Io sono scettico e dunque non credo al paranormale, alla parapsicologia, con tutto il codazzo di maghi, fattucchieri, lettori del pensiero e delle carte o dei fondi di caffè, indovini, astrologi, Elvis e Marylin e Jim Morrison ancora vivi, reincarnazioni, Ufologia, poltergeist eccetera eccetera.
Da molti anni però sospetto fortemente dell'esistenza dei Folletti delle Sparizioni.
Si tratta di piccoli esserini, che vivono nelle case e che sono responsabili della inspiegabile scomparsa di svariati oggetti, in particolare (ma non solo) libri.
Vi racconto un episodio accaduto direttamemte a me e a mia moglie Tatjana.
Da circa trent'anni, possiedo la serie (trentacinque volumetti Mondadori con le splendide copertine di Karel Thole) di Fantomas, scritto attorno al 1910 dai francesi Marcel Allain e Pierre Souvestre. Un ciclo amato dai surrealisti e da Cortazar e da tanti altri, tra giallo e naturalismo, delirio e avventura, grottesco e mistero, una lettura pazza e avvincente come poche.
Introvabile se non nelle librerie dell'usato a prezzi altri, la conservo gelosamente (letta e riletta, ne ho tratto un quaderno di appunti fitto di annotazioni da cui forse scriverò un saggio) ed è sempre sopravvissuta integra a più traslochi.
Finchè, un giorno, intervennero i Folletti delle Sparizioni.
Circa otto anni fa, in una ristrutturazione della casa, io e Tatjana trasferimmo da un piano all'altro moltissimi libri.
Tra cui i 35 Fantomas.
Io personalmente li chiusi dentro una scatola, tutti e trentacinque, dal primo (Fantomas) all'ultimo (La fine di Fantomas).
Giorni dopo, al momento di mettere le migliaia di volumi nella nuova libreria, quando aprii la scatola contenente la serie di Allain-Souvestre, non potevo credere ai miei occhi: l'episodio conclusivo, La fine di Fantomas, era scomparso.
"Tatjana, hai forse visto...?"
Ovviamente no.
Beh (pensa) salterà fuori: non può mica essere sparito tra un piano e l'altro della stessa casa!
Invece sì: messi a posto tutti i libri, riempiti gli scaffali, vuotati tutti gli scatoloni, La fine di Fantomas non si trovò.
E mai più ricomparve.
Ma la storia non finisce qui.
Perchè i Folletti delle Sparizioni sono dispettosi ma non cattivi. E (in un loro contorto modo) sanno ricompensare i danni che ci procurano.
A volte.
Cosa accadde infatti?
Bisogna sapere che, negli anni Dieci del Novecento, la casa editrice Salani tradusse subito i Fantomas (in trentadue integrali volumi, che nel mercato dell'antiquariato hanno un costo proibitivo e sono rarissimi).
Qualche mese dopo la mia malinconia per la perdita del libro Mondadori, in una libreria dell'usato a Trieste trovai e comprari (nella introvabile edizione Salani) proprio "La fine di Fantomas".
Non mi sono fatto vivo sul blog per un paio di giorni perchè ero ad Asola, a un Festival di libri per ragazzi, organizzato dalla scuola e da alcune bravissime insegnanti (in particolare Silvia Ziliani e il preside Umberto Parolini).
Tra l'altro, alcuni pezzi del mio intervento li hanno filmati e finiranno su You Tube.
Ovviamente vi avviserò.
Anch'io, come te, diffido dei poteri paranormali che sembrano normali, ma sono solo ciarlatani. Eppure i folletti dispettosi esistono, è accertato, e portano ciò che rubano nel Paese Delle Cose Scomparse, dove non le troverai mai, a meno che, dopo un utilizzo misterioso e prolungato, non te le riportino indietro o, come è capitato a te, non ti ricompensino diversamente. Anche perché, pure nel Paese Delle Cose Scomparse ci sono degli gnometti che fanno sparire la refurtiva e la portano nel Paese Delle Cose Trafugate, da dove non torneranno mai indietro, a meno che non vengano sequestrate dagli Elfi della Squadra Antiricettazione, sempre in lotta con gli gnometti, i quali, a loro volta, per evitare di essere colti con le mani nel sacco, si avvalgono della collaborazione dei Troll Taroccatori, che modificano i pezzi e li rendono irriconoscibili alla Squadra degli Elfi. Poi, non si sa come, certi prodotti, li puoi trovare nelle vendite notturne di mediashopping, presentate da una tettuta commessa che tra un ammiccamento e un sorrisetto ti rifila ferri da stiro e frullini di produzione vietnamita a prezzi esorbitanti. Chiaro, no?
