L'arte di correre l'ho comprato ieri sera.
E dunque non l'ho ancora letto.
Solo le prime righe:
"Prefazione
Una sofferenza opzionale
La regola vuole che un vero gentiluomo non parli delle sue ex-fidanzate, nè delle tasse che paga. No, tutto falso. Scusatemi, me lo sono inventato in questo momento. ma se questa regola esistesse, forse imporrebbe anche di non parlare di ciò che si fa per mantenersi in buona salute. Perchè un vero gentiluomo difficilmente in una conversazione si dilungherebbe su un argomento del genere. Per lo meno a mio parere. Io però, come tutti sanno, non sono un gentiluomo, quindi del galateo me ne infischio. Tuttavia- perdonate se ho l'aria di giustificarmi - provo un leggero imbarazzo a scrivere questo libro."
Degli scrittori di questi anni, il sessantenne Murakami Haruki (i giapponesi mettono prima il cognome e dopo il nome) è tra quelli che preferisco.
In particolare il suo "Kafka sulla spiaggia" ha affascinato non solo me, ma anche mia moglie Tatjana e la nostra amica Patrizia (due donne che quando sentono nominare gli autori made in Japan preferiscono rileggersi per la decima volta un qualsiasi Maigret conosciuto a memoria).
Le storie di Murakami vivono e pulsano sempre al confine: tra realtà e sogno, Oriente e Occidente, tradizione e modernità, dolore e gioia, rassegnazione e impegno, realismo e fantastico, erotismo e candore, Ombra e Luce.
Chi legge le sue opere narrative entra in luoghi strani e nello stesso tempo familiari, percorrendo storie avvincenti.
Però Murakami si è dedicato anche alla scrittura di "saggistica": il poderoso Underground, splendida inchiesta sullo spaventoso attentato col gas alla metropolitana di Tokio.
E adesso questa Arte di correre: il suo rapporto con la maratona, la salute, il corpo, gli anni che passano, i luoghi delle gare sportive.
Non vedo l'ora di leggerlo.
In attesa del romanzone sulle mille pagine 1Q84.
Uscito nel mondo qualche mese fa: se ne dice un gran bene e in Italia dovrebbe uscire il prossimo anno.
A me piace Murakami, Kafka non l'ho letto ma ne ho letti diversi altri - il mio più amato è senz'altro Dance Dance Dance. Tutto pieno di occidente (Murakami è grande traduttore di letteratura americana in giapponese - si sente, alle volte anche un po' troppo) ma in quel libro c'erano come delle sorprese simboliche e metafisiche, tra junghismo ed estremo oriente, che ho trovato veramente bellissime.
Scritto da: zauberei | 02/10/2009 a 10:35
Vorrei (cosa che temo non sarò in grado di fare mai, a meno di vivere ancora qualche centinaio di anni) poterlo leggere in originale giapponese, per capire quanto e come interagiscono il lui le due culture nella scrittura.
Per il resto, è un autore dai corto circuiti sorprendenti e spiazzanti. Alcuni dei racconti di TUTTI I FIGLI DEL DIO DANZANO sono stupefacenti.
Scritto da: luciano / idefix | 02/10/2009 a 10:55
Tic ha letto After Dark (di cui ho sentito ottime recensioni) e ha detto che è splendido.
A proposito: oggi Romagnoli su Repubblica distrugge Palahniuk. Oh sofferenza...
Scritto da: yodosky | 02/10/2009 a 13:20
Di Palahniuk avevo scritto sul blog un annetto fa, dicendo tutto il male possibile dell'orribile Gang Bang e del declino (che mi pareva inarrestabile) di chuck, sempre più manierista, ormai la stanca e fiacca e noiosa parodia di se stesso.
Peccato, perchè per alcuni libri m'aveva elettrizzato. Ma credo sia del tutto irrecuperabile.
Scritto da: luciano / idefix | 02/10/2009 a 13:52
Non ho ancora letto Dance Dance Dance, ma ho letto KafKa (forse il più bello), Norwegian Wood (il secondo nella mia graduatoria, anche se il meno legato agli aspetti fantastici), La fine del mondo & il paese delle meraviglie, L'uccello che girava le viti del mondo, La ragazza dello sputnik (quest'ultimo forse il meno intrigante, ma non per questo brutto) e diversi racconti. E anche After Dark, che è effettivamente molto, molto bello: una breve storia sospesa tra cruda realtà e oniricità rivelatrice.
Muakami è un mondo affascinante, tutto da scoprire. Il resto lo ha già detto Luciano, e non posso che sottoscrivere.
Scritto da: carloesse | 02/10/2009 a 18:47
Magnifico After Dark. Chi non l'avesse letto, provveda...
Scritto da: Tic-talkischeap | 02/10/2009 a 22:54
Col libro sulla corsa (e su tante altre cose) sono arrivato a metà: conferma tutto il bene che penso di Murakami.
Scritto da: luciano / idefix | 03/10/2009 a 12:04
Ciao se siete appassionati di Murakami (io lo adoro!) vi consiglio un cd di musica jazz, non a caso il genere di musica che ama Murakami, ispirato ai suoi libri....una meraviglia!!! Vi dico solo che ci sono dei brani intitolati dolphin hotel, naoko’s theme, norwegian wood….si intitola APNEA della Abeat Records e i musicisti sono Max De Aloe all’armonica cromatica e Bill Carrothers al piano. Io l’ho trovato per caso alla Ricordi a Milano ma so che lo vendono anche su questo sito http://www.jazzandmore.it/
merita davvero!! Ciao e buon ascolto. Sara
Scritto da: Sara | 14/10/2009 a 16:04
Una domanda ai redattori dell'Einaudi: per quale indispensabile esigenza di marketing il titolo originale dell'ultimo libro di Murakami ( "Di cosa si parla quando si parla di correre" ) , generoso omaggio del suo autore all'amato Carver, è stato tradotto con un banale e modaiolo "L'arte di correre" ? Viene da pensare che i redattori il libro non lo abbiamo neanche letto. Non hanno notato che Murakami stesso spiega nel testo il perchè di quel titolo?
Scritto da: andrea ponsi | 04/01/2010 a 22:16
La risposta è semplice: perchè i redattori di una volta non esistono quasi più.
Scritto da: luciano / idefix | 04/01/2010 a 23:10