Ne ho già scritto più volte ma mi piace tornarci ancora.
E allora vi racconto il piccolo episodio di oggi, con tanto di colpi di scena.
Ma prima, la premessa: in edicola, riesco spesso a prevedere con esattezza quasi scientifica se Tizio/a comprerà Libero & Giornale, Repubblica oppure Il Corriere della sera, Sole 24 ore, Gazzetta dello sport.
Come faccio?
E' molto semplice.
Ancor prima che Tizio (o Tizia) dica qualcosa la sua scelta mi viene anticipata dalla sua faccia, l'espressione che i suoi lineamenti compongono, il suo abbigliamento, l'auto da cui scende.
Certo: a volte mi capita di sbagliare. Ma (come insegna Karl Popper) le affermazioni scientifiche sono proprio queste: quelle che possono venir smentite.
E vengo a stamattina.
Solita edicola di Opicina.
Compro Il Fatto, Repubblica, Il piccolo, L'Unità, il mensile di cinema Nocturno.
Sto scambiando due parole con i simpaticissimi titolari, quando entra un quarantenne che non ho mai visto prima.
In tre decimi di secondo, il mio istinto lo cataloga e formula la previsione scientifica: l'uomo acquisterà Il Giornale. Non Libero ma Il Giornale.
Accetterei scommesse di venti o trenta euro.
Invece, si avvicina al banco dei quotidiani e la sua mano fruga ravanando nella pila di Repubblica.
Strano, dico tra me e me, molto molto strano.
L'uomo guarda il titolo d'apertura di Repubblica, poi chiede: "Il Giornale"
I nostri sguardi si incrociano con reciproco disprezzo: lui ha visto cos'ho comprato io, io ho visto cos'ha comprato lui, apparteniamo a due Italie inconciliabili.
Luciano, la variablile impazzita è reppresentata da chi vuole solo sapere cosa dice la fazione opposta. Io non ho mai comprato il giornale, ma spesso repubblica per vedere quale sia la linea del centro sinistra. Altrimenti stampa e corriere, sempre che sia in italia. Quindi non disprezare chi compra il Giornale magari la pensa come te ... e un giorno magari assisterai a due progressisti o due berlusconiani che si azzuffano per i giornali scelti ...
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 13/03/2010 a 13:04
Infatti: la tua era un'affermazione scientifica (pressapoco come gli oroscopi) :-)
Scritto da: ilva | 13/03/2010 a 16:51
hai (avete) visto invictus?
al di là dei meriti, o demeriti, la pellicola si pone una domanda simile: due fazioni sono inconciliabili? L'esempio cinematografico sudafricano,
molto retorico, come riportato da Eastwood, dice che finchè ci sarà rancore e uno sguardo verso quello che "ci hanno fatto", non sarà possibile superare le differenze. Mi torna continuamente in mente, perché in questi giorni, leggendo i commenti alle notizie, suol corriere della sera, sul sole24ore, sul giornale, sull'unità, e confrontandoli si assistono a due italie cotrapposte. Da una parte chi legge certe testate, dall'altra chi legge altro. Da una parte chi guarda certe cose, dall'altra ecc. Nonostante questo:
io non riesco a sopportare chi legge ilgiornale.
Scritto da: gy | 13/03/2010 a 18:37
Quando in redazione leggevo il Giornale qualcuno, raramente, fraintendeva. Oggi che sono freelance non butto i soldi per comprare il Giornale o Libero, mi basta il TG1.
Scritto da: gcanc | 13/03/2010 a 19:55
Giorgio: io rivendico con orgoglio la mia attuale e profonda inconciliabilità con gente come Minzolini Capezzone Bonaiuti Cicchitto Feltri Fede Cota Borghezio Gasparri Vespa (e non vado avanti perchè si è capito il genere).
Ripeto: CON ORGOGLIO.
Scritto da: luciano / idefix | 13/03/2010 a 21:14
conosco quelle occhiate di odio e disprezzo reciproco che ci si lanciano alle edicole e quel prurito che ci fa pensare: fa' che mi dica qualcosa, fa' che mi dica qualcosa...
marina
Scritto da: marina | 14/03/2010 a 08:35
Il mio non è "odio": è orgoglio di essere differente.
Scritto da: luciano / idefix | 14/03/2010 a 09:03
Orgoglio di essere differente e' sempre meglio dell'odio o del disprezzo per chi lo e'da noi (con certe caratteristiche); in fondo l'atteggiamento piu' adeguato sarebbe quello della pieta'. Meglio sarebbe provare semplice gratitudine nei confronti del Signore che ha fatto si' che certi aspetti della natura umana a noi invisi non si manifestino in noi stessi....l'orgoglio non e' mai qualcosa di cui andare orgogliosi.
