Sul Corriere on line, c'è questo sondaggio:
in Italia si usa troppo il turpiloquio nel linguaggio comune.
Siete d’accordo?
La mia risposta è:
cazzo se sono d'accordo!
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No, non sono daccordo, "turpiloquio" è una parola troppo complicata per essere usata nel linguaggio comune.
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Turpiloquio
Scritto da: Jubal | 13/01/2010 a 12:28
concordo con Jubal, senza contare che "turpiloquio" e' un incubo da messaggiare
Scritto da: supermambanana | 13/01/2010 a 13:13
Forse c'è troppo turpiloquio in giro, ma devo dire che ogni tanto fa pure bene usarlo. Ieri sera, per esempio, in uno scontro molto acceso tra Di Pietro e Belpietro (sembra uno scioglilingua!) nella trasmissione Ballarò, Il primo ha detto al secondo testuali parole: "sei un minchione! Perché dici solo minchiate! Minchione sei! Minchione sei!".
Sarà pure turpiloquio, indubbiamente, ma in quel momento sono stata felice di sentire quelle parole.
Scritto da: Alessandra | 13/01/2010 a 13:57
Vero vero.
Secondo quanto pubblicato da Repubblica, che riportava uno studio inglese, i giovani per comunicare utilizzerebbero un vocabolario di 800 parole. Insomma, uno sconfortante quadro di subumani che si esprimono a parolacce e a grugniti... che sia da rivedere la teoria dell'evoluzione?
Si sta avvicinando il momento in cui i felini conquisteranno il dominio sulla razza umana?
Scritto da: Eeka | 13/01/2010 a 14:03
Alessandra, mmmm, no a me non sarebbe piaciuto ascoltarle, in televisione, da un politico. No davvero.
Scritto da: supermambanana | 13/01/2010 a 14:06
a parte il fatto, Alessandra, che la logica usata e' fallace: sei un minchione perche' dici minchiate, non e' valido, e' Petitio Principii
Scritto da: supermambanana | 13/01/2010 a 14:13
Supermambanana, neanche a me piace il turpiloquio in politica, però ripeto, in quella circostanza e nei confronti di Belpietro ci voleva qualcuno che gli dicesse esattamente cos'è e a me non è dispiaciuto affatto, in quel momento sentire Di Pietro che usava quel linguaggio. Mia personale opinione, ovviamente.
Scritto da: Alessandra | 13/01/2010 a 14:46
Quando negli incontri a scuola viene fuori il discorso sulle parolacce, io cerco di dire più o meno così:
"La parolacce sono come il basilico. Se lo mettete sulla pizza o sugli spaghetti al pomodoro, ci sta bene e gli dà sapore. Se invece lo ficcate nel gelato alla cioccolata, nel caffè, nel chinotto, nel succo di pesca, in ogni cosa che mangiate e bevete, fa schifo. Uguale uguale per le parolacce: se le tirate fuori una volta ogni tanto e al momento, fanno un figurone. Se no, diventano inutile, stupide e insopportabili. Come il basilico nella cioccolata calda"
Scritto da: luciano / idefix | 13/01/2010 a 15:22
Forse il sondaggio del Corriere scaturisce dal documento diffuso dall'Accademia della Crusca e dei Lincei pubblicato proprio dal Corriere e che parla della mancanza di selettività riguardo ai registri usati... e qui mi pare naturale concordare con Luciano nel suo discorso sul basilico e la cioccolata...
Scritto da: Jubal | 13/01/2010 a 16:09
c'e' anche da distinguere fra la parola che colora il discorso, tipo che cazzo di pioggia oggi etc, e, scusa ale, non e' che ce l'ho con te, ma mi devo agganciare al tuo esempio, l'offesa scurrile, quella la odio, perche' e' sengo palese di poverta' dialettica.
Scritto da: supermambanana | 13/01/2010 a 16:26
Supermambanana, so che non ce l'hai con me, ci mancherebbe altro! ;-)
Ci sono situazioni in cui il turpiloquio non è usato, ma gli atteggiamenti, gli ammiccamenti,i sorrisini da presa per il culo, le bugie e le offese palesi sono peggio di un "minchione".
Nella fattispecie, ieri Belpietro non si è comportato diversamente da come fa solitamente. Contro Di Pietro, poi, lui si diverte particolarmente.
