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Lettura quotidiana della Bibbia

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08/10/2009

Commenti

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Appartiene alla minoranza tedesca di Romania. Minoranza per minoranza, potevano dare il Nobel a Boris Pahor.

Dico ciò che penso?
Nei prossimi anni, pur di non dare il Nobel a Roth, Vargas Llosa, Oz e Yehoshua, saranno capaci di scovare i nomi più incredibili.

Luciano, e ora che dirà "il" sostenitore e fan scatenato di papi-silvio? Che oltre a saper ammaliare le masse imbecilli che ti seguono su questo blog, hai anche poteri divinatori alla mago Otelma? Dirà che finalmente hai svelato il segreto del tuo successo che sta in pozioni magiche, riti e macumbe? :-D
No, è più probabile che dica che lo sapevi già, perché tu nell'ex Urss hai vissuto, perché tu sei un comunista smidollato, fanatico e accecato e che quando eri lì hai fatto pure parte del KGB. Hai contattato le tue vecchie conoscenze e attraverso quella hai minacciato l'Accademia di Stoccolma. Di la verità, furbacchione! :-D

Meno male. Temevo di essere l'unica a non conoscerla e di dovermi vergognare nascosta nell'angolo.

Tranquilla MariaGiovanna, siamo in tanti a non conoscerla.
Per me è un Carneade, tale e quale a Le Clézio

Be’ il nobel per la letteratura e’ molto particolare. Fisica, chimica e medicina sono discipline dove e’ facile misurare l’impatto di studi e scoperte. Ingegneri, Medici, ospedali e malati ringraziano le grandi menti contemporaneee. Ma la letteratura ha due utenze, l’accademia e I lettori. I lettori poco contano per il nobel, altrimenti Dan Brown o Grisham farebbero piazza pulita. Allora tutto sta nelle accademie che raccolgono voci da tutto il mondo, le ascoltano e valutano.
Certo non rispecchia quello che provano i lettori, ma, come dicevo, le passioni dei lettori non sono misurabili. Peccato.
Ma e’ giusto cosi’, nessuno conosce i fisici, chimici e medici (a parte fisici, chimici, medici e forse ingenieri), cosi’ ci sta che nessuno conosca il nobel per la letteratura, a parte qualche critico e scrittore!

Appuntatevi questi nomi, potrebbero essere i futuri Nobel in attesa che Roth, Vargas Llosa, Fuentes, Mutis, Pynchon tirino le cuoia:
Ko Un, Mahasweta Devi, Gitta sereny, Harry Mulish, James Ngugi, Ernesto Cardenal.

Mah...Giorgio. Non sono convintissimo. Certe scelte "eccentriche" dell'Accademia svedese emanano un sentore anti-qualcuno. Pare che il premio vada a Tizio, Caio e Calpurnia, pur di non darlo a Mister X.
Tanti anni fa avevo scritto un raccontino: Borges era diventato duecentenario, continuava a pubblicare, i membri dell'Accademia imperterriti non gli assegnavano il Nobel ma gli preferivano autori inauditi. Finchè, sulla Terra, restano solo, i sei tizi svedesi e Jorge Luis. Anno dopo anno, il sestetto scandinavo (uno alla volta) stampa in fretta e furia un volumetto e (edizione dopo edizione del Nobel) assegna il riconoscimento a uno di loro.
Borges resiste e non muore: quando al mondo l'unico a non aver ricevuto il Nobel è lui, l'Accademia di Stoccolma dichiara che (da quell'anno in poi) il premio sarà annullato per sempre.

A Borges sarebbe piaciuto.

Che nessuno conosca lo scrittore è però un brutto segno. Va detto che non sempre è così. Grass, Saramago, Fo o, per tornare a tempi eroici, Gracia Marquez e Hemingway avevano e hanno un pubblico di lettori comuni, oltre che di intellettuali. Non dobbiamo aspettarci che il lettore medio straveda per Beckett e che da lui dipenda il giudizio della sua arte; ma trovo qualcosa di sbagliato nello scollamento tra i due livelli di lettura.
Il caso di Borges fu il caso di un uomo che fece del sottile umorismo 'plaudendo' l'operato di Pinochet - ironia che non venne colta dagli svedesi.

Il confine tra
"scrittore di plastica" e "scrittore di successo",
"scrittore popolare" e "scrittore universale",
"scrittore che proprio non lo calcola nessuno" e "scrittore d'elite"
a volte è sottile come una riga sottolinata con una matita sbiadita.

