Stamattina l'ho dedicata (e non è finito) a un lavoro che non ho mai capito se è utile, stupido, sensato, demente o tutto ciò insieme.
Ritagliare dai giornali (quotidiani, settimanali e mensili) articoli e lettere che mi interessano (o che paiono interessarmi) e poi metterli via.
In anni e anni ho accumulato non so quanta roba.
Ad esempio, sono riuscito a salvare quasi tutti (quasi) i miei articoli e lettere pubblicati.
E l'intera (divertentissima) rubrica di Vittorio Zucconi su Donna di Repubblica, centinaia di vignette di Altan, tutte le Bustine di Minerva (e altre decine e decine di interventi) di Umberto Eco, centinaia e centinaia di articoli su scrittori registi argomenti musicisti libri temi che se no sarebbero andati perduti.
Li ho infilati dentro i rispettivi libri, in cartelle appositamente costruite oppure in luoghi che non ricordo più.
Insomma: un lavoro fatto (complessivamente) maluccio.
Fino a qualche anno fa lo facevo anch'io, poi mi sono resa conto che mi ci sarebbe voluta un emeroteca a parte e una sala archivio in casa. Spazio che non ho a disposizione.
Per fortuna c'è il computer che mi aiuta a salvare tutto quello che mi interessa e se ho il tempo, digitalizzo tutto il cartaceo. E' un lavoraccio, in ogni caso. Anzi, un lavoro vero e proprio.
Scritto da: Alessandra | 09/05/2010 a 14:03
Allora questo libro potrebbe interessarti: http://www.nytimes.com/2010/04/25/books/review/Kramer-t.html
:-)
Scritto da: Ilgioa | 09/05/2010 a 14:10
Grazie, Ilgioa.
In realtà, alcune di queste cose mi sono utili (o piacevoli) a distanza di tempo. Come rileggere articoli di Zucconi o rivedere vignette di Altan o (quando devo scrivere un pezzo) trovare materiali vecchi di anni.
Scritto da: luciano / idefix | 09/05/2010 a 14:47
Bravo Luciano. Vuoi venire a riordinare un po' a casa mia? Troverai di tutto e di più.
Una volta mi vantavo del fatto che a casa mia era un'impresa trovare "quella" maglia o "quella" camicia, ma che, se cercavi un libro, era lì. Al suo posto. Adesso è il caos anche tra i libri.
Scritto da: ilva | 09/05/2010 a 18:45
I miei libri sono ordinati in minima parte (ad esempio i Fantomas nell'edizione Mondadori anni '60 e Salani anni '10 oppure i Maigret o i Penauts o i fumetti di Neil Gaiman o lo scaffale con i libri scritti da me o gli Henry James o tutta la roba su Casanova o gli scaffali di teologia). Altra roba invece è in condizioni "speriamo che la memoria visiva mi assista".
Scritto da: luciano / idefix | 09/05/2010 a 21:25
Non so se anche per te funziona che gli articoli raccolti in volume dagli autori stessi, e proposti in libreria, non abbiano lo stesso senso dei ritagli conservati in casa.
Io sono giunto alla conclusione che non è un lavoro da archivista "per il mondo", ma che è un godimento allungare il tempo della riflessione. Lo spunto occasionale diventa altro recuperato nel tempo e lo si vuole trattenere il più possibile, insicuro della memoria.
Scritto da: gy | 10/05/2010 a 13:40
Infatti: quando un autore raccoglie in volume i propri articoli NON è la stessa cosa che averli già in versione ritagliata.
E NON è una questione di risparmio di denaro.
Scritto da: luciano / idefix | 10/05/2010 a 14:01
La mia libreria invece ERA ordinata secondo i criteri di una vera biblioteca: libri per ragazzi, saggi di storia, di filosofia, di letteratura, narrrativa italiana, francese and so on...massima razionalità, massimo ordine. Adesso, invece, è come se fosse passato un tornado.
Scritto da: ilva | 10/05/2010 a 18:30