Spesso, negli incontri con i ragazzi nelle scuole o nelle biblioteche, mi chiedono:
cosa ti piace più di tutto?
Allora racconto: è la cosa che sto facendo, nel momento in cui la faccio.
Quando leggo un romanzo che mi appassiona non c'è nulla di più bello,
ma quando bacio mia moglie non c'è niente di più meraviglioso
e quando gioco con il cane Charlie che risponde facendo le fusa nulla è più tenero, quando mangio una pesca croccante niente è più dolce,
quando sono sotto il palco a un concerto rock,
quando mia figlia mi abbraccia in pubblico,
quando mi raccontano qualcosa di me che avevo dimenticato,
quando sto scrivendo un libro,
quando faccio felice qualcuno,
quando cambio idea,
quando vedo un film che mi piace,
quando scopro un musicista nuovo,
quando nella libreria dell'usato trovo un libro cercato da anni,
quando conosco una persona interessante,
quando sono utile a qualcuno,
quando di sera sto serenamente con mia moglie,
quando faccio meditazione,
quando ricevo una lettera,
quando mi raccontano qualcosa di divertente,
quando inizio a leggere un libro nuovo,
quando la mia squadra segna un gol,
quando il piatto che ho cucinato mi viene bene,
quando parto per un viaggio,
quando torno a casa,
quando mi fanno un regalo inaspettato,
quando una crisi emicranica mi passa,
quando...
...ognuno di questi "quando" è la cosa che mi piace di più al mondo.
Tutto quel che hai scritto Luciano, mi fa supporre che tu riesca ad assaporare ogni istante della tua vita, fatta di tante piccole cose quotidiane, e per queste piccole cose ti commuovi Una vita che spendi nella maniera a te più consona...Certo non è facile per tutti. Non è facile essere sempre sereni e poter fare le cose, seppur piccole, che ameremmo fare. La vita com'è lo sappiamo tutti, e alla fine c'è chi riesce ad avere attimi o qualcosa di più di positivo e godersela fino in fondo...C'è chi invece non può, non ce la fa, non gli è permesso...Molto dipende da noi ma anche dagli altri, dal contesto sociale, culturale, familiare in cui viviamo. In ogni caso grazie per averci resi partecii delle tue gioie, e dei tuoi attimi di serena felicità..!
Scritto da: Daniela Pinchera | 02/06/2010 a 18:30
Rasserenante la tua carica di entusiasmo per i diversi momenti e le diverse attività della tua vita.Sei di un salutare ottimismo e per questo ti leggo volentieri, mi fai sorridere e mi fai riflettere.
Scritto da: lunarossa | 02/06/2010 a 19:12
Non voglio mica fare una cartolina! Felicità, gioia e serenità sono le uniche melodie della mia vita: ci sono anche delusione, rabbia, senso di impotenza, paura, confusione, dolore e così avanti.
Volevo dire un'altra cosa. Ed è quella che racconto ai ragazzi: per trovare le gioie non bisogna attendere i GRANDI momenti, i GRANDI appuntamenti, le vacanzone, i cosiddetti EVENTI. Le cose davvero belle e importanti (quelle che fanno "massa") vanno trovate e gustate in ciò che ci sta intorno quotidianamente, nelle persone che abbiamo attorno a noi, in ciò che facciamo.
Scritto da: luciano / idefix | 02/06/2010 a 21:28
Si Luciano, avevo capito quel che volevi dire:quando parlavo delle piccole cose quotidiane, proprio intorno a noi. Ho semplicemente allargato il discorso in un modo diverso,ad un certo punto. Forse mi sono espressa male...
Scritto da: Daniela Pinchera | 02/06/2010 a 22:43
No, non ti eri espressa male tu.
Ma forse io.
Scritto da: luciano / idefix | 02/06/2010 a 23:22
Condivido tutto: sostituisci ovviamente figlia con Nipoti, Moglie con Amico/i.
Non c'è più per me l'emicrania.
