Dan Brown (il tizio che ha scritto Il codice Da Vinci vendendo milionate di copie) mi ricorda quegli sventurati che vincono una cifra pazzesca alla lotteria però, non essendo troppo intelligenti, sperperano tutto in quattro e quattr'otto.
Brown è uno scrittore dall'imbarazzante assenza di talento.
Basta leggere le orribili prime pagine del suo nuovo romanzo, Il simbolo perduto: le trovate sul sito della Mondadori (http://www.librimondadori.it/web/mondadori/mediabox/sfoglialibro?_SfogliaLibro_WAR_SfogliaLibro_idScheda=ISBN_978880459674).
I critici che l'hanno letto ne sono rimasti sconvolti (e non per la sua bellezza o per la sua precisione storica).
Ancora ancora ancora, Il codice Da Vinci non era malissimo: certo che rimasticava un'idea vecchia come il cucco dato che il presunto sconvolgentissimo scandalo che avrebbe dovuto far tremare dalla fondamenta la cristianità era uno pseudo-segreto noto (e accantonato perchè ridicolo) fin dai primi secoli dopo Gesù, certo che sparava delle fesserie grandi e grosse, ma almeno almeno almeno il romanzo partiva benino e le 100/150 pagine iniziali erano abbastanza divertenti anche se poi il libro andava alla deriva.
Ma gli altri romanzi...Angeli e demoni è un (noioso) crescendo di comicità involontaria e Crypto non sta nè in cielo nè in terra.
Eppure Dan Brown, senza un filo di autoironia, si fa fotografare così:
Un paio di giorni fa (il 23 ottobre) su Repubblica è uscita, a firma di Angelo Aquaro, una lunghissima intervista con Dan Genius Brown.
Se non l'avete letta, cercate di procurarvela: sono due paginone memorabili. Perchè è davvero difficile trovare uno scrittore così vacuo, banale e evasivo, capace di dare risposte tanto balorde e insulse.
Ve cito solo un paio.
Domanda: Obama le piace?
Risposta: Un tipo smart con una missione impossibile.
Domanda: Le interessa Berlusconi?
Risposta: Non so molto dei suoi guai giudiziari e penso che a ogni persona che guida un paese va dato il beneficio del dubbio: è un mondo difficile ed è un lavoro difficile.
Del fatto che sia stato lui a "farsi fotografare così", non sono troppo sicuro. Che sia uno scrittorucolo, invece è assolutamente assodato. Ma su Berlusconi che doveva dire? Era intervistato da un giornale italiano, è stato diplomatico ed è possibile che sappia veramente poco di lui. Mi sembra che dal tuo post si evinca che secondo te non attaccare frontalmente in maniera decisa e inequivocabile Silvio Berlusconi sia segno di scarsa intelligenza.
Scritto da: offender | 28/10/2009 a 00:03
Oh chiribbio!
Io invece ci ho visto solo l'illustrazione della folgorante ribalta di un superficialone.
Va bene la sintesi, ma dire che Obama è un tipo smart con una mission impossible...
sembra una caricatura di ciò che potrebbe dire il paninaro degli anni '80 per dimostrare che 'pensa' in inglese...
Che poi questo Dan Brown (cui mi onoro di non aver mai dato 1 centesimo) su Berlusconi - che è il suo editore in Italia - non sia in grado di fare niente più che una schivata generica sui 'guai giudiziari' ...la dice lunga sulla complessità di analisi di questo signor scrittore.
Offender, in quanto cittadino, fabbro, chirurgo o scrittore ciascuno è libero di 'innamorarsi' politicamente o avere in simpatia Berlusconi o Nichi Vendola, Idefix non stava giudicando questo.
Ma metteva in luce un fatto. Tu, Dan Brown Genio Miliardario con libercoli che andrebbero macerati per ricavarne pasta di carta per ristampare millanta volte l'opera omnia di Eco, ma anche di Conan Doyle se è per quello... ,
tu dicevamo... sedicente genio della scrittura e delle trame complotto-sacre, chissà che perle di folgorazioni, analisi, retroscena ti posso tirar fuori da un'intervista su temi di attualità politica...
Ecco ora ci provo e ti chiedo di 2 personaggi a modo loro (diverso, consentimi, offender) dovrebbero essere ricchi di suggestioni per una penna di gran livello.
E lui che fa?
Ti risponde come un ragazzino del ginnasio con la paura di sbagliare!
Le domande erano sicuramente formulate alla 'giornalista di palombella rossa', ma le risposte...
fanno pensare che l'interista forse era gratuita... ;D
Penso che Luciano volesse dire questo.
E sinceramnete mi dispiace che qualcuno ci voglia per forza vedere altro.
