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03/10/2010

Commenti

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Ho riflettuto a lungo su questa cosa. Già la prima serie (che non ho visto) non mi aveva convinto proprio per l'argomento. Sembra proprio un omaggio alla violenza, alla delinquenza, ad un certo tipo di "eroe negativo" nella peggiore accezione del termine, almeno dalla pubblicità che ne fanno di questa serie. Forse il film originale voleva dire qualcosa di diverso.
Ho provato a paragonare la serie a Gomorra, il film tratto dal libro di Saviano, ma ovviamente ci sono le dovute differenze. Il film di Garrone in realtà non fa altro che riprendere quelle che sono le denuncie di Saviano nel suo libro, mentre Romanzo criminale, nella serie per la TV, appare come una realtà trasfigurata, come se tutta la storia violenta della banda della Magliana fosse, appunto, solo un romanzo. Una trasfigurazione che non mi piace affatto. Infatti Garrone per Gomorra ha scelto luoghi e persone reali, proprio a sottolineare che quella non è finzione. L'operazione Romanzo Criminale serie televisiva è, a mio modesto parere, solo una speculazione economica che non ha nulla a che vedere con la realtà (e ripeto, forse nemmeno col film originale) e non ha il minimo rispetto per le vittime di quella banda di pazzi.
Probabilmente se si facesse la stessa operazione televisiva col film di Garrone, il risultato sarebbe lo stesso. Insomma, il messaggio principale perde ogni senso.

L'operazione "Romanzo criminale" (al di là del libro originario di De Cataldo) prende alcuni disgustosi figuri, schifosi banditastri e assassini di mmmmerda che furono in strettissimi rapporti con mafia, camorra, ‘ndrangheta, esponenti della politica e dell’estrema destra eversiva, pronta al balzo verso il terrorismo,
e ne fa eroi romantici attorno a cui costruire una mitologia fatta di canzoni e poster eccetera.
Un'operazione ripugnante.

Concordo.

Un'operazione simile è stata fatta con "il capo dei capi" ed altre produzioni sulla mafia per la tv commerciale.

Anche così si fa cultura popolare e si costruisce la coscienza collettiva.
Ma si sceglie di alimentarla da una prospettiva particolare, che non trovo assolutamente condivisibile.
Forse è commerciale.
ma può essere che il fatto che vi sia un mercato giustifichi - ipso facto - la produzione e distribuzione di un prodotto culturale?
E se si riuscisse a calcolare quanta domanda c'è di storie di stupro viste dalla parte dello stupratore, sarebbe sufficiente a giustificarne il soddisfacimento?

Io ho nostalgia di "Mezzogiorno di fuoco", "Un dollaro d'onore", "Quel treno per Yuma", "Il cavaliere della valle solitaria", "L'uomo che uccise Liberty Valance", "Gli intoccabili", "Le mani sulla città", "Z", "Il buio oltre la siepe", "La parola ai giurati"...
...film onesti con protagonisti onesti.

è giusto rimpiangere film come gli Intoccabili e..... il Padrino......il male è nella mancanza di spirito critico!!! Non è una serie che forma una persona,ma tutto quello che vive o non vive ognigiorno (scuola,famiglia,tv)

E Butch Cassidy? Pat Garrett e Billy The Kid? I cavalieri dalle lunghe ombre? Gangster Story? La fiamma del peccato? Dracula? Che ci sia una cultura parafascista e paramafiosa che si insinua sempre di più in certe produzioni televisive sono d'accordo, ma non paragoniamo le fiction al grande cinema e alla grande letteratura, che si sono sempre nutrite di malvagi belli e fascinosi. Se il male fosse brutto e schifoso non lo vorrebbe nessuno e saremmo tutti angioletti.

Gcanc: posso dirlo chiaro e tondo? Con gli anni sono diventato un moralista? Forse ma la mitizzazione dei "malvagi belli e fascinosi" non la sopporto più.
I personaggi negativi mi interessano, certo, ma non quando l'autore va in orgasmo per le loro nefandezze: l'estetica del male non la reggo più.

Ti capisco, ci combatto anch'io con quella roba lì, il moralismo. Trovo che invecchi :-)

Cosa vuoi...non subisco il fascino dei mascalzoni, preferisco gli onesti anche al cinema.

Io non credo si tratti di moralismo in questo caso specifico. E' pretendere che venga rispettata la verità: quelli della banda della Magliana erano dei delinquenti schifosi, non dei belli e dannati

congiuntivo traditore: Luciano, non volevo dire che tu stai invecchiando, ma è il moralismo, come un vestito fuori moda, che rischia di invecchiare chi lo indossa, me compreso.

Il moralismo è fuori moda?
Pazienza (come Andrea)

Io non seguo le mode...

Se male indossato e indirizzato lo è.

