Un disegno di legge collegato alla Finanziaria prevede, per i dipendenti pubblici, un giuramento di fedeltà alla Repubblica.
Il testo riporta la formula che dovrà essere pronunciata:
"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell'interesse dell'amministrazione per il pubblico bene"
Aspetto di sentire l'opinione di costituzionalisti di cui mi fido (ad esempio Rodotà o Zagrebelski). Ma a me, a prima impressione, questa formula non piace per nulla.
Un conto è giurare fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione vigente.
Altro paio di maniche è estenderla genericamente "alle leggi" passate presenti e future.
Esempio molto semplice: il Governo emanerà un decreto legge di dubbia costituzionalità, il Parlamento lo approverà a ristrettissima maggioranza, alcuni magistrati solleveranno eccezioni di incostituzionalità e la norma andrà alla Corte Costituzionale che ne valuterà la conformità ai principi della Carta.
Intanto, anche la mia coscienza di cittadino (oltre che di dipendente pubblico) troverà ripugnante eseguire il dettato di quella legge.
Dovrò comunque "osservarla lealmente" dato che a priori avevo giurato di farlo?
Buongiorno Luciano! Sorprendente questo tuo post.
Scritto da: offender | 05/11/2009 a 09:50
Dici?
Scritto da: luciano / idefix | 05/11/2009 a 12:07
ci sono sempre le magagne sotto sotto. se è come dici (come sicuramente lo è) ci troveremmo nella condizione che un farmacista o un medico (nonostante debba fornire un servizio medico) possa fare la sua (ingiusta) obiezione di coscienza negando un farmaco o un trattamento che il malato vuole, mentre un dipendente pubblico non possa fare obiezione di coscienza verso certe leggi dello stato a meno che non voglia essere accusato di alto tradimento... ho esagerato? chissà...
Scritto da: Giordano | 05/11/2009 a 16:04
Più o meno mi puzza di una roba del genere.
Scritto da: luciano / idefix | 05/11/2009 a 16:14
secondo me un contratto è un contratto. se lo fai con un'azienda privata, lo rispetti o paghi la penale. se lo fai con lo stato, è abbastanza ovvio che ti impegni a rispettare le leggi che implicitamente sono clausole del contratto.
per intenderci, se sei un medico e fai il contratto con una struttura pubblica che preveda ad esempoio l'aborto, se sei obiettore, c'è una sola soluzione: non fai il contratto con quella struttura.
vedremo se questa forma di giuramento sbatterà fuori dalle strutture pubbliche tutti gli obiettori, per inadempienza contrattuale.
in caso diverso sarà una formula inutile.
Scritto da: marcob | 06/11/2009 a 09:00
Certo: ma posso impegnarmi per le leggi vigenti AL MOMENTO del mio giuramento. Non per quelle di là da venire.
Scritto da: luciano / idefix | 06/11/2009 a 10:00
E se approvassero le leggi razziali?
Potrei, in buona coscienza, oppormi ad una legge intrinsecamente ingiusta?
Scritto da: Eeka | 06/11/2009 a 11:15
La cosa non mi è chiara per niente.
I dipendenti pubblici sono tanti e ripartiti tra ospedali, Regioni, Province, Comuni e affini. Posso capire che se un medico non fa il suo dovere può essere tacciato di tradimento (sulla base di questo giuramento), ma gli altri?
Questo governo ha fatto ed approvato una serie di ddl che in pratica rasentano l'illegalità o addirittura autorizzano l'illecito, specie in campo amministrativo. Dunque, se io dipendente pubblico Tizio Caio devo attenermi ad una "legge" ingiusta, altrimenti risulto traditore della patria, sarò comunque un delinquente e fanculo alla coscienza morale e civile. Giusto?
La logica di papi-superman applicata alla lettera: "io sono al di sopra di tutto, anche delle leggi. Anzi ne faccio qualcuna a mio favore, così da legalizzare il furto, l'imbroglio e reati vari. Se obbligo i cittadini a fare le stesse cose, nessuno più sarà ladro, mafioso e delinquente".
Insomma, l'applicazione di una sorta di "diritto consuetudinario": se un reato lo commetto solo io allora sono punibile, ma se lo commettono in molti, è un abitudine che va consolidata e legalizzata.
Scritto da: Alessandra | 06/11/2009 a 12:00
D'accordo con marcob
Luciano: sono abbastanza sorpreso, sì...forse ho capito male ma da questo post sembra che per te rispettare la legge sia un dovere solo se la si condivide.
