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26/04/2010

Commenti

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I Talebani non odiano solo le donne.
Guai se un uomo ascolta una canzone o viene trovato con radio accesa o musicassetta: lo radono, barba e capelli, in segno di spregio.
Quando tutto va bene...

A costo di essere tacciata di razzismo, una domanda devo porla:
i taliban si possono definire esseri umani?

ma io non ho visto la notizia sul giornale...possibile che queste notizie vengano taciute, mentre quelle sul divorzio berlusconi-fini siano su tutte le prime pagine? Mistero!

Alessandra: c'è un bel racconto di fantascienza di Philip Dick (autore che io amo perdutamente).
Si intitola "Umano è".
Un astronatuta stronzissimo e maschilista è sposato con una donna molto dolce. Lui parte per una lunga e pericolosa missione spaziale, da cui torna del tutto trasformato: ora è un uomo comprensivo, accogliente, affettuoso, generoso. Lentamente, lei capisce cos'è accaduto: un alieno si è impossessato del corpo del marito. E ciò è avvenuto anche ad alcuni altri astronauti. Vi è un'inchiesta militare. Quando le domandano se in suo marito ha notato qualcosa di strano, tale da far sospettare un'intrusione aliena, lei dirà di no.

Roberta: l'ho letta su Repubblica on line:
http://www.repubblica.it/esteri/2010/04/25/news/i_taliban_avvelenano_80_bambine-3604840/

Umani
Già Alessandra cos'è in realtà l'umanità di una persona ?
Sono persone molto spaventate dalle loro stesse emozioni e molto molto retrograde: cresciute in un ambiente aberrante...D'altro canto erano forse i nazisti, umani ?

ah, almeno ce l'hanno messa, pensavo che ormai tutto cio' di cui si parlasse sui giornali fossero notizie di vip...(sospira sconsolata)

La domanda non è se i talebani siano umani. Purtroppo la storia dell'umanità dimostra che gli umani sono capaci delle peggiori efferatezze in nome delle ideologie, in nome del profitto, in nome dell'ambizione.
Io vorrei spostare l'attenzione su un'altra questione: più un sistema sociale è arretrato più opprime le donne e più teme l'emancipazione femminile. Tutti i fanatismi religiosi umiliano in primo luogo le donne, riducendole al rango di fattrici silenziose. Questo vuole dire che nessuna evoluzione sociale è possibile se non parte - purtroppo a prezzo di sacrifici terribili - dall'evoluzione della parte femminile della società.
E' un processo doloroso perché, oltre alla ferocia dei fanatici, bisogna anche avere la forza di superare tradizioni imposte da così tanto tempo che hanno reso quasi impossibile, per le donne, immaginarsi diversamente.

Basta intendersi sul significato delle parole.
Come nel racconto di Dick.
Se per "umano" intendiamo una condizione che ci viene data con la nascita, allora è evidente che tutti quanti noi terrestri di "razza umana" (per il fatto stesso di vivere) siamo "umani".
Se invece per "umano" intendiamo qulcosa di qualitativo, e cioè un insieme di comportamenti e di relazioni con il prossimo improntate soprattutto all'empatia e alla solidarietà, è altrettanto evidente che il grado di "umanità" non è uguale in tutti quanti.
Non so...basta pensare a come si comportarono nel Lazio del '43-'45 il brigadiere dei carabinieri Salvo D'Acquisto e il comandante della Gestapo Ernest Kappler. Ed è subito evidentissima la diversa scala di "umanità".

Eeka, a costo di annoiare (ma sul blog vengono sempre persone nuove), ripeto una cosa che avevo già scritto più e più volte: dice tantissimo (forse tutto) su una persona, un'ideologia, una fede, una società, una chiesa, uno stato, una famiglia, il modo in cui trattano le donne.

Luciano: ma è il punto fondamentale, non si deve mai smettere di ripeterlo. Se un sistema di pensiero giustifica l'oppressione della parte femminile (e dei non-conformi, di qualunque tipo essi siano) non è un sistema di pensiero sano.

Io sposo indissolubilmente questa concezione laica ed eretica del mondo.
E lo faccio anche (non solo ma anche) nel nome di Gesù Cristo.

I talebani sono altri dementi che fanno il paio con quelli da te citati ieri. Tutta gente che si crede di parlare nel nome di dio, o del popolo, o di se stesso (credendosi un dio, come quel tale di arcore), di fatto elevando monumenti alla infinita stupidità umana.