Vorrei tanto poterti aiutare a disfartene...38 anni di esperienza del male e ora 16 di vita normale mi hanno insegnato qualcosa...
Scritto da: P@ola | 03/06/2010 a 09:30
Ma che bello questo post!:-)
Scritto da: luposelvatico | 03/06/2010 a 10:50
Io penso di averle tentate (escluse Lourdes, guaritori ed esorcisti) più o meno tutte.
Scritto da: luciano / idefix | 03/06/2010 a 11:06
quando capisci che ne vale sempre la pena...
Scritto da: Giordano | 03/06/2010 a 15:58
Ce l'ho fatta !
Dopo 5 luuunghi mesi.
Il calcolo non c'è più.
Scritto da: P@ola | 03/06/2010 a 16:46
Bella notizia.
Scritto da: luciano / idefix | 03/06/2010 a 17:19
Vado - e me ne scuso - off topic:
Luciano, questo me l'ero perso:
http://www.youtube.com/watch?v=GT6WRwkr2lk
Scritto da: Lorenzo | 03/06/2010 a 21:20
enigmistica facile facile:
quando passo col rosso
quando di sera sto con una escort
quando ricevo dei soldi
quando mi metto il rolex al polso
quando salgo sul suv
quando compro il quotidiano che non leggerò
qual'è il quotidiano?
Scritto da: marcob | 04/06/2010 a 07:40
p.s. attenzione: la risposta non è così facile come sembra
Scritto da: marcob | 04/06/2010 a 08:16
Marcob, anche il Sole...
Scritto da: luciano / idefix | 04/06/2010 a 08:39
già... sono le "piccole cose" il sale che dà gusto alla vita...
Scritto da: sergetti | 04/06/2010 a 09:39
Se in una vita mancano quelle, è come pensare di costruire una casa mettendoci solo mobili e soprammobili. Senza fondamenta, muri, tubature, luci e finestre.
Scritto da: luciano / idefix | 04/06/2010 a 09:49
esatto luciano, anche repubblica...
Scritto da: marcob | 04/06/2010 a 12:44
Ripeto ciò che ho scritto molte volte:
non ho mai pensato che a destra siano tutti cattivi e/o ignoranti e/o disonesti e/o stupidi e/o gretti e/o antipatici e/o incivili. Nè che comprare il Giornale, Libero o Padania significhi automaticamente essere tali.
Nè penso che a sinistra siamo tutti buoni e/o colti e/o onesti e/o intelligenti e/o generosi e/o simpatici e/o civili.
Nè che comprare Repubblica, il Fatto o l'Internazionale significhi automaticamente essere tali.
Così come avere i capelli con la cresta non significa per forza essere un punk nè indossare il doppiopetto essere necessariamente un bancario.
Però queste (e altre informazioni) contribuiscono a dare indizi.
E indizio su indizio su indizio su indizio su indizio su indizio su indizio...
viene fuori l'identikit del Tizio.
Scritto da: luciano / idefix | 04/06/2010 a 13:02
Ma che bel post! Riflette proprio una persona che sa amare la vita.
Aggiungo una nota triste: ogni tanto penso che la nostra vita e' talmente attaccata ad un filo che dovremmo cogliere ogni microattimo di serenita' senza prendersela per tante cose stupide e futili. Saper apprezzare quello che si ha perche' domani potremmo non averlo piu'.
Scusa per questa considerazione un po' triste.
Scritto da: Artemisia | 04/06/2010 a 13:41
Hai ragionissima, Artemisia.
Da anni ho imparato (e quel lontano giorno bastò una telefonata di pochi secondi per incidermelo a fuoco per sempre) che basta un attimo.
Un attimo.
E la sottilissima crosta di ghiaccio su cui camminiamo, un pavimento che crediamo solido e invece è fragilissimo, si disintegra e precipitiamo. Noi e il nostro mondo.
E allora hanno ragionissima Artemisia e tutti i saggi (non i "sapienti" ma i "saggi") di ogni tempo: ciò che conta davvero è costruire e apprezzare la serenità assieme alle persone che amiamo e che ci amano.