Comunque, Gcanc, al di là delle schermaglie, la questione è molto semplice:
mi sono rotto i coglioni dell'estetica della violenza, della cattiveria e del dannatismo.
Che poi questo sia moralismo, non me ne importa nulla. Il fatto è che mi ripugna l'esaltazione etico-estetica dei farabutti.

Neanche io seguo le mode e il moralismo non mi piace. Però è importante distinguere tra realtà e fantasia: io ADORO personaggi come Jules Winnfield, Vincent Vega, Beatrix Kiddo ma se appartenessero al mondo reale li disprezzerei. In questo caso però la fiction è basata su persone vere che hanno fatto morti veri che vanno rispettati. E' probabile che anche Billy the Kid abbia fatto le sue belle boiate, ma il tempo passa e la realtà tende a romanzarsi. La banda della Magliana è ancora troppo fresca nella memoria di tutti.

Infatti, offender, la mia non voleva essere una schermaglia con Luciano (mi dispiace che forse se la sia presa), ma volevo solo affermare che certi eroi maledetti sono sempre esistiti e la mitizzazione del male fa parte della nostra cultura da secoli. Lucifero stesso, in quanto angelo caduto (in disgrazia), gode di una certa comprensione in alcuni contesti. La banda della Magliana, come la banda della uno bianca o Vallanzasca o la banda Cavallero, le BR o la RAF fanno parte di questo filone. Li puoi presentare con la faccia di Warren Beatty, Gian Maria Volonté, Kim Rossi Stuart, Paul Newman o Tony Sperandeo, ma sempre banditi sono. Il banditismo del west era violentissimo, si sparava solo per uno sguardo e gli assalti ai treni di Jesse James erano vere azioni di guerriglia. Eppure, il cinema ne ha fatto un filone fortunatissimo, eroico e romantico. Il cinema di gangster ha partorito Bogart, Cagney, Mitchum, Edward G. Robinson e le vicende erano ancora freschissime a quell'epoca. Vogliamo dire che in Italia il gangsterismo rischia di essere istituzionalizzato ed è perciò che non va mitizzato? Allora in America non avrebbero dovuto fare decine di film sul Vietnam, alcuni dei quali veri capolavori, che mettono in risalto l'assurdità dell'intervento USA nel sudest asiatico, ma, altrettanto, forniscono abbondanti dosi di comprensione per chi scaricava tonnellate di bombe dai B52 o defolianti o napalm. Poveretti, erano drogati, disperati, stressati, non sapevano quel che facevano. Lo sapevano benissimo, ma Apocalipse Now è grandioso e i Berretti Verdi e Rambo...insomma, vedi tu.

ma infatti io sono d'accordo con te, gcanc :-)

Gcan: non me la sono mica presa. E poi se qualcuno mi dà del moralista non mi posso certo offendere (anzi: offender).
SUL PERSONAGGI NEGATIVI: ce n'è uno emblematico. E cioè Parker, il gangster protagonista della serie di romanzi scritti da Richard Stark (uno degli pseudonimi del grande Donald Westlake). Un uomo completamente a/morale che agisce e ruba e uccide senza nessuna pietas in un mondo a/morale, usando le persone come fossero pedine. Ma lui e le sue imprese vengono mitizzate? Stark-Westlake le mette sull'altare-poster-icona della goduria rendendole sgargianti e divertenti, ammirevoli perchè "esteticamente" belle, di geometrica potenza pop? No, Stark-Westlake le mette in scena in modo freddo e senza compiacimenti, quasi raccontasse da entomologo le vicende di uno scorpione. Per Parker non c'è comprensione e men che meno ammirazione: solo dura e gelida narrazione.

Ok, mi era sembrato.
Tuttavia, anche la gelida narrazione senza apparente compiacimento può diventare attraente, basta che sia ben fatta. Tornando al cinema, Il Cacciatore di Cimino non era certo un elogio del suicidio o della roulette russa, eppure è stato accusato di istigare all'autodistruzione e più di un caso di cronaca nera è stato collegato a quel film. La rappresentazione di un evento, in qualunque forma, rischia di esaltarlo. Come dicevo all'inizio di questo scambio di idee, sono d'accordo con te sul messaggio subliminale che si sta tentando di iniettare tra le righe delle fiction "nere" o di mafia, come diceva quell'ex (per fortuna) ministro, che con la mafia bisogna convivere, ma non butterei tutti gli "eroi" negativi solo perché un po' levigati e brillanti. In Buddy Buddy Walter Mattahu era un irresistibile killer professionista importunato da Jack Lemmon.

Gcanc: non mi sogno nemmeno di sbianchettare dalle mie letture di libri e visioni di film tutti i personaggi negativi "riusciti". Ci mancherebbe!
I primi che mi vengono in mente...Fantomas, Raskolnikov, il primo Hannibal Lecter (prima che diventasse una cretina parodia di se stesso), il Lucifero di Milton, Alien, Dracula, It, lo psicopatico del Promontorio della paura, il predicatore della Morte corre lungo il fiume, l'inquisitore Eymerich, Palmer Eldritch...
Ma (almeno in origine) non erano collocati in un altarino per mitizzarne-esaltarne-giustifarne le gesta.

non parlo della merda che non vedo con i miei occhi, ma se l'avessi vista sarei d'accordo con luciano...

