L'immensa nuvola di cenere del vulcano islandese ci ricorda quanto l'intera umanità sia fragile.
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Siamo fragili.
Accettiamoci per quello che siamo.
Scritto da: P@ola | 18/04/2010 a 09:17
Luciano, non so perché ma leggendo questo titolo ho pensato ai predicatori da film, con il cartello "Pentitevi, la fine è vicina" :-)
Scritto da: offender | 18/04/2010 a 11:05
Questo è un momento in cui si vede chiaramente chi sa e riesce a meglio adattarsi (in tutti i modi possibili, intendo) alla situazione.
Un banco di prova.
Io me lo sto studiando e mi vale più dei dollari che avrei speso nelle aule di Harvard ...
Scritto da: P@ola | 18/04/2010 a 11:37
Tutto potrebbe risolversi in qualche giorno e tutto tornerebbe come prima. Gli umani di questo tempo hanno una memoria labile.
Ma se dovesse continuare l'eruzione, o si svegliassero anche gli altri due vulcani molto vicini, allora sì che saremmo messi di fronte in modo drammatico di fronte alla nostra fragilità, alla precarietà del mondo globalizzato che abbiamo sviluppato senza un momento di riflessione collettiva sulla debolezza delle sue fondamenta.
paceebene
Scritto da: paceebene | 18/04/2010 a 11:57
scusami, paceebene, ma che il mondo sia globalizzato in questa vicenda non c'entra proprio niente.
di frontre ai grandi fenomeni naturali la fragilità umana e lapalissiana. terremoti, alluvioni e via di seguito. e di fronte a ciò, poveri e ricchi, buoni e cattivi, globalizzati e non, siamo tutti pari.
Scritto da: marcob | 18/04/2010 a 13:43
Mi auguro sinceramente che nessuno venga a dirci che l'eruzione del vulcano islandese sia una punizione divina esemplare per questa umanità.
Di fronte agli eventi naturali mi pare sia piuttosto scontata la fragilità umana.
La stupidità dell'uomo sta nel sottovalutare questi eventi. Si sa che esistono i vulcani, si sa che la maggior parte sono attivi e pericolosi. Intelligenza vorrebbe che non si popolassero zone a rischio. Nel caso dell'Islanda ci si mettono anche i venti (evento assolutamente naturale) a spostare le ceneri dell'eruzione verso mezza Europa.
Può darsi che da questo episodio venga fuori una soluzione che metta daccordo tutti. Alla prossima eruzione del vulcano dal nome impronunciabile forse i paesi invasi dalle ceneri sapranno organizzare meglio i trsporti alternativi agli aerei.
Si spera che l'esperienza insegni qualcosa.
Scritto da: Alessandra | 18/04/2010 a 15:49
"Si spera che l'esperienza insegni qualcosa"
a costruire un posacenere abbastanza grande? :-)
Scritto da: gcanc | 18/04/2010 a 16:45
Bravo Giulio, sapevo che avresti colto! Certo, mi pare ovvio che ci voglia un posacenere più grande! ;-D
Scritto da: Alessandra | 18/04/2010 a 16:58
Gentile marcob, che gli aeroporti siano chiusi per l'eruzione del vulcano islandese è la dimostrazione della fragilità in generale, ma che in GB ci fosse la preoccupazione per i rifornimenti di frutta e verdura che arrivano da tutto il mondo, questo è un fatto legato alla globalizzazione, così come il trasporto di innumerevoli merci( dal cuore per un trapianto al pezzo di ricambio per una apparecchiatura sofisticata)che ormai è nella quotidianità.
Eravamo fragili di fronte alla natura migliaia di anni fa e lo siamo ancora oggi, alcune modalità di fragilità si sono aggiunte....
saluti
paceebene
Scritto da: paceebene | 18/04/2010 a 19:51
http://www.huffingtonpost.com/
provate a cliccare, ora.
Dovrebbe comparire il formarsi della nube ...
Scritto da: P@ola | 18/04/2010 a 20:13
Secondo me, Alessandra, questa è una punizione divina esemplare per l'umanità.
Ci divertiamo troppo, gozzovigliamo.
Penitentiagite!
tic
Scritto da: Tic-talkischeap | 18/04/2010 a 20:36
Ma si Tic! Ce la meritiamo proprio una punizione! E che cavolo! Siamo peccatori impenitenti, dovevamo aspettarcelo prima o poi, no? :-D
Scritto da: Alessandra | 18/04/2010 a 20:43
Non c'entra con la Nube.
.
Noi qui in Italia ce la prendiamo con Berlusconi e le sue televisioni.
Stavo leggendo l'articolo Just Doing It
di THOMAS L. FRIEDMAN
sul New York Times del 17 Aprile ...beh andate all'ultimo paragrafo, proprio alla fine ...
.
(http://www.nytimes.com/2010/04/18/opinion/18friedman.html?src=me&ref=general)
Scritto da: P@ola | 18/04/2010 a 20:58
Giuro che prima di scrivere il mio primo commento non sapevo nulla di alcune dichiarazioni...
