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07/02/2010

Commenti

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pecunia non olet?

è in buona compagnia: Scalfari, De Gregorio, D'Alema, Luca Casarini, Rampini, De Benedetti, Bonini...

Scalfari pubblica con Einaudi che (obiettivamente) NON è la medesima cosa della Mondadori.
Di D'Alema penso questo: se non esistesse Berlusconi cercherebbe di inventarlo.
De Benedetti (il fratello di Carlo) è un berlusconiano di complemento.
Bonini non ricordo chi sia.
De Gregorio direttrice dell'Unità? Sbaglia di brutto.
Casarini (se non erro) ha pubblicato un giallo nella collana Strade Blu.
Rampini pubblica reportage da India e Cina e non ha mai giocato ad attizzare la fiaccola dell'anarchia come Guccini.
E comunque non è passato da Feltrinelli a Mondadori.
Che è la cosa più sgradevole dell'operazione Guccini: il passaggio dalla Feltrinelli alla casa del Padrone.
Cosa farei io? Sinceramente: se la Mondadori mi proponesse di pubblicare un romanzo e non trovassi nessun altro editore, direi di sì. Direi di NO, se fossi un dirigente politico o un giornalista o un saggista, tantopiù se volessi pubblicare un saggio politico o un'autobiografia e se avessi la possibilità di uscire con un'altra casa editrice, tanto più se avessi già un rapporto consolidato con un editore riconoscibilmente di sinistra come Feltrinelli.

Guccini ha già risposto tanti anni fa tramite l'Avvelenata

Non era passato da Feltrinelli alla casa editrice del Padrone.
E comunque in quella canzone si riferiva a Bertoncelli.

Non è vero
Si riferiva a tutti coloro che lo accusavano di aver tradito la purezza rivoluzionaria. Bertoncelli è citato e basta

Si vede che mi ricordavo male.
Comunque, non sono mai stato un gucciniano: non mi piacciono nè mi interessano nè mi sono mai piaciuti nè interessati i cosiddetti "cantautori", da De Gregori a Guccini, De Andrè, Fossati, Dalla, Battiato, Carmen Consoli e chi più ne ha più ne metta.
Faccio eccezione solo per Vecchioni e Rino Gaetano. Poi mi piacciono Davide Van de Sfroos e il mio amico Gino D'Eliso che con i cantautori c'entrano poco o niente, come Lucio Battisti. Il Ligabue fino al tour acustico e il Vasco Rossi fino all'82/83 erano rock. Molti anni prima, il sommo Fred Buscaglione e il grande Sergio Endrigo. Direi che (tra quelli che amo) non dimentico nessuno.

io dico che prima o poi la mondadori glie la tolgono (mica è sua!)... non criminalizzate chi pubblica con la mondadori...

Non lo criminalizzo: lo critico. E' molto diverso.
Dico che (a mio avviso) molti autori farebbero meglio a NON pubblicare da Mondadori finchè questa casa editrice è LA casa editrice simbolo del Padrone. Per dirne un altro, di questi autori, Camilleri.

Uei Luciano, sto leggendo un romanzo pubblicato da Feltrinelli: Il maestro di cerimonie, di Arnon Grunberg. Non so se lo hai gia' letto. Ma e' decisamente il classico libro per cui vado pazzo, tipo gli Schwartz di Matthew Sharpe (o auto da fe' di Canetti ...). Cioe' non c'e' alcun nesso tra questi due libri, a parte che mi piacciono, era solo per fare un esempio...

Quale sarebbe la differenza tra Einaudi e Mondadori?

Io suggerisco questa. Tu pubblichi per Einaudi e Guccini per Mondadori.

Mi hai tolto la parola di bocca, sconosciuto vm99!

In effetti la mia obiezione assomiglia alla tua, o forse qualcuno ignora che l'Einaudi è diversa dalla Mondadori per tradizione, scelte editoriali ecc., ma che entrambe le case editrici sono proprietà del Nostro?

