Gli Wilco di Jeff Tweedy sono la rock-band di questi anni che amo di più: saziano il mio lato romantico e indolente, la mia parte situazionista e la mia indole tempestosa e iper-elettrica.
Come in questa splendida Impossibile Germany (versione live ascoltata nel memorabile concerto di Milano al Conservatorio Verdi, 14 novembre), melodia delicatissima che esplode in uno dei migliori assoli chitarristici (Nels Cline alla Gibson) degli Anni Duemila:
http://www.youtube.com/watch?v=jHpdmW9G1Fg
Grazie,
auguri anche a te, ai tuoi cari, ai tuoi amici.
BUON 2010!
Da Irnerio.
Scritto da: Irnerio | 31/12/2009 a 10:38
Ed io gli auguri me li faccio per me: che il 2010 mi porti tanti interessanti post di Luciano-Idefix. ;-)
Un abbraccio,
Artemisia
Scritto da: Artemisia | 31/12/2009 a 12:19
Cosa dire?
Grazie e contraccambio.
Scritto da: luciano / idefix | 31/12/2009 a 12:51
Dedicato a Luciano e a tutti gli amici del blog (pessimismo e alone di sfiga a parte), con i miei più sentiti AUGURI!!!! :-)
DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMACCHI E DI UN PASSEGGERE
Venditore:
Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere:
Almanacchi per l’anno nuovo?
Venditore:
Sì signore.
Passeggere:
Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore:
Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere:
Come quest’anno passato?
Venditore:
Più più assai.
Passeggere:
Come quello di là?
Venditore:
Più più, illustrissimo.
Passeggere:
Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore:
Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere:
Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore:
Saranno vent’anni, illustrissimo.
Passeggere:
A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?
Venditore:
Io? non saprei.
Passeggere:
Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore:
No in verità, illustrissimo.
Passeggere:
E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore:
Cotesto si sa.
Passeggere:
Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore:
Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere:
Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore:
Cotesto non vorrei.
Passeggere:
Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore:
Lo credo cotesto.
Passeggere:
Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore:
Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere:
Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore:
Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.
Passeggere:
Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?
Venditore:
Appunto.
Passeggere:
Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore:
Speriamo.
Passeggere:
Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.
Venditore:
Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere:
Ecco trenta soldi.
Venditore:
Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.
Scritto da: ilva | 31/12/2009 a 16:07
Ilva: grazie per Leopardi. Resta una delle capocce più lucide che abbiano circolato in Italia.
Scritto da: luciano / idefix | 01/01/2010 a 11:23
Luciano: trovo sempre questo Dialogo uno dei pezzi più significativi e commuoventi (pur nella sua razionalità e pacatezza) della nostra letteratura.
Non a caso l'ho scelto, per condividerlo con voi.
Anche se con l'ottimismo (è d'obbligo?) che dovrebbe permearci a Capodanno ha poco da spartire. :-)
Scritto da: ilva | 01/01/2010 a 12:07