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05/03/2010

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lungimirante!

Flaiano è uno di quelli che resteranno, dell'Italia del Novecento.

Un grandissimo. Un maestro di pensiero. Uno dalla vista acuta come pochi. Avercelo ancora!

credo che l'enunciato che in Italia la linea più breve tra due punti sia l'arabesco sia riassuntivo di tutti i difetti e i pregi del nostro popolo. Disperante

non ricordo se era lui che descrisse in un modo estremamente accurato quelle persone sciocche che fumavano seduti ad un bar...

Caro Carlo, forse, se ci fosse oggi Flaiano, subirebbe un inevitabile "oscuramento" da parte del potere oscurantista dominante. Anche oggi ci sono molte persone, intellettuali e non, con una grande mente e un grande cuore. Ma non appaiono sotto i riflettori del Grande Occhio, quello che costruisce la cosiddetta realtà sociale. Probabilmente, tra una cinquantina d'anni o più, quando saranno morte, queste persone saranno celebrate - da morte non avranno possibilità di replica, saranno innocue.
Hai visto il destino di Gaber e di De Andrè? Celebrazioni su celebrazioni. Gaber, sicuramente un grande artista, negli ultimi anni di vita scriveva articoli deprimenti su una rivista, la nuova edizione di "Re Nudo", letta da nemmeno mille persone. Parlava di disastro italiano, senza mai citare il disastro che aveva in casa o lì vicino, Ombretta Colli, esponente importante della Destra in tumultuosa ascesa. Temo che De Andrè attragga oggi più per il suo lato depressivo - una sorta di attrazione adolescenziale - che per la sua arte, talvolta eccessivamente didascalica.
Pasolini ora è un profeta. Tanti a dire (giustamente e ingenuamente): "Ci vorrebbe un Pasolini oggi". Ma in vita Pasolini era considerato da molti un grande rompiscatole e un immorale. Per oltre vent'anni dopo la sua morte è stato più conosciuto in Francia che in Italia. La sua cinematografica "Trilogia della vita" è pressochè sparita dall'Italia, anche oggi, tranne qualcosa di recente relativo a "Salò" in qualche dvd. Chi ha mai rivisto il bellissimo "Il fiore delle Mille e una notte"?
Carmelo Bene, davvero un genio, è stato riconosciuto in vita da pochi, in morte da pochissimi. Forse se ne riparlerà tra una cinquantina d'anni. D'altronde, un genio rarissimo dell'Occidente, Nietzsche, non è riconosciuto tale nemmeno dopo oltre un secolo. Troppo pericoloso.

Subhaga fa osservazioni assai interessanti: uno come Flaiano sembra più importante adesso di quanto fosse all'epoca. Perchè spesso le persone geniali e rabdomantiche acquistano spessore anno dopo anno, decennio dopo decennio.

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