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02/05/2010

Commenti

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la questione è davvero spinosa e maleodorante...
in breve così facendo si punisce anche chi la cacca la fa per bene...
però imparare cosa voglia dire pulire un cesso non ha mai ucciso nessuno e potrebbe essere cmq positiva, no?

Infatti: tirar su qualche stronzo cagato fuori non sarà la fine del mondo, no?

Personalmente sono contrario al principio di punirne cento per educarne uno.

Un'azione più efficace sarebbe quella di indossare guanti e camice, armarsi di detergenti e disinfettanti ed invitare i bambini a dare una mano, spiegando perché, ovviamente.
Cominciare col dire: "bimbi, oggi impariamo una cosa nuova", senza urli, strepiti e note sui quaderni. Coinvolgendo tutti. In primis la preside.

Non ho letto la notizia, ma non credo che useranno metodi da caserma Uzbeka per invitare i bambini a pulire. Lo faranno sotto la guida del personale adulto, perciò non vedo il problema. È un po' come quando il WWF riunisce i simpatizzanti a pulire le sponde dei fiumi.

Anch'io penso che accadrà come ipotizza Gcanc.
Non mi pare che i bambini verranno schierati, allineati contro il muro del cortile della scuola e sotto la minaccia di scudisci. E poi, marciando in fila per tre con una palla d'acciaio avvinta alla caviglia da un catenazzo, dovranno recarsi nei "locali di decenza" per disinfestarli in ore e ore di duro lavoro, in mezzo a nuvole tossiche di vapori di ammoniaca. E se qualcuno si dovesse ribellare o anche solo protestare verrebbe prelevato dal personale ausiliario (ex-bidelli), portato nei sotterranei dell'istituto e rinchiuso al buio assieme a pantigane lunghe mezzo metro.

La nota sui libretti per le comunicazioni ai genitori aveva un tono piuttosto duro. Lecito e giusto, ma indisponente per genitori come quelli di oggi che sono pronti a difendere sempre e comunque i figli anche se commettono atti incivili. Quelli che sporcano i bagni adesso e non imparano che non si fa, magari alle medie e al liceo ne combineranno di peggiori. Non dimentichiamo quello che tristemente ci offrono le cronache quotidiane.
Tra i ragazzini di undici e dodici anni ai quali insegno, ce n'è uno in particolare che è un evidente frutto di genitori che gli hanno sempre lasciato fare tutto e lo hanno sempre giustificato. Risultato: è un totale irresponsabile, maleducato che di più non si può, arrogante e aggressivo. E proviene da una famiglia abbiente.
Una rogna inimmaginabile, credetemi.

Basta guardarsi in giro e si vedono bambini e adolescenti che si comportano in maniera maleducatissima, strafottendosene delle più elementari regole di convivenza civile. E spesso lo fanno sotto gli occhi dei genitori.
M'è capitato di aver discussioni (con padri e madri) in treno, in autobus, per strada, in negozio, per figliolanze che mettevano i piedi sui sedili, che buttavano per terra oggetti, che facevano cose per cui mio padre (persona del tutto pacifica) mi avrebbe preso a calci da Trieste fino alla Maremma: pareva che io e questi genitori parlassimo due lingue diverse e facessimo riferimento a due codici etici differenti. Per loro i figliolini non si discutono mai e possono fare ciò che gli pare e comoda perchè ciò che è spazio pubblico non è di nessuno e dunque si può devastarlo a proprio abuso e consumo.

Infatti Luciano. Quelle che descrivi sono le stesse situazioni che vivo quasi quotidianamente anch'io. E bisogna pure stare attenti a non essere presi a mazzate da quei genitori i cui figli assomigliano di più ad animaletti selvatici!

I piccoli sono una delle più grandi risorse dell'umanità. Ma appunto bisogna stare attenti a come li educhiamo, a cosa gli diciamo e gli facciamo vedere, a quali comportamenti gli mostriamo. Perchè (agendo male) possiamo contribuire a renderli adulti spaventosi.

Avevo una mamma, che di fronet ad una simile richiesta della reside, mi avrebbe messa subito al lavoro.
Il fatto è che tutti e tutte i bulletti e le bullette della zona lo facevano apposta a fare dispetti a tutti, tanto poi "la mamma di Paola l' avrebbe obbligata a riparare".
Così fu.
Mentre io riparavo e subivo, loro ridevano felici.
Sino a che non crebbi e imparai a girare armata dui un semplicwe spillo.
Funzionò anche il mio spillo.
-
Però Vi sembra giusto ?

Ma che insegnanti avevi?

Avevo una maestra, una delle tante maestre della scuola pubblica, che un giorno prese una bambina che abitava in una vicina baraccopoli e le scrisse "lavami" con la biro sul collo.
Così la mandò a casa da sua madre ...
Era una insegnante mooolto considerata e mio padre, dopo,negli anni a venire, quando ormai frequentavo le superiori non capì mai perchè mi rifiutavo di andare a trovarla.

Oggi la chiamerebbero "una donna del fare", suppongo...

