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25/10/2010

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Chi mi chiedesse quanto e fino a qual segno la filosofia si debba brigare delle cose umane e del regolamento dello spirito, delle passioni, delle opinioni, de’ costumi, della vita umana; risponderei tanto e fino a quel punto che i governi si debbono brigare dell’industria e del commercio nazionale a voler che questi fioriscano, vale a dire non brigarsene né punto né poco. E sotto questo aspetto la filosofia è veramente e pienamente paragonabile alla scienza dell’economia pubblica. La perfezione della quale consiste nel conoscere che bisogna lasciar fare alla natura, che quanto il commercio (interno ed esterno) e l’industria è più libera, tanto più prospera, e tanto meglio camminano gli affari della nazione; che quanto più è regolata tanto più decade e vien meno…
Lettera da Napoli -
GIACOMO LEOPARDI (2-3 febbraio 1823)

PS: Tanto per chiarire il VERO pensiero di un poeta che nemmeno sai dove sta di casa.

Basta aver sfogliato le sue opere per rendersene conto: il pensiero di Leopardi (e il gigantesco Zibaldone ne è la dimostrazione anche fisica e grafica) è errabondo, pieno di andirivieni, diramazioni, affluenti e radure appartate. Un vero e proprio "saggismo" che procedeva a-sistematico, tutto il contrario di una rigida programmazione. Come tu sembri pretendere in maniera dogmatica e del tutto anti-leopardiana.

Cosa c'entra ""La corruttela de' costumi (che)è mortale alle repubbliche, e utile alle tirannie, e monarchie assolute" con la lettera da Napoli? E' più che evidente che non c'è alcun legame intrinseco tra i due pensieri ed entrambi sono stati scritti dalla stessa mano.

Soprattutto nelle sconclusionate frasi di Alessandra si comprende la totale ignoranza del filone conduttore del pensiero leopardiano.
E' proprio il suo errare, oltre che nel pensiero anche nei luoghi dove visse, che è imposto dal principio del "...non brigarsene né punto né poco.." che si deduce la sua totale astrazione dalla forma di governo.
In pratica, non gliene frega assolutamente niente di chi governa, gli bastava solo che non fosse il Papa: per un suo innato senso di avversione anche contro il padre, Conte Monaldo, fatto tale proprio dallo Stato della Chiesa. Il resto sono illazioni, interpretate da ognuno "pro domo sua".

Bòn,
questa interpretazione neo-liberista di Leopardi me l'ero persa.
Perchè non citare il contributo all'analisi marginalista di un Petrarca, o all'interessante lavoro di emendamento della curva di Phelps svolto a suo tempo da Ciullo D'Alcamo e Pietro Aretino.

Insomma vuoi che oggi un vate della poesia non s'invaghisca magari delle gesta del cavaliere nero o bianco che dir si voglia.

...ma il cantore esiste già.
Ed è ministro della cultura dell'attuale governo, negli interstizi temporali che la sua psiche si concede tra una rima baciata ed una leccata...

Teppista, parliamoci chiaro: a Giacomo Leopardi, uno dai costumi degenerati corrotti come Silvio Berlusconi ( e cortigiani) gli avrebbe fatto tornar su dallo stomaco i suoi amati pasticcini napoletani. Anche perchè gli avrebbe procurato profondo e ulteriore disgusto la turpissima profanazione del nome Silvia.

Sicuramente Giacomo, pur nei limiti della sua razionalità, avrebbe saputo distinguere tra delatori e vittime, tra accusati e accusatori nella odierna diatriba tra scribacchini, Governanti, governati e Giudici deviati.
Sicuramente Giacomo non se ne sarebbe brigato né punto né poco.
Che poi i soliti imbecilli, senza una minima cognizione di cose, di fatti e di pensieri, mettano in dubbio il pensiero del Poeta è fatto che appartiene alle storture dell'umanità.

Che tristezza mi fa la solitudine di certi personaggi.


Infatti, financo io medesimo non me ne brigo nè punto, nè poco. Eziandio, potesse Ella conferire i suoi intimi pensieri , e le corrispondenze di amorosi sensi a traverso li secoli, in altri riposti, reconditi recessi dell'animo e delle lettere elettroniche...

Adesso dovrei andarmi a rileggere Leopardi (lo conoscevo abbastanza bene al liceo).
Se ricordo, la sua critica fondamentale all'Italia era questa: da noi sono fiacchi i legami che fanno di una collettività una "società buona", dunque un popolo di autentici fratelli. Queste radici si nutrono principalmente in una morale generalmente riconosciuta. Non fondata su Dio (lui non ci credeva)e nemmeno sulla legge (la paura delle pene non è un terreno solido). E allora su cosa si dovevano alimentare queste radici? Sull'onore. E ciò a due livelli:
1) operare il bene per ottenere il plauso delle anime nobili (oltre che di se stessi),
2) fuggire il male per evitare il disonore e la vergogna (degli altri e di se stessi).

Segno forse che è l'Italia ad avere generato Silvio Berlusconi, e non il contrario, purtroppo.

In quanto a solitudine, da queste parti, gente che ulula alla luna se ne sente a tutte le ore: soprattutto femmine.
Che Offender non abbia tutti i torti non si può certo negare.
Ma riferito ad altri che, perse tutte le ideologie del novecento che li drogavano per fuggire alla realtà, si sono inventati un "cattivo" da combattere a loro uso e consumo.
Purtroppo costoro esistono solo da noi e nostro malgrado li dobbiamo anche sopportare.

Luciano, tutta l-opera di Leopardi rivela un costante anelito di fondo verso l-assoluto. Nonostante l-infinita vanita- del tutto da lui asserita non ha mai smesso di cercare, l-intero Canto notturno di un pastore errante sembra una preghiera ed alcune pagine dello Zibaldone rivelano un rapporto con la trascendenza sofferto ma costante e vivo. Certamente non v-era spazio per contenuti dogmatici nel suo pensiero, il cristianesimo, alla stregua del paganesimo considerato una favola consolatrice, ma nel suo non senso non ha fatto altro che cercare il senso di quell-infinito dal quale si e- sempre sentito escluso.
C-e- un bel libro di Divo Barsotti, --La religione di Leopardi-- che val la pena leggere se l-argomento interessa.

non interessa

Offender, c'hai preso!
L'Italia ha creato Berlusconi, come un alcolista si crea la sua cirrosi epatica.

Infatti io mica ce l'ho con Berlusconi persona, ce l'ho con gli italiani che l'hanno creato! ... vabbè che l'hanno nominato loro golem scegliendolo come più adatto tra altri possibili.
Il berlusconi rispecchia al meglio quell'immagine falsa e poco aggiornata che l'italiano medio vorrebbe avere di sè e dei problemi del mondo e delle relative soluzioni.

E vedrai anche che quando l'immagine che vedranno nello specchio (il berlusca sta invecchiando e gli inganni di cartapesta crollano da tutte le parti...) non li soddisferà più, si rivolteranno, si rinnegheranno e faranno strame del loro stesso messiah, come già visto in passato.

Mi fa paura pensare che il tempo di metabolizzazione del berlusconismo potrebbe essere tanto breve da non far capire che ci vogliono aggiustamenti serii a livello culturale ed istituzionale per evitare che si ripeta.

Anche a me, onestamente, un libro sulla religiosità di Leopardi non mi interessa per nulla.
Preferisco (lo dico senza sarcasmo nè ironia ma sul serio) il saggio sui rapporti tra cristianesimo e i Simpson o quelli sulle relazioni tra Gesù cristo e i Peanuts o tra Winnie Puh e lo zen.

leopardi quello morto di gobba?

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