Scritto da: gcanc | 30/11/2009 a 10:14
non molto
Scritto da: marcob | 30/11/2009 a 10:48
Ma questi elfi, si occupano anche di politica? No, perché anche lì alcune cose sembrano essere irrimediabilmente scomparse!
Scritto da: Jubal | 30/11/2009 a 11:42
Evidentemente, anche Gcanc li conosce bene.
Scritto da: luciano / idefix | 30/11/2009 a 12:38
vero!!! anche a casa mia ci sono questi folletti...ma forse perchè ho capito come ingraziarmeli (torte di mele e cannella , sali da bagno profumati sciolti a caso , gufi di ogni foggia in giro , campanelle e cimbali)
spesso le cose scomparse , riappaiono....certo , dopo avermi fatto fare figuracce incredibili con chi mi aveva prestato libri o cd o in occasioni di cene conviviali dove era prevista la visura di qualche raro tomo...
ihihih....mi somigliano , farei anch'io dispettucci :-)
ciao Luciano , un abbraccio a voi
Scritto da: Arti | 30/11/2009 a 14:10
Beh, hai letto Harry Potter, no? E l'Ufficio per l'uso improprio dei manufatti babbani... I maghi prendono delle nostre cose e le incantano. Ci sono ad esempio le chiavi che rimpiccioliscono, per cui quando le cerchi in borsa non le trovi mai e così via...
Scritto da: yodosky | 30/11/2009 a 14:18
I folletti delle sparizioni esistono e casa mia è il loro regno.
Ho il sospetto che spesso si travestano da gatti per poter meglio divertirsi alle nostre spalle
Scritto da: Eeka | 30/11/2009 a 14:45
anche io mi accodo! i folleti delle sparizioni esistono ma noi non li possiamo giudicare adeguatamente perchè... come possiamo sapere che cosa ci fanno con quello che ci sottraggono? e se portano il maltolto a qualcun' altro che lo può apprezzare come e più di noi?... chissà!
molto molto peggio sono gli amici che non restituiscono le cose preziose che gli prestiamo (per un infimo desiderio di possesso)... noi siamo buoni e vogliamo condividere con loro la nostra gioia e loro ci ripagano non restituendo mai quello che era stato così amorevolmente prestato...
antonio quando mi restituirai quei fumetti dei fantastici quattro?! ti ho portato vagonate di altri fumetti (per riscatto) e te li ho pure regalati... ma tu sostieni ancora che mi hai restituito tutto... e sappiamo entrambi che non è così, vero?!
Scritto da: Giordano | 30/11/2009 a 16:17
Eh Giordano... ma se prestare fosse una cosa buona, uno presterebbe anche la moglie!
Mai prestare libri, fumetti, appunti... spariscono per sempre nella sesta dimensione!
Scritto da: Eeka | 30/11/2009 a 16:53
Vogliamo parlare di CD/DVD?
Scritto da: offender | 30/11/2009 a 16:58
Anche. Tasso di sparizione paragonabile a quello della carta stampata
Scritto da: Eeka | 30/11/2009 a 17:04
ci sono libri che io ho prestato (e dunque dovuto ricomprare) almeno dieci volte.
Perchè (ovviamente) quali libri presto? Quelli che mi sono piaciuti di più.
Scritto da: luciano / idefix | 30/11/2009 a 17:22
Con il mio disordine, do una bella mano ai folletti delle sparizioni.
Ma involontariamente causo anche altri strani fenomeni di cui non riesco a trovare una spiegazione: per es., faccio fermare gli orologi da polso, specie quelli di una volta a carica manuale. Non sono mai riuscita ad averne uno che funzionasse.
Scritto da: ilva | 30/11/2009 a 17:59
Per quanto riguarda i libri, spesso i folletti spirit(os)elli hanno un nome, un cognome e anche una faccia da innocentelli quando li incontri per la strada e gli dici: "Senti ma quel Don Chisciotte della mancia in due volumi, non lo hai ancora letto? Quando me lo restituisciii?
Due giorni dopo "Don Chisciotte" è rientrato in casa con la faccia tipo: "scusami tanto, ma me lo ero dimenticato!"
Certo a volte è vero che uno si dimentica Don Chisciotte, ma certi volumi rari e costosi... hmmm, ho dei dubbi.