Scritto da: EL_NINO | 28/10/2009 a 07:45
El Nino ha detto ciò che avrei voluto dire io. Molto meglio di come avrei potuto dirlo io.
Scritto da: luciano / idefix | 28/10/2009 a 10:02
Penso che sia nel diritto di chiunque non avere opinioni su tutto o non volerle esprimere. Se mi dovessero chiedere cosa penso della politica del presidente del Paraguay risponderei: un bel niente. Brown, che sicuramente esprime un talento, discutibile finché si vuole, nel saper vendere bene i suoi libri a milioni di persone in tutto il mondo indipendentemente dalla politica culturale praticata in quei Paesi, su Obama ha quell'opinione sinteticamente espressa. A parte che il giornalista italiano poteva tradurre la parola "smart" in lingua comprensibile ai nostri connazionali e non farla passare per un'espressione "leggera", inoltre, se avesse voluto qualcosa di più specifico, avrebbe potuto chiedere un approfondimento della risposta. Chi si aspetta analisi politologiche da uno scrittore di thriller penso che confonda la realtà con la fantasia. Forse doveva dire che Obama è il quarto segreto di Fatima e Berlusconi discende direttamente da re Salomone?
Scritto da: gcanc | 28/10/2009 a 10:27
Lasciamo stare quella su Berlusconi e "il beneficio del dubbio".
Torno alla penosa risposta su Obama. Risottolineo che Dan Brown è cittadino degli Stati Uniti d'America e che non ha sette anni. (A parte che si trovano bambini di quell'età capaci di dare risposte più articolate). Non mi aspettavo un'analisi acuta e originale ma dire, del proprio presidente, "è un tipo elegante con una missione impossibile" è roba da decerebrati che mangiano solo popcorn sintetico fritto nel succo di cervella di Chuck Norris.
Scritto da: luciano / idefix | 28/10/2009 a 11:10
Sottoscrivo quanto dice gcanc
Scritto da: offender | 28/10/2009 a 11:27
In effetti vedere le librerie dei centri commerciali tracimare dell'ultimo capolavoro di Dan Brown fin quasi nei corridoi mi ha dato un senso di voltastomaco a prescindere.
A prescindere anche dal fatto che non lo ho mai letto e mai lo leggerò perché non compro mai roba che si vende nei supermercati come detersivi paghi uno e prendi due.
Nemmeno se vedessi poi la stessa roba ben ordinata sugli scaffali Laterza, Einaudi, Feltrinelli o addirittura Utet.
Scritto da: Irnerio | 28/10/2009 a 11:47
Chuck Norris non mi sembra decerebrato ed è noto che le sue lacrime guariscono i malati.
Scritto da: gcanc | 28/10/2009 a 11:48
Gcanc,
che ti devo dire?
Toucheè.
Hai effettivamente ragione.
Sarà che uno si aspetta sempre qualcosa di più dai Big, non fosse altro perchè questo è uno scrittore e non una velina da calendari.
Ma senza dubbio hai ragione.
(e soprattutto Obama è probabilmente discendente di Cam, figlio di Noè; mentre il berlsuca ... boh, direi che lo vedo su un ramo d'albero a cogliere mele...)
Scritto da: EL_NINO | 28/10/2009 a 11:54
Oltretutto, dato che stiamo trattando Dan Brown alla stregua di un produttore di detersivi e non uno scrittore, perché dovrebbe inimicarsi una parte dei suoi compratori esprimendo pareri sulla politica? Sarebbe un suicidio imprenditoriale.
Scritto da: gcanc | 28/10/2009 a 11:59
L'anno scorso in Florida, in piena campagna elettorale e in pieno scandalo "Sarah Palin" (che aveva una figlia adolescente incinta, ecc... ecc...) sono uscita a cena con due indigeni.
Indigeni che pensavo istruiti e che hanno passato i 30 da un bel po'.
Si parla delle elezioni e nessuno dei due è stato capace di farsi venire in mente il nome di quella tizia, sì... quella tizia... quella che era miss... che adesso sta al fianco di McCain... mah! Proprio non mi ricordo!
Io, allibita.
Era su TUTTI i giornali, tutti, eh!
Scritto da: la.stefi | 28/10/2009 a 12:01
"...stiamo trattando Dan Brown alla stregua di un produttore di detersivi e non uno scrittore..."
Che fai Giulio ti ci metti anche tu a travisare il pensiero altrui?
Non ti offenderai spero se ti invito a rileggere meglio; perché allora anch'io potrei offendermi.
Per il resto posso anche condividere.
