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Lettura quotidiana della Bibbia

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15/09/2009

Commenti

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Bravo Luciano...Non so perché..ma mi hai commosso...!

Non so perché Luciano, ma mi hai davvero commosso....!

Son due volte che inserisco un commento am non risulta nulla....

A volte Typepad fa lo scemo.

Anna, hai finalmemte trovato pane per i tuoi denti!

Simpatico.
Ho però delle perplessità sull'ultimo dovere: perchè mai dovrebbe essere obbligatorio andare a prendere i bambini a scuola? Mi vengono in mente le torme di mamme e papà motorizzati (spesso con il mega-SUV...), che portano i figli a scuola e li vanno a riprendere, generando ingorghi, casino e inquinamento.
Ma soprattutto abituando i figli a muoversi, e a vivere la città, sempre in auto! Ai miei tempi (erano gli anni '50 e '60 ok, ma non l'anteguerra, traffico e auto esistevano già) io e i miei compagni andavamo a scuola da soli - anche alle elementari - a piedi o in autobus. Se proprio l'assistenza genitoriale è indispensabile anche a scuola (siamo sicuri che per i bambini lo sia?), non si potrebbe correggere l'ultimo dovere aggiungendo: "a piedi o con i mezzi pubblici"? Che si facciano quattro passi anche mamma e papà!

Dario: io e Anna abbiamo avuto a disposizione circa un'ora e un quarto, bambini che andavano da tre a dieci anni e che vedevamo per la prima volta, senza nessunissimo lavoro preparatorio. In più non volevamo in alcun modo prevaricare le voci dei piccoli imponendo la nostra volontà o le nostre decisioni. Ecco perchè la "Carta dei diritti e dei doveri" è monca, deficitaria, carente, contraddittoria, debole e presta il fianco e tutte le altre parti del corpo a mille e altre diecimila critiche.

La "Carta dei diritti e dei doveri" a me sembra molto carina, proprio perchè spontanea e non pilotata da adulti...rispecchia i bambini che esternano osservazioni "monche,
carenti, contraddittorie ecc." Ma originali e imprevedibili.

Ciao Luciano, ho letto la tua risposta a Dario e non sono del tutto d'accordo quando riduci il valore di questa carta dicendo che è debole etc...; è semplicemente il frutto del pensiero dei bambini, o quanto meno di quei bambini in quella situazione. Chi di loro ha chiesto di aggiungere ai doveri dei genitori "di andarli a prendere a scuola" secondo me seguiva un filo rosso che tiene insieme alcune delle loro richieste: che i genitori si prendano cura dei bambini, che li rispettino, che non gli diano tutti i torti, che gli insegnino, che li proteggano e che li accontentino quando possono - e infine che li vadano a prendere a scuola. Che per me significa che non li abbandonino, che non facciano tardi - come a volte succede, anche per motivi di traffico - situazione che però spesso crea ansia nei bambini. Questa carta a me piace, perchè raccoglie pensieri non preparati da lavori precedenti, come succede a scuola, e essendo stata scritta da bambini di età diverse, fotografa anche esigenze e capacità diverse.
Il tuo resoconto è meraviglioso, credo che anche chi non era presente possa immaginare bene cosa abbiamo combinato!!! GRAZIE!

Anna: conoscere te (e Francesco) è stata una gran bella cosa.

sentire la voce di un bambino piccolo che dice qualcosa (e quello che dice non nasce da alcuno stimolo di un adulto) è una delle cose che mi rimette al mondo ed è in grado di stemperare le mie ansie e di ridestare il buonumore.
di quello che hai detto mi ha colpito che voi abbiate fatto in modo di renderli più liberi possible senza indirizzarli neccessariamente in una direzione piuttosto che in un' altra... chi era il pensatore che diceva che i bambini dovevano essere liberi di fare quello che volevano? j.j. rosseau (uno dei tanti)? io sono sostanzialmente d' accordo con questo modo di pensare (i bambini non vanno "educati" ma vanno resi consapevoli ma senza imporre loro nulla, possibilmente)...
quando ero piccolo ricordo che mi domandavo sempre perchè uno era obbligato a fare delle cose (per me era una grossa fatica!) e lo trovavo assai ingiusto!

Tra i diritti dei bambini dovrebbe figurare il diritto alla partecipazione a incontri come questo almeno una volta ogni anno. Incontri che facciano conoscere libri e scrittori in modo gradevole e serio, senza noia. Chi è lo scrittore per loro? Mi è accaduto a Pontedera di incontrare una classe elementare in occasione del festival della letteratura per bambini "C'era una volta un castello"; sono rimasta impressionata dalla difficoltà per quella classe di identificare la mia persona fisica, il mio volto e la voce, con l'autore delle fiabe che erano presentate. Per loro le storie vivevano "a parte", non potevano essere state create da una persona con corpo e sguardo e movimenti veri e simili ai loro. Molto bello il tuo incontro con i bambini e ragazzi, il loro diritto di crescere con la cultura a disposizione, offerta con grazia e leggerezza, è stato tutelato.

Oddio...non è che io e Anna facevamo solo da registratori umani, da stenografi passivi e inerti. Ci siamo sforzati di attivare i bambini, di stimolarli, di fargli scattare i neuroni e le sinapsi, di aprirgli qualche finestra mentale. Ma nello stesso tempo ci guardavamo bene dall'indottrinamento, dalla lezioncina.
(Avvertenza per i leghisti: la sinapsi NON è una nuova bibita che farà concorrenza alla Pepsi)

Uno dei momenti più emozionanti a Mantova è accaduto sabato sera.
Al ristorante biologico.
Stavo mangiando con una simpatica coppia (più la loro figlia tredicenne): mi avevano riconosciuto dopo il mio incontro del pomeriggio e così cenavo al loro tavolo. (Mangiar da soli al ristorante è una cosa tristissima).
A un certo punto mi volto e nella tavolata vicina alla mia vedo una bella faccia femminile che mi par di conoscere...chi è?...eppure non l'ho mai vista dal vivo...e colgo nella sua espressione il medesimo riconoscimento...ma sì...è una blogger che sul blog ha la propria foto...è the doctor and the writer Maria Giovanna Luini. Così ci siamo alzati, salutati, scambiati i telefonini. E visti per un caffè e una chiacchierata il giorno dopo. Confermando ciò che già pensavo di lei: una gran bella persona.

i bambini e i loro misteri: non rompere i quadri mi ha subito fatto venir voglia di rompere quadri
marina, restata bambina

Ehehehe... una roba di cui vado più orgogliosa è non aver mai dimenticato la mia infanzia... d'altra parte con un papà che ancora adesso organizza teatri per burattini e si traveste a Carnevale (e uno zio che fa feste a tema per compleanno a 60 anni) era difficile....

Ah, questo non significa che son contraria a dar loro quattro "rate", quando serve.
Stranamente, questo fa sì che loro mi adorino.

Semplicemente fantastici (tu, la Sarfatti, i bambini, i diritti e i doveri, ecc.).
Aggiungerei tra i diritti quello dei blogger di vedere pubblicato un video dell'evento. ;-)
Superata l'emicrania?

Anche stamattina ho dovuto prendermi un triptano (il farmaco specifico): si vede che la fase intermedia tra le due terapie (quella fiorentina e questa triestina) crea degli scompensi.
D'altro canto, lo diceva anche Gramsci, che nelle fasi di transizione possono sorgere dei mostri.

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