Sarà pure povertà di dialettica, ma "minchione", ieri, ci stava proprio bene.
Scritto da: Alessandra | 13/01/2010 a 16:37
Noi invece (per "noi" intendo quelli che hanno avuto un'educazione a prevalenza occidentale) usiamo gli "scusa...excuse me...excusez moi...eccetera" a ogni pie' sospinto. Tanto che il termine non ha più un vero Significato come può averlo in altre culture dove le parole contano sul serio per ciò che voglio dire.
Noi spesso parliamo a sproposito: come quando qualcuno che conosciamo appena o che addirittura detestiamo ci fa "carissimo".
E (riallacciandoci al tema del post) ci vien voglia di rispondergli: "carissimo
'sto cazzo"
Scritto da: luciano / idefix | 13/01/2010 a 16:59
E' vero anche se io ne dico un sacco :-)
Scritto da: offender | 13/01/2010 a 17:09
Alessandra, hai rotto il cazzo con 'sta storia di Di Pietro ;-)
Scritto da: offender | 13/01/2010 a 17:33
Ste, hahahaha!!!!
Scritto da: Alessandra | 13/01/2010 a 17:40
in effetti in italia la parolaccia e la bestemmia sono ormai nel linguaggio comune.
non è così ovunque. tutti i vale (che vuol dire bene) che usa uno spagnolo come intercalare in italia diventano cazzo e a parma figa.
in italia dio e la madonna vengono svillaneggiati in tutte le salse. un bestemmiatore spagnolo se la prende con l'ostia: ostia puta.
i miei compagni di università giapponesi avevano imparato dagli italiani tutte le peggiori espressioni, perchè per loro dire stupidino era già una trasgressione immensa. e allora inserivano nel giapponese cazzo e vaffanculo. e si divertivano come matti, pensando di fare chissà cosa.
una volta lessi che in una sentenza un giudice decretò che vaffanculo non era un'offesa, ma solo un cattivo consiglio.
io non sono esperto di linguaggio, e non so perchè in italia vada così, ma sentire personaggi pubblici che usano il turpiloquio mi infastidisce come sentire giornalisti con la congiuntivite.
ai miei piccolini concederò al massimo culo e merda, che non sono proprio turpiloquio.
Scritto da: marcob | 13/01/2010 a 18:42
Gli sloveni, per dir parolacce o bestemmiare, devono ricorrere (essendone sprovvisti nella loro lingua) all'italiano oppure al serbo.
Scritto da: luciano / idefix | 13/01/2010 a 18:46
marcob: a milano sia cazzo che figa senza discriminazione alcuna
P.S.: occhio con la proibizione, potrebbe sortire nei figliuoli l'effetto opposto, te lo dico per esperienza cazzo! e pure figa.
Scritto da: offender | 13/01/2010 a 20:02
chiarisco però che tra parolacce e bestemmie ce ne corre, io dico una parolaccia ogni tre parole ma non bestemmio mai
Scritto da: offender | 13/01/2010 a 20:04
Io cerco di limitare le parolacce al minimo, proprio per farne deflagrare l'effetto quando serve.
E le bestemmie non mi scappano quasi mai.
D'altro canto, le vere bestemmie (quelle che sul serio offendono Dio, l'autentica violazione del comandamento "non nominare il nome di Dio invano") non sono tirar giù un Dio, un Cristo o una Madonna, bensì usare il nome di Dio per farsi gli affari propri a danno del prossimo: ad esempio per scatenare guerre o per sfruttare gli altri o per opprimere le persone o per turlupinarle. Queste sono le vere bestemmi e non incazzarci con Dio perchè qualcosa ci va storta.
Scritto da: luciano / idefix | 13/01/2010 a 20:55
Ci siamo così assuefatti alle parolacce che francamente non ci facciamo più neanche caso. Però le bestemmie danno fastidio anche a me, ed un po' anche le parolacce se in bocca ai bambini.
Scritto da: carloesse | 13/01/2010 a 21:08
non si tratta di proibizioni offender. tu parli senza mettere dentro porcherie e i piccoli ti imitano.
poi, crescendo, faranno come vorranno.
c'era un tizio al mio paese che aveva insegnato al bimbo a toccare il culo alle amiche della moglie e a dire bella figa.
se vuoi puoi fare tutto, anche insegnare a una scimmia a mandare un sms.
ma serve a qualcosa?