Scritto da: Irnerio | 28/10/2009 a 12:34
Fino a prova contraria, Dan Brown è uno che scrive e pubblica libri. Che essi siano bruttissimi è un'altra questione. Però lui è uno letto da milionate di persone in tutto il mondo, gente che pende dalla sua tastiera del pc e dalle sue labbra. E mi agghiaccia che (da quella tastiera e da quelle labbra così lette e ascoltate) escano simili fesserie.
Scritto da: luciano / idefix | 28/10/2009 a 12:47
Irnerio, non sto travisando e non c'entra il fatto che tu abbia citato i detersivi. Non mi riferivo a te, ma alle considerazioni inziali e già note di Luciano su Dan Brown. In pratica è uno che scrive delle cose nazional-popolari che vanno bene per il pubblico di bocca buona e da cui vengono tratti film mediocri. Personalmente non ho mai comprato i suoi libri, ma mi hanno regalato per due anni di seguito prima il Codice Da Vinci e poi Angeli e Demoni (meglio il secondo dove vescovi e cardinali bruciavano in piazza). Li leggevo come leggo ogni tanto Ken Follett: sono facili, veloci, di poche pretese, come leggere Topolino o L'Uomo Ragno, forse meno verboso di quest'ultimo. Sono prodotti buoni per essere venduti nei supermercati tra le lamette e i dadi per il brodo, non lo nego, anche se nei supermercati vendono pure Umberto Eco. Quel che voglio dire è: non pretendiamo analisi approfondite da un "imbrattapagine" che non gode della nostra considerazione. Se avesse detto che "è un incubo avere un negro alla Casa Bianca", l'avremmo considerato meglio, per il coraggio dimostrato?
Scritto da: gcanc | 28/10/2009 a 12:50
PS per Irnerio: scusa se il tono ti sarà sembrato un po' aggressivo, ma è un momentaccio.
Scritto da: gcanc | 28/10/2009 a 13:00
L'inglese Ken Follett è un bravo autore di thriller: Brown potrebbe solo portargli (stando attento a non rovesciarlo) il tè delle cinque.
Scritto da: luciano / idefix | 28/10/2009 a 13:21
credo che il da vinci code abbia fatto 40 o 50 milioni di copie.
ebbene si, io sono uno di quei milioni di persone che l'hanno letto. e ho letto anche crypto e angeli e demoni.
non so come avrei potuto, diversamente, derne un giudizio negativo.
non mi fido dei riassunti e delle critiche, buone o cattive che siano, e non mi piace l'atteggiamento di chi tutti lo leggono ma io no.
aggiungo che se smart lo traduciamo, come credo lui intendesse, con "tosto o intelligente", le considerazioni di gcanc ci stanno tutte.
per cui condivido gcanc.
Scritto da: marcob | 28/10/2009 a 13:44
l'inglese ken follett "era" un bravo scrittore di thriller, tipo la cruna dell'ago.
avuto successo, anche lui potrebbe portare il tè, magari addirittura a dan.
Scritto da: marcob | 28/10/2009 a 13:52
Anche per me Dan Brawn è ascrivibile alla categoria degli imbecilli fortunelli, in tutta onestà la compresenza di smart e mission impossible nella stessa frase me lo conferma.
Ci sono delle persone che hanno dei talenti particolari, e che esercitano quasi loro malgrado. Per esempio il talento di saper intercettare il desiderio di banalità. Un altro caso simile è Moccia. Non sono geniali, sono qualunque. Danno prodotti che non comportano troppi sforzi, e sono assolutamente funzionali alle dinamiche del marketing, commestibili ecco.
Allo stesso tempo questo talento ha del fantastico - io ne rimango incantata.
Scritto da: zauberei | 28/10/2009 a 14:43
brava Zau, mai trovai le parole giuste per esprimerlo, ma il mio sentire è in sintonia (e ... lo confesso ... non ho mai letto Moccia, di Brown ho letto solo l'inizio di codice da vinci in lingua madre, poi mi sono annoiato e mi sono riletto Vonnegut che era appena morto. Ma nemmeno kurt Vonnegut era troppo genio, solo più interessante).
Scritto da: EL_NINO | 28/10/2009 a 14:49
Giulio, infatti mi pareva strano; ora capisco, e non devi scusarti con me.
Per il resto, ti ripeto, condivido; anche su Eco, che non comprerei mai al supermercato per principio.
Come tu stesso hai già detto, è proprio il talento di Dan Brown nel saper vendere i suoi libri a tutti ed ovunque, in quantità simili a derrate alimentari, che me lo rende poco simpatico... a prescindere.
Anche mio figlio ha comprato "Il Codoce Da Vinci", e pure "I segreti del Codice" di Dan Burstein e "La verità sul Codice Da Vinci" di Bart Ehrman. Li ho qui, ma non sono tra i libri che aspettano pazientemente, su qualche scaffale o comodino che io finalmente li prenda in mano.
