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14/03/2010

Commenti

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Letto velocemente ora e me lo gusterò con più calma domani.
Mi è successo che arrivata alla fine ho pensato: "Cavoli, ancora un pezzettino poteva mettere!!!" ... e mi pare un bel segnale!

A me succede ogni volta che una storia mi acchiappa.
A William Somerset Maugham (uno dei più grandi raccontatori di storie del Novecento) chiesero: "qual'è lo scopo di uno scrittore?".
Lui diede una risposta formidabile: "Costringere il lettore a voltar pagina".
Comunque, il mio primo capitolo finisce qua.
GRAZIE PER LA CONSULENZA

Viene la curiosità di andare oltre e di sapere cosa c'è dopo.
Mi piace la scrittura.
Spector è in galera, se non sbaglio.Gli manderai una copia del racconto?

Ale: non ci avevo pensato. Però bisognerebbe anche allegargli una traduzione. E, purtroppo, mai inglisc meik compescion.

Troppo contorto per i mie gusti. Buona fortuna comunque

"Non siete ancora convinti?" lo sostituirei con "ancora niente?".

"Quando lo stacco della batteria e l’incedere dei violini vi fanno venire nei boxer o nelle mutandine, ricordatevi sempre di Phil Spector. Vi bastano questi due esempi?".

Mi suona meglio "ricordatevi del vecchio Phil. Vi bastano, come esempi?".

"Intanto, quel londinese del cazzo alto un metro e novanta mi superava di quasi trenta centimetri".

Non mettere troppi "cazzi" o "cazzo". E mi suona meglio "...di buoni trenta centimetri".

"Dal negozio uscì una ragazza con in mano il secondo disco di quel giovane Bob Dylan, Freewheelin’ qualcosa, roba musicalmente troppo scarna che aveva bisogno di venir rimpolpata da un suono come Dio comanda, batteria basso tastiere chitarre elettriche".

Io metterei "...di un certo Bob Dylan Freewheelin' qualcosa, una roba folkie, tutta ossa: niente polpa, niente pop".

Quanto a Manson, non ne farei un recluso da Arian Brotherhood, nel 1963: è vero che diceva un sacco di cose brutte sui negri quando diventò Charles Manson il boss della Family, tipo che i negri avrebbero brigato per conquistare il potere negli Stati Uniti d'America, cose così...
Ma non so prima.
Manson era essenzialmente un piccolo delinquente con notevoli capacità di manipolare il suo prossimo.
CEASE TO EXIST e PEOPLE SAY I'M NO GOOD, poi, non so se esistevano già nel 1963. Magari mi sbaglio, ma tu verifica.
Nel '63, in ogni caso, esistevano già i Beach Boys, che Manson frequentò parecchio (soprattutto il povero Dennis Wilson).

Il testo mi sembra molto buono. L'idea di fondo è notevole.
Stilisticamente parlando, io ci lavorerei ancora un po', sulla voce di Spector. Renderei il racconto un po'(solo un pelino) più discorsivo.
Così com'è a volte sembra più un testo scritto per il MUCCHIO (tra l'altro esiste, e te ne farò la fotocopia, un testo a firma Antonio Tettamanti che uscì sul Mucchio, a puntate, negli anni Ottanta, e che parlava proprio di Charles Manson e dei disastri che combinò. Lo sapevi?) che un testo narrativo.


Un abbraccio, Lucià.

tic

Un enorme grazie, Tic. Appena posso faccio le correzioni: ascolto sempre i produttori.

Su Manson:
dato che il mio spazio è relativamente poco (una trentina di pagine in tutto) sono costretto a concentrare temi che (lo so) andrebbero distribuiti cronologicamente con più avvedutezza. Per questo già nel '63 rendo Charles consapevolmente razzista e autore di canzoni. In un vero e proprio romanzo, farei entrare tutto ciò più avanti e (nei primi Sessanta) introdurrei solo qualche avvisaglia.
Per quanto invece riguarda il linguaggio di Spector, i tuoi suggerimenti li accolgo come pepite.

caro luciano, mi stavo chiedendendo proprio quando avresti pubblicato qualcos'altro (io sono rimasto ai libri per bambini che ancora però devo ordinare)...
premesso che l' ho letto andando velocemente...
1 lo stile scorre molto bene
2 i vocaboli che hai usato mi sembrano sufficientemente semplici e senza ripetizioni (e credo che tu volessi ragiungere propio questo stile)
3 la vicenda è intrigante
4 per quanto mi riguarda non conosco molti dei nomi che hai citato (perchè ho grosse lacune in particolare per quel periodo lì) e penso che avendoli conosciuti me lo sarei goduto anche di più

ultimamente ho sistemato alcuni dei racconti che ho scritto (le cui bozze piene zeppe di errori sono sul mio blog) e sto provando a pubblicarli. chissà che tu non mi possa prima o poi ricambiare il favore, stroncandomi la carriera ;-) (ovviamente senza impegno alcuno!)

facci sapere!

Luciano, se Tic non può occuparsi della traduzione (mi pare di capire che insegni inglese,o mi sbaglio?), potrei cercare di farla io. Se ti va, ovviamente.

Lucià, scusami. Ho dato per scontato che avresti chiesto la traduzione a Tic. E chiedo scusa pure a lui. :-(
Insomma, non volevo impicciarmi degli affari vostri. I'm terribly sorry.