E il grave è che perdi il conto e non ricordi più chi te l'ha freg... dimenticato.
Scritto da: Irnerio | 30/11/2009 a 18:45
ma a parte i prestiti senza restituzione, nella maggior parte dei casi i folletti delle sparizioni si chiamano arterie leggermente indurite.
metti una cosa in un posto e non ti ricordi dove l'hai messa.
Scritto da: marcob | 30/11/2009 a 20:33
A casa mia sembra esistano anche i folletti della riparazione.
Quando qualcosa non funziona, siamo così tempestivi nel farlo riparare che, qualche volta, mette giudizio e si aggiusta da solo.
Scritto da: ilva | 30/11/2009 a 20:47
Per caso Ilva, tra le cose che si aggiustano da sole c'è anche uno di quegli orologi di cui parlavi sopra?
Siccome io sono peggio (molto peggio) del "mago" (dei miei zebedei) Giucas Casella vorrei fare una prova di riparazione telepatica in tre mosse proprio con uno di quegli orologi (da polso, possibilmente), sperando che ne hai ancora almeno uno chiuso in qualche cassetto.
1) mossa: scalda un po' l'orologio con il calore delle mani.
2) mossa: prova a girare la corona della carica e se la carica è al massimo sforza un pochino la corona, senza rompere la molla.
3) mossa: scuoti energicamente l'orologio in senso rotatorio per far muovere all'interno il bilanciere e la spirale che magari sono bloccati da microscopici residui o particelle di polvere.
Queste sono le semplici cose che di solito fa istintivamente una persona che prende in mano un vecchio orologio. E che qualche migliaio di telespettatori facevano spontaneamente a casa guidati dalle doti telepatiche soprannaturali del "mago televisivo" sopra citato. Poi telefonavano magari in cinquecento strabiliati per la miracolosa magia appena avveratasi sotto i loro increduli occhi. Tutti gli altri, la stragrande maggioranza, per i quali la magia non aveva funzionato non telefonavano, buttavano l'orologio nel secchio della spazzatura e sicuramente mandavano affanc... il "mago" e la sua trasmisione.
MA LA MAGIA ERA COMPIUTA E SOTTO GLI OCCHI DI MILIONI DI TELESPETTATORI EBETI!
Ora prova tu Ilva, se sei "tra quelli miracolati" dal mago sottoscritto... poi ti spiego il trucco che non c'è.
Scritto da: Irnerio | 01/12/2009 a 00:10
Irnerio, Irnerio: mi sa che hai ascoltato i suggerimenti del Cicap (Comitato italiano per il controllo sulle affermazioni sul paranormale). Sono ricchissimi di indicazioni pratiche su temi di questo tipo.
Scritto da: luciano / idefix | 01/12/2009 a 09:03
Irnerio: :-)
Comunque la storia degli orologi è vera. Ho posseduto solo un Seiko che ha funzionato (e funziona tuttora) per circa 25 anni.
Scritto da: ilva | 01/12/2009 a 09:16
No, è che, da giovane, tra i vari hobby, avevo anche quello di smontare gli orologi; poi ho imparato a ripararli gratuitamente (solo le spese) per parenti e amici.
Al Cicap mi ero iscritto anni fa quando fu fondato.
Non credo che l'iscrizione sia valida ancora oggi; dovrò rinnovarla.
Ma voi avete mai letto questa nel mio blog?:
AAAGGIUSTINOOO!
(Che se strilla forte come quanno c’era quello che strillaa: “aaarrotinooo!”)
Chi ccasa mia funziona sempre tutto,
ma nno perché niciuno rroppe gnente,
se è pper quello ce ne sta de gente
ch’a sfascià je dà giù de brutto!
Ma perché l’accommèda l’aggiustino
che, se sarà capido, è ‘l sottoscritto;
hai voja te a dije: “m’ede rotto!”
Tocca a fallo sennò sarìa ‘n casino.
Allora io, co’ ngran dizinvoltura,
passo dai sciacquaroli a li compiuder,
da le maghine ai scarighi dei vader,
dai libbri ai secchi de la spazzatura.
‘N giorno chiappo ‘n’arloggio de la Suoce
ch’era più de ‘n’anno che non gìa,
siccome voleo capi’ quel che c’avìa,
te l’ho spaccado ‘n due como ‘na noce.
Gira e rivolta, sarà ‘n caso raro,
ma l’arloggio caminaa più de prima;
po’ l’ho rittaccato co’ la colla fina
che parea novo! Anzi l’arloggiaro…!