Mi permetto di dissentire su alcuni personaggi che conosco: se Harris avesse voluto mettere completamente in cattiva luce Hannibal Lecter, l'avrebbe fatto ottuso oltre che feroce; il Lucifero di Milton è tutt'altro che mostruoso, così come il Mefistofele di Goethe e il Dracula di Stoker (molto peggio il Nosferatu di Murnau); gli psicopatici del promontorio della paura e della morte corre sul fiume erano interpretati da Mitchum, cattivo finché vuoi, ma bellissimo; sono d'accordo su Alien, ma solo perché sul suo pianeta vigeva un codice etico-estetico diverso e comunque si ingroppa Sigourney Weaver, il che lo mette su un piano di gusto quanto meno ambiguo.

...aggiungerei anche il diavolo nel Maestro e Margherita di Bulgakov, descritto, proprio come in Sympathy For The Devil, un uomo benestante e di buon gusto e, nel romanzo, amico dei gatti...

Concordo con gcanc, "a man of wealth and taste"

Ehm... una cosa sono dei personaggi di fantasia che sono creature letterarie più o meno riuscite a seconda dell'abilità dell'autore e una cosa ben diversa sono i delinquenti veri. Vanno giudicati, come tutte le forme d'arte, secondo un metro estetico. Quelli della Banda della Magliana erano e sono degli assassini, rapinatori, spacciatori, usurai e via elencando reati.

Appunto Eeka, è la stessa cosa che ho detto nel mio commento del 6/10, 12:40

Se per "giudicati, come tutte le forme d'arte, secondo un metro estetico" intendiamo che dei personaggi negativi va vista la loro riuscita artistica, in gran parte concordo. Sarebbe sciocco banale incapace un romanziere e regista che mettesse in scena un "cattivo" che si caratterizza solo per la propria "cattiveria" (a meno di non rappresentare ciò con grande potenza).
Ma l'operazione su cui esprimo il mio disgusto è un'altra: è costruire attorno ai personaggi negativi (profondamente negativi) un alone mitico e godibile, che tende ad contemplarne con ammirato estetismo le azioni. Faccio un esempio: sarebbe banale fare un film su Hitler mettendo in scena un Adolf cattivissimo da caricatura. Ma troverei inaccettabile mitizzarne la grandiosità estetica delle imprese: la potenza ancestrale dei discorsi alle folle, lui e la Germania soli contro il Mondo, gli scenari epici delle battaglie, la bellezza delle divise nere delle SS, il cupo spettacolo wagneriano dei camini dei campi di sterminio, la fine epica tra le fiamme di Berlino...poster in bianco e nero, t-shirt, dischi rap con i suoi comizi...

@offender. qualche volta capita che la pensiamo allo stesso modo! :-)
@luciano: personalmente considero eccezionali i film di Leni Riefensthal, Olimpia e soprattutto Il Trionfo della Volontà, film che mitizzano il nazismo - erano stati commissionati apposta da Goebbels - senza che questo possa significare la pur minima adesione a quell'ideologia. Visconti stesso ha utilizzato, per raccontarne il disfacimento morale, una sorta di "estetica" nazista. Le SS del crepuscolo degli Dei di Visconti diventano accettabili perché è evidente il lavoro di elaborazione e gli intenti del regista.
Cosa ben diversa è la banalizzazione, per renderli fruibili e "normali", di certi temi, siano essi il nazismo, la banda della magliana o la mafia

" la potenza ancestrale dei discorsi alle folle, lui e la Germania soli contro il Mondo, gli scenari epici delle battaglie, la bellezza delle divise nere delle SS, il cupo spettacolo wagneriano dei camini dei campi di sterminio, la fine epica tra le fiamme di Berlino...poster in bianco e nero, t-shirt, dischi rap con i suoi comizi..."

...che fantasia...

Offender: non ci vuole tanto. In fondo, scrivo anche romanzi.

No, ma non era sulla fervida immaginazione che ponevo l'accento, bensì sui contenuti.

Offender: se si scrive narrativa bisogna lavorar di fantasia sui contenuti, cercando di guardare il mondo dal punto di vista dei propri personaggi. Se io dovessi mettere in scena un nazista, mi sforzerei di renderlo credibile.

Beh, sembra che non ti dovresti sforzare più di tanto ;-)

Noo? Bene, ne sono contento: vorrebbe dire che (anche così, in modo approssimativo, buttando là qualche frase in un commento frettoloso) la lezione dei miei maestri (scolastici e letterari: imparare a mimare la mentalità e il linguaggio altrui) a qualcosa è servita.

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