"mio figlio non pulirà mai i cessi, mio figlio sarà tronista a "uomini e donne" delle De Filippisi e tutte le ragazze ci andranno dietro, ci volete rovinare il curriculo?

Così pare ragionino alcuni genitori, adolescenti mai cresciuti.

Io la mia parte di cessi, a militare, l'ho lavata. E sono d'accordo che i pupi facciano qualche esperienza di questo tipo, visto che da noi ormai sembra che chi fa un lavoro sgradevole dev'essere per forza un immigrato straniero o un fesso. Però fare la morale o usare toni indisponenti non mi sembra giusto. Il fatto che la colpa di qualcuno ricada su tutti è un limite delle autorità. Se uno deve pulire i cessi perché li deve pulire, ok, ma se diventa la punizione per la maleducazione di un altro, allora l'autorità non ne esce bene.
Diseducativo.

L'ho riconosciuto! Quel genitore è lo stesso che un paio di giorni fa ti stava mettendo sotto col SUV passando col rosso e che ti ha pure mandato a cagare!

Se cagavo, facevo pulire a suo figlio.

Non so, da un punto di vista pedagogico mi pare controproducente: perchè il bambino cagatore onesto perderà fiducia nel senso di giustizia dell'autorità perchè pulisce ciò che non ha imbrattato. Il bambino cagatore fuori tazza, godrà come un riccio perchè farà un ottavo di quello che deve fare, ritenendo giustamente che l'autorità non ha senso della giustizia, e lui l'ha fatta franca.
Se io sapessi che mio figlio ha ridotto così un publbico cesso, o anche un cesso privato - in genere vi è una certa consequenzialità - ni ci farei il culo a strisce - statene certi. Ma se sapessi che non lo ha fatto, no mi spiace, il culo a strisce lo farei al personale docente.

Quoto Zauberei

Sarebbe stato dovere del corpo insegnante scoprire il colpevoli ed a questi soltanto far pulire i cessi. Visto che evidentemente la situazione durava da un bel po' non sarebbe stato impossibile avviare una piccola indagine e con l'aiuto dei bidelli smascherare i sporcaccioni.

Propongo la prova del DNA :-)

Offender, oltre al DNA, si poteva fare pure la prova dell'olfatto, no? Uno che imbratta il cesso, qualche traccia addosso deve pure avercela. :-)

Proponiamo alla preside della scuola di Padova di chiamare Gil Grissom e la sua squadra.

per me ci sono alcune cose che non quadrano.
in nessun caso i bambini possono essere messi a pulire i cessi.
- se qualcuno mi dimostra il contrario, deve, tra l'altro, procurare di coprirli con un'assicurazione per gli infurtuni sul lavoro, che prima de 14 anni non esiste.
- se i bambini, supposto e accertato che siano loro i colpevoli, sono maleducati, oltre alle famiglie, il corpo insegnante ha le stesse responsabilità sulla loro maleducazione, per cui a pulire i cessi dovrebbero essere mandati, caso mai, i genitori e gli insegnanti.
feci l'insegnante supplente per alcuni mesi, appena dopo la laurea. era una scuola superiore, ma, nonostante ciò, mi resi conto molto velocemente che non era il mio mestiere, anche se avrebbe potuto permettermi di avviarmi alla libera professione con l'ombrello di uno stipendio e dei contributi.
coi bambini credo che sia ancora più difficile. e non è obbligatorio essere capaci di fare l'educatore.
specialmente se nessuno ti ha formato.

Marco, mia madre ha insegnato a me e mia sorella ad andare in bagno da sole e a non sporcare quando avevamo appena 3 e 4 anni. Sapevamo lavarci e vestirci da sole già a quella età. Lei controllava, ovviamente, ma dopo le prime volte ci ha lasciato fare, fiduciosa e sicura della sua educazione e dei suoi insegnamenti. I nostri parenti e vicini di casa erano increduli, eppure io e mia sorella eravamo indipendenti e reponsabili (nel nostro piccolo).
Oltre a questo, tantissimi altri piccoli e grandi insegnamenti, ovviamente.
Se un bimbo di 4 o 5 anni sporca un vater è comprensibile, magari non lo fa intenzionalmente, può succedere, ma se lo fa uno di 10, il problema non può essere di un insegnante di scuola. A meno che il bimbo di 10 anni non abbia un grave handicap (e in quel caso va accompagnato in bagno), non è normale che la faccia fuori dal vater, o peggio che lo sporchi intenzionalmente.
Io non credo sia giusto delegare la responsabilità di un comportamento consono e di educazione all'indipendenza e al rispetto agli insegnanti, o solo a loro. Le prime norme si apprendono in famiglia. I bimbi imparano in fretta, e più sono stimolati, più apprendono.
Una maestra più che rimproverare un bambino e dire che non è bene sporcare un bagno, spiegandone le ragioni, e magari chiamare i genitori per informarli, non può fare. Se il bambino a casa sua è abituato a sporcare e mamma e papà lo lasciano fare, stai sicuro che a scuola continuerà quella pratica e se ne fregherà altamente di quello che gli dice la maestra, o il maestro.