Le riporto e aggiungo che non c'è fine all'idiozia umana.
"ISLANDA: TEOLOGO, NON E' CASTIGO DI DIO, MA RICHIAMO SI'
'La nube vulcanica che da giorni ha bloccato il trasporto aereo in quasi tutta Europa se vogliamo interpretare alla luce dei testi del Vangelo e dell'Apocalisse e' certamente una prova di Dio'. Lo afferma il teologo Antonio Rungi, sottolineando che 'qualcuno interpreta questo fenomeno come castigo di Dio'. Questo no, ma per il religioso passionista e' corretto vedere in quanto accade un richiamo dall'Alto. 'Basta una esplosione vulcanica - spiega - per mettere in crisi un sistema di vita, di relazioni umane, di economica, di scambio commerciali, di assicurazione dei servizi di base. Questo ci fa capire come siamo precari e come le nostre certezze si infrangono con la forza della natura' ".
Scritto da: Alessandra | 18/04/2010 a 21:16
E mamma mia quante esagerazioni per un po' di voli cancellati!
Scritto da: Eeka | 18/04/2010 a 21:37
Veramente, cara EEka, non si tratta di un po' di voli cancellati ma di ''tutti'' i voli cancellati da e per il centro-nord Europa. Prova a pensare alle conseguenze economiche per milioni di persone. Ci sono fiere in quest momento in Germania, con giri di prenotazione alberghi organizzazione degli stand e movimento di merci che salteranno, ci sono persone bloccate dall'altra parte del mondo che dovevano rientrare, rimasti senza soldi che bivaccano negli aeroporti, merci deperibili che di solito debbono viaggiare per via aerea che o deperiscono o debbono essere immagazzinati in celle frigorifere che non possono accogliere quantita' non programmate, il settore turistico si blocca e il trasporto urgente per ammalati gravi impossibile cosi' come quello di plasma, sangue, organi, medicinali etc.
Le ricadute sono sulle aziende (oltre ai disagi evidenti per qualunque tipo di viaggiatore) ed una ricaduta significa licenziamenti. L'export ne risentira' enormemente e le stesse spedizioni di documenti originali tra banche enormemente rallentato. Le lettere di credito avranno bisogno di essere estese ma non si capira' chi dovra' pagare le soste prolungate delle merci. Le ispezioni programmate per merci in partenza dovranno essere bloccate per il mancato arrivo degli ispettori. Tutto subira' un drastico e rapido rallentamento senza che ci siano le cinture di sicurezza per cui qualcuno potra' farsi male. Piu' il sistema e' sofisticato, piu' diventa fragile, piu' e' globale e meno c'e' via di scampo.
Ovviamente tutti ci auguriamo che l'emergenza rientri in tempi brevi ma nessuno e' in grado di escludere che la situazione possa perdurare e peggiorare.
Pensa ai milioni di turisti sparsi per il mondo in paesi lontani, chi si prendera' cura di loro? Come verranno rimpatriati? Per quanto tempo la loro lontananza dal posto di lavoro potra' essere sopportata?
Stiamo parlando di trasporti ma nel 2012, l'incremento previsto dell'attivita' solare potrbbr scatenare delle tempeste elettromagnetiche tali da mandare in tilt buona parte del sistema di comunicazioni e di calcolo e controllo elettronico di aerei, navi, banche, assicurazioni,militari etc.
Fantascienza? Chissa'.
Scritto da: Paolo | 18/04/2010 a 22:18
Marco, il sistema globalizzato centra eccome. Un sistema meno sofisticato , meno dipendente dalla velocita', quindi, per ipotesi senza aerei, non risentirebbe di questo fenomeno allo stesso modo. Cosi' come un sistema senza la globalizzazione del web non risentirebbe di una tempesta magnetica che invece potrebbe costituire un vero disastro nel mondo odierno.
La verita' e' che questa accelerazione degli ultimi decenni, in tutti i settori, non ci fa ''risparmiare'' tempo ma ci fa solo compiere piu' cose contemporaneamente. Sempre piu'l'azione si tramuta in agitazione e ed i ritmi della vita diventano sempre piu' incalzanti e frenetici. Il peggio e' che il sistema, quello economico soprattutto, non puo' permettersi di rallentare perche' cio' provocherebbe il collasso e quindi si accelera in un delirante progetto di crescita e sviluppo che ipotizza un ''piu' di ieri e meno di domani'' perpetuo. Ancora quanto prima di andare a sbattere?
Scritto da: Paolo | 18/04/2010 a 22:38
Spero che venerdi' prossimo il volo Dubai Malpensa non abbia conseguenze. Altrimenti mi metto a gridare come Tremonti 'povca tvoia !'
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 18/04/2010 a 23:59
Saresti oltremodo simpatico...
magari lo dite insieme ?
