Il titolo è pomposo. Il testo (come vedrete) per nulla.
Vi trascrivo subito gli articoli, lasciandoli esattamente così come sono nati.
Da dove saltano fuori, ve lo racconterò alla fine.
Però faccio subito una premessa:
io e Anna abbiamo avuto a disposizione circa un'ora e un quarto, bambini che andavano da tre a dieci anni e che vedevamo per la prima volta, senza nessunissimo lavoro preparatorio. In più io e Anna Sarfatti non volevamo in alcun modo prevaricare le voci dei piccoli imponendo la nostra volontà o le nostre decisioni. Ecco perchè la "Carta dei diritti e dei doveri" presta il fianco e tutte le altre parti del corpo a mille e altre diecimila critiche.
Ma vedere decine di bambini che parlavano liberamente (e tutto sommato saggiamente) di diritti e doveri (senza mai tirare in ballo i capricci) ci ha dato una botta di speranza.
CARTA DI MANTOVA DEI DIRITTI E DOVERI DEI BAMBINI E DEI GENITORI
DIRITTI
Mangiare gli asparagi
Scacciare Luciano
Avere diritti
Lavorare (solo per gli adulti)
Guidare l’auto (solo per gli adulti)
Non guidare l’auto (solo per gli adulti)
Andare a letto quando si vuole
Riposarsi
Scegliere cosa vedere alla tivù
Leggere un libro
Non leggere un libro
Giocare da soli o in compagnia
Imparare per tutta la vita
Ai passatempo
Fare gli stupidi (non sempre)
Avere una casa
Discutere
Parlare senza essere interrotti
Spegnere la tivù (Tac! Zfssssssss….)
DOVERI
Non alzare la voce con i bambini (solo per gli adulti)
Rispettare se stessi
Rispettare gli altri
Lasciare i bagni puliti
Non mettere i piedi sul tavolo
Avere doveri
Lavorare (se si può)
Rispettare i bambini (solo per gli adulti)
Mettere la pasta nella pentola
Non rompere i quadri
Prendersi cura dei bambini (solo per gli adulti)
Non essere violenti
Stare attenti ai pericoli
Non dare tutti i torti ai bambini (solo per gli adulti)
Insegnare ai bambini (solo per gli adulti)
Proteggere i bambini (solo per gli adulti)
Accontentare di più i bