Domani Giorgio Albertazzi reciterà (gratis?) al duomo di Milano alcune pagine dei Promessi sposi.
Però ieri, in un'intervista alle pagine milanesi di Repubblica, dichiara:"Sono una soap opera...Manzoni non sa scrivere in italiano..."
Povero Albertazzi: sempre costretto da altri a fare ciò che non gli garba, come quando nel '43-'45 era tenente nella 3ª Compagnia del LXIII Battaglione della "Legione Tagliamento" - GNR al fianco dei nazisti nella fascista Repubblica Sociale di Salò.
Di che cosa dovrei pentirmi? (disse in un'intervista qualche anno fa). Il mio mito non era tanto quello di Mussolini (non apprezzavo la sua retorica), ma di Ettore Muti ucciso dai badogliani, di Italo Balbo abbattuto nel cielo della Sirte, degli eroi della Folgore disfatta a Birel Gobbi. La parte legale dell’Italia per me era quella; ed io, rispondendo al bando della Repubblica sociale italiana, ho combattuto per l’Italia.
Vi sono, ancora oggi, tante persone che credono in ideali sbagliati, che non sottopongono MAI le loro idee a revisione
Eppure oggi siamo nell'era del
:
- LEARN, una prima volta da piccolo
- UNLEARN, quando raggiungi la maturità o più avanti
- RELEARN ... dopo ...
Scritto da: P@ola | 28/04/2010 a 13:25
In genere ammiro due tipi di persone:
a) chi sa cambiare idea (anche in modo profondo e radicale) e (in tal caso) lo riconosce onestamente entrando in aperta polemica col se stesso di un tempo,
b) chi non cambia idea (restando in minoranza) e si rifiuta di ricorrere ad arzigogoli per rendersi accettabile alle maggioranze.
Trovo invece disgustoso:
c) chi cambia idea in modo profondo e radicale ma si comporta con arrogante prosopopea come se da sempre l'avesse pensata in questo nuovo modo,
d) chi non cambia idea (e in teoria resterebbe in minoranza) ma è disposto a tutto-tutto per rendersi gradito alle maggioranze.
Scritto da: luciano / idefix | 28/04/2010 a 13:45
Non penso che sia necessario entrare in polemica col se stesso di un tempo. Basta saper dire: da lì sono partito, qui sono arrivato (per ora).
Scritto da: offender | 28/04/2010 a 13:53
In ogni caso, I Promessi Sposi non piacciono neppure a me :-)
Scritto da: offender | 28/04/2010 a 13:54
Quoto offender, sia sul percorso, sia su IPS.
Scritto da: gcanc | 28/04/2010 a 14:02
Io, invece, ammiro molto le persone che sanno trarre insegnamenti dalle proprie esperienze e metterli a frutto, e chi sa mettersi in discussione (che poi più o meno è quanto dice Luciano a proposito di chi sa cambiare idea se necessario).
Che Manzoni non sapesse scrivere in italiano lo poteva dire solo uno come Albertazzi. In quanto ad arie se n'è sempre date molte, anche se gli riconosco di essere un bravo attore di teatro.
Comunque, Albertazzi per le sue scelte si è fatto pure due anni di galera; se ancora oggi crede che la sua fosse una scelta giusta, non mi resta che pensare che sia solo un vecchietto nostalgico. Francamente, le sue parole non sono peggiori di qualunque altro fascistoide. Che si tenga le sue idee, oggi non è lui il soggetto pericoloso per antonomasia.
Scritto da: Alessandra | 28/04/2010 a 14:21
C'è un omissis: "le sue parole non sono peggiori di quelle...".
Il pensiero va più veloce delle dita sui tasti :-)
Scritto da: Alessandra | 28/04/2010 a 14:24
Io polemizzo spesso con me stesso, sia per cose fatte (e sbagliate) in passato sia per scelte da fare (e sulle quali devo ancora decidere) sia su altre questioni ancora.
E anche da queste animate discussioni ho imparato che i confronti a viso aperto non fanno male, che è utile e sano guardare alla propria vita con un sguardo il più possibile critico (nei nostri enormi limiti di essere contemporaneamente Soggetto-Oggetto).
Ecco perchè "polemizzare" con se stessi e magari ammettere "ho sbagliato" oppure (se ci diamo del "tu") "hai sbagliato" e "pentirsene" non è segno di debolezza cattolicheggiante. Come invece sosteneva in un'intervista proprio Albertazzi.
Eccchappalle questi (maschi soprattutto) che non hanno mai l'umiltà e il fegato di dirlo chiaro e tondo: "sì, ho sbagliato, ho fatto delle cose che ora non rifarei e che anzi adesso condanno"
Scritto da: luciano / idefix | 28/04/2010 a 14:42
Sull'infinita rottura pallistica dei promessi sposi, io concordo. Soap opera? Ma magari! Quelle ponno esse divertenti.
Detto questo, trovo Albertazzi intollerabile. La prosopopea, unita alla fascistaggine, gli fanno dire spesso castronerie, benchè travestite dal bello stile. E come recitazione abbò, me pare che sta a fa sempre quello che lui vorrebbe essere, non quello che l'autore vorrebbe veder interpretato.
Scritto da: zauberei | 28/04/2010 a 14:58
Non c'è dubbio che tra chi nel '43 scelse Salò ci fu anche molta gente onesta e in buona fede. Tra questi Franco Panizon, noto pediatra triestino, che su quell'esperienza ha recentemente scritto un libro
(Le bella gioventù, ed Mursia). Lo segnalo soprattutto per la grande onestà intellettuale con cui ha cercato di far capire (non di giustificare) la sua scelta. Un esempio per tanti...