Guccini già pubblicava con Mondadori: tutta la serie del Marecciallo Santovito (a 4 mani con Loriano Machiavelli), serie di polizieschi peraltro molto bella a mio parere, inaugurata nel 1997 da "Macaronì", seguito da altri 4 volumi, fino al più recente "Tango e gli altri" (2007). E poi ancora (sempre per Mondadori, stavolta da solo) "Cittanova Blues" e "La legge del bar e altre comiche" (che non ho letto).
Il Maresciallo Santovito è un carabiniere molto poco allineato, mandato in servizio in un paese sperduto dell'appennino Emiliano ai tempi del regime, proprio per il suo non asservirsi al potere.
In alcune avventure mostrerà simpatie per la resistenza.
Più che un problema di Guccini (e di tutti gli altri dichiarati "sinistrorsi" mi pare semmai un problema di Mondadori. Einaudi si è rifiutata del resto di pubblicare "Il quaderno" di Saramago, dove Berlusca veniva apertamente e direttamente sbeffeggiato, dopo che tutte le edizioni dei suoi romanzi erano passate di lì.
Il libro in questione è così stato pubblicato da Boringhieri.
Dov'è il problema?

1) La serie di Santovito mi piace molto (grazie a Machiavelli, secondo me il miglior giallista italiano di sempre).
2) Einaudi NON è Mondadori: catalogo diverso, storia diversa, pubblico diverso, scelte diverse, non ha l'orrido Panorama, non è così immediatamente e riconoscibilmente berlusconianamente Sua.
3) Io pubblico libri per adolescenti con la EL e la Einaudi Ragazzi. Comunque la mia prossima uscita sarà con Feltrinelli (assieme allo psichiatra Peppe Dell'Acqua...il saggio sulla schizofrenia FUORI COME VA?...che qualche anno fa fece quattro ristampe con Editori Riuniti e che ora esce rivisto e aggiornato).
4) Ripeto: io (tanto più se fossi ricchetto e celebre e contrattualmente "forte") non pubblicherei un saggio o una autobiografia o un pamphlet con Mondadori. Perchè sono abbastanza schizzinoso. Così come non scriverei su Libero, sul Giornale, su Panorama, sul Riformista, sulla Padania o sul Foglio. Piuttosto sul finiano Secolo d'Italia.
5) Ieri un mio amico (se ritiene sia il caso interverrà) voleva comprare il libro di Guccini alla feltrinelli (aperta anche la domenica. Poi ha visto che era in edizione Mondadori, si è chiesto "come mai" e ha lasciato il volume lì.

Confesso che anche a me dà parecchio fastidio comprare qualcosa di "sinistra" e pagarlo al capo della destra, ma di questo passo non ci muoviamo più. Ti consiglio di dare un'occhiata solo all'archivio della Medusa film per vedere quanti bei film produce/distribuisce. Anche questi registi, italiani e stranieri, che magari vedono Berlusconi come un nemico, un pagliaccio o altro, dovrebbero rinunciare a girare/mostrare i loro film? Il rigore mi sta bene e il caso di Guccini, come quelli di D'Alema e soci, è eclatante, ma l'integralismo mi scoccia.

Di Guccini mi ha infastidito soprattutto il passaggio dalla Feltrinelli alla Mondadori.
Se lui fosse sempre stato con la Mondadori, va beh...uno può anche essere affezionato a quel marchio e passar sopra all'idea di chi sia il Padrone. Ma nel 2010, essere un autore Feltrinelli (fatta eccezione per i gialli con Machiavelli e un paio di altre cosette, Guccini ha pubblicato tutte le sue cose auto/biografiche con Feltrinelli) e vendere la propria autobiografia a Berlusconi...mi par volgare.

Volgare ci sta.