Scritto da: offender | 06/11/2009 a 12:49
Eeka: ovviamente esistono casi limite, e l'esempio che fai tu è ancora più limite in quanto si tratterebbe di una legge palesemente incostituzionale. Un provvedimento del genere non potrebbe essere proposto, approvato e firmato dal Presidente delle Repubblica nell'Italia e nell'Europa di oggi, ma richiederebbe un contesto politico e sociale domestico e internazionale che, per quanto non impossibile, non mi sembra l'oggetto di questa discussione.
Scritto da: offender | 06/11/2009 a 12:59
Infatti la mia era una provocazione
Scritto da: Eeka | 06/11/2009 a 13:21
ho fatto il servizio militare. va beh che l'ho fatto in un centro sportivo, però ho partecipato al giuramento delle reclute.
avrei potuto fare obiezione di coscienza e scegliere il servizio civile, ma non l'ho fatto.
al momento del giuramento avrei potuto fare l'idiota come molti e, invece di gridare lo giuro, urlare l'ho duro, ma non l'ho fatto.
se scoppiasse una guerra, sono ancora in età credo per essere richiamato e mandato da qualche parte a sparare, anche se non ne sarei tecnicamente capace visto che non ho mai sparato un colpo in vita mia, nemmeno in quel periodo.
potrei fare obiezione solo perchè non condivido la scelta di campo che avesse eventualmente fatto il governo o il parlamento?
io credo di no.
io non sono migliore di nessun altro e non sono sempre coerente con i princìpi che ho, ma sono convinto che se prendi un impegno non ti puoi tirare indietro.
ale,
non ti seguo. secondo me questo governo ha fatto molte cose che non condivido, ma fino ad ora l'unica legge contro la costituzione è il lodo alfano. le altre leggi ad personam che ha fatto sono magari buone per ritardare, o far decadere certi processi, ma non possono in alcun modo coinvolgere nessun dipendente dello stato a comportarsi da delinquente. ti faccio un esempio. se il giudice non può fissare l'udienza per il processo mills berlusconi quando vuole, ma deve trovare una data in cui il presidente non ha impegni istituzionali, deve attenersi alla legge. cercherà un'altra data, correrà il rischio di far decadere il processo, bestemmierà in tutte le lingue, ma non mancherà all'eventuale giuramento che ha fatto allo stato.
tutto può succedere, ma fino ad ora una legge che legalizzi il furto non l'ho vista, per fortuna.
anche la depenalizzazione del falso in bilancio fatto dal precedente governo berlusconi, se non ci fossero state procedure in corso del nano accusato di questo reato, avrebbe potuto rappresentare una modernizzazione del diritto, visto che l'effetto civile del danno creato nessuno l'ha tolto.
se poi subentrano modificazioni impreviste, per cui, da dipendente dello stato fossi messo davanti alla mia coscienza, la soluzione c'è: dimissioni.
non capirei mai che uno faccia il concorso per diventare boia, se è contro la pena di morte.
Scritto da: marcob | 06/11/2009 a 13:44
D'accordo anche io con Marcob
Scritto da: Eeka | 06/11/2009 a 14:05
Marco, scusa, forse sono stata contorta, ma cerco di spiegarmi meglio
facendo un esempio sui dipendenti pubblici negli uffici amministrativi.
La depenalizzazione del falso in bilancio è una cosa gravissima e per quanto ne so, possono usufruirne anche gli enti pubblici. Se io dipendente pubblico addetto ai conti mi accorgo che i miei superiori stanno dichiarando un bilancio falso che faccio? Sulla base della nuova legge io sto tranquilla, perché so che quella legge mi permette di dichiarare il falso; poi, come dipendente pubblico ho pure prestato giuramento di fedeltà alla Costituzione e alle leggi, dunque non posso aprire bocca, anche se la mia coscienza mi dice che sto commettendo un reato (depenalizzato, certo, ma pur sempre un reato).
Dunque una legge come quella citata induce un cittadino, volente o nolente, a delinquere e anche se il reato di falso in bilancio non esiste più come tale, ciò non toglie che sia una cosa assolutamente illecita e, dal mio punto di vista, anche incostituzionale, perché non rende più uguali tutti i cittadini di fronte alla legge.
Cosa dice papi? "Io sono uguale a voi, ma un po' più uguale", nel senso che io posso permettermi di fare il cavolo che mi pare senza dover rendere conto a nessuno, men che meno alla legge, anzi quella me la faccio a modo mio. E dunque, una volta fatta quella legge mi autorizzo a delinquere e autorizzo anche tutti gli altri cittadini, alla faccia della legalità, del diritto e della costituzionalità.