Scritto da: P@ola | 19/04/2010 a 01:06
Mah a me sembra una questione talmente massiccia questa del vulcano, che per una volta la retorica del ce se poteva pensare prima, o dell'umano superficiale di fronte alla potenza delle cose mi pare fuori luogo. Intanto gli islandesi avevano un piano di evaquazione molto efficace e pronto per le bisogna da diverso tempo. Dopo di che è anche l'incidenza e la frequenza dei fenomeni a suggerire delle strategie, se dovesse capitare più spesso si modificheranno gli aerei.
Nè capisco il nesso con la globalizzazione, men che mai in Gran Bretagna dove per avecce una pera devi fare le macumbe. La globalizzazione non è mica sempre cattiva eh, essa è duplice, cioè ha anche un lato positivo, in fondo è la traduzione in termini di marketing della condivisione delle risorse.
Insomma, la nube mette di fronte al fato, come d'altra parte le catastrofi naturali tutte, ma oltre questo non mi spingerei.
Scritto da: zauberei | 19/04/2010 a 08:18
grazie zau,
anche perchè, prima del tuo intervento, avevo capito che una catastrofe naturale in un mondo non globalizzato sarebbe stato un evento di nessuna importanza.
piuttosto, sarà stata la nube a far sparire luciano dal blog?
Scritto da: marcob | 19/04/2010 a 08:57
Io propendo sempre per il posacenere gigante. Dove si fuma ci vuole e se fuma il vulcano ce ne vuole uno adeguato. Volendo anche una sputacchiera.
Scritto da: gcanc | 19/04/2010 a 08:59
E' un pre-giudizio che la Globalizzazione sia "cattiva".
E che sia una "storia recente".
-
Ho letto l'anno scorso il libro
:
THE ORIGINS OF GLOBALIZATION:
A CANADIAN PERSPECTIVE
by Karl Moore and David Lewis
dove si evince che la Globalizzaione esisteva già nel Medioevo quando i mercanti riuscirono a collegare Europa, Asia ed Africa, per non parlare di quando i Vichingi sbarcarono in Canada.
-
Come, insomma, vedere le cose in un'altra prospettiva...
Scritto da: P@ola | 19/04/2010 a 09:08
la sputacchiera gigante gcanc ci serve a noi che poi la recapitiamo ar premier...:)
Scritto da: zauberei | 19/04/2010 a 09:29
E' in momenti come questo che io mi guardo intorno e noto che l'umanità ha sostituito la Solidarietà tra persone con contratti assicurativi.
Personalmente mi chiedo
:
di chi/che cosa mi posso fidare di più ?
- di un mio vicino ?
- del contratto che ho stipulato con (questo) mio vicino ?
Perchè poi alla fine
devo - se voglio sopravvivere - chiedere aiuto ad un mio vicino.
Scritto da: P@ola | 19/04/2010 a 10:11
Povca tvoia hanno di nuovo chiuso gli aeroporti !
p.s.: chiedo venia a Luciano e a tutti coloro che ripudiano ogni forma di discriminazione per aver chiamato prostituta-tvoia ... ma era solo una citazione :)
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 19/04/2010 a 10:21
Scusate, chi ha detto che la globalizzazione sia un "male"?
La globalizzazione rende tutto interconnesso, se un tassello salta(trasporto aereo) ne saltano innumerevoli altri a cascata.
Rende tutto più complicato e più fragile.
Bisognerebbe rendere più flessibili e molteplici i modi di interconnessione.
Questa piccola "crisi" legata all'eruzione dovrebbe essere una buona occasione per una riflessione.
Non ho nostalgia per l'età della pietra.
:)
paceebene
Scritto da: paceebene | 19/04/2010 a 10:22
Vi rendete conto che oggi coloro che esultano di più sono i Pirati Somali ?
Scritto da: P@ola | 19/04/2010 a 10:39
La situazione (specie perdurasse) apre scenari ben poco rassicuranti, ben descritti da Paolo. Il candore di Eeka (solo "un pò di voli cancellati") mi pare sorprendente.
Auguri a Tedeschi, spero che i suoi povca tvoia funzionino.
Scritto da: carloesse | 19/04/2010 a 16:27
Ho surfato il web in questi giorni. Nelle foto delle persone lasciate a terra negli aeroporti ho visto molti, direi troppi europei-americani-australiani-giappobnesi.
Così sono andata a riprendere il libro "Globality" e mi chiedo
"dove caspiterina sono tutti quelli della next wave - companies from Argentina, Brazil, Chile, China, Egypt, Hungary, India, Indonesia, Malaysia, Mexico, Poland, Russia, Thailand, Turkey..."?
Scritto da: P@ola | 19/04/2010 a 16:57
Scusate eh... a questa povera Terra gliene combiniamo di tutti i colori e non dice mai niente, una volta che sbuffa facciamo un casino!!! Non sarà mica la fine del mondo!!! (speriamo).
Scritto da: Jubal | 19/04/2010 a 17:00
Sperem
Jubal
Sperem !!
Scritto da: P@ola | 19/04/2010 a 17:59