"e non è obbligatorio essere capaci di fare l'educatore.
specialmente se nessuno ti ha formato."
verissimo Marcob
-
Oggi sì sono una docenet, ma mi sono auto preparata a lungo per circa 20 anni.
-
Nel 1979 vinsi una cattedra per l'Insegnamento dell'Inglese. Dopo 3 giorni rifiutai e firmai. Allora non mi sentivo una Insegnante e poi, anche se laureata, non amavo insegnare l'Inglese.
Fu una delle mie decisioni più felici.
Avevo 30 e sapete cosa fece la Preside ? Invece di parlare con me ...telefonò ai miei genitori ...
Beh, se avessi avuto solo un minimo ripensamento, dopo quel gesto NoN ne ebbi più.

ale,
sono d'accordo con te.
infatti tua madre, ma nemmeno la mia, è mai stata chiamata a scuola per pulire i cessi.
quello che rifiuto è il tipo di punizione inflitto ai bambini: la scuola li deve punire per la marachella? perfetto. ma infligga la punizione consona. una settimana senza ricreazione? un basso voto in condotta, che probabilmente non interesserebbe a nessuno?
ma pulire i cessi, no.

Io non penso si tratti soltanto di PUNIZIONE.
Perchè "pulire un gabinetto" deve venir considerato solo come un atto vergognoso e umiliante e non piuttosto qualcosa che fa parte delle nostre attività?
Infatti (da quanto ho letto) la preside parla esplicitamente di "fare esperienza concreta" e "comprendere il significato dei comportamenti vergognosi di alcuni compagni".

insisto: pulire il bagno di casa propria è un conto, pulire i cessi pubblici è tutta un'altra cosa.
vogliamo educare i bambini mandandoli a pulire i cessi senza i mezzi di prevenzione contro i prodotti da usare?
vogliamo fare svolgere a dei bambini un vero e proprio lavoro per il quale necessita una formazione specifica?
poi con che faccia potremo parlare loro degli infortuni sul lavoro, del lavoro minorile e via di seguito?
secondo me quella preside si è bevuta quasi tutto il cervello, oppure pensa di essere nel 1600.

Marco, si, il basso voto in condotta va bene. Però invece della gita scolastica istruttiva, si può invitare i bambini a conoscere i vari mestieri all'interno dell'edificio dove vanno ad imparare. Tra i mestieri c'è anche quello del personale non docente, quello dei bidelli che puliscono i cessi. Allora non facciamo mettere i bambini a pulire, ma invitiamoli a guardare e capire come si fa. E insegnamo loro il rispetto per quel lavoro, che ci evita pure qualche infezione o malattia. Questa non è una punizione, ma un insegnamento. Usciamo un po' fuori dagli schemi, se chiediamo alla scuola di supplire alle mancanze dei genitori, però non lamentiamoci se questa supplenza viene fatta bene, perché in fin dei conti ciò che fa più male ad un genitore è essere messo in discussione.

Quoto Alessandra 100%.

Ho appena sentito al TG che i colpevoli del misfatto, 4 bimbetti vandali e maleducati, si sono "costituiti" ed hanno confessato, forse spaventati dal clamore della ipotetica punizione.
Morale della storia: ora nessuno verrà punito, nemmeno i colpevoli stessi, che sicuramente non si beccheranno nemmeno una lavata di testa dai genitori.
La preside della scuola ha dichiarato che non c'era mai stato l'intento di far pulire i gabinetti ai bambini, ma solo dare una lezione sul significato dell'atto vandalico e le sue conseguenze.
A questo punto ribadisco quanto ho scritto negli ultimi commenti e aggiungo che non solo solo i genitori di quei 4 ad essere manchevoli, ma pure la preside ci ha messo il suo.

Ho letto i vostri commenti (anche se non per intero). Tra tutti, mi convince di più quello di Zau delle 20 circa.

Pensando a me stessa preadolescente, credo che, se costretta a subire un'iniqua e umiliante punizione come quella di cui parliamo, mi sarei incazzata come una jena.
E non so quale lezione ne avrei tratto se non di sfiducia nella giustizia e disprezzo nei confronti dei superiori.
Da madre, non sarei stata contenta che mia figlia fosse stata costretta a pulire un cesso che non aveva sporcato; e probabilmente avrei protestato anch'io.

Da insegnante sono altrettanto perplessa: un conto è ritinteggiare (lasciando magari un certo margine ad una forma di creatività condivisa, es. nella scelta dei colori) una parete o una porta, un conto levare della merda!
Nel primo caso, anche chi non ha contribuito a sporcare (ma chi può dire di non averlo fatto?) può accettare di buon grado un lavoro che rende meno brutta la sua scuola.
Nel secondo gli sembrerà di essere in un gulag, per quanto non sappia cos'è.
Insomma non ritengo che la trovata della preside sia stata così "emblematicamente" educativa.

Ho ascoltato con assai interesse.
E adesso ho (almeno in parte) modificato la mia posizione di partenza.

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