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17/09/2009

Commenti

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Già, un po' come certi negozi alimentari che ho visto quest'estate in Trentino, piccoli supermercati a gestione familiare, con il marchio coop e qualche prodotto con quel logo, ma, per lo più, con prodotti locali: il cappello del grosso gruppo, ma l'autonomia del piccolo.

Infatti. Se no, il rischio è quella schifezza omogeneizzata delle Feltrinelligiuntindadori, luoghi tutti uguali, inodori e incolori. Ti ricordi, no?, le Feltrinelli di una volta? Queste di adesso hanno perso l'anima.

Concordo su tutta la linea anche se amo tutto sommato la mia Feltrinelli.
Certo perchè me ce so move, perchè provi a chiedere n'indicazione, è il trauma.
Ma la ragione è nel potere.
Io ho lavorato come commessa in alcune librerie piccole e molto belle. Quando ho fatto il colloquio per tentare Feltrinelli (che fa i contratti veri, e ti da quattordici mensilità QUATTORDICI!) mi dissero che no signorì lei è troppo preparata.
Che se controllano male quelli troppo preparati.

Brava, Zau! In queste pseudo-libbbbrerie surgelate, tendono ad assumere personale che non distingue Gene Wilder da Billy Wilder e che (visto il titolo) inserisce "Alla ricerca del tempo perduto" nello scaffale dei romanzi di misteri occulti alla Dan Brown.

Luciano,
I surgelati secondo me sono l'unico modo di soprravvivere delle librerie fisiche. Prendi il mio caso, qundo sono una settimana in Italia cerco di accaparrami 6/7 libri da leggermi in italiano nelle calde notti mediorientali. A settembre ho rischiato e sono andato da Mondadori a Torino che ha una scelta amplissima, volevo seguire i consiglio tuoi e di Zaub e ho trovato alcuni romanzi di Mutis e Llosas Vargas. Ma e’ stata un improdenza. Molto meglio viaggiare 3/4 ore su internet e approfondire quali libri voglio, poi scegliermi un sito e comprarli li. Ibs.it ha una scelta amplia e di solito la completo con qualche DVD di film italiani gloriosi che ancora non abbiamo visto.
Per le letture in inglese non esiste scelta piu’ vasta di amazon, che si ramifica in una serie di librerie specializzate (librerie fisiche) dalle quali si puo’ ricevere qualsiasi edizione.
Uh per i libri in italiano dimentico ebay. Ho potuto leggere gilles ragazzo capra e i coltivatori del maryland solo grazie ad ebay, e non posso che esserne grato !

Io amo pazzamente le librerie dell'usato. A Trieste ce ne sono certe...In via Venezian poi! A prezzi eccezionali si trovano cose fantastiche. Ma soprattutto c'è il piacere di girare per stanze e corridoi pieni zeppi di libri vecchi accatastati, impilati, spostarli, sfogliarli, arrampicarsi, tirarli fuori dagli scaffali, aprirli, annusarli, sobbalzare perchè da lontano ti pare che...non è possibile!...ma sì...oddio...ma dai!...ti avvicini e...AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!! E' lui!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E allora lo prendi in mano e lo sfogli e santo cielo è quello che cercavi da anni e anni e vai alla cassa e lo paghi una cifra risibile quando eri pronto a sborsare assai di più e pensi che l'ultima pisciata di Vespa o di Moccia o di Coelho o di Pansa & C costa il triplo e intanto il tuo tesoro te lo porti a casa.

Un paio di esempi:
1. CD: e’ vero, il titolare di un piccolo negozio di classica mi ha fatto fare I primipassi per apprezzare Mahler. Poi ho camminato, o meglio zoppicato con le mie zampe e ho iniziato ad appassionarmi ed in particolare amare la 7 sinfonia. Per il mio compleanno mi sono regalato la 7 diretta da Klemperer, registrata EMI e difficilissima da trovare. Se dovessi girare per tutta Italia impiegherei un secolo. Su Amazon ho speso il dovuto ma ho trovato in tempi decenti il mio regalo
2. In giugno mi sono messo in testa di leggermi i viaggi di beniamino terzo, di Sfurim. Cavolo avrei dovuto passare tutta la mia settimana di vacanza a cercarlo in una libreria fisica !
Forse perdo il fascino dell’ eureka ! in una bancarella, forse sono sempre stato sfurtunato nei miei (pochi) tentativi nelle bancherelle, questo e’ vero. Ma, certe volte ho vissuto l’eureka! Su ebay, e credo sia ugualmente emozionante!