Scritto da: uno | 14/03/2010 a 11:34
Da cristiano, prego ogni giorno Dio affinchè mi aiuti a essere una persona decente e diversa (almeno "abbastanza" diversa) da certi manigoldi.
E lo ringrazio per tutto ciò che ho la fortuna di avere (in particolare gli affetti privati che mi scaldano il cuore).
E prego Dio affinchè illumini certe persone.
Scritto da: luciano / idefix | 14/03/2010 a 15:41
Mai confondere l'orgoglio con la fierezza e la consapevolezza di se'. Umiliarsi e fustigarsi senza alcun motivo non serve a nessuno, men che meno a chi lo fa.
Non è giusto, a mio avviso, non riconoscersi dei meriti per qualcosa di buono che abbiamo fatto.
L'orgoglio di cui parla Uno è un'altra cosa. La fierezza di Luciano di essere una persona retta, onesta, sincera non è nemmno lontana parente dell'orgoglio cieco e stupido di certi personaggi.
Scritto da: Alessandra | 14/03/2010 a 16:09
E per certi personaggi la pietà è anche troppo. Non la meritano.
aver pietà di chi, per esempio, fa parte dell'attuale governo, vorrebbe dire giustificarli ed accettare passivamente la distruzione sistematica del nostro paese e della sua Costituzione.
No, nessuna pietà per questa gente. Mai.
Scritto da: Alessandra | 14/03/2010 a 16:14
Hai ragione, Ale. Pietà l'è morta!
Nessuno potrà mai chiedermi di tollerare (di accettare senza provare sdegno e rabbia, per usare un eufemismo)lo squallore morale di chi fa parte dell'attuale governo e, fatto peggiore, le iniquità che provoca.
Ci stiamo rendendo conto che il Paese è prossimo alla "fame"?
Finite anche quelle poche mensilità di Cassa integrazione, come farà certa gente a campare?
Scordiamoci che ci possa essere una ripresa dei consumi; e quindi un contributo alla ripresa economica... e allora, come la risolviamo?
Ci sono segni preoccupanti sui giornali, anche tra le righe. Una pubblicità del tipo: "ritiriamo vestiti usati in cambio di nuovi acquisti" non si era mai vista. Così come non s'erano mai viste due pagine per sponsorizzare l'Ovisse sull'inserto Donna di La Repubblica, accanto alle firme di Dolce e Gabbana & C.
Lo dico con estrema amarezza: secondo me, siamo allla frutta...e i nostri politici se ne fottono, perdono tempo in polemiche pretestuose.
Non hanno giustificazioni di sorta.
Scritto da: ilva | 14/03/2010 a 18:25
Io lavoro in un ufficio pubblico. Da qualche mese sono a contatto giornaliero con persone che (in vario modo) chiedono assistenza: borse lavoro, tessere agevolate dell'autobus per invalidi e disoccupati, contributi vari...
Di settimana in settimana vedo una situazione sempre più grave: anziani e giovani e cinquantenni in difficoltà, famiglie che annaspano, vecchi dignitosissimi che mi mostrano i buoni pasto degli enti "di carità" ("se no gavessi questi, moriria de fame"), un'Italia che molti politici nemmeno immaginano, un mondo ingiusto di cui mi vergogno perchè SO che il mio benessere danza anche su queste miserie.
E non sto a raccontare i miei coinvolgimenti personali in varie di queste vicende umane: sono solo il tentativo di restituire una minima parte di ciò che ho (e non intendo solo "denaro").
Scritto da: luciano / idefix | 14/03/2010 a 21:14
Insomma, se ho capito bene Luciano, fai dell'elemosina. Quando mi trovo in circostanze in cui posso agire con discrezione, lo faccio anch'io.
Ti dirò però che lo faccio con un doppio magone: 1)quello che mi deriva dal fatto di sentirmi emotivamente coinvolta nella miseria degli altri 2) quello che ha le sue radici nella VERGOGNA di appartenere ad una nazione che IGNORA tali miserie.
Dal vocabolario di un paese civile, secondo me, le parole "beneficienza" e
"volontariato" (quando, pur essendo lodevole per chi lo fa, viene a supportare lo stato là dove esso è carente)dovrebbero sparire, perchè sono la testimonianza palese di iniquità e inefficienze inammissibili.
Scritto da: ilva | 14/03/2010 a 22:02
Non è tanto nè solo questione di "elemosina". Ma anche di incontrarsi con certe persone al di fuori dell'ufficio per cercare di dare una mano nella loro solitudine e nei loro problemi.
Ma non lo dico per fare il bravo, eh! Sia chiaro. Anzi! Perchè mi vergogno del pochissimo che faccio, mi vergogno delle stesse cose che dice benissimo Ilva: di far parte (e da posizione privilegiata!) di una società ingiusta.