Luciano,
sia chiaro ci sono rimasto male oggi... poi ho cercato di darmi una spiegazione, che e' quella che ho scritto... ma che gli scrittori che piacciano a me, o a te, non piacciano all'accademia, alla fine vivamo felici uguali. Son ingeniere e oggi pensavo (non prendermi 100% sul serio, uh !): leggo 20 libri l'anno, quindi posso leggerne ancora 800. 400 saranno classici del passato. Dei 400 contemporanei, almeno 100 di uno scrittore con una sola opera significativa, tipo giovane Holden, versione di Barney (ok a te non piace ma insomma), le correzioni ... quindi rimangono 300 romanzi di scrittori contemporanei di spessore, dei quali voglio leggere in media 5 opere. Quindi nei prossini 40 anni mi prefiggo di conoscere 60 scrittori.
La mia domandina retorica e': per chi trova emozione nella letteratura, e' piu' significativo conoscere Roth, Pynchon (ok alcune opere sono troppo criptiche, pero' ...) Rushdie e DeLillo o la signore che ha vinto oggi il premio Nobel?
Uh oh...

Mboh io so contenta.
A me me piace che diventa famoso uno scrittore ignoto ai più, rispetto a uno noto anche se lo amo svisceratamente. Se lo davano a Oz ero contenterrima, ma mi pare tanto osannato di suo che sti cazzi. In ogni caso gli scrittori universali sono pocarelli, e nè Oz nè Roth nè quelli che tirano di questi tempi tutto sommato rispondono al criterio. Sono ottimi scrittori di questo momento storico, ma non lo so se trascendono. allora mancanza di trascendenza per mancanza di trascendenza premiamo l'illustre sconosciuto.
In questo non c'è solo un'allergia a certe posizioni politiche, che in genere per altro condivido, ma anche la volontà di forzare le regole del mercato, di introdurre la variabile che spariglia. Perchè le regole del mercato sono circuiti viziosi che ripropongono e tengono a galla sempre gli stessi. E allora visto che il Nobel è uno dei pochi modi di forzare il circuito sono contenta che lo faccia, che immetta roba nuova.
Leggero st'autora che non conoscevo.

Come è stato per Morrison che adoro, e come è stato per Coetsee che adorissimo (non so se Coetsee era famosissimo prima. Morrison pochetto)

Luciano,
ho dato un'occhiata al tuo blog. Ahahahaha anche tu hai fatto una stima di quanti libri potrai ancora leggere ! Non sono l'unico pazzo allora !
Sta sera, che sono a Dubai, mi bevo una birra alla nostra salute !

Giorgio, provo a fare anch'io il calcolo. Ho 55 anni. Facendo l'ottimistissimo e (in questa chiave) ipotizzando che camperò in salute fino a 90 anni, mi restano a disposizione 35 anni. Adesso riesco a leggere (la media è calata rispetto a qualche anno fa) una cinquantina di libri all'anno. Dunque il calcolo (ottimisticissimo) è presto fatto: 35 per 50. Il che fa 1750 libri.
Ecco dunque che mi sento di escludere che, tra essi, possa trovar posto qualcosa della Muller. Anche perchè (il 20 ottobre) esce il nuovo Stephen King, tra pochi giorni UN PAESE TROPPO CORTO (saggio sull'Italia) di Giorgio Ruffolo, ieri ho iniziato LA CHIESA ELETTRICA di Jeff Somers (autore americano di fantascienza di cui avevo sentito dire un gran bene, appena pubblicato su Urania)...
E sul comodino del letto mi aspetta varia roba.
Sullo schienale del letto molta altra.
Sul mobiletto in camera da letto una pila.
Per non parlare degli scaffali in salotto.
E di ciò che mi chiama a gran voce dalle librerie (nuove e dell'usato) e ciò che deve ancora uscire.

Per alzata di mano:
chi di noi ha letto un libro che sia uno di Herta Muller?
Questa povera donna si è attirata addosso le ironie prevenute e il livore di tutti noi senza che nessuno sembri averne ancora una ragione ragionata e fredda. Ancora non sappiamo che questo Nobel sia meritato o meno.

Non so...Grass: lui ne parla molto bene. A chi dare ragione? Non so. Se ne avrò voglia e curiosità, giudicherò da me.

Riguardo al mio ultimo post mi è giunta un'illuminazione quasi luogocomunista: i libri e gli autori facciamoceli consigliare dagli scrittori.
Lasciamo perdere i lettori comuni da metropolitana e i critici togati.

Kis l'ho letto su consiglio di Kundera, i romanzi maggiori della Woolf dopo aver scorso i saggi della Winterson, le poesie di Cergoly su dritta di Moni Ovadia, il mio conterraneo Mannuzzu solo dopo invito di Luca Canali.
Virginia Woolf mi ha portato a sua volta a entrare nelle opere dei 'bloomsberries' e di George Edward Moore. Un filo rosso chiamato Anacleto verrecchia mi ha aperto a Schopenhauer, Lichtenberg, Giordano Bruno, Prezzolini e Martinetti.
Artisti come De Quincey e babel' sono consigli di loro colleghi e debitori.

Il catalogo non è questo. potrebbe andare avanti.

(Un'ultima cosa: il candidato al Nobel Bob Dylan credo si sia giocato il premio pubblicando il suo album,"Christmasin the heart". Una raccolta di standard natalizi.
Vi prego, andate su Youtube per ascoltare "Here comes Santa Claus" e confermatemi che è un'opera trasversalmente geniale!)

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