Commozione e rabbia per l'ultima messa a Scampia-Napoli di don Aniello Manganiello, il prete che lascia la parrocchia dopo sedici anni vissuti a testa alta in un territorio ad alta densità camorristica. Amatissimo dai parrocchiani per le sue attività cristiane e sociali, minacciato di morte dai boss, le gerarchie vaticane lo trasferiscono a Roma dove farà il vicario nella chiesa di San Giuseppe, al quartiere Trionfale.
Che Gesù Cristo cacci a calci questi mercanti-burocrati del tempio.
Luciano, io non nutro simpatie per le gerarchie cattoliche, ma che avrebbero dovuto fare? Lasciarlo lì e fargli fare la fine di Don Puglisi?
PS: San Giuseppe al Trionfale è una bellissima realtà parrocchiale, un centro di aggregazione sociale, ha mille iniziative, palestre a prezzi sociali in un quartiere che ha tanti uffici e negozi ma pochissime strutture per riunirsi, per fare giocare i ragazzi, per gli anziani eccetera
Scritto da: Eeka | 10/10/2010 a 20:21
La sua sostituzione non è minimamente dovuta a queste ragioni (salvargli la pelle...a parte che ciò significherebbe "il prossimo prete che mandiamo non sarà altrettanto anticamorra"). La motivazione è completamente diversa: un burocratico avvicendamento dato che lui era a Scampia da sedici anni.
Scritto da: luciano / idefix | 10/10/2010 a 23:13
Luciano, per quanto io detesti il Vaticano e le gerarchie ecclesiastiche, non credo che il parroco di Scampia sia stato trasferito per le ragioni che hai appena detto. L'avvicendamento nelle parrocchie è cosa normale. Se poi don Aniello ha lasciato intendere qualcosa in qualche sua dichiarazione, intervista, predica o altro non lo so.
Purtroppo Scampia è quello che è. Bisogna solo sperare che il successore di don Aniello Manganiello sia di stomaco forte.
Scritto da: Alessandra | 10/10/2010 a 23:20
Scusatemi. Ignoravo le dichiarazioni di don Aniello Manganiello. Correggo il post precedente. Può darsi che in Vaticano a qualcuno questo prete non piaccia. Ma non avendo prove, chi può dirlo?
Non stento a credere, però, che si sia sentito abbandonato dalla chiesa e dalle istituzioni.
Scritto da: Alessandra | 10/10/2010 a 23:27
Sì ho sentito anche io le dichiarazioni del sacerdote e sembra che qualche ragione per protestare ci sia. Però, appunto, sono le sue dichiarazioni e non ho prove per dire se siano fondate o meno. Potrebbe anche essere il legittimo sconforto di una persona che non vuole abbandonare una realtà per la quale si è sacrificata e ha lavorato. Il Vaticano è detestabile e su questo siamo d'accordo tutti, ma proprio per questo non vorrei che qualsiasi decisione venisse criticata a prescindere, senza conoscerne motivazioni e dettagli
Scritto da: Eeka | 11/10/2010 a 09:31
E' bene che un prete non si affezioni troppo alla sua parrocchia, appunto perché non la senta come "sua", e perché i parrocchiani non sentano come "proprio" il loro parroco.
Scritto da: Dodge | 11/10/2010 a 13:01
Questa è la regola della chiesa valdese: dopo sette anni il pastore (uomo o donna che sia) deve cambiar città.
Scritto da: luciano / idefix | 11/10/2010 a 13:31
E allora perché te la prendi con la Chiesa cattolica che l'ha spostato dopo sedici?
I parroci cattolici sono nominati ad novennium, per nove anni, salvo diversa disposizione del vescovo.
Scritto da: Dodge | 11/10/2010 a 16:11
Perchè se la chiesa valdese si trovasse davanti a un caso simile e si comportasse in modo altrettanto burocratico mi incazzerei anche con la mia chiesa.
Scritto da: luciano / idefix | 11/10/2010 a 19:05