Scritto da: tm65 | 28/04/2010 a 15:40
Oh dimenticavo: il fatto che Manzoni, secondo me, sapesse ben scrivere in italiano, non vuol dire che i Promessi Sposi non sia un romanzo decisamente "palloso".
E' una di quelle cose che si trasformano in tortura cinese per gli studenti dei licei. Forse letto da adulti può essere apprezzato di più.
Scritto da: Alessandra | 28/04/2010 a 16:14
Luciano, io non polemizzo con me stesso semplicemente perché ho fatto un sacco di cose che non rifarei, che reputo degli errori, ma che, se le spiego ai più giovani, posso sperare che non facciano. Perciò cerco di trarre vantaggio dai percorsi sbagliati per evitare di ripeterli e usarli come esempio.
Scritto da: gcanc | 28/04/2010 a 16:36
Su Albertazzi concordo con Luciano (e te pareva...).
Sui Promessi Sposi, invece, dissento da quasi tutti quelli che sono intervenuti.
Sarà perchè l'ho letto, senza che nessuno me lo imponesse, a 14 anni, avendolo trovato - io da solo - nella libreria di famiglia. E mi era piaciuto (mi piace ancora). Ben prima, quindi, di ritrovarmelo come lettura obbligatoria a scuola.
Forse il segreto è non imporre la lettura di alcun romanzo (o poema), ma fare in modo che ciascuno si costruisca da sè il proprio mondo letterario. Ho sopportato a fatica perfino Dante (!), quando al liceo ero obbligato a studiarlo. L'ho adorato e lo adoro da quando, anni dopo, me lo sono riletto per puro piacere: non smetterei mai di rileggermi certi canti dell'Inferno .
Scritto da: Dario Predonzan | 28/04/2010 a 17:20
In proposito, mi sembra il caso di ricordare il vecchio adagio: "Sbagliare è umano, perseverare diabolico."
I Promessi Sposi sono scritti bene tenuto conto del mutare della lingua e dei gusti, peccato che "puzzino di sacrestia" (come disse non so più chi)... non sono comunque l'unico romanzo degno della letteratura italiana e non capisco perchè a scuola continuino a propinarlo in tutte le salse.
Cioè, lo capisco (solo un ingenuo o un demente, può non capirlo, tanto la cosa è lapalissiana!)
Scritto da: ilva | 28/04/2010 a 17:23
Su Dante concordo con Dario. Il Manzoni tra l'altro è vomitevole quando scrive in versi: ha la musicalità di una locomotiva scassata...ecco, produce un "rumor di ferraglia"(messo tra virgolette perchè sembra un verso tratto da "Dagli atri muscosi ai fori cadenti" eccetera)
Scritto da: ilva | 28/04/2010 a 17:37
E' sconcertante accorgersi che l'amico o il vicino di casa ...usano ancor oggi il manganello.
Io ad es. ho affrontato stamattina questa scoperta e ancora non so che pesci prendere ...
Non sono ancora arrivata a capire quale sia il punto di rottura dopo il quale una persona cambia ...mi è stato più facile imparare
la leva finanziaria.
Scritto da: P@ola | 28/04/2010 a 17:52
@ ilva
Infatti Manzoni è un (grande, secondo me, ideologia cattolicheggiante a parte) romanziere, che tentava - con esiti scadenti - di scrivere anche poesia. Così come Dante è un poeta (tra gli italiani di gran lunga il più grande di tutti, secondo me), non un teorico della politica, benchè si piccasse di esserlo.
E' un po 'il difetto di tanti italiani, quello di volersi impicciare ad ogni costo di cose che è meglio lasciar fare ad altri.
Scritto da: Dario Predonzan | 28/04/2010 a 18:25
Dario,
sul fatto che Dante sia il più grande dei poeti italiani non c'è dubbio.
Quanto al Dante "teorico della politica", la sua teoria dei due Soli (leggi "Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio ecc..."), fatti ovviamente i dovuti distinguo, non la vedo poi così obsoleta. Anzi...
Scritto da: ilva | 28/04/2010 a 21:25
Letto oggi, I promessi sposi fa impressione. E non per l'anticaglia ma perchè è una descrizione attualissima, agghiacciante (e spesso comicissima) del nostro scigurato paese. Dentro ci siamo tutti: da don Ciotti a Berlusconi, dalla mafia a Ghedini, da Napolitano a Ratzinger, dal Pd ai centri sociali, dai leghisti ai preti affaristi.
Scritto da: luciano / idefix | 28/04/2010 a 21:48
Eh sì, vale sempre il detto di Gattopardesca memoria: tutto deve cambiare perchè tutto resti uguale!
Scritto da: ilva | 29/04/2010 a 20:45
Purtroppo sì.
Scritto da: luciano / idefix | 30/04/2010 a 08:56
albertazzi... chi era costui?
Scritto da: Jubal | 30/04/2010 a 11:45
Carmelo Bene aveva chiamato il proprio cane Albertazzi.
Scritto da: luciano / idefix | 30/04/2010 a 11:59
Già è vero, me ne ero scordato, se non mi sbaglio ne aveva parlato in un'intervista televisiva, mi pare a Minoli...
Scritto da: Jubal | 30/04/2010 a 12:11
E comunque a mio modesto parere anche il Manzoni poeta aveva il suo perché, l'Adelchi mi piace molto ancora oggi.
Scritto da: Jubal | 30/04/2010 a 12:26