A un teologo inglese domandarono quele fosse la misura giusta, per un cristiano, della carità. E lui disse: "quella che io per primo non faccio. E cioè tutto il superfluo"
Scritto da: luciano / idefix | 14/03/2010 a 22:16
Mi permetto di evidenziare un fatto: quando si avviano dscorsi di un certo peso (come quello della drammatica situazione economica che stiamo vivendo) tutti si defilano.
Frequentano questo blog solo i nababbi? :-)
Scritto da: ilva | 15/03/2010 a 18:50
Non credo. Penso si tratti di altro: molti conoscono bene la situazione italiana ma forse non sanno che pesci pigliare.
Scritto da: luciano / idefix | 15/03/2010 a 21:30
Ilva, io non riesco a parlare dell'attuale situazione economica perché mi deprimo e non posso permettermelo. Faccio i salti mortali avvitati e carpiati tutti i giorni, nel mio piccolo. E sono ancora fortunata per molti aspetti che non sto qui ad elencare. Non ho fortune e rendite economiche, solo un mezzo lavoro precario. E con questo ti ho raccontato già metà della storia.
Scritto da: Alessandra | 15/03/2010 a 22:57
Ale, in tutta sincerità, neanch'io sto vivendo un periodo di grande splendore sotto il profilo economico.
Al di là di questo, visto che i politici cazzeggiano e sembrano in tutt'altre faccende affacendati, mi piacerebbe che una tantum almeno noi accennassimo a quello che giudico il Problema per antonomasia (la crisi economica appunto) anche perchè condizionerà, a mio avviso, la politica ( e la cosiddetta società civile)spingendola/e verso chissà quali derive.
Buonanotte e sogni d'"oro".
:-)
Scritto da: ilva | 15/03/2010 a 23:11
Le tessere annuali dell'autobus (intera rete urbana, cittadina e provinciale) che diamo alle "categorie protette".
In un anno ne distribuiamo circa ottomila.
Costano 4 euro e 20 centesimi.
Bene.
Molte persone hanno qualche imbarazzo a pagar quella cifra.
Scritto da: luciano / idefix | 16/03/2010 a 08:53
Non ho capito bene, Luciano: distribuite tessere annuali per 4 euro e qualcuno non riesce a pagarle?
Siamo a livello di tragedia greca, direi.
Scritto da: ilva | 16/03/2010 a 16:50
Direi.
I requisiti sono fondamentalmente:
- invalidità civile o del lavoro oltre il 67% (oppure essere reduci da lager, feriti di guerra eccetera),
- reddito lordo inferiore ai 30.000 euro,
- residenza in Provincia di Trieste.
E ci sono persone che hanno qualche difficoltà a tirar fuori i 4,20 euro. Ho visto situazioni da non credere.
Giorni fa, un signore sui 70 anni, vestito in modo disgnitosissimo, che ha cominciato a raccontarmi la sua storia e a mostrarmi le sue carte di pensione solo dopo che tra di noi si è stabilita un po' di confidenza. Insomma: prende di pensione 361 euro, 160 deve spenderli per un farmaco che il SSN non gli passa, pranza con i buoni pasto di un'associazione benefica. E' venuto allo sportello il 3 o 4 di marzo e aveva due carte da 50 euro per tutto il resto del mese. Altro che la crisi dell'ultima settimana, altro che "quelli che non ce la fanno gli ultimi dieci giorni del mese".
Non vado avanti a raccontare la storia di questo signore perchè (da adesso in poi) riguarda solo me e lui.
Scritto da: luciano / idefix | 16/03/2010 a 18:54
Il "vero signore" sei comunque tu, come sempre, con la tua discrezione, la tua disponibilità, il tuo rispetto...
Permettimi un'obiezione.
Reddito lordo inferiore ai 30.000 Euro pro capite?
Tutto sommato mi sembrate molto generosi a Trieste!(non mi risulta che in provincia di Cuneo lo siano altrettanto).
Credo che un professore precario (e forse anche non precario) ne avrebbe ampiamente diritto (se non ho sbagliato i calcoli)...
Da noi, invece, pagano un sacco persino gli studenti pendolari, indipendemente dal reddito della famiglia.
Scritto da: ilva | 16/03/2010 a 21:09
Si tratta di una legge regionale, fatta alcuni anni fa.
In Provincia a Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone ci limitiamo (con minuscole differenze) ad applicarla organizzando il servizio.
Scritto da: luciano / idefix | 16/03/2010 a 21:29
Comunque, il requisito primo e sine qua non è l'INVALIDITA'.
Poi in provincia di trieste abbiamo delle tessere per l'autobus (gratuite, mensili e rinnovabili) per chi ha perso il lavoro dal primo ottobre 2008.
Scritto da: luciano / idefix | 16/03/2010 a 21:31
Complimenti.
Scritto da: ilva | 16/03/2010 a 21:56
Giunta di centrosinistra, presidente donna.
Scritto da: luciano / idefix | 16/03/2010 a 22:04