Finalmente ho visto Avatar.
E vorrei dir la mia, anzi le mie opinioni a caldo, appena tornato a casa.
L'effetto tridimensionale dopo cinque minuti si attenua enormemente (dipende dalla correzione sensoriale, fenomeno neurologico che ci porta a rimodulare in base al nostro quadro di riferimento "normale" le informazioni visive che ci arrivano. E dato che il nostro quadro di riferimento "normale" ci dice che sullo schermo vediamo a due dimensioni, dopo qualche minuto anche le 3d tendono a ridiventare due. So che l'ho spiegato rozzamente ma non sono uno scienziato)
Azzardo una previsione: la tanto strombazzata rivoluzione delle 3d non avrà nemmeno lontanamente lo stesso impatto creativo e artistico delle precedenti rivoluzioni cinematografiche. Cioè il passaggio dal muto al sonoro e poi dal bianco e nero al colore.
Questo tridimensionale mi pare, alla fin fine, molto fumo.
Il film di James Cameron è come me l'aveva descritto il mio amico Stefano Tuvo (medico e ottimo, anche se poco prolifico, scrittore di fantascienza): qualcuno che vive al di sopra dei propri mezzi, gira in Mercedes, vive in hotel a cinque stelle, indossa abiti cuciti su misura, calza scarpe fatte apposta per lui, al polso un orologione d'oro, ma tutto comprato con assegni a vuoto perchè questo qualcuno possiede poco o nulla.
Uguale Avatar: grande sfoggio di denaro e di tecnica ma idee originali zero virgola zero.
Per dirne solo alcune: le guarigioni sono tratte da Vonda Mc Intyre, i draghi volanti dalla Mc Caffrey e da Jack Vance, vari spunti da molti romanzi di Poul Anderson, il mondo della foresta da Ursula Le Guin, l'intero ecosistema pacifico da Lontano dal pianeta silenzioso di Clive S. Lewis, l'arrivo delle reclute da una identica sequenza in Platoon di Oliver Stone, lo schema di fondo da Pocahontas e Balla coi lupi.
E poi chi fruga sul Web ha forse già visto che Cameron ha scopiazzato in lungo e in largo "Call me Joe" del 1957. Ma (se fate una ricerca su internet o sui giornali) su questo testo potete leggere delle fregnacce approssimative: volta per volta sarebbe un racconto o un romanzo scritto da Poul o Paul Anderson, autore americano o danese (buone le prime).
Comunque sia, eccone la trama: un paraplegico si collega telepaticamente a una forma di vita artificiale per esplorare un pianeta dalle condizioni ostili. Assapora la libertà e la forza del suo nuovo corpo, combatte i predatori del pianeta e comincia a sentire come suo più il fisico in cui è ospitato che il proprio vero corpo "naturale".
Avatar, vero?
Quasi tutte le sequenze nella foresta non hanno per nulla un effetto realistico ma di cartone animato.
I personaggi (buoni e cattivi) sono tagliati con l'accetta: in particolare il comandante dei marines sembra una caricatura.
Si salvano alcune sequenze e la protagonista femminile aliena (l'unico personaggio con una sua credibilità).
Capisco che il film possa piacere molto: ecologista, romantico, spettacolare, lieto fine, antimilitarista ma non imbelle.
Io lo trovo deludentissimo e, complessivamente, noioso.
Le montagne volanti sono prese pari pari dal film d'animazione tutto italiano "Aida degli alberi"...
Io sono rimasto deluso dalla storia, alla fine scontatissima, e dal fatto che la civiltà aliena si avvicinasse troppo a quella che potrebbe essere una tribù africana... molto fumo, ma alla fine poca pura fantasia.
Scritto da: Jubal | 03/02/2010 a 12:15
Le montagne volanti sono presenti in decine di storie di fantasy o di fantascienza. In cui tra l'altro sono spiegate in modo scientifico (ad esempio mediante batteri che rilasciano gas e con rocce porose di origine calcarea e dunque relativamente leggere o in tanti altri modi). Mentre in Avatar le montagne volanti restano così, vaghe, senza nessun fodnamento, quasi una scheggia impazzita proveniente da un film fantasy (dove non c'è bisogno che le cose tornino, dal punto di vista scientifico).