Scritto da: marcob | 13/01/2010 a 21:42
a proposito, offender.
visto che anche una scimmia, ben addestrata, può trovare un indirizzo ip, com'è andato l'incontro tecnico-scientifico con l'amico milanese di origine marchigiana? baci e abbracci o coltellate?
Scritto da: marcob | 13/01/2010 a 21:46
Non c'è stato nessun incontro, ovviamente ;-)
Sui piccoli non sarei così sicuro, ma ti auguro buona fortuna
Scritto da: offender | 13/01/2010 a 21:52
nemmeno io sono sicuro.
in casa mia non si bestemmiava e io non bestemmio. in casa mia non si parlava sboccato e mi viene naturale di non usare abitualmente un certo vocabolario. anche se le parole sconce in spagnolo le conosco tutte.
poi lo so bene che non è una regola.
d'altra parte julia ed io non siamo educatori proffessionisti. solo genitori a tempo pieno.
Scritto da: marcob | 13/01/2010 a 22:44
Si impara soprattutto osservando l'ambiente che ci circonda. Prendiamo il caso di X (che nasce, cresce e vive i primi anni in una famiglia e in un gruppo in cui predominano linguaggi rozzi e volgari e comportamenti aggressivi) Y (che ha la "fortuna di culla"...chiamiamola così) di capitare in una situazione opposta.
E' evidente che X sarà molto più predisposto di Y(Attenzione!!! Non in modo deterministico) a usare un linguaggio rozzo e volgare e a comportarsi in modo aggressivo.
Scritto da: luciano / idefix | 14/01/2010 a 09:01
Si impara osservando l'ambiente che ci circonda, assimilandosi a tale ambiente o discostandosene per reazione.
Scritto da: offender | 14/01/2010 a 11:45
Offender: forse io sono meno deterministico di te.
Infatti usavo espressioni non rigide bensì sfumate e aperte come "si impara soprattutto...più predisposto a...".
Scritto da: luciano / idefix | 14/01/2010 a 11:55
Mah Luciano, in realtà mi sembra di avere descritto due possibili comportamenti diversi, quello in cui si mutuano delle caratteristiche dell'ambiente in cui si cresce e quello in cui invece per reazione ci si discosta da esso. Non mi sembra di essere deterministico.
Scritto da: offender | 14/01/2010 a 12:01
Scusa è poco chiaro. Quello che volevo dire è che, come te, penso anche io che veniamo influenzati "soprattutto" in maniera non deterministica, dall'ambiente che circonda, introducevo però un'ulteriore variabile puntualizzando che tale influenza può essere positiva, e portarci a imitare dei comportamenti, o negativa, e portarci ad adottare quelli opposti.
Scritto da: offender | 14/01/2010 a 12:10
cazzo vuol dire turpiloquio?
Premetto che non voglio neanche sentir parlare delle bestemmie, è una riflessione troppo complessa, dove i superficiali si fermano alla povera gente e dove i veri bestemmiatori formano i partiti dell'amore.
Volevo però dare il mio contributo allo spunto di Luciano/ideafix.
Uno scrittore per ragazzi, il Valente, mi ha riportato la domanda di un sociolinguista a un convegno. "Cazzo significa cazzo per i ragazzi?" Per alcuni è un numero: quanti cazzo di kilometri mancano?, quanti cazzo di esercizi devo fare?
In altre occasioni è un avverbio di tempo: Quando cazzo di tempo ci impiega? Di modo: quanto cazzo è brutta! è alto un metro e un cazzo.
E' un rafforzativo: che cazzo di freddo! E' un sostantivo sinonimo di cose: che cazzo succede?
Ritorno a me. A mio figlio, undicenne, ho spiegato che chi non capisce il momento di usare le parolacce è un poveretto. Chi non possiede i sinonimi per cambiare registro non ha strategie. Così mi sembra di poter dire di Di Pietro. Dire minchione può fare piacere o dispiacere. A me non piacerebbe sentire Castelli che dice minchione a Bersani. E preferirei che non si fosse creato l'antecedente.
Anche se ho sorriso al momento.