Così Spector ci odierebbe.
Comunque accolgo la tua offerta senza ipocrisie ma a braccia spalancate e con un GRAZIE A BUON RENDERE.

mi permetti? un po' artificioso l'incipit

Altroche: permetto tutto. Nei nostri giudizi, noi lettori siamo sovrani.

anche a me, come eeka, parese un po' troppo...
da questa introduzione non capirei niente della storia che verrà sviluppata, e questo mi darebbe un po' fastidio, perchè comunque abbandonerei la lettura e riporrei il libro sullo scaffale.
paulino mccarthyno... no, please.
c'è da dire che ho inteso che la storia sia del genere che non mi interessa, e per tua fortuna i miei gusti sono i miei e non quelli di tutti gli altri.
comunque in bocca al lupo!!

Marcob: il diminutivo appioppato a Paul McCartney non suonava tanto bene nemmeno a me. Perciò alla prima critica che arriva (la tua), lo tolgo.
Se poi non si capisce dove la storia andrà a parare e a uno/a ciò non piace, padronissimi di non andare avanti a leggere.
Però a me va benissimo che non si intuisca cosa accadrà nelle prossime pagine: è esattamente quello che volevo.

Dici di "rendere" manson "razzista" e "autore di canzoni" già dal '63.
Sul razzismo non so (ma non è improbabile), quanto alle canzoni è accertato che già nel 63 (resoconto annuale del penitenziario) "si applicava in modo frenetico alla chitarra" e che (da resoconto del 64) nell'anno successivo aggiunse un interesse maniacale per i Beatles (che a gennaio erano sorprendentemente balzati in testa alle classifiche USA con "I want to hold your hand") a quelli (in via di raffreddamento) per il buddismo e per Scientology. Manson frequentò Dennis Wilson dei Beach Boys (che erano divenuti il contraltare USA dei Beatles)solo dopo la sua liberazione del 67. Fu tramite Wilson che entrò in contatto con il produttore Terry Melcher (il figlio di Doris Day), che però non si mostrò interessato a fargli registrare un suo disco (vera grande aspirazione di Manson). Probabilmente Melcher (che aveva abitato la villa di Polanski fino a poco prima) era il vero obiettivo della strage di Bel Air.
Nulla di strano quindi che nel 63 potesse scrivere già canzoni, anche se forse non ancora quelle citate. Ma accompagnandosi già alla chitarra, e non coi denti.
Sul Maccartino mi associo a Marcob: nun se pò vedè!
Sul resto a me sì che mi intriga, e mica poco!

Grazie anche a carloesse: il diminutivo di Maccartino è stato cassato.
Sul Manson, sono più o meno le riflessioni che avevo fatto io.

mi piace
lo devo ancora stampare per leggerlo meglio
mi ricorda un po' jack folla, sia nella situazione che nella costruzione del periodo. A presto, dopo la rilettura

Delle storie con Folla, dovrei avere il primo volumetto Oscar. Ma più che altro ne avevo ascoltate varie alla radio.
Non ci avevo minimamente pensato, a quel modello.
L'idea m'era venuta per "usare" la mia passione verso l'arte (anche se non la persona, che tutto sommpato è un dis/graziato) di Phil Spector.

Bello!
Ho dovuto meditarci un po' sopra, per fare l'orecchio al ritmo e al lessico un po' "fast food"...anche perchè io certamente avrei usato uno stile meno americano, o meno Global, se preferisci.
E soprattutto infarcito da tanti "che". :-)

Nel frattempo ho ridotto i "che" (una parola da evitare il più possibile. Anzi: una parola che va evitata il più che si può).

Luciano, mi riferivo ai MIEI "che", non ai TUOI.
E' un difetto che mi hai fatto notare tu e di cui ti ringrazio...anche se non scrivo più da mesi.
Dici che dovrei intonare qualche invocazione alle Muse?

Luciano, adesso sono seria davvero, anzi sono triste: ricordi che anniversario ricorre domani?

Aspetta che ci penso: oggi è il 18...ogggesù santo.
http://lucianoidefix.typepad.com/nuovo_ringhio_di_idefix_l/2009/03/in-morte-di-f.html
e poi
http://lucianoidefix.typepad.com/nuovo_ringhio_di_idefix_l/2009/03/tornando-da-un-funerale.html
(E l'idea del racconto un po' picaresco e tragicomico sull'amicizia tra me e F., intitolato IL PANINO DELLA BESTIA, non l'ho abbandonata)

ci tornerò ancora. Prende e incuriosisce, scorre bene. Segnalo solo: invece di interruppe, bloccò o fermò tutto(che dà meglio l'idea dell'arrestarsi della forchetta del giornalista ecc; se no una forchetta interrotta non va bene
ma me lo rileggo
grazie, marina

Grazie, Marina: suggerimento ascoltato e approvato.
Il testo che vi ho proposto era la prima stesura, (scritta quasi di getto, sottoposta a una rapidissima revisione e poi buttato in pasto a voi).
Mentre i tempi per me sensati prevedono:
- scrittura di getto,
- rilettura e prima grezza e parzialissima correzione il giorno dopo,
- continuazione della scrittura di getto,
- il giorno seguente rilettura e nuova grezza correzione,
- così avanti,
- fino alla fine del libro.
Che a quel punto se ne sta a decantare per una quindicina di giorni/ un mesetto, in modo da dimenticarlo il più possibile.
Così che, quando lo riprendo in mano, è COME SE NON lo avessi scritto io bensì qualcun altro. E dunque posso criticarlo e correggerlo a fondo.
A quel punto, quando sono abbastanza soddisfatto, lo passo a delle "cavie".
Alla luce delle loro ulteriori critiche e commenti, lo sottopongo a una nuova revisione: quella definitiva.

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