Scritto da: luciano / idefix | 03/02/2010 a 13:20
Non l'ho visto, e non credo andro' a vederlo. Cameron, a dire il vero, non e' il mio regista preferito. Certo, ha fatto dei bellissimi film come Alien. Non ho visto neanche Titanic, pensa!
In questi giorni, grazie a un'amica di Facebook (so che a te non piace, ma a volte si conoscono seppur virtualmente persone molto interessanti)sto vedendo degli anime, e sono rimasta incantata dalla semplicita' dei disegni, sembrano acquerelli. ecco, a me i film piacciono senza troppi effetti speciali. Non guardo esclusivamente film d'essai, ma quando si grida al capolavoro ancor prima che il film esca...boh, io sono scettica.PS= bellissima la descrizione del tuo amico.
Scritto da: Roberta | 03/02/2010 a 15:05
Eh per me i film in 3d danno valore aggiunto solo nel campo dei film per adulti ...
eh scherzo dai perdonatemi dopo una settimana in Saudi ...
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 03/02/2010 a 15:28
Ho l'impressione che la strada del 3d e degli effettoni speciali a tutt'alè eccetera eccetera sia (per il cinema) un vicolo cieco.
Per quale motivo?
Perchè la meraviglia, lo stupore, l'effettone speciale perde del tutto il suo effetto quando me lo spaparanzi sotto gli occhi di continuo, ogni cinque minuti, ogni due minuti, in ogni sequenza, in ogni inquadratura, in ogni angolo di ogni fotogramma: così diventa "normale quotidianità". E a quel punto il gioco non vale più la candela.
Perchè a quel punto il vero EFFETTO SPECIALE SPECIALISSIMO ridiventerà una storia convincente scritta bene da un bravo sceneggiatore, diretta da un bravo regista e recitata da bravi attori. Alla faccia di tutte queste esibizionistiche cavolate tri/quadri/quinqui/dimensionali.
Scritto da: luciano / idefix | 03/02/2010 a 15:37
e, per me, andare al cinema e' ancora sognare, il non poter toccare i personaggi, l'immaginare la terza dimensione invece di vederla...se i registi ci tolgono anche il piacere del sogno, ci impigriscono la mente...
Scritto da: Roberta | 03/02/2010 a 16:43
Sono stato ieri sera compagno di noia di Luciano e, mancandomi la sua erudizione in campo fantascientico, posso solo dire che non vi è nessun guizzo di origininalità nel film, al punto che passato il primo quarto d'ora ciascuno spettatore è in grado di dire per filo e per segno dove si andrà a parare.
Il dispiegamento di mezzi è adeguato agli incassi, non ad altro. Anche la tridimensionalità risulta al limite del fastidioso: insomma, avrei preferito essere altrove.
Scritto da: Walter | 03/02/2010 a 18:41
In gennaio avevo fatto un post con la RECENSIONE PREVENTIVA DI AVATAR.
RIVEDIAMOLA (TRA PARENTESI E IN MAIUSCOLO, I COMMENTI COL SENNO DI POI)
Prima di vederlo, azzardo la previsione di cosa mi piacerà e cosa non mi piacerà del film di James Cameron.
Di Avatar mi conquisterà:
- il saldo legame con i temi della fantascienza più classica (esplorazioni spaziali, popolazioni e mondi alieni attentamente raccontati, rapporto tra mente e corpo, amori tra umani ed extraterrestri) (INVECE TUTTO CIO' SA TANTO DI RIMASTICATURA, SENZA MAI UN GUIZZO ORIGINALE),
- l'uso geniale e innovativo della tecnologia messa finalmente al servizio di una storia solida (LA STORIA SOLIDA NON L'HO VISTA E NEMMENO L'USO GENIALE DELLA TECNOLOGIA),
- gli attacchi che gli arriveranno dalla destra, dal Vaticano e dai critici che adorano i film noiosi (QUESTO SI, MA NON BASTA A FARMI PIACERE IL FILM)
- le tematiche ambientaliste e pacifiche (non pacifiste a oltranza) (COME SOPRA),
- la scelta di fondo anti-imperialista e anti-capitalismo predatorio (COME SOPRA).
