè:
1 è ben scritto
2 è un chiaro libro commistione di generi (storico, satirico, d'amore, avventura, fantastico, giallo e chi più ne ha più ne metta). eco deve essersi divertito molto a scriverlo (almeno quanto io a leggerlo).
stimo molto eco. è uno dei pochi scrittori intellettuali che abbiamo che mette la propria intelligenza a disposizione della crescita culturale delle masse sciocche (soprattutto in questi tempi bui).
Scritto da: Giordano | 03/11/2010 a 15:37
Dopo anni e anni che seguo Eco, posso dire:
tanto mi appassiona come "saggista" (anche se certe sue cose le trovo sbagliatissime. Ad esempio sulla narrazione, come quando nega che i personaggi possano diventare autonomi dall'autore o quando sminuisce l'aspetto di "possessione" della scrittura, quasi che la scrittura fosse un puro e freddo esercizio intellettuale e non anche un farsi travolgere dal proprio racconto e dai propri personaggi),
quanto mi pare complessivamente fallito come narratore (eccezion fatta per alcuni mini-raccontini, Il nome della rosa, Il pendolo...che erò non leggo da tanto tanto tempo e qualche squarcio della Regina Loana). Per il resto della sua narrativa, un eccesso di erudizione di intelligenza che schiaccia la fabula.
Scritto da: luciano / idefix | 03/11/2010 a 16:05
credo che il fatto che eco sia un grande filologo e compagnia bella determini che il suddetto abbia un approccio lievemente diverso alla letteraruta e che la veda più da "dentro"...
non a caso fu lui a tradurre il mitico "esercizi di stile" nel quale un singolo fatto veniva narrato in molti modi differenti.
ecco il mio giudizio più approfondito sui libri di eco:
di baudolino ho già detto;
il pendolo: estremamente affascinante (anche se ha circa 200 pagine che potrebbero essere tranquillamente strappate, poichè citano fatti e personaggi storici del tutto inutili);
loana...: bello l'inizio e la fine, lo svolgimento non mi è piaciuto;
l'isola del giorno... o come si chiamava (è l'unico libro che non ho terminato: totalmente toppato!
il nome della rosa: bella la parte gialla, l'altra non è che sia brutta, ma non mi interessava minimamente (dato che la ritenevo scontata).
non ricordo se ne ha fatti altri...
Scritto da: Giordano | 03/11/2010 a 16:26
In Loana mi par assurdissima l'idea che un tizio che perde la memoria la ritrovi nell'inconscio strutturato come una biblioteca ben gestita da un segretario efficiente. Non occorre essere uno psicologo o una psicanalista: basta essere una qualsiasi persona per sapere benissimo che i ricordi NON funzionano per nulla così, NON sono disposti (nè tantomeno ritrovabili) in una specie di catalogo steso in ordine preciso, come un organizzato archivio.
Scritto da: luciano / idefix | 03/11/2010 a 18:09
mah! io non sarei così severo su questa cosa! non è questo che non mi è piaciuto del "la misteriosa fiamma della regina loana", ma bensì che l'ho trovato girare troppo a vuoto (e anche da un punto di vista stilistico stavolta ha utilizzato delle frasi brevissime, forse per meglio render l'idea dello spaesamento del protagonista, che non mi sono piaciute troppo)...
Scritto da: Giordano | 05/11/2010 a 15:51
cmq eco è sicuramente uno scrittore di talento, ma ciò non vuol dire che debba (o sia in grado) di realizzare sempre dei libri all'altezza.
inoltre, essendo molto famoso, è libero di scrivere esattamente quello che vuole (e mi sembra che questa libertà se la prenda sempre tutta)...
Scritto da: Giordano | 05/11/2010 a 15:57
Ripeto: tanto mi interessa come saggista (pur con alcune cose che non condivido) quanto come narratore mi convince sempre meno.
Scritto da: luciano / idefix | 05/11/2010 a 21:47