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Guarda avanti Luciano.
Portati dietro - del passato - solo il minimo veramente veramente indispensabile.
Il resto è zavorra, pesante.
Ora bisogna avere mani e piedi liberi e testa (ragionamenti)salda e ben formata per costruire un mondo nuovo.
Possiamo anche scegliere come farcelo ...
Coraggio.
Scritto da: P@ola | 08/07/2010 a 11:56
E il can de Trieste, è poi morto di morte naturale o di cirrosi epatica?:-))
Scritto da: luposelvatico | 08/07/2010 a 12:34
P@ola, la simpatia per il mio concittadino Luttazzi non c'entra nulla di nulla col nostalgico guardare al passato portandoselo dietro come zavorra.
So che è un tema a cui sei molto legata ma qui non c'azzecca proprio niente: il mio discorso è completamente differente.
Io dico e ripeto:
se vogliamo tentare di capire il Presente e provare ad attrezzarci per il Futuro, non possiamo prescindere dalla conoscenza del Passato. Che non è tutto o quasi tutto da buttare (anzi), così come il Futuro non è tutto da accogliere a braccia aperte (anzi).
E poi non vedo perchè io debba guardare solo avanti: a me piace e interessa guardare a destra e a sinistra, sopra e sotto, di qua e di là, avanti ma anche indietro. E a volte, mi piace pure chiudere gli occhi e non guardare da nessuna parte.
Scritto da: luciano / idefix | 08/07/2010 a 14:48
Lupo: penso che El can de Trieste non bevesse mai vino ma facesse solo finta per far contento Luttazzi.
(E che anche Lelio lo sapesse bene)
Scritto da: luciano / idefix | 08/07/2010 a 14:49
ah, ben!:-)
no l'era vero che ghe piase el vin, alora...
Scritto da: luposelvatico | 08/07/2010 a 15:00
Mi dispiace molto per Lelio Luttazzi, era un genio. Se non ricordo male, ero proprio piccola all'epoca, alla radio faceva un quiz che si chiamava il Gambero, mi piaceva tantissimo.
Per il resto, quoto tutto l'intervento di Luciano delle 14:48. La conoscenza del passato è indispensabile per capire il presente e creare il futuro. Sarà la mia formazione storica, ma sentir dire che il passato è una zavorra mi sembra proprio una semplificazione inaccettabile, semmai ad essere zavorra è il rapporto sbagliato che alcuni hanno con il passato, in particolare con la propria storia.
Scritto da: Eeka | 08/07/2010 a 15:15
El can a parte, io mi ricordo della sua conduzione di Hit Parade...miiii, ma quanti anni saranno passati?
Scritto da: luposelvatico | 08/07/2010 a 15:46
Forse Pa@la voleva dire che bisogna comunque guardare sempre avanti,pur senza dimenticare il bagaglio delle esperienze fatte.
Anche se, a una certa età, diventa più spontaneo guardare indietro che avanti. Lo sto constatando personalmente, per questo lo dico. Ma spero sia un sentire passeggero. Spero di mettere in cantiere un progetto nuovo. Magari una cosa come la Sagrada familia! :-)
Scritto da: ilva | 08/07/2010 a 15:50
Luttazzi era un bel personaggio e un grande musicista.
E' e resta un pezzo importante nella storia della musica italiana ed internazionale. E' stato un ottimo interprete di jazz, non dimentichiamolo.
Scritto da: Alessandra | 08/07/2010 a 16:01
Piaceva anche a me Luttazzi e mi dispiace che se ne sia andato.
Sulla questione del guardare anche al passato, mi sembra giustissimo e ben detto il commento di Luciano. Fra l'altro, uno dei mali del momento attuale sta proprio nell'ignoranza della storia - nella visone tutta orizzontale della realtà. Non si può guardare avanti senza sapere come si è giunti al punto in cui ci si trova: fra l'altro c'è anche il rischio di imboccare, credendo di andare avanti, proprio la via che riporta indietro, nelle forre e nelle pieghe del peggiore passato. Le vie possono essere tortuose.
Scritto da: anna s. | 08/07/2010 a 16:12
massimo rispetto per Luttazzi. E' stato bello rivederlo in tv negli ultimi anni.
Scritto da: Manfredi | 08/07/2010 a 17:37
Secondo me è la TV ad essere specchio della nazione e non il contrario....
Scritto da: offender | 08/07/2010 a 18:04
Sottoscrivo i commenti di Anna e Luciano sul passato.
Scritto da: Alessandra | 08/07/2010 a 20:10
In un paese normale, la televisione (anzi:le televisioni...perchè sempre nei paesi normali esistono LE televisioni al plurale) è uno specchio del paese.
In Italia da quasi trent'anni è accaduto il contrario: gli italiani sono diventi come la televisione li ha fatti.
Scritto da: luciano / idefix | 08/07/2010 a 21:03
Luciano, condivido. Anzi ,la tua è una tesi che sostengo da tempo.
Scritto da: ilva | 08/07/2010 a 21:23
Ri-sottoscrivo Luciano. :-)
Scritto da: Alessandra | 09/07/2010 a 00:00
la cosa che mi ha sorpreso di lelio è che da un po' avesse assunto un' espressione molto cupa e triste. totalmente contraria a come era prima...
Scritto da: Giordano | 11/07/2010 a 09:04
Fisicamente stava maluccio da tempo.
In più non ci sentiva tanto bene.
Scritto da: luciano / idefix | 11/07/2010 a 12:54
Eh sì, i nostri giorni sono cominciati quando cominciò a morire una certa televisione, sempre più soppiantata da un'altra, una televisione più ammiccante, più laida, più vuota, più anestetizzante. Guardare quell'altra televisione fa venire il magone e non per il tempo che è passato (e comunque non solo per quello), ma per quanto abbiamo irremidiabilmente perduto. I nostri giorni sono diventati laidi e senza senso perchè ci siamo nutriti di una televisione laida e senza senso.
Scritto da: I Care | 11/07/2010 a 23:17
La televisione fa parte integrante e potentissima del sistema della "direzione delle coscienze".
Con cui le classi dominanti orientano e condizionano la visione del mondo delle masse.
Sto rispolverando strumenti di analisi vecchi? Ideologie che la sinistra aveva colpevolmente dimenticato? Certo che sì.
Perchè per troppi anni ci siamo fatti prendere per i fondelli: abbagliati dai lustrini abbiamo trscurato la sostanza.
E la sostanza è sempre quella da migliaia di anni, molto semplice e molto chiara: alcune classi vogliono dominare su altre. E per farlo usano gli strumenti che l'epoca mette a loro disposizione.
La nostra epoca mette a disposizione delle classi dominanti strumenti nuovi e potentissimi, non necessariamente sanguinari ed esplicitamente violenti, mezzi che cercano di occupare le coscienze delle persone, orientando con immagini parole suoni slogan lusinghe menzogne pubblicità matrix il loro modo di pensare e il loro immaginario. In questo senso, la televisione è fondamentale.
Tanto più lo è stata in Italia (paese che per tanti motivi si è consegnato inerme alle catene luccivcanti del nuovo dominio).
Scritto da: luciano / idefix | 12/07/2010 a 10:00