DALLA STAMPA on line di oggi:
Condizionava la vita di donne fragili, violentava le loro figlie bambine, estorceva denaro a giovani che si affidavano a lui, che dietro l’ufficialità di corsi yoga, filosofia orientale, disintossicazione dalla droga, coltivava l’orrore di una vita morbosa fatta di violenza psicologica e menzogne. Per Danilo Speranza, 62 anni, romano, guru della setta Maya, mille adepti, si sono aperte le porte del carcere e si sono chiuse quelle della associazione new age da lui fondata negli anni ’80.
C’è voluto oltre un anno e mezzo perchè dal pool di magistrati della procura di Tivoli partisse l’ordinanza di custodia cautelare: chiesta dal Procuratore capo Luigi De Ficchy assieme ai due pm Maria Teresa Pena e Stefania Stefania, e firmata dal gip Cecilia Angrisano, affidata agli agenti della polizia municipale di Roma dell’VIII Gruppo diretto dal comandante Antonio Di Maggio. Alla fine l’elenco dei reati contestati è lunga: dalla violenza sessuale anche su minori, alla truffa aggravata e false dichiarazioni all’autorità giudiziaria ma anche la riduzione in schiavitù.
Complimenti alle forze dell'ordine e ai magistrati (fra l'altro, tre donne).
Ma proviamo adesso a ricordare la furibonda indignazione che percorre i telegiornali, le paginate e paginate sui quotidiani, le rabbiose interviste volanti raccolte dai microfoni dei giornalisti, gli sputacchiati e forsennati proclami di certi politicanti, quando a commettere lo stupro è uno straniero.
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