Scritto da: luciano / idefix | 04/06/2010 a 13:49
Luciano, finalmente ho trovato qualcuno che ha imparato il Mestiere di vivere.
Io temo non lo imparerò mai!
Credo di essere piuttosto leopardianamente come il pastore che invidia il gregge: quando lavoro di solito mi lamento, quando ho un attimo di tregua subentra la noia.
Per giunta sono veramente felice solo "quando mi tolgo le scarpe strette" (cito a braccio sempre il buon Giacomino).
Irrecuperabile e, per chi mi sta accanto, credo insopportabile :(
Ma forse in fondo aveva ragione anche Svevo, quando diceva la "malattia" (la nevrosi) non è tutta da buttare, che può essere fonte di ispirazione ecc.
Non ho detto tutta la verità: mi sovviene or ora che sono felice quando scrivo, quando sono in cima a una collina, quando incontro gli amici (ormai pochi ma buoni), magari a cena...
con un bicchiere "mezzo vuoto", cui non penso :-)
Scritto da: ilva | 05/06/2010 a 12:17
Posso far una battutina scema?
Le scarpe strette non me le tolgo mai perchè indosso solo quelle comode.
Detta questa banalità, è abbastanza ovvio che le cose non stanno così: ad esempio il lavoro che faccio non è proprio comodissimo. Mi occupo di persone "invalide" e ogni giorno vedo anziani malati ma anche giovani con bambini dall'handycap gravissimo, cinquantenni con figli cerebrolesi, giovani donne appena operate di tumore, vecchie che hanno perso il marito da pochi giorni, uomini anziani rimasti vedovi e del tutto smarriti. Insomma, situazioni che stringono il cuore e potrebbero schiacciarmi .
Eppure finisco le ore di lavoro sentendomi paradossalmente bene. Perchè faccio di tutto per aiutarli, per comportarmi in modo umano, per districargli i gomitoli burocratici, per dare una mano, per sgomberare gli ostacoli cartacei e documentali. E non perchè io sia "buono" ma perchè (se io fossi dall'altra parte della scrivania, cittdino utente e non funzionario pubblico) non vorrei essere trattato come un oggetto, un numero o un cliente ma come un uomo o una donna in carne ossa e sentimenti.
E comportandomi così trasfiguro anche le MIE ore lavorative: cambio ciò che potrebbe essere un pesnate fardello in un qualcosa che mi fa sentire utile agli altri e dunque in pace con me stesso.
Scritto da: luciano / idefix | 05/06/2010 a 14:00
Beh, anch'io tutto sommato se riesco a fare una lezione come si deve (ed è quasi sempre una lezione improvvisata e imprevista che nasce da una curiosità dei ragazzi) mi sento soddisfatta.
Un esempio. Ieri, prendendo spunto dal primo parlamento francese (1789) ho parlato di "destra" e "sinistra" e mi sono lasciata sfuggire (con grande scandalo da parte di Raffaella e Giorgio cui l'ho raccontato) che sono di sinistra.
"E perchè?" domanda all'unisono. Dopo aver premesso che avrei preferito non parlarne.
"E perchè?"
" Perchè siete troppo giovani, potrei influenzarvi e io non voglio influenzarvi ecc.", Alla fine ho risposto: mi sottraggo solo in casi estremi alle loro domande.
Ho cercato di chiarire, citando anche Bobbio che vede nel concetto di uguaglianza il discrimine tra le due "ideologie". Ho detto tra l'altro che una società in cui ci sono nababbi con annessi e connessi e persone che non hanno i soldi per pagare la mensa scolastica ai figli non è propriamente il mio ideale...e aggiunto altre cosette sugli immigrati.
Beh, finita la lezione (durata un'ora con interventi ordinati e puntuali), una ragazzina rumena è venuta ad abbracciarmi.
Allora ho pensato di aver fatto bene il mio lavoro.
