Stanotte ho letto un centinaio di pagine della Vita di Carmelo Bene, una lunga intervista di 420 pagine con Giancarlo Dotto.
Con il linguaggio sulfureo di Bene,
mescolando aneddoti e oscenità, riflessioni alte e battute esilaranti, giudizi sprezzanti e fumose provocazioni, si parla di teatro e politica, popolo e plebe, disarmanti confessioni private e furiosi attacchi al conformismo di massa, sesso e adolescenza, malattia e flatulenze, Schopenhauer e Totò, cattolicesimo e perversioni, Dario Fo e le tasse.
Un antidoto all'imbecillità e alla banalità che tracimano dai teleschermi italiani.
un po' mi manca quel pazzo. era una persona non integgerima ma interessante... diciamo che apparteneva a quella serie di persone che, appartenendo alla categoria "artisti", sono (quasi) al di sopra di tutto. e se anche molto dotati non ci si può certo aspettare la coerenza e la verità in ogni occasione...
Scritto da: Giordano | 20/11/2009 a 15:58
Io ho comprato un paio d'anni fa il volume con le sue opere dedicatogli da Bompiani, cercando di rievocare con esso la presenza di Bene... cosa impossibile naturalmente vista la sua prerogativa essenziale di essere egli stesso la sua opera d'arte...
A chi gli chiedesse coerenza lui forse risponderebbe:" coerenza? C'ho messo una vita per essere perfettamente incoerente", che da parte di un attore (indiviso dai suoi personaggi) non è poi così sbagliato...
Scritto da: Jubal | 20/11/2009 a 18:28