Non c'è niente da fare: lo leggo da quando avevo dodici o tredici anni e mi piace sempre più.
Sarà stato un reazionario però i suoi libri continuano a farmi ridere e riflettere, le sue vignette restano un modello di feroce satira di destra (tra l'altro fu lui a inventare per i comunisti il termine "trinariciuti"), il suo stile ruspante e popolare si mangia quello anemico di tanti letterati accademici, i suoi cazzottoni hanno sapore di verità, si fece due anni in campo di prigionia nazista in Polonia e Germania aiutando gli altri internati a non demoralizzarsi, il suo Gesù Cristo che parla con don Camillo non è banale, la grande e lunga saga del prete e del sindaco comunista nel paese di Brescello racconta l'Italia del Dopoguerra come pochi seppero fare, direttore responsabile del Candido si fece due anni di galera per diffamazione a mezzo stampa e vilipendio al Capo dello Stato (il primo giornalista della Repubblica Italiana a scontare interamente una pena detentiva in carcere per reati nel campo dell'informazione).
In carcere, nel 1955, scrisse in una lettera alla figlia:
"Io non faccio il sovversivo, ma lo sono. Perchè sono un uomo che non accetta i soprusi di chi ha instaurato questa democrazia dittatoriale sostituendo le aquile con i capponi"
E sempre nel '55, scrisse in un articolo sul Candido:
"Sempre mi sono schierato contro il più forte, perchè il più forte ha sempre torto, anche se ha qualche ragione"
La democrazia dittatoriale è una definizione geniale e profetica. Non so quanto potesse attagliarsi ai tempi di Guareschi ma è perfetta per il presente.
Scritto da: Eeka | 13/05/2010 a 23:56
"Scaglionatevi lungo la riva del fiume!"
Scritto da: offender | 14/05/2010 a 09:35
Ahò a me però Don Camillo me fa venì l'orticaria orticarissima.
Tanto di cappello fa ridere, ma a me il populismo mi irrita.
Pareri eh:)
Scritto da: zauberei | 14/05/2010 a 09:42
So' n'animo semplice, a me don camillo me piace tanto...
Scritto da: Eeka | 14/05/2010 a 09:53
Don Camillo lo conosco solo nella versione cinematografica e fa venire l'orticaria pure a me :-)
Scritto da: offender | 14/05/2010 a 10:03
Vieni sul mio blog. C'è una notizia che pare tratta da un libro di Guareschi. In Emilia i nomadi sinti si vogliono organizzare in cooperativa per fare lavori di pubblica utilità e tutti sono d'accordo per aiutarli, anche la Lega Nord.
Giorgio
Scritto da: giorgio | 14/05/2010 a 10:19
I libri su don Camillo e Peppone sono di gran lunga superiori ai film (anche se Fernandel e Gino Cervi erano azzeccatissimi nelle parti).
Scritto da: luciano / ideffix | 14/05/2010 a 10:27
Più Zyrtec per tutti!
Scritto da: Eeka | 14/05/2010 a 11:12
Evidentemente Eeka ha il raffreddore & C: ha fatto uno spottino per un farmaco ad hoc.
Scritto da: luciano / ideffix | 14/05/2010 a 11:26
A me piacevano anche gli altri libri di Guareschi: La scoperta di Milano, Il corrierino delle famiglie e lo Zibaldino.
Scritto da: gcanc | 14/05/2010 a 11:29
veramente sono offender e zauberei ad avere l'orticaria. Io sono in perfetta salute (e tra l'altro non prendere antistaminici di nessun genere)
Scritto da: Eeka | 14/05/2010 a 11:57
E' saltato un "posso"
Scritto da: Eeka | 14/05/2010 a 11:58
Io quando ero giovane saltavo i possi per la lunga
Scritto da: offender | 14/05/2010 a 12:09
E portavi i pantaloni alla zompapossi?
Scritto da: Eeka | 14/05/2010 a 12:22
@Eeka & Offender
Ve possino!
Scritto da: carloesse | 14/05/2010 a 14:38
La Brescello di Guareschi era quella di un popolo che si divideva sulla politica ma era unito da alcuni valori comuni, dal sangue versato dai nonni, dalla comune voglia di ricostruire un paese squarciato dalla guerra. Libri divertenti e commoventi, che fanno riflettere sull'Italia di oggi.
Scritto da: paceebene | 14/05/2010 a 18:10
Va sempre ricordato che Don Camillo e Peppone hanno tutti e due fatto la Resistenza armata, insieme, col mitra, contro i nazi-fascisti.
Scritto da: luciano / idefix | 14/05/2010 a 22:24
Ho visto solo uno o al massimo due film di don Camillo, all'epoca in cui si sperava (alcuni di noi speravano) che l'orizzonte culturale e civile del nostro paese si sarebbe ampliato e saremmo cresciuti, diventati Europa ecc. Così quell'idea di Italia che veniva fuori da quei film mi irritava, perché mi sembrava che pescasse nel cuore angusto di un paese-cortile o campanile, dal confine ristretto, immobile: il terreno del fascismo.
Purtroppo c'era della verità in quella visione, se da quel terreno, privato oltretutto dei suoi aspetti che Paceebene definisce "commoventi", è nato oggi rigoglioso il leghismo.
I reazionari sono sostanzialmente dei pessimisti. Per questo gli capita spesso di avere ragione.
Scritto da: anna s. | 15/05/2010 a 07:17
Eppure quell'italia lì usciva dal fascismo. Io credo che il fascino di quella letteratura, e di quei film da cui è tratta, per chi lo subisce (e io tra quelli) è dettata dalla nostalgia per tempi in qualche modo conclusi, non recuperabili, un'italia che ritrovava buoni sentimenti e voglia di rimboccarsi le maniche dopo la guerra e il fascismo. Quella della mia prima infanzia. Per questo molto rassicurante.
Scritto da: carloesse | 15/05/2010 a 11:18
Quei libri e quei film raccontano l'Italia uscita dalle macerie del fascismo e della guerra, un paese ancora agricolo che si rimetteva in piedi per avviarsi al boom economico.
Scritto da: luciano / idefix | 15/05/2010 a 14:37
Al di là della legittima lettura politica dei film di Don Camillo e Peppone, io trovo che siano film vedibili e aprezzabili soprattutto per la bravura dei due attori protagonisti (soprattutto Cervi) e anche per l'ottimo cast di caratteristi che faceva da contorno. Di fatto, lo trovo il maggior pregio di questi film.
Scritto da: Eeka | 15/05/2010 a 17:41
Però faccio notare che il post era su Guareschi scrittore.
Scritto da: luciano / idefix | 15/05/2010 a 18:09