Scritto da: Irnerio | 28/10/2009 a 15:28
Quoto Giulio e Zau. Concordo in pieno con loro.
Anch'io sono una dei milioni di lettori del Codice Da Vinci, ma io l'ho letto in lingua originale e come spesso capita, gli originali sono meno banali delle traduzioni. La lingua ha una grande importanza (perdonatemi la banalità,ma a volte ci si dimentica di questo). Dan Brown non è il genio assoluto delle letteratura, ma non è nemmeno 'sta grande schifezza, a mio avviso.
In ogni caso, come diceva Giulio, "smart" e "mission impossible" non sono state tradotte e questa è una gravissima pecca di chi ha intervistato Brown, perché così facendo lo ha reso ridicolo e banale. Colpa, forse, della mania tutta italiana per gli inglesismi e i francesismi. Ditemi voi dove non si fa uso di almeno un lemma inglese oggi. Gli italiani, poi, sono particolarmente attratti dal pessimo uso della propria lingua e da quello improprio delle lingue straniere. "Smart" ha divesri significati, non vuol dire solo "elegante", come ha scritto Luciano. Smart è una persona intelligente, in gamba, brillante, furba (anche in una accezione negativa). Mission impossible si può anche tradurre letteralmente, e non capisco perché l'intervistatore non l'abbia fatto.
Insomma, mi pare un po' poco per giudicare Dan Brown uno che conta di più di quanto valga in realtà.
Non ho letto Angeli e Demoni, né gli altri libri di Brown, ma non è detto che non lo faccia. Per me dipende sempre da una buona traduzione.
Per fare un esempio: sto leggendo il secondo volume della trilogia di Stieg Larsson. Il primo mi ha appassionata molto ed il secondo mi sta prendendo altrettanto. Nonostante ciò, ci sono dei passaggi che linguisticamente non mi piacciono. Purtroppo non conosco lo svedese, ma mi viene spontaneo chiedermi (forse per deformazione professionale) se quei passaggi che a me non piacciono siano uguali, o suonino simili anche in lingua originale e se rendano la stessa idea o immagine. Larsson vinse diversi premi letterari prima di morire, il che mi induce a credere che fosse comunque un ottimo scrittore nella sua lingua.
Scritto da: Alessandra | 28/10/2009 a 15:32
"..Ditemi voi dove non si fa uso di almeno un lemma inglese oggi.."
Aleksandra, certe oni ne faris uzon de anglaj lemoj nur en Esperantujo!
Ĉu vi komprenis?
Scritto da: Fortikaĵulo | 28/10/2009 a 15:49
Irenrio, comprendo pochissimo o per nulla l'esperanto, ma colgo il senso.
;-)
Scritto da: Alessandra | 28/10/2009 a 15:54
Per non rischiare il biasimo da parte della nutrita schiera dei parlanti Esperanto che passano di qua, devo correggere la svista:
non "..oni ne faris uzon.." (passato), ma "..oni ne faras uzon.." (presente).
I suddetti mi perdonino.
Scritto da: Fortikaĵulo | 28/10/2009 a 16:01
...visto che tutti parlavano del codice da vinci e io ero preventuto su tale libro... e che alcuni miei amicimi dicevano che non era male, tempo fa me lo sono dovuto leggere e devo dire che è un libro da 6 (sufficiente) e che ce ne sono a vagonate di migliori. in tal caso cito sempre il prolisso "pendolo di foucault" di eco, che è assolutwamtne migliore!
Scritto da: Giordano | 28/10/2009 a 16:20
Alessandra, come mi chiamo io?
No, te lo chiedo per sapere se il mio vero nome, ben conosciuto per es. a Bologna (il nome, non la persona), pur essendo un po' meno astruso di Fortikaĵulo (nick composito esperanteggiante), ti riesce difficile da pronunciare e quindi da scrivere (Irenerio, Irenrio)? O proprio ti induce a intrecciare disordinatamente le dita sulla tastiera?
Comunque sia mi dispiace se hai difficoltà, non per le curiose varianti delle quali sono abiutuato da sempre e potrei fartene uno spassoso elenco.
Scusami Luciano, poi magari torniamo al topic.
Scritto da: Fortikaĵulo | 28/10/2009 a 16:24
Irnerio! Perdonami, ti prego. Ho scritto male il tuo nome. Sorry Sir ... ;-D
Scritto da: Alessandra | 28/10/2009 a 16:36
Perdonarti addirittura, ma figurati Ale!
Te l'ho detto, ci sono abituato.
(Ale, visto che a te piace; a proposito, inventati un nomignolo per me che magari ti semplifichi la digitazione... humm, non sarà facile, ah!)
Scritto da: Irnerio | 28/10/2009 a 17:36
e dopo il secondo, ale, ti dovrai per forza leggere anche il terzo.
totale 2100 pagine, ma non potrai lasciare lisbeth in sospeso.
anche qui non siamo di fronte all'evento letterario del secolo.
Scritto da: marcob | 28/10/2009 a 17:37
La trilogia di Millennium: il primo m'era piaciuto e ne avevo anche scritto sul blog. Poi però non m'è venuta nessuna voglia di andare avanti con la lettura della serie (anche visto il megasuccesso dilagante).
Brown: ripeto le mie opinioni (che potrei sviluppare a lungo ma rischierei di annoiare). 1) Lui ha un successo del tutto sproporzionato alle sue scarsissime qualità. 2)Ci sono innumerevoli autori di libri "di consumo" enormemente più bravi e meritevoli di lui.
"La verità sul Codice Da Vinci" di Bart D. Ehrman è il testo più serio sul caso Brown: un saggio scritto da uno storico serio e accreditato, docente alla University of North Carolina at Chapel Hill.
Scritto da: luciano / idefix | 28/10/2009 a 18:39
Ho letto il Codice DaVinci quando uscì, non conoscevo Brown, sentivo parlare di questo libro e lo comprai per capire di cosa si trattasse... la cosa che mi lasciò abbastanza perplesso fu il tratteggio dei personaggi, pareva un fumetto Disney...
Ora giace dimenticato tra Bevilacqua e Paolo Giordano... mentre mi godo il nuovo Tabucchi e il libraio di Simenon.
Scritto da: Jubal | 28/10/2009 a 18:53
Io lo comprai il giorno stesso dell'uscita, appena sfornato dagli scatoloni giunti in libreria. Un rito a cui (quando posso) mi piace assistere: come l'arrivo di Babbo Natale con i suoi doni. Confesso che mi incuriosirono la copertina, la trama, le prime righe. Lo presi, la sera lo iniziai, mi divertì fino a un certo punto (100/150 pagine). Poi la qualità del romanzo divenne come quelle insalate russe industriali lasciate fuori dal frigo per sei giorni.
Scritto da: luciano / idefix | 28/10/2009 a 19:22
Leggo dal risvolto di copertina de "La verità sul Codice da Vinci" di B.D. Ehrman (ci voleva Luciano per farmelo "prendere in mano"):
"'Il Codice da Vinci' è così ben congegnato da rendere complesso il lavoro di chi cerca di distinguere nelle sue pagine fatti e finzioni ... Ehrman fa chiarezza ... sui molti misteri che popolano il best-seller di Dan Brown, offrendo al lettore un'infinità di informazioni appassionanti e storicamente corrette sul primo cristianesimo ... Separa i fatti dalle finzioni, la realtà dalla fantasia letteraria, offrendo a quanti hanno letto con passione 'Il Codice da Vinci' e vogliono sapere la verità sulle origini del cristianesimo e sulla vita di Gesù, la chiave per decodificare tutti i segreti di uno dei libri più misteriosi e affascinanti che siano mai stati scritti"
Boo!? Mo giudicate voi che siete esperti, a me, sarà che non sono cristiano, ma non mi viene proprio voglia di tuffarmi in questi presunti misteri.
Sospetto però che Luciano non ami nessuno degli scrittori o saggisti che "tentano" di scalfire la sua fede; ricordo bene il caso di Odifreddi e del suo "Perché non possiamo essere cristiani...", Il nostro padrone di casa fu severissimo su quel libro, che io invece condivido dalla "A" alla "Z".
Tornando al post, a naso posso credere comunque che l'ultimo libro di Brown che cita Luciano non avrà il successo del "Codice". Però... booo, non ne ho la più pallida idea, so solo che Dan Brown non mi attira, e se tutto il mondo lo legge, ancora meno.
Scritto da: Irnerio | 28/10/2009 a 19:34
1) Il risvolto di copertina del libro di Ehrman (che comunque NON è un credente e anzi passa la vita a spiegare quanto i Vangeli siano stati manipolati...spesso commettendo a sua volta delle forzature...ma questo è un altro discorso) non l'ha mica scritto lui, bensì i pubblicitari della Mondadori.
2) Sulla mia fede: una fede che non accoglie con entusiasmo le critiche è una fede che non vale un tubo. Io leggo un sacco di libri non cristiani, anche ostilissimi al cristianesimo. Alcuni li trovo assai interessanti (ad esempio i nemicissimi Nietzsche o Evola mi fanno capire molte cose della mia fede). Altri (come Odifreddi...non un ateo laico ma un ateo integralista) mi irritano perchè dicono delle cazzate scorrette, gratuite e inesatte. Altri ancora (lo sloveno ateo Zizek nel CUORE PERVERSO DEL CRISTIANESIMO o in CREDERE) aprono prospettive affascinanti e stimolanti.
Scritto da: luciano / idefix | 28/10/2009 a 20:01
Al di là di quello che ho scritto e di ciò che ci separa in fatto di credenze religiose, sai bene Lucià, il rispetto che ho per la tua buona fede.
E io so bene che Ehrman non avrebbe scritto quelle cose di sè stesso sul risvolto del suo libro. Comunque tu prima hai tessuto le sue lodi, mentre ora sembri avanzare dei dubbi.
La citazione mi sembrava interessante per ciò che si evince in merito al discusso Dan Brown: genius o astutus?
Io non posso schierarmi, praticamente non lo conosco, ma mi piaceva stare alla finestra ad aizzare le tifoserie.
Anche a me piace leggere ogni tanto sulle tematiche relative alle religioni, per lo più saggi: Odifreddi, Bloom: "Gesù e Yahvè", diversi altri autori sulla Sindone, ecc., e non nascondo la mia partigianeria per quelli che tentano di incrinare l'integralismo ormai del tutto anacronistico, ma tuttora dominante delle grandi religioni monoteiste.
Tuttavia il saggio di Claude Allègre "Dio e l'impresa scientifica", in cui in sintesi si fa l'elogio della tolleranza e del rispetto per la libertà di scelta e quindi di fede, è tra quelli che mi sono piaciuti di più. Come anche il recente libro di Augias-Mancuso.
Va be', scusami se ti parlo con franchezza.
Scritto da: Irnerio | 28/10/2009 a 23:01
...comunque di Dan scrittore genio ce n'è uno solo:
DAN SIMMONS
che nella saga dei CANTI DI HYPERION ci ha messo dentro tutto.
Scritto da: EL_NINO | 29/10/2009 a 06:52
Irnerio: a me la franchezza piace molto molto. Ehrman è uno storico serio e accreditato ma (come tutti gli esseri umani) non è infallibile e (stando ad altri storici altrettanto seri e accreditati...io non sono un accademico e, oltre certi limiti, mi affido al mio buon senso, al parere di esperti e ai miei controlli incrociati) i suoi studi hanno dei limiti dovuti ad alcune tesi preconcette.
Chi attacca l'integralismo/fondamentalismo (delle politiche, delle fedi, delle religioni, ma anche dell'ateismo fondamentalista...esiste pure quello...alla Odifreddi o alla Dawkins) ha sempre la mia simpatia.
El Nino: Simmons mi piaceva perdutamente (Hyperion, Canto di Kali). Poi la sua sbandata (il sito e il blog sono osceni) razzistica, xenofoba, omofoba mi ha costretto ad accompagnarlo alla porta.
Scritto da: luciano / idefix | 29/10/2009 a 09:14
...oddio, no!
DAN SIMMONS ... xenofobo, fognario razzista...
Non ci posso credere.
Mi hai rovinato la prossima estate (comincio sempre l'estate rileggendo la saga di endimion...)!
Grazie! Che amico sei...
meno male che degli scittori di narrativa che leggo normalmente non conosco nulla più del nome...
ma come è possibile?
cacchio ci sto rimanendo troppo male... dimmi che scherzavi o dammi il link del sito...
Scritto da: EL_NINO | 29/10/2009 a 12:53
Purtroppo è vero: roba dell'anno scorso. Sul suo sito. da quando ho saputo (e letto queste porcherie) ho troncato i miei rapporti di lettore (e ammiratore) della narrativa simmonsiana.
Però (ripensandoci a posteriori, col famigerato senno di poi) alcuni indizi di una sua possibile deriva in quella direzione erano già sparsi, qua e là.
Scritto da: luciano / idefix | 29/10/2009 a 13:03
Irnerio, un nomignolo per te? Ma no, dai! A me piace tanto il tuo nome :-D
Prometto che farò più attenzione a non intrecciare male le dita sulla tastiera, ok?
Marco: è proprio Lisbeth che mi intriga tanto come personaggio. Se mi catturerà anche in questo secondo volume, leggerò anche il terzo, altrimenti... ciccia!
Comunque no, Larsson non è l'evento letterario del secolo, sono d'accordo con te. Mi piacciono i personaggi che ha inventato, ma la forma letteraria non è un granché.
Irnerio: il duo Augias-Mancuso mi è piaciuto molto.
Scritto da: Alessandra | 29/10/2009 a 15:39
eh no cara,
ormai ci sei dentro e il terzo non lo puoi evitare. è la seconda metà del secondo.
piuttosto non mi ricordavo che in svezia ci si nutrisse solo con tramezzini e caffè.
Scritto da: marcob | 29/10/2009 a 16:43
Marco, nemmeno io sapevo di tutti 'sti tramezzini e del caffé a litri in Svezia. Non si finisce mai di imparare... :-)
Dici che il terzo volume è la seconda metà del secondo? Ancora non sono arrivata alla metà del secondo, ma mi fido di te. Da quanto ho capito, il mistero di Lisbeth si risolverà solo nel terzo volume. Mi tocca leggerlo, quindi. Il problema è che sto leggendo anche le short stories incluse ne L'Espresso e tutto quello che mi trovo sotto mano (o in edicola) in inglese, più i vecchi classici della letteratura sui quali ho passato giorni e notti per gli esami all'univeristà. Insomma, sto facendo un gran casino!
Il terzo volume di Larsson me lo faccio regalare a Natale ;-)
Scritto da: Alessandra | 29/10/2009 a 20:11
Comunque, devo dire che Lisbeth è sempre più intrigante come personaggio. A tratti odiosa, ma nonostante questo, la trovo più simpatica di Mikael.
Peccato che la scrittura di Larsson sia meno intrigante dei suoi personaggi. Ma credo che la forza di questa trilogia stia proprio nell'aver saputo rendere i personaggi nonostante la carenza linguistica.
Scritto da: Alessandra | 29/10/2009 a 20:15
Credo di essere stata tra i primi in Italia a comprare Il codice Da Vinci e di possedere una di quelle rare copie che all'inizio hanno qualcosa di anomalo (poi epurato). Non chiedetemi cosa. Non lo ricordo. Ed ho appena esternato (con termini irripetibili) il mio disappunto per averlo, credo, imprestato e come da copione perso.
Motivo: in quel periodo mi interessavano curiosità varie su Leonardo e Michelangelo.
L'ho anche letto tutto.
Giudizio: il finale è a livello di una soap opera di cattiva fattura; il resto si legge, ma i personaggi non hanno spessore, lo stile fa pena e chi più ne ha più ne metta.
Non spenderò più un euro per Dan.
Eco ha scritto un Capolavoro: Il nome della rosa. Sopportabile Il pendolo. Dopodichè Stop.
Non tutte le ciambelle escono col buco, caro il mio Umbertino. Come Moravia dopo Gli indifferenti, avresti dovuto cambiar mestiere.
Scritto da: Ilva | 29/10/2009 a 22:17
Di Moravia mi piacciono anche Agostino e i Racconti Romani, se vogliamo anche Il conformista. Il resto...nel contenitore della carta riciclata.
Scritto da: luciano / idefix | 29/10/2009 a 23:02
Sono rimasto sconvolto da una recente intervista del TG1 a Dan Brown; parlando della sua ultima fatica editoriale faceva riferimento alle "SCENE" descritte. Mi sono imbarazzato per lui...
Scritto da: Nicola | 30/10/2009 a 10:33
Non ho capito, Nicola: a che SCENA faceva riferimento Dan Genius Brown?
Scritto da: luciano / idefix | 30/10/2009 a 10:48
No scusa non mi sono espresso correttamente: sembrava che stesse parlando di un film invece che di un libro...
Scritto da: Nicola | 30/10/2009 a 11:51
Chiaro.
Scritto da: luciano / idefix | 30/10/2009 a 12:15
Ho trovato la mia copia del Codice da Vinci.
Ho una curiosità: anche le vostre (quella di Luciano suppongo di sì) contengono una pagina 9, intitolata "Informazioni storiche" , in cui si dicon peste e corna dell'Opus Dei?
E' la famosa pagina che, così ho letto, è stata eliminata dalle edizioni successive.
Scritto da: [email protected] | 31/10/2009 a 12:21
Bergy sono io: Ilva
Scritto da: ilva | 31/10/2009 a 12:26
La mia copia l'ho prestata non so a chi. Ma mi pare ci fosse qualche nota iniziale.
Comunque l'avevo comprata il primo giorno d'uscita, alla (non più esistente) Libreria Giulia, da Edi Triscoli, con cui avevo chiacchierato di questo nuovissimo romanzo di sconosciuto scrittore americano. Anche Edi (come me appassionato di thrilling, fantastico, horror, anche roba di serie B e Z) ne era incuriosito.
Scritto da: luciano / idefix | 31/10/2009 a 12:34
Sono andato a vedere "Il Codice..." tra i libri di mio figlio; l'edizione è quella speciale per "la Repubblica" del 2005, e alla pagina 9 c'è il capitoletto (meno di mezza pagina) in cui si accenna all'Opus Dei.
Quelle che tu Ilva/bergy definisci "peste e corna" si riducono a circa due righe di testo.
E' questo che volevi sapere?
