Ieri sera io e Tatjana abbiamo visto un emozionante documentario che sembra un misterioso film giallo.
Ma prima serve una premessa.
(Se volete, saltatela)
Torno spesso a Bob Kennedy.
Assieme a Martin Luther King, Robert Francis Kennedy fu l'eroe laico della mia adolescenza, di quando (quattordicenne) seguivo in televisione e sui giornali e nelle conversazioni di mio papà e mio nonno la sua campagna elettorale delle primarie democratiche del 1968.
Ricordo che piansi di dolore e di rabbia quando lo ammazzarono il 6 giugno di quell'anno.
Per me, il riformismo ha sempre avuto quella forte radicalità.
E ogni volta che rileggo i discorsi, le interviste di Bob, trovo l'attualità profetica delle sue parole, della sua politica, del suo linguaggio.
Sentite questo frammento di un discorso sulla libertà di stampa a Cape Town nel Sud Africa ancora oppresso dal segregazionismo razziale (un intervento che creò forte disagio nei governanti bianchi ma accese speranze nei neri):
”Al cuore della libertà individuale sta la libertà di parola, il diritto di esprimere e comunicare le idee, di differenziarsi dai rozzi animali della foresta, il diritto di richiamare i governanti ai loro doveri e obblighi. E soprattutto il diritto di affermare la nostra appartenenza a un corpo politico, la società, fatta dalle persone che condividono la nostra terra, le nostre tradizioni e il futuro dei nostri figli.
Alla pari con la libertà di parola sta il diritto di essere ascoltati, di avere voce nelle decisioni dei governi che determinano la vita degli uomini. Tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta, la famiglia, il lavoro, l’educazione, un luogo in cui allevare i figli e riposare la mente, tutto ciò dipende dalle decisioni dei governi, e tutto ciò può essere spazzato via in un attimo da un governo che non dia ascolto alle richieste della sua gente. E io parlo di tutta la gente.
I diritti fondamentali dell’uomo possono essere protetti e preservati solo dove c'è un governo che risponde non solo ai ricchi, non solo a quelli di una certa religione, non solo a quelli di una certa razza, ma a tutti gli uomini della società".
6 giugno 1966
O le dure e chiare parole con cui Bob parlava del ritiro dal Viet-Nam:
"La guerra in Vietnam ci pone delle importanti questioni di ordine morale. Che diritto abbiamo, noi in America, di andare ad uccidere decine di migliaia di persone, di rendere milioni di persone dei senzatetto, di uccidere donne e bambini come stiamo facendo?
Ogni anno nel Vietnam del Sud rimangono senza gambe e senza braccia 35.000 persone, e altri 50.000 civili perdono la vita. Migliaia di bambini vengono uccisi in seguito alle nostre azioni militari. Che diritto abbiamo, negli Stati Uniti, di compiere queste azioni, solo perché vorremmo proteggerci, o per evitare un problema maggiore per noi?
Io mi domando seriamente se abbiamo o meno quel diritto. Dovremmo poterlo sentire, qui negli Stati Uniti, cosa avviene quando lanciamo il napalm, un villaggio viene distrutto, e i civili vengono uccisi"
5 giugno 1968, pochi minuti prima di venir colpito a morte
Insomma, con Bob Kennedy siamo anni luce dai balbettii di troppi politici della sinistra e centrosinistra e sinistracentro italiana, infingardi, timidi, ipocriti, esitanti, oscuri, nè di qua nè di là, eterni mediatori al ribasso.
Ieri sera io e Tatjana abbiamo visto L'altra Dallas (un ottimo film documentario che ricostruisce in modo convincente, con ricchi materiali inediti l'assassinio di Bob, smontando punto per punto la ridicola tesi del killer matto e solitario Shiran Shiran. E indicando la verità).
Il libro a cui è allegato aggancia la tragedia a quella dell'omicidio di Dallas, in cui venne ucciso John Kennedy. Anche per quel delitto, si fornisce una versione che demolisce del tutto la grottesca ipotesi di Lee Harvey Oswald unico assassino).
In più, i delitti JFK e RFK vengono inseriti in un quadro molto fosco, le cui radici affondano nella storia e nella politica americana.
Malgrado qualche forzatura (alcuni accenni all'11 settembre), il lavoro di Massimo Mazzucco e dei suoi collaboratori è encomiabile.
Ma (come per i misteri che si rispettano) non voglio svelarvi troppo.
Olllà. Finalmente qualcuno che non mi prende per matta quando sostengo che Lee H. O. era solo un capro espiatorio. Ricordo il (per me) splendido Jfk di Stone che mi ha fatto appassionare alla vicenda. Quando si dice sapere a memoria un film.
Scritto da: yodosky | 18/09/2009 a 13:52
Mah...non so chi (essendo un minimo informato) possa pensare seriamente che John Kennedy sia stato assasinato da Oswald. Così come chi (essendo un minimo informato) possa pensare che Bob Kennedy sia stato assassinato da Shiran.
Scritto da: luciano / idefix | 18/09/2009 a 13:58
Ricordate il film-documentario di Gianni Bisiach "I due Kennedy"? Quello già dice molto sulla realtà dei fatti. Non ho mai creduto che Oswald e Shiran avessero potuto agire autonomamente.
Scritto da: Alessandra | 18/09/2009 a 14:34
@ sig. Luciano: prova un po' a parlare con Tic, prova...
Scritto da: yodosky | 18/09/2009 a 15:12
Grazie per l'indicazione del libro. Anch'io ho una grande ammirazione per Bob e per John Kennedy, e non credo affatto a quella specie di verità che hanno imbastito ad usum populi
Scritto da: I Care | 18/09/2009 a 23:08
Beh, un altro bel libro sull'argomento Oswald è 'Libra' di Don De Lillo.
E' un romanzo, e non un'inchiesta, ma....
Scritto da: carloesse | 19/09/2009 a 00:14
ti ho scopiazzato
:
http://tusitala.blog.kataweb.it/2009/09/20/i-funerali-dei-para-uccisi-a-kabul/
....
ciao
Scritto da: P@ola | 20/09/2009 a 15:58