All'inizio non ci volevo credere.
Ma poi mi sono arreso: era vero e così su Facebook ho diffuso la notizia e cercato di accendere malumori.
Oggi a Trieste arriva il segretario nazionale del PD Pierluigi Bersani per discutere di "Dialoghi sulla crisi e sullo sviluppo" in un dibattito organizzato dal quotidiano "Il piccolo" e dalla Fondazione Nord Est.
Il suo interlocutore....
(Dietro Fini, Roberto Menia col braccio teso)
A Trieste, il nome di Roberto Menia è noto e quasi proverbiale: ex (ex?) fascista manesco,antisloveno viscerale, amico di Fini, incarna una destra nazionalista e chiusa al futuro. Per dare un'idea: due mesi fa a Trieste vi fu (diretto da Muti) il Concerto dell'Amicizia (alla presenza del presidente sloveno, croato e italiano). Menia dichiarò che non avrebbe partecipato.
Adesso è sottosegretario all'Ambiente nel governo Berlusconi.
Le domande sono:
1) perchè mai il segretario nazionale del più grosso partito non al governo si mette a fare dibattiti con un politico di terza (o quarta) fila? Ve li immaginate segretari come Berlinguer o Craxi che discutono del futuro dell'Italia con un sottosegretario democristiano? Avrebbero mandato il vice-capogruppo alla Camera.
2) perchè mai a Trieste, città in cui fermentano ancora brutti nazionalismi di destra, Bersani si mette a dibattere (e non sui nazionalismi) proprio col simbolo di questa destraccia antislovena?
Sia ben chiaro: in questo caso io non ce l'ho con Menia (un avversario politico). Ma con la dirigenza nazionale del Pd.
Che dimostra per l'ennesima volta la propria dilettantesca superficialità, la propria inadeguata pochezza, la propria nullità.
Hanno una tale smania di venir accolti che invitano alle loro Feste gente come Schifani, hanno una tale ansia di venir accettati che a una cena di gala si siederebbero sullo strapuntino col cappello da clown.
Questo gruppo dirigente deve venir spazzato via prima possibile.
In questo senso: grazie Menia.
Andrò al dibattito e poi lo racconterò.
Luciano, io penso, e mi pareva tu fossi dello stesso parere, che non ci si dovrebbe mai sottrarre al dibattito ed al confronto anche quando sia con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla nostra alla sola condizione che si svolga in termini civili e senza insulti.
Scritto da: Paolo | 17/09/2010 a 08:17
Non è questione di sfuggire al confronto con chi la pensa diversamente.
Il problema è un altro. Anzi sono due:
1) gli interlocutori si scelgono e il segretario nazionale del secondo partito italiano non si mette a discutere del futuro italiano con un politico di quarta fila,
2) perchè mai dare una mano a Menia (dico: Me-ni-a)? Che dal confronto con Bersani ha solo da guadagnare? Mentre (a Trieste) Bersani e il PD ci fanno una figuraccia? In quello che rischia di essere la bruttissima copia dell'incontro di qualche anno fa (sempre a Trieste) Violente/Fini, sulla memopria condivisa e i "ragazzi di Salò"?
Scritto da: luciano / idefix | 17/09/2010 a 09:12
Io invece dico - se pensi che Bersani lede la sinistra proponendo questo dibattito, la cosa migliore da fare è: evitare di andarci, e persuadere più persone possibile a non farlo.
Se ci vai, anche a dire la tua, implicitamente conferisci successo all'operazione.
Scritto da: zauberei | 17/09/2010 a 09:16
Speriamo che Rubina Affronte non venga a sapere del dibattito :-)
Scritto da: offender | 17/09/2010 a 13:37
Sala strapiena ma dibattito (nell'insieme) modesto e "condiviso".
A parte uno scambio (assai soft) sugli immigrati, si faceva fatica a capire chi dei due (in Parlamento) sta a destra e chi a sinistra.
Scritto da: luciano / idefix | 17/09/2010 a 13:53
Credo che la spiegazione del perché Bersani sia corso a Trieste per dialogare con Menia sia tutta interna alle logiche della politica politicante: Menia è "finiano", quindi potenzialmente (nelle speranze o nei sogni di molti del PD), un avversario di Berlusconi e perciò un importante interlocutore che domani - chissà? - potrebbe addirittura diventare un alleato. Scommettiamo che i media, schiavi anch'essi (non da oggi) dei riti della politica politicante, riferiranno su quello che i due si sono detti, quasi solo in funzione di ciò?
Il guaio è che la maggior parte della gente (che è appunto gente, anzi "gggente") queste puttanate sembra bersele ancora a garganella. La sala era strapiena, infatti...
Scritto da: Dario Predonzan | 17/09/2010 a 14:04
Forse qualcuno dei partecipanti sperava di veder scorrere sangue (verbale e dialettico). Invece il clima era da "lingue in bocca" durante un minuetto. Anzi: un lissio.
Scritto da: luciano / idefix | 17/09/2010 a 14:26
Sono con Zauberei: il dibattito andava boicottato disertandolo.
Scritto da: carloesse | 17/09/2010 a 16:44
Da giornalista non potevo perdermelo: l'ho pagato con un giorno di ferie sul lavoro.
Scritto da: luciano / idefix | 18/09/2010 a 09:11
Mi permetto d'intervenire,aderendo completamente alla posizione di Idefix. Giusto. Gli interlocutori ,in queste occasioni, si scelgono. E ,visto l'attore,si legittimano.Da ogni punto di vista. Altro errore, dopo Schifani e Bonanni. No alla violenza, sì alla "linea della fermezza" . Ricordate quanto fu significativo e discusso quell' "uomini delle br" pronunciato nel 78 da Paolo VI ?
Scritto da: Bruno | 18/09/2010 a 11:19