Scritto da: Irnerio | 31/10/2009 a 15:31
Irnerio:
Sì, grazie. La mia copia è del dicembre 2003; se anche la tua,che risale a due anni dopo,contiene quel paragrafo integralmente, significa che mi sono sbagliata.
Per togliermi lo "sfizio" riporto la parte riguardante l'Opus Dei:
"La prelatura del Vaticano nota come Opus Dei è un'associazione cattolica la cui profonda devozione è stata oggetto di interesse dei media dopo i raconti di lavaggio del cervello, di coercizione e di una pericolosa pratica chiamata "mortificazione corporale". L'Opus Dei ha recentemente terminato la costruzione di una sua sede centrale nazionale, del costo di 47 milioni di dollari, situata[...] a New York City"
Il testo prosegue con:
" Tutte le descrizioni di opere d'arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà".
La parte iniziale parla invece del Priorato di Sion di cui si dice che "è una setta realmente esistente".
Coincide?
Scritto da: ilva | 31/10/2009 a 16:44
Il priorato di Sion esiste sì. Ma dal 1956, quando venne fondato da un "trappoler" (come si definiscono a Trieste gli imbroglioni, i ciarlatani) francese, il nobilastro di estrema destra Pierre Plantard che voleva rivendicare i propri (del tutto fasulli diritti al trono francese). E per farlo si inventò un pedigree (come si fa per vendere i cagnetti): costruì a tavolino una pagliaccesca storia della sua famiglia che sarebbe diretta discendente di Gesù e di Maria Maddalena. Insomma, dietro il romanzo di Dan Genious Brown sta una storia di destra becera.
Scritto da: luciano / idefix | 31/10/2009 a 17:41
Conosco i fatti. C'è che Dan dà per certo che fu fondato nel 1099.
Sono un po' documentata in materia: ho persino letto Il santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln, da cui il nostro Genio ha attintoa piene mani.
Ti dirò di più sono andata anche a Rennes-le-Chateau...Per motivi (diciamo)di "studio"
Scritto da: ilva | 31/10/2009 a 18:27
Per evitare equivoci, quando mi sono rivolta a Irnerio , con la domanda "coincide?" intendevo riferirmi non alla veridità o meno dei fatti, ma alla famosa pagina nove del Codice.
Scritto da: ilva | 31/10/2009 a 18:31
Il libro di Baigent, Leigh e Lincoln è divertente. Basta leggerlo come se fosse "Topolino, Indiana Jones e Vittorio Fertri se lanceno a la ricerca der tesoro der Priorato de Sion co' tutti li su' sicreti increbbili che te fanno restà co' la bocca spa 'ancata che te casca pe' tera el cingumme".
Scritto da: luciano / idefix | 31/10/2009 a 19:05
Sì, l'ho trovato divertente anch'io. Fantareligione. O giù di lì.:-)
Scritto da: ilva | 31/10/2009 a 22:06
Il problema è che certe persone lo prendono come oro colato.
Scritto da: luciano / idefix | 31/10/2009 a 22:49
Ilva, leggo solo ora la tua risposta; sì è tutto identico. Anche la pagina, non ha il numero, ma è comunque la 9.
Ciao
Scritto da: Irnerio | 31/10/2009 a 23:35
Irnerio: rigrazie! Ciao e buona domenica.
Scritto da: ilva | 01/11/2009 a 11:18
credo CHE DAN BROWN SIA UN MITO!!!!! e' fantastico come scrive ed ha un intelig. unica al mondo I SUOI LIBRI SONO CAPOLAVORI INTOCCABILI e lo andoro
angie 97
Scritto da: angelica | 10/01/2010 a 16:02
Angelica: se i suoi libri ti piacciono, goditi il fatto che li hai letto con gusto. Mi permetto però di suggerirti una cosa: se ami leggere, guardati intorno. Ci sono tantissimi altri scrittori che potrebbero affascinarti. Intendo gente che scrive romanzi "vicini" (per scorrevolezza e per temi "strani") a quelli di Brown.
Te ne cito un paio, i primi che mi vengono in mente.
L'ombra del vento (dello spagnolo Zafòn).
Il club Dumas (dello spagnolo Reverte).
Un "giallo" che trovo assai riuscito è Debito di sangue (di Michael Connelly).
Un fantasy per ragazzi/adulti che mi piace molto è "L'anello di Samarcanda" di Jonathan Stroud (il primo volume della trilogia di Bartimeus).
Libri per ragazzi divertenti sono (sinceramente) quelli che ho scritto io con protagonista il tredicenne Michele Crismani
Buone letture.
E (se ti va) passa ancora a trovarmi, qua sul blog
Scritto da: luciano / idefix | 10/01/2010 a 16:49