Indurre un dipendente pubblico a prestare giuramento alle leggi è solo, a mio avviso, un volersi assicurare che qualcuno obietterà mai e che per non perdere il lavoro si atterrà comunque alle leggi, nonostante queste ribaltino completamente il significato di diritto, leicità e costituzionalità.
Un altro paio di leggine come quella del falso in bilancio e l'Italia dei dipendenti pubblici è bella e che sistemata.
Se il disegno dello psiconano è quello di essere controllore di tutto (e fino ad oggi non abbiamo motivo di dubitarne), è necessario che ciò che è illegale diventi legale, perché i suoi metodi non prevedono il rispetto della legge. Allora che si fa? Non sia aggira più la legge (corrompendo giudici, pagando la guardia di finanza, assumendo gente incompetente e facendo ministri mignotte e saltimbanchi), ma la si fa, e la si fa in modo tale da sovvertire i principi fondanti di una società civile e democratica.
Non c'è dubbio che l'Italia necessiti di riforme, ma quelle che applica l'attuale governo stravolgendo il senso di ciò che è lecito e ciò che non lo è , sono solo il frutto di una mentalità delinquente e arrogante. Fare leggi che in un certo senso autorizzano a delinquere, come nel caso del falso in bilancio o dello scudo fiscale, e poi obbligare un cittadino ad essere "fedele" a quelle leggi mi pare una cosa, l'ennesima, fuori dal mondo. Il peggio è che moltissimi pensano che tutto questo sia assolutamente normale e anche giusto.
Scritto da: Alessandra | 06/11/2009 a 14:28
Offender: il tema che stiamo sollevando è interessante e importante. Provo a buttare alcuni spunti, alla rinfusa.
IL RISPETTO DELLE LEGGI: sempre e comunque? No, certo che no. Ad esempio, le leggi razziali approvate durante il fascismo. Era "giusto" non ubbidire? Sì.
I GINECOLOGI OBIETTORI: quando si iscrivono a ginecologia SANNO già benissimo che, tra i loro compiti, ci sarà anche l'interruzione di gravidanza. E dunque a loro non dovrebbe venir concessa l'opzione dell'obiezione. Copsì come (per uno che fa il soldato volontario) non è possibile far l'obiezione di coscienza contro l'uso delle armi. O uno che fa il farmacista appellarsi all'obiezione di coscienza contro la vendita degli anticoncezionali. A meno che l'elemento che fa scattare l'obienzione di coscienza non arrivi DOPO che Tizio ha intrapreso la sua carriera. Ma se Tizio iniziò la carriera sapendo che "armi aborto pillola preservativo" avrebbero fatto parte del suo lavoro NON può appellarsi all'obiezione di coscienza: doveva scegliersi un altro mestiere.
Scritto da: luciano / idefix | 06/11/2009 a 15:24
Certo Luciano, così come un impiegato dell'Agenzia delle Entrate non potrebbe rifiutarsi di assistere un cittadino che chiedesse di usufruire di un condono o dello scudo fiscale. Ma mi sembra allora che il giuramento non rappresenti un problema, tranne che per i casi limite come quello delle leggi razziali, citato da te e da Eeka e sul quale ho già detto la mia.
Scritto da: offender | 06/11/2009 a 16:40
Sarà interessante vedere, qualora questo giuramento venga approvato, come la metteranno con i medici del servizio pubblico obiettori. Sarò la volta che la Lombardia o la Basilicata, dove i ginecologi ospedalieri sono in maggioranza, finalmente avranno ospedali senza più obiettori? Sarà la volta insomma che questi rinunceranno alla carrira in nome dei loro principii?
Mah! Troveranno l'inganno - diranno che ci sono eccezioni solo a proposito dei ginecologi.
Scritto da: anna s. | 06/11/2009 a 16:50
Purtroppo si.
L'osservanza delle leggi è dovuta innanzittutto come normali cittadini, e anche a quelle che non ci piacciono.
Purtroppo il problema sta a monte e non a valle:
e cioè come giustamente hai descritto, il problema nel nostro paese sta nel fatto che un gruppetto di lestofanti ha le istituzioni in pugno, e governa a colpi di decreti o si appropria del parlamento per far passare provvedimenti che fanno comodo al governo e che non di rado vanno contro il pubblico interesse.
Emanare provvedimenti che odorano di anticostituzionalità, dovrebbe essere una rarissima eccezione, tale da non porre problemi di coscienza a chi quelle leggi deve applicarle.
Nel nostro paese invece, purtroppo è consuetudine.
Situazione patologica che un dipendente della pubblica amministrazione- giuramento o non giuramento -non può sanare.
ciao.
Scritto da: Presidente di Bananas Republik | 13/11/2009 a 17:21