In via Venezian (se venite a Trieste vi ci porto) lui ha due negozi, attaccati l'uno all'altro.
Il primo conveniente. Il secondo...non ho parole. TUTTO a un euro. Ieri ho preso: un introvabile Chesterton del 1961, un antologia del teologo cattolico Newman, Concerto rosso e L'ombra della cattedrale di Pieluigi Berbotto (due thrilling torinesi), I giorni del potere (romanzo storico nella Roma cesarea), l'horror Live girls, un'antologia di Martin Luther King e una di Bob Kennedy (le ho già ma le regalo), un Nuovo Testamento nella splendida versione protestante di Giovanni Luzzi.
Il tutto in ottime condizioni e a nove euro.

Beh, Giorgio Tedeschi. Ma la figata di amazon è proprio la potenza della rete applicata alle piccole librerie fisiche. Mi sono arrivate delle chicche dalla profonda sgurgola degli States, posti di provincia che noin si sa che ci faceva che so' na biografia di Cukor.
In ogni caso, la libreria dell'usato è luogo per letteri consumatissimi e inscaltriti, dove non si cerca un libro, ma si permette a un libro di cercare te.
Ogni volta che vado a quelle dhili ell'usato (io per esempio colleziono prime edizioni di ROth Philip in Italiano) non troo mai quello che cerco, ma qualcos'altro di fantastico e remoto si impossessa di me.
Però se uno non è lettore forte, la sòla può giungere velocemente. ecco.

non sono d'accordo.Le librerie piccole di Torino sono troppo snob, e mettono adisagio.
Quelle ideali secondo me sono le Coop, o le Arion, quelle dimensioni li'.

Zelda: importante è che si sia scelta, ampia scelta. Poi (garantito questo) se uno preferisce andare alla Feltrinelli o alla Giunti, affari suoi. Così come, se uno vuol comprare la mozzarella Galbani, libero di farlo. Ciò che chiedo è che restino spazi (il più possibile ampi) per i piccoli produttori che fanno formaggi formaggi.

si, Luciano.Io mi riferivo alla realtà torinese.Dove, se c'è un fantastico mondo delle bancarelle, trovo assurdo che ci siano librerie piccole che attentano al gusto della lettura, trattando male chi entra.Se sono poi strangolati dal mercato,un pò d'autocritica non guasterebbe.

un conto è la passione culturale, un conto ,o snobismo settario

La maleducazione è sempre un difetto terribile. Ma per un negoziante lo è ancora di più.

Caro Luciano,
Al supermercato non si trovano i formaggi formaggi, ma da Feltrinelli – Fnac – Mondadori si trovano molti libri libri. Non mi piace tanto il tuo paragone, perche’ spesso grandi scrittori vendono moltissime copie, al contrario di grandi formaggi e salumi che pochi comprano. Un romanzo di Roth, o di Rushdie, costa piu’ o meno come un libro di Faletti, e ne stampano volumi paragonabili, mentre un forgaggio di fossa o un culatello artigianale costano un po’ di piu’ e sono prodotti in volumi minori di un Auricchio !
Zauberei, vorrei riuscire a farmi raggiungere da un libro ignoto ... pero’ un giochino che ho spesso fatto e’ di farmi guidare da citazioni all’interno di un romanzo... talvolta sono stato trascinato in catene abbastanza affascinanti dove i romanzi preferiti di un personaggio diventavano i miei (ma non il contrario ) e citazioni di citazioni diventavano preziosi indizi... ma non sempre, ad esempio sono giunto alle botteghe color cannella leggendo il messia di stoccolma, di Cynthia Ozick
Prima o poi mi cerco pur i le prime edizioni dei miei romanzi preferiti, poi li prestero’ ai miei figli, che ovviamente non li leggeranno ma li sporcheranno di marmellata ! Sicuramente parto dai fratelli ashkenazi, per me il piu’ bel romanzo mai concepito da noi miseri umani !

Giorgio: ho volutamente esagerato. Da Feltrinelli & C non si trovano solo i libri dell'Insetto o di Pansa, di Coelho o di Faletti, di Moccia o di King (a proposito...a novembre in Italia esce in anteprima mondiale il suo nuovo romanzo: Under the Dome...che dovrebbe essere epico come lunghezza e come temi...correrò a comprarlo...non da Feltrinelli).
Ciò che mi irrita nelle grandi catene (librarie, alimentari, dvd, discografiche eccetera) sono due cose:
1) tutto uguale
2) la mancanza di amore e di competenza per ciò che si vende.

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