Quessi de casa come li strapazzo
quanno spacca qualco’, “perché”, je digo:
“l’ede visto no? Se chiami ‘l tecnigo,
dobo du ore nonn’arfunziona ‘n cazzo!”
Irnerio G. - 1998
AAAGGIUSTINOOO!
(Che si strilla forte come quando c’era quello che strillava: “aaarrotinooo!”)
Qui a casa mia funziona sempre tutto,
ma non perché nessuno rompe niente,
se è per quello ce n’è di gente
che a spaccare gli dà giù di brutto!
Ma perché ripara tutto l’aggiustino
che, si sarà capito, è il sottoscritto
hai voglia tu a drgli: “mi avete stancato!”
Bisogna farlo se no sarebbe un disastro.
Allora io, con gran disinvoltura,
passo dai lavelli ai computer,
dalle macchine agli scarichi dei water,
dai libri ai secchi della spazzatura.
Un giorno prendo un orologio della Swatch
che era da più di un anno che non andava,
siccome volevo capire cosa c’aveva,
l’ho spaccto in due come una noce.
Gira e rigira, sarà un caso raro,
ma l’orologio andava più di prima;
poi l’ho riattaccato con la colla fina
che sembrava nuovo! Anzi l’orologiaio…!
Questi di casa come li strapazzo
quando rompono qualcosa, “perché”, gli dico:
“l’avete visto no? Se chiami il tecnico
dopo due ore non rifunziona più niente!”
Scritto da: Irnerio | 01/12/2009 a 10:29
Bella.
A casa mia, io non so riparare nulla.
Ci pensano mia moglie (donna faber), suo figlio e il ragazzo di mia figlia.
Scritto da: luciano / idefix | 01/12/2009 a 10:38
E' un "dono" di natura. Io ho ereditato le "mani d'oro" da mio padre buonanima.
Non mi ha lsciato molto altro, ma vale come una piccola fortuna.
Scritto da: Irnerio | 01/12/2009 a 11:57
Anche il papà di Tatjana (era un falegname sloveno) sapeva fare un sacco di cose e tutte queste conoscenze (tra cui "saper amare") le ha trasmesse alla figlia.
Io ho l'immensa fortuna di esserne uno dei beneficiari.
Scritto da: luciano / idefix | 01/12/2009 a 12:15
Anche mia figlia ha una certa attitudine per la tecnica. L'altro giorno ha risolto non so che problema pratico e, di fronte al mio stupore, mi ha risposto:
"Ricordati che sono nipote di mio padre" (Il quale con le mani sapeva fare di tutto e di più; anche perchè, oltre alle mani, aveva una gran bella testa)
Scritto da: ilva | 01/12/2009 a 12:45
Quella che io non ho!
Mannaggia: "TUO PADRE", non "mio padre" (e se fosse un lapsus freudiano?)
Scritto da: ilva | 01/12/2009 a 12:50
Infatti, non avevo capito la frase ""Ricordati che sono nipote di mio padre".
Che comunque resta una gran bella e affascinante affermazione.
Scritto da: luciano / idefix | 01/12/2009 a 12:55
"Ricordati che sono nipote di mio padre" è bellissima. Il gap generazionale raccontato da Philip Dick.
Scritto da: gcanc | 01/12/2009 a 13:28
Mi sa che Ilva (con quel lapsus freudiano) ha acceso qualche milionata di neuroni di creatività.
Scritto da: luciano / idefix | 01/12/2009 a 13:34
Già. Vedi come va il destino. Qualche volta butto lì un input (volontario) e nessuno raccoglie...
E poi con un semplice refuso scateno un tornado .
Se fosse un lapsus freudiano davvero, ho una mezza idea che ci sarebbe da scrverci un romanzo. Io che mi diverto a autoanalizzarmi i sogni, ho già fatto più di un' ipotesi per spiegarlo.
Per un parere però ci vorrebbe Zau...:-)
Scritto da: ilva | 01/12/2009 a 14:09
Io penso che molte cose della vita non vadano spiegate o analizzate ma piuttosto vissute o raccontate.
Scritto da: luciano / idefix | 01/12/2009 a 14:14
Ieri (nella libreria dell'usato di via Felice Venezian) i Folletti delle Sparizioni mi hanno fatto trovare (e comprare) 23 volumi della bellissima serie Fantomas-Salani. Anche se nella ristampa del 1935-37.
Scritto da: luciano / idefix | 30/12/2009 a 14:05