Concordo su Machiavelli, fin dai tempi di "Sequenze di memoria".
Sugli editori penso che fintantochè non costringano a scendere a compromessi (..non ti pubblico se non rivedi qualcosina che non mi piace..) sia solo una questione del tutto privata tra autore ed editore, sulla quale mai mi permetterei di fare alcun giudizio morale.
Da quando poi Einaudi ha rifiutato Saramago mi pare che fare dei distinguo tra questa, Mondadori o Frassinelli sia solo questione di lana caprina. Che poi Einaudi sia più "simpatico" di Mondadori capofila è comprensibile (linea editoriale, storia alle spalle, ecc.), ma, ripeto, allo stato attuale, dal punto di vista etico o morale io non farei alcuna differenza.
Scrivere sui giornali è un'altra cosa: oggi scrivere su Libero o Il giornale (come su Repubblica o l'Unità) vuole dire prestare chiaramente il proprio operato ad una parte politica. Che poi i primi due non si sognerebbero mai di criticare la linea dell'attuale governo mentre gli altri due, pur nel netto antiberlusconismo siano talvolta anche capaci di critica verso l'operato dell'opposizione a me pare un dato di fatto.

E per quanto detto sopra, se un libro mi interessa, non mi sognerei mai di non comprarlo perchè l'editore è Mondadori o pinco-pallo.
Poi, per carità, son scelte personali anche quelle.

Pure io compro spesso libri Mondadori (Panorama mai!, nemmeno quando ha film che mi interessano...preferisco pagarli di più al negozio di video).
Guccini: non ne faccio nè un criminale nè un traditore della sinistra. Ci mancherebbe. Ripeto solo che il suo passaggio da Feltrinelli a Mondadori mi pare un gesto inopportuno.
Dopo di che...per l'amordidio...esistono cose ben più gravi.

Vi siete mai chiesti se - nel contesto atuale - i nostri comportamenti di consumo siano o meno neutri?
Cioè se quando consumiamo soprattutto prodotti culturali o informativi non stiamo facendo qualcosa di più e di oltre rispetto a consumare il "contenuto"?
Non è successo qualcosa che ci sta dimostrando - oltre ogni accademica analisi e riflessione - che il medium è il messaggio e in questa variante popul-consumista di massa è anche molto di più del messaggio?
Pensiamo veramente di avere la libertà di consumare quanto vogliamo di Guzzanti, Luttazzi, Moretti, Benni, mano a mano che i vettori di concentrazione del potere editoriale convergono verso il loro esito finale?
O forse speriamo che sia solo un braccio di ferro tra "mafie rivali" col gruppo fininvest da un lato e Debenedetti dall'altro e che dunque avremo comunque sempre accwsso ai contenuti desiderati?
Purtroppo la mia visione è più radicale e sicuramente meno "pacificante". Considero che ogni deficione che consuma quantità industriali di schifezze endemol-magnolia-publitalia contribuisce nel suo piccolo a fare avanzare la pialla culturale che sta radendo costantemente le schegge di cultura libera e alternativa.
Alcuni contenuti sono ormai ghettizzati sulle bancarelle da "tutto a 2 euri!". Meglio per me. Lo stesso accade in TV con la scomparsa di alcuni importanti enzimi ed il confinamento di altri in finestre ridicole e piazzate in orari improbabili. E questo mi rende più antipatica la fruizione.
E' un pò come nel sistema elettorale, dove ormai il menù è imposto dall'alto...

Guccini faccia come crede, ma non credo che stia combattendo il sistema dall'interno... credo piuttosto che stia portando la sua mollichina dalle parte sbagliata.

Intanto, saluto il ritorno (dopo una lunga assenza) di El Nino.
Poi, concordo sulla "mollichina".

Luciano, mi spieghi la differenza tra quanto ho detto io a proposito della proprietà della casa editrice Einaudi e quanto dice Wikipedia "nel 1994 fu acquistata dal gruppo Mondadori[1], al quale appartiene tuttora"?

Cosa intendi dire con la frase "(Einaudi) non è così immediatamente e riconoscibilmente berlusconianamente Sua"?