Di Avatar mi daranno fastidio:
- l'eccessivo manicheismo con i cattivi cattivi cattivoni da caricatura (NON MI HA DATO FASTIDIO: MI HA PROPRIO MANDATO FUORI DAI GANGHERI. IL CATTIVO GENERALE ERA ROBA DA PARODIA),
- la troppa velocità di alcuni passaggi che impediscono di assaporare molti dettagli visivi che vanno perduti (QUESTO NO),
- l'interminabile e roboantissima battaglia finale, quasi da video-gioco dilatato (IN EFFETTI SI, MA MENO DEL TEMUTO),
- certe concessioni di Cameron al gusto del pubblico pop-cornizzato, quando poteva risparmiarsele (CERTE? AVEVO DETTO SOLO CERTE?????!!!! SONO INNUMEREVOLI!!!!!),
- il fatto che moltissimi spettatori e criticonzoli (per esempio sul Giornale parlano di fantasy) non si rendono conto che si tratta di un film di fantascienza pura (SI MA E' ININFLUENTE),
- la crisi di emicrania che mi procureranno gli occhialetti per la visione in 3D (NESSUNA CRISI, ANCHE GRAZIE A STEFANO TUVO CHE MI HA CONSIGLIATO DI TOGLIERGLI SPESSO, ANCHE PER EVITARE L'ABITUDINE E RAFFORZARE L'EFFETTO 3D).
Scritto da: luciano / idefix | 03/02/2010 a 18:51
Le montagne volanti sono puro Roger Dean: avete presente? Quello che, tra le altre cose, faceva le copertine per gli immondi Yes (e i Gentle Giant, e altri gruppazzi progressive rock primi anni Settanta che poi è arrivato il punk rock a prendere tutti a calci in culo).
Il comandante dei marines?
Se a interpretarlo avessero messo Leslie Nielsen sarebbe stato meno caricaturale.
Il resto, concordo, è BALLA COI LUPI.
Gran tecnica, zero cuore.
Un film immaginato per un pubblico di tredicenni.
Io non l'ho visto in 3D. Ieri Nepoti su Repubblica mi ha detto che ho fatto bene.
Dopo aver visto AVATAR, per l'attualità sono a posto. Almeno per un annetto.
Mi spiego: quanti di voi hanno visto SOUL KITCHEN? Mica un capolavoro, eh... Solo un bel filmetto.
Ma tutti e AVATAR di qua, e AVATAR di là...
L'attualità, appunto. Il mettersi in pari. Un must.
Vaffanculo ai must.
tic
Scritto da: Tic-talkischeap | 03/02/2010 a 19:24
A me Avatar è piaciuto molto. Conosco bene il genere fantascientifico da molti anni (libri, cinema, fumetti). Mentre guardavo a occhi (e occhiali) spalancati il film, talvolta dicevo alla mia mente esperta di stare zitta e di lasciarmi godere in pace quell'incanto infantile.
Scritto da: Subhaga Gaetano Failla | 03/02/2010 a 21:19
Non c'entra una mazza con AVATAR, che non ho visto, che probabilmente prima o poi andrò a vedere, ma senza alcuna fretta (alla peggio in DVD), ma visto che sei un grande appassionato ed esperto di fantascienza sarei curioso di sapere se hai mai letto Dhalgren di Samuel Ray Delany. Un romanzo visionario dei primi anni '70, ripubblicato da Fanucci nel 2005 (una precedente traduzione era uscita in Italia negli anni ’80), amato immensamente da William Gibson e Theodore Sturegon (e qui da Umberto Eco e Antonio Caronia), detestato invece da Philip K. Dick.
Assolutamente incomprensibile (Gibson stesso lo ammette, ma dice che capirlo non è assolutamente necessario: non è la comprensione di ciò che accade lo scopo della sua lettura, e per tutti i suoi enigmi lo stesso autore probabilmente non ha mai previsto alcuna soluzione).
A mio parere un libro assolutamente affascinante, pieno di interrogativi affascinanti, che riguardano la percezione del tempo e dello spazio, del sesso e della sessualità, dei meccanismi della scrittura, dei diversi modi e possibilità di aggregarsi in comunità sociali diverse, mosse da diversi valori. Un universo intero racchiuso in una città immaginaria al centro degli USA dove è successo qualcosa che la ha separata dal mondo (ma non sapremo mai cosa). Un universo intero racchiuso in un libro, come raramente accade.