E mi sono sentita felice, nonostante lo scazzo dei tagli di Tremonti & C.
Io non so per gli altri, ma per me il mio lavoro, benchè "umile" e sottopagato, è troppo importante. Se sapessi di aver fallito come insegnante, mi sentirei una m.
(altro che non utile e non in pace con me stessa!)
Scritto da: ilva | 05/06/2010 a 16:08
Chiedo venia per ilperiodo incongruo, magari cambiambo la punteggiatura lo si ricompone in modo decente... è la foga del dire.
Scritto da: ilva | 05/06/2010 a 16:13
Proprio non ce la fò!
Aveva ragione Offender:" I prof. non sono più quelli di una volta!" :-)
Dovrò mettermi a usare l'anteprima.
Scritto da: ilva | 05/06/2010 a 16:17
Più passano gli anni e più mi capita di commuovermi: la ragazzina rumena che abbraccia un'insegnante così...così piemontese...mi ha toccato.
Scritto da: luciano / idefix | 05/06/2010 a 23:27
Pensa che se n'è accorto persino Bersani che gli eroi del nostro tempo sono gli insegnanti come Ilva. ;-)
Aggiungerei anche i funzionari come Luciano.
E' vero Luciano. Il mio lavoro è noiosissimo ma se non ci fosse il fatto che posso aiutare gli altri a risolvere piccoli problemi (per me si tratta di sanissimi ricercatori) mi risulterebbe ancora più pesante e frustrante. Eppura pensa che ci sono miei colleghi che godono ad intralciare gli utenti, a dir loro che devono rifare la pratica da capo perchè così non va bene.
Grazie per avermi dato della saggia ma mi sa che tu mi batti. :-)
Scritto da: artemisia | 06/06/2010 a 16:20
Grazie Artemisia, amica mia! posso chiamarti così, non è vero?
Scritto da: ilva | 06/06/2010 a 21:01
Mi sa che siano proprio le formichine come noi che, oltre a incazzarsi nel loro piccolo (com'è giusto che sia), con il loro lavoro tengono in piedi quel che resta del pericolante ( mi riferisco soprattutto al profilo morale e "umano")formicaio ;-)
Scritto da: ilva | 06/06/2010 a 21:11
Delle formiche non mi piace il totalitarismo nazi-maoista del sistema. Però ne ammiro la dedizione alla causa comune, la serietà e l'operosità.
Se avessero un po' di humour come i gatti...
Scritto da: luciano / idefix | 06/06/2010 a 23:03
Sai cosa ho scoperto? Quando due file di formiche si incontrano, si toccano una con l'altra...come se si salutassero, o si trasmettero qualche arcano messaggio. Buffo, no?
Scritto da: ilva | 07/06/2010 a 11:15
Mi pare si scambino importanti informazioni tramite micro particelle odorose.
Scritto da: luciano / idefix | 07/06/2010 a 11:33
Non sapevo che tu fossi anche un etologo...:-)In ogni caso, è plausibile che sia così.
Scritto da: ilva | 07/06/2010 a 12:14
Anni fa avevo studiacchiato le formiche perchè preparavo un lungo romanzo horror (intitolato Feromoni): avevano un ruolo centrale.
Poi lasciai perdere perchè non ero all'altezza di quel progetto.
Scritto da: luciano / idefix | 07/06/2010 a 12:45
La cosa più bella del mondo?
Scoprire che andrai in pensione a 65 anni (anzi che moriraidietro una cattedra)!!!!!!!!!!!!
(Segue, taciuto, tutto il turpiloquio che la fantasia umana possa concepire)
Scritto da: ilva | 07/06/2010 a 21:19
Io, l'unica Pensione a cui riesco a pensare è quella di Jole a Rimini.
Scritto da: luciano / idefix | 07/06/2010 a 21:38
La cosa pi C3 B9 bella del mondo.. OMG! :)
Scritto da: lucianoidefix.typepad.com | 29/03/2011 a 20:40