La mia domanda era provocatoria, ovviamente.
Trovo giustissima la differenza che fa Luciano tra la "quantità" e la "qualità" dell'essere "umano". Era proprio a quella che volevo arrivare con la mia domanda.
Qualitativamente, dal mio punto di vista, i taliban, o talebani, sono della peggiore risma.
Conosco il racconto di cui parli, Luciano. Se non sbaglio, ne è stato tratto anche un film, ma non ne sono sicura. La metafora di Dick è straordinaria e nel contempo fa riflettere: pare voglia dire che non c'è speranza, per l'uomo, di cambiare la sua natura a meno di rinascere completamente. E per far si che questo accada ci vuole un intervento "alieno". Questo può accadere solo nella fantasia, o probabilmente nella realtà tra migliaia di anni.
Al momento non riesco a scorgere nemmeno lontanamente una soluzione possibile che possa mettere fine alla barbarie di una "cultura" intera e secolare. Coloro che attualmente combattono i talebani, o fingono di farlo, pensano solo agli interessi personali, le donne afghane non sono incluse in questi interessi. Perciò, per quanto sia giusto quello che dice Eeka, credo sia impossibile una "rivoluzione" dall'interno in cui le donne possano finalmente ribellarsi e liberarsi. Da sole non possono farcela, specialmente con la presenza di un capo di stato come Karzai, un finto progressista ed ipocrita senza pari.

1) Dal racconto di Dick, mi pare abbiano tratto un film con Jhonny Depp.
2) Stamattina sul tram ho avuto un battibecco con due vigili urbani, un passeggero e il guidatore. Partito da una serie di barzellette che si raccontavano tra di loro a voce altissima sugli uxoricidi (ovviamente tracimanti un maschilismo nauseabondo). Dopo esser stato zitto per alcuni minuti ho ricordato che siamo il paese europeo con più omicidi in famiglia contro le donne.
"Sono pazzi" hanno detto quasi in coro.
"No, sono inzuppati di maschilismo, è diverso"
Poi la discussione è passata all'ipocrisia italiana (che ho tirato fuori io) e alla mercificazione della donna ("lo vogliono loro" sostenevano i quattro tizi).
Insomma, maschi che mi fanno senso. E che (in un altro contesto) forse farebbero come i Taliban.

Alessandra: non sto dicendo che adesso le donne afghane si possono liberare. Sarà un processo culturale, quindi richiederà anni, se non secoli. Ma è l'unica via. Nessuno può essere liberato dall'esterno. I concetti di libertà personale, di autodeterminazione devono essere interiorizzati, altrimenti si tratterà comunque di un modello imposto e mai compreso fino in fondo.
Ripeto, è un processo lunghissimo che non procede in linea retta. Del resto, nemmeno nello sviluppato occidente si può dire che il concetto di emancipazione sia stato del tutto compreso e interiorizzato. E non parlo degli uomini, ma delle donne. Molte sono, magari inconsapevolmente, legate a stereotipi culturali del passato che, nonostante tutto, aiutano ancora a definirsi, a darsi un ruolo sociale. La libertà, quella vera, fa paura.

Luciano, l'Italia intera pure è messa male in quanto a maschilismo becero. Non vorrei mai trovarmi di fronte a tipi come quelli che hai incontrato tu, non solo maschilisti, ma anche ignoranti. Coloro che commettono uxoricidio sono pazzi, secondo loro, però è lecito raccontare squallide barzellette sull'argomento e dire pure che la mercificazione della donna è voluta dalla donna stessa: direi che hai assistito al festival della stronzaggine acuta. Si,concordo: penso che quei tizi in un altro contesto culturale potrebbero tranquillamente essere come i talebani.
Sono curiosa di sapere, però, se almeno si sono resi conto della loro ipocrisia quando hai sollevato l'argomento.

Eeka, io concordo con te, ma penso anche che le donne afghane debbano essere aiutate, ora, subito, altrimenti il processo di cui parli non inizierà mai.

Se si sono resi conto? No, hanno solo evitato di polemizzare perchè mi hanno subito inquadrato. un molesto rompiballe di sinistra che legge molto più di loro e che non avrebbe mollato la discussione.

In un contesto dove le donne sono oppresse nemmeno gli uomini stanno bene. Forse credono di stare bene.

E' proprio la domanda che mi facevo anch'io in questi giorni sentendo l'intervista a Malalai Joya ( http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=311917 )
Perche' tanto accanimento contro le donne?

@Alessandra: sì le donne afghane vanno aiutate e difese. Altrimenti l'operazione di "esportazione della democrazia" avrà come risultato (se lo avrà...) quello di sostituire i talebani con un gruppo di integralisti meglio presentabili in occidente (Karzai e company).
@Offender: verissimo

posso solo dire: odio i fascisti.

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