Per me una lettura che è stata un’esperienza indimenticabile, sulla quale ho rimuginato per mesi dopo averlo letto, per passare da uno stupito “sì, macchevvordì” esclamato al termine dell’891a pagina, alla triste consapevolezza raggiunta a furia di continuare a pensarci (è difficile non tornare di continuo a pensarci, se ti è piaciuto) che difficilmente avrei mai più letto qualcosa di paragonabile a questo. Un libro unico, originalissimo, come il suo autore: nero, gay (o forse bisessuale), matematico e poeta, oltre che scrittore di fantascienza. E con una lunga barba bianca simile alla tua.
Se tu l’avessi letto (o chiunque altro, appassionato di fantascienza o no, l’avesse letto) mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi (ne pensate). Anche se lo hai (lo avete) detestato (come Dick, che peraltro venero).
Scritto da: carloesse | 03/02/2010 a 21:28
Tic: Roger Dean...giusto! C'è anche lui tra i creditori di Avatar.
Carloesse: Dhalgren l'ho letto nell'82 (se non erro, quando uscì con la Libra). E poi ci sono tornato una decina di anni dopo. Cosa ne penso? Non l'ho mai saputo decidere. Immagino che (in traduzione) perda molto, forse troppo. Però ammetto che è un libro dai molti fascini ed enigmi anche se non è il tipo di fantascienza che prediligo.
E intanto mi hai fatto venir voglia di riprenderlo
in mano. Come comincia? Con quella frase sul vento, mi pare.
Però adesso sto leggendo (ricominciando dal primo volume) la Trilogia Americana di Ellroy.
Scritto da: luciano / idefix | 03/02/2010 a 21:49
Ciao Carlo, in questi giorni (a proposito di sf) sto rileggendo Ballard e Thomas Disch. Il mio racconto preferito di Dick - una delle cose più belle mai lette per quel che riguarda la narrativa breve, e parlo in generale, non solo di sf - si intitola "Le formiche elettriche".
Non ho letto "Dhalgren" di Delany, ma siccome Delany mi affascinò diversi anni fa con il suo "Le torri di Toron" scrivo a matita Dhalgren sulla prima pagina di questo libro che ho appena ritrovato nella mia piccola biblioteca (collana Fantapocket, edizioni Longanesi del 1976) e rileggo stasera a letto Delany. E se trovo "Dhalgren" ti farò sapere.
Buonanotte e grazie della preziosa segnalazione,
Gaetano
Scritto da: Subhaga Gaetano Failla | 03/02/2010 a 22:03
Gaetano: il racconto di Dick che preferisco io è "Spero di arrivare tardi". (E pure "le formiche" non scherza).
Ma per Dick io ho una passione sfrenata. Me la passò mio papà negli anni Sessanta, quando io ero dodicenne o tredicenne e lessi "La città sostituita" su Urania. Poi (da quella volta) l'amore per Philip e la sua opera non ha fatto che aumentare.
(Il suo romanzo che prediligo è "Le tre stimmate di Palmer Eldtrich")
Scritto da: luciano / idefix | 03/02/2010 a 22:51
sottoscrivo in pieno. già a me il genere non piace proprio ma ero andato al cinema conscio del fatto che comunqeu sarebbe stato uno spettacolo da non perdere. niente di tutto ciò. molto banale, belli certi effetti speciali. Un kolossal che non da alcuno valore aggiunto.
Mattia
Scritto da: cappellaio | 04/02/2010 a 08:51
Sottoscrivo quasi tutto. Avatar è un Balla coi lupi spaziale. L'ho visto e l'ho già dimenticato, nonostante gli effetti speciali da paura.
Se non c'è la storia il 3D non riempie il vuoto
Scritto da: Eeka | 04/02/2010 a 12:15
Sto leggendo Bolano, i suoi brevi saggi ed articoli raccolti in “Tra parentesi” (uscito in questi giorni) ed un breve capitolo è dedicato a Philip K. Dick:
“D. era uno schizofrenico, D. era paranoico,. D è uno dei 10 migliori scrittori del Novecento degli Stati Uniti.. D. era una specie di Kafka passato attraverso l’acido lisergico e la rabbia…ci parla di quanto sia alterabile la realtà e di quanto, di conseguenza, sia alterabile la storia. D. è Thoreau più la morte del sogno americano… D. è colui che più efficacemente si avvicina (in Ubik) alla coscienza o ai brandelli di coscienza dell’essere umano... come un Gesù Cristo muto del futuro, non fa altro che sentire e subire il paradosso del tempo e dello spazio, la morte verso cui tutti siamo avviati.”… ma “malgrado tutto, non perde mai il senso dell’umorismo, e pertanto non discende da Melville ma da Mark Twain…. Per D. ogni forma d’arte è politica. Questo non va mai dimenticato”.
