Bob Kennedy nel discorso del 18 marzo 1968 alla Kansas University:
Non troveremo mai uno scopo per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria, la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le porte blindate per le nostre case e le prigioni per chi cerca di scassinarle. Comprende la distruzione dei nostri alberi e la perdita delle nostre meraviglie naturali, dovuta alla sgregolata crescita urbana. Il PIL comprende programmi televisivi che esaltano la violenza per vendere giocattoli ai nostri bambini. Cresce con la produzione del napalm, dei missili e delle testate nucleari. Comprende anche la ricerca per disseminare la peste bubbonica. Si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte e non fa che aumentare quando sulle ceneri delle case si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Ma il PIL non tiene conto della salute dei nostri figli, della qualità della loro istruzione e nemmeno del fatto che possano giocare con gioia. Non comprende la bellezza della nostra poesia né la solidità dei nostri matrimoni, l'intelligenza del nostro dibattito collettivo o l'onestà dei funzionari pubblici. Non tiene conto della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né il nostro humour né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
In breve, il PIL misura tutto, salvo ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Sa dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.
Grande personaggio, statista illuminato, politico lungimirante. Quando ne avremo uno così anche noi?
Scritto da: pensierini | 02/02/2010 a 18:06
Questi sono i discorsi di ampio respiro, di vera sensatezza, di lungimiranza, di coraggio, che nessun uomo politico, oggi, ha il buon senso di fare.
Da noi come in USA (anche se da Obama ci si aspettano cose del genere, ma di fronte alli crisi economiche - che è proprio il momento in cui acquisterebbero ancora maggior senso - vengono fortemente osteggiati).
Scritto da: carloesse | 02/02/2010 a 19:02
Trovo il discorso grandioso.
E' una critica lucidamente impietosa, ma anche poetica, della visione miope e unilaterale del capitalismo.
Scritto da: ilva | 02/02/2010 a 21:06
nel 68 dovevo ancora nascere ma se ci fossi stato mi sarei fidato di un discorso del genere. poi, magari, passati alcuni anni, con qualche piccola esperienza in più, avrei capito che invece non ci si doveva fidare, anche se a farlo quel discorso era stato bob kennedy. o forse proprio perchè era stato lui, che non aveva responsabilità di governo e che per piacere alla platea poteva dire tutte le cose, per altro ovvie, che voleva.
sono passati oltre quarantanni e le cose stanno ancora come allora.
il pil misura la crescita e sulla crescita si costruisce la finanza dello stato. poi l'indicatore può essere balordo, rifatto, cambiato. ma un indicatore in una economia come quella che ancora stiamo vivendo ci deve essere. e così pure la crescita, se no chi le sottoscrive le emissioni per coprire il debito?
se kennedy avesse detto che lo stato di cui era destinato a diventare presidente avrebbe speso solo i soldi che aveva in cassa e non quelli che i cittadini avrebbero garantito coi titoli pubblici avrebbe aperto una vera nuova strada. dire che l'aria pulita è migliore dell'aria inquinata e non fare niente per avere l'aria pulità è demagogia.
certo che vivere con l'incubo del prodotto interno lordo, che è anche una brutta parola, non può dare la felicità. ma finchè la finanza pubblica è fondata sull'indebitamento è difficile credere di poter abolire la parola pil o la parola crescita.
Scritto da: marcob | 02/02/2010 a 21:14
E' difficile credere di poter crescere all'infinito.
Scritto da: marino | 02/02/2010 a 22:11
Beh, Bob Kennedy dava voce e forse avrebbe dato rappresentanza (se non fosse stato ammazzato e fosse diventato presidente) a un'America diversa da quella di Nixon.
Scritto da: luciano / idefix | 03/02/2010 a 00:09
Luciano lasciami dire 2 commenti.
1. il PIL e' la somma di quanto generato da tutti i cittadini. In molti paesi la popolazione e' in crescita (non in europa ma nagli USA si) e quindi normale che il PIl cresca.
2. I mezzi a nostra disposizione diventano sempre piu' potenti, pensa ai computers, alle mail, i cellulari, a internet, quindi e' normale che il PIL pro capite cresca
Sommando i due effetti il PIL e' destinato sempre a salire. certo, deve crescere con criterio, rispettando il vero valore dei due effetti che ho menzionato prima ...
My two cents eh !
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 03/02/2010 a 09:37
Giorgio: il discorso di Bob Kennedy diceva una cosa diversa.
Che il PIL è la somma dei prodotti economici (compresi quelli tossici e dannosi) ma non comprende innumerevoli altri elementi, essi sì fondamentali per capire il benessere delle persone.
E che dunque il PIL (in se e per se) è un feticcio idolatrico.
Scritto da: luciano / idefix | 03/02/2010 a 11:06
Il PIL può crescere anche grazie all'indebitamento, è quello che fanno da sempre gli USA.
In pratica fai un buffo, ti compri il macchinone nuovo e vai in giro a dire che sei ricco.
Poi però passa del tempo, il tizio che ti ha venduto il macchinone si accorge che non puoi più pagarlo, se lo riprende e ti gonfia di botte.
Ecco, tra l'una e l'altra cosa passa del tempo, e noi ci siamo in mezzo.
Scritto da: Mammifero Bipede | 17/02/2010 a 15:32