Intanto la Einaudi pubblica solo libri, mentre la Mondadori anche riviste (tra cui l'oggetto politico-contundente Panorama).
Poi la Einaudi ha un catalogo complessivamente diverso da quello Mondadori e (dal punto di vista qualitativo) gli autori contemporanei di alto livello sono, percentualmente, assai più numerosi: basti citare alla rinfusa Roth, De Lillo, Cortazar, Vargas Llosa, Yehoshua, Franzen, Mari, Valduga, Saramago, Cotzee, McCarty, Carver. Insomma (malgrado non sia più LA SIGNORA EINAUDI di un tempo), resta una casa editrice con una personalità complessivamente di sinistra. Mentre la Mondadori (nel complesso) è una casa editrice nazional-popolare, che si identifica molto con il suo Padrone.

Luciano, ti stai arrampicando sugli specchi

Liberissimi di non essere d'accordo con me. Ma io ho solo scritto cose di cui sono convinto.

Anche a Mediaset lavorano Gialappa's, Gino e Michele, Ricci, Bisio, assieme a Fede, Mimun, Bonolis, Carlucci. Diciamo che se guardi Zelig è come se leggessi Einaudi, se guardi il TG4, stai leggendo Mondadori. E fai contenti comunque Silvio e Piersilvio e Marina eccetera.

Io guardo pochissima televisione e MAI un programma sulle reti Mediaset.
Vedere i simboletti di quelle tre reti e sentire vocine entusiaste che ogni tanto reclamizzano Canale 5, Rete 4 e Italia 1 mi darebbe fisicamente la nausea.

Diciamo che il Padrone ha, per una volta intelligentemente, differenziato la produzione.
Continuando, in buona parte, la tradizione "d'elite" dell'Einaudi e affidando la parte più "commerciale" alla Mondadori (che, in tutta sincerità io boicotto anche come insegnante).... Su questo, LUciano, hai perfettamente ragione.

Il fatto è che IL PADRONE è lo stesso. Da acquirente, io, se compero un libro, ingrasso la stessa persona!

Un'ottima sintesi.

io non ho capito se secondo te il segno alla casa editrice lo dà la proprietà berlusconiana o il catalogo. Se, come mi sembrava di aver capito dal post, è la proprietà che squalifica la casa editrice allora non si capisce la distinzione tra Einaudi e Mondadori
marina

Direi l'uno e l'altro.
E poi conta il fatto che, nella percezione pop/olare, la Mondadori (libri, riviste, Panorama) E' la casa editrice di Berlusconi.
Prova a chiedere in giro: quasi tutti collegano la Mondadori a Berlusconi, mentre ciò non è per quanto riguarda la Einaudi.

Luciano, lo sai che ti voglio bene, ma l'ultima tua osservazione suona (dico suona, non e') un pelo ipocrita, non trovi?

Non mi pare. E comunque io scrivo per la EL e per la Einaudi Ragazzi (di cui è proprietaria la EL, a sua volta proprietà della Einaudi), scrivo racconti per beneficienza, pubblico su vari giornali italiani e sloveni (tutti gratis), tra poco esce un saggio (che ho scritto con lo psichiatra Peppe Dell'Acqua) da Feltrinelli...
E nel 2009 i proventi della El/Einaudi Ragazzi mi hanno fruttato esattamente 289 euro di diritti d'autore.
Perciò, non è che io viva con quei soldi.

A proposito di Einaudi, seguendo un tuo consiglio sto leggendo un altro romanzo di Vargas Llosas, la casa verde... zia Julia era piu' spassoso, ma non sai quanta voglia ho di mollare tutto e sparire un 3/4 mesi in sudamerica... ehm sparire, insomma con mia moglie :)

A me, Vargas Llosa piace tantissimo. E di lui trovo straordinaria (in questo è superiore a Philip Roth) la lussureggiante varietà: Mario ha scritto gialli, epica, roba erotica, reportages politici, saggi letterari, pastiches satirici, bizzarrie, romanzi storici, testi teatrali, racconti "impegnati", romanzi epistolari, brillanti manuali sulla scrittura narrativa, insomma di tutto. E sempre ad alti livelli.
Un grandissimo. Che il Nobel non lo diano a lui nè a Roth ma insistano ad assegnarlo a gente di terza o quarta fila come Herta Muller o Le Clezo è un'indecenza.

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