Questo ed altro.
Personalmente ritengo la Trilogia di Valis e le Cronache del dopobomba tra quanto di meglio abbia prodotto la letteratura americana del dopoguerra.
C’è qualcosa che lo accomuna a Delany, ma un modo completamente diverso di sentirlo e narrarlo, e forse è per questo che fu uno dei grandi detrattori di Dahlgren.
Comunque che bello poter leggere ancora Bolano. Anche come saggista.
Scritto da: carloesse | 04/02/2010 a 21:40
Concordo: Bolano è stata la grande scoperta dei miei ultimi dieci anni.
Scritto da: luciano / idefix | 04/02/2010 a 22:05
Io sono andato a vedere Avatar aspettandomi un film di puro intrattenimento, spettacolare e senza pretese artistiche. Non sono rimasto deluso.
Scritto da: offender | 05/02/2010 a 13:39
Anche io mi aspettavo puro intrattenimento, ma per questo mi ha deluso: una palla di 2e40. Fosse durato un'ora di meno ancora ancora. Non hai niente da raccontare? Almeno sii conciso!
Scritto da: Eeka | 05/02/2010 a 17:42
Non sono andata a vedere Avatar di proposito.
Diffido di ogni "cronaca di un successo annunciato":
Scritto da: ilva | 05/02/2010 a 21:45
Io non ho nessunissima spocchia nei confronti del cinema di fantascienza "avventuroso e solido". Anzi.
Faccio qualche esempio: "1997 fuga da New York", Fantasmi su Marte", "Essi vivono", "Il pianeta delle scimmie", "Screamers", "Themist", "Atmosfera zero", "La cosa", "Alien", "Alien II", "Starship troopers"...
Semplicemente: Avatar non mi è piaciuto.
Scritto da: luciano / idefix | 05/02/2010 a 22:43
carissimi,
confesso che il mio giudizio è condizionato dal fatto che posso andare al cinema a vedere film da adulti al max. 2 volte all'anno (quando posso fidare sull'appoggio della mamma o della suocera per parcheggiare u' nicu).
Ma a me lo spettacolo è piaciuto, nel senso che me lo sono goduto per le stesse ragioni che ha descritto offender.
Certo una volta finito ho avvertito lo stesso effetto di vuoto sintetico della fantascienza avventurosa "di genere", di un pareggio per 1-1 all'ultima di campionato, di una pizza prosciutto e funghi con cocacola nel solito posto delle vacanze in un sabato sera da adolescenti, di tutta la discografia "classica" di C.Baglioni, di un cornetto algida sul muretto di fronte alla spiaggia...
Bello, ma niente di sorprendente.
Anzi. Rispetto ai mille racconti e romanzi di sf da cui ha saccheggiato alcune idee, mancava violentemente la trama e lo spessore dei personaggi. Nessuna idea o rama che ti lasci qualcosa dopo i titoli di coda.
Ma quella sera volevamo andare al luna park e ci è bastato così.
Poi siamo tornati a casa e Tom si era addormentato con la Nonna. Allora abbiamo deciso che era una serata riuscita.
;-)
ps ma quella specie di codino-connettore sensoriale, dopo averlo infilato nei cablaggi di Draghi, cavalli, protofelini, cani e cinghiali, se lo lavano?
E lo posso usare per connettermi al sito dell'agenzie delle entrate o per verificare la mia posizione INPS?
La prox rottamazione mi consentiràdi cambiare la palio scassata con un dragone volante rosso fotovoltaico?
Scritto da: EL_NINO | 09/02/2010 a 00:10
Ebbene sì,
era un pop-corn movie.
Ci sono andato per quello.
Scritto da: EL_NINO | 09/02/2010 a 00:15
Il codino per connettersi con i 2draghi" volanti è copiato dal ciclo di Anne Mc Caffrey.
Scritto da: luciano / idefix | 09/02/2010 a 12:57