Scritto da: guy Guido Affini | 14/01/2010 a 12:24
Appunto: non dividiamoci sul "sesso degli angeli". La gamma dei comportamenti e delle reazioni umane è assai vasta: ci sono persone che a una certa situazione reagiscono in un modo, altre in un modo opposto, altre ancora in una maniera diversissima, altre in maniere impensabili e imprevedibili. La cosiddetta "normalità" è (alla fin fine) un fatto statistico.
Scritto da: luciano / idefix | 14/01/2010 a 12:29
"Uno scrittore per ragazzi, il Valente, mi ha riportato la domanda di un sociolinguista a un convegno. 'Cazzo significa cazzo per i ragazzi?'"
Avrei voluto essere un ragazzo presente al convegno, per rispondere: "che cazzo te ne frega?" :-)
Scritto da: offender | 14/01/2010 a 12:29
Guido Affini: se conosci Andrea Valente e hai modo di vederlo o sentirlo, salutalo da parte mia.
Come hai dimostrato tu con quelle frasi volutamente zavorrate di "cazzo qua e cazzo là", un linguaggio infarcito di parolacce è noiosissimo oltre ogni sopportabilità.
Scritto da: luciano / idefix | 14/01/2010 a 12:33
da grande vorrei fare il sociolinguista.
chissà se uno diventa sociolinguista discostandosi per reazione all'ambiente.
Scritto da: marcob | 14/01/2010 a 12:44
che fai marcob, pigli per il culo? ;-)
Scritto da: offender | 14/01/2010 a 13:09
Questa cosa della mancanza di strategie mi fa sorridere molto.
Vorrei proprio vedere le strategie applicate in una situazione che richiede solo prontezza di riflessi e reazione immediata. Situazioni così le viviamo tutti i giorni.
Se qualcuno tipo un collega di lavoro, un conoscente, un amico o un semplice sconosciuto, durante una discussione ti dice se ne esce all'improvviso offendendoti senza una reale e concreta ragione che si fa? Si applicano le strategie? Ci si ferma e si dice: "aspetta un attimo che rifletto, scelgo la strategia migliore e poi ti rispondo"? Mi sembra una vera cretinata.
Non si possono applicare sempre le strategie.
Scritto da: Alessandra | 14/01/2010 a 13:23
Correggo: "ti dice" non c'entra nulla.
E aggiungo: ma quanti di quelli che sostengono le "strategie" sono veramente capaci di trattenere e reprimere un bel "vaffanculo" quando ci vuole?
Perché tanta ipocrisia?
Scritto da: Alessandra | 14/01/2010 a 13:26
Ale se uno fosse allenato nel critical thinking, non dovrebbe "aspettare un minuto", la strategia l'avrebbe pronta. E' come guidare, quando impari stai li' a pensare alle regole, poi vai di automatico. Questo distingue in generale i bravi oratori. E i bravi politici.
Scritto da: supermambanana | 14/01/2010 a 14:45
... perche' qui stiamo parlando di politici, in una situazione pubblica, quand'anche non ufficiale o non formale. Sul tipo al bar che ti manda, posso anche vedere il tuo rimandarcelo.
Scritto da: supermambanana | 14/01/2010 a 14:47
Certo: quando ci vuole ci vuole.
Tanto più che il "ma vaffanculo!" è assai più fragoroso se detto da chi di solito NON usa parolacce.
Scritto da: luciano / idefix | 14/01/2010 a 14:48
Supermambanana, prendo spunto dal tuo paragone col guidare: quando hai imparato e poi vai in automatico, c'è sempre qualcuno o qualcosa che può renderti la guida difficile, se non pericolosa. E c'è sempre il pericolo che tutta la teoria e la pratica vadano a farsi benedire, se ti arriva addosso all'improvviso un coglione ubriaco, un folle, un neopatentato inesperto, o un povero cristo che perde il controllo perché slitta sulla strada sdrucciolevole. Questione di secondi, a volte. E tu che fai? Applichi la teoria o la strategia? Hai il tempo per farlo?
Nemmeno Schumacher, forse, ce la farebbe.
Situazioni simili, sempre attenendoci al paragone, si verificano quotidianamente e anche ( e soprattutto, direi) nei dibattiti politici televisivi degli ultimi anni.
Per quanto io stessa non mi sia ancora abituata (e mai lo farò) ad un certo tipo di linguaggio (o turpiloquio vero e proprio), arriva un momento, secondo me, in cui anche il più allenato al "critical thinking" si "sfracassa i maroni".
Scritto da: Alessandra | 14/01/2010 a 15:24
se le parolacce servono per sfogare delle tensioni che se accumulate sfocerebbero prima o poi in chissà cosa... ben vengano!
se però uno lo fa per essere volgare, o prevaricare gli altri, o per mostrarsi più tosto, o perchè non ha argomenti (sto parlando di molti politici prettamente leghisti) allora che vadano dove devono andare (da notare la sottigliezza che non ho usato parolacce in questa occasione, essendo io talmente superiore a loro, da non mettermi neanche al loro livello... non mi siederei mai al tavolo con un leghista...).
io dico moltissime parolacce (però da bambino non le dicevo mai). come si fa a non dirle?!
e vi stupirò dicendo pure che sono diventato un bestemmiatore (ufficilamente 2 anni fa), pur credendo in dio (e non credendo molto nelle religioni, che non hanno nulla da spartire con me o con dio)... e perchè, direte voi, uno che crede in dio bestemmia? non è una contraddizione?
è complicato da spiegare, però il mio dio non si offende certo se io bestemmio, perchè sa che in relatà io sto imprecando contro la chiesa (un po' come fanno i toscani)... spero abbiate capito, ma non ci spero molto... ☺
Scritto da: Giordano | 14/01/2010 a 16:19
offender, no, non prendo per il culo.
solo mi aveva fatto sorridere il sociolinguista. devi ammettere che ci vuole una bella fantasia per andare a un convegno e presentarsi come sociolinguista. ancora di più a fare un convegno tutto di sociolinguisti.
poi, tornando a bomba, non credo che le parolacce servano a sfogare le tensioni, che le bestemmie siano giustificate come giuste imprecazioni verso la chiesa o che a un vaffanculo si debba rispondere con un vaffanculo.
di offendere un dio in cui non credo potrebbe non fregarmene niente, ma ci sono attorno a me persone che credono e la bestemmia in mezzo a loro la considero esattamente come la maglietta di calderoli verso i musulmani.
Scritto da: marcob | 14/01/2010 a 17:43
Parolacce o no? Direi: quanto basta. Bestemmie mai.
Giusto per arricchire il vocabolario:
a Milano dite sia cazzo che figa?
In Langa, non si usano come intercalare. Il primo, che non traduco perchè mi suona davvero volgare,viene usato come insulto ed è l'equivalente di coglione.
Sulla seconda non posso soprassedere, perchè la cosa è troppo curiosa: nel mio dialetto si traduce "ciornia". Senonchè "ciornia"significaanche "sorda".
Non ho mai capito perchè. ;-)
Scritto da: ilva | 14/01/2010 a 21:35
ilva! nel mio si dice "ciola" :-)
Scritto da: supermambanana | 14/01/2010 a 21:44
ops, sorry, ho letto troppo di corsa, no per noi la ciola e' il maschile, pensa te.
Scritto da: supermambanana | 14/01/2010 a 21:46
supermambana, ma "ciola" significa "sorda", anche nel tuo dialetto? Perchè sta qui il busillis, almeno per me che non riesco a risalire all'etimologia.
Scritto da: ilva | 14/01/2010 a 21:51
Scusa tu, anch'io ho equivocato :-)
Scritto da: ilva | 14/01/2010 a 21:52
"a Milano dite sia cazzo che figa?"
assolutamente! :-)
Scritto da: offender | 14/01/2010 a 22:46
Se mi presentano una sociolinguista, il minimo che possa fare è chiederle un appuntamento e vedere come va a finire.
Sull'intercalare cazzo/figa a Milano confermo Offender, non c'è differenza. Si può dire tranquillamente: Cazzo! cheffiga! oppure Offìga! e chiccazzoè!
Scritto da: gcanc | 15/01/2010 a 16:47
"Sì, ma figa, ha rotto il cazzo quello però!"
Scritto da: offender | 15/01/2010 a 17:06
eccetera... ;-)
Scritto da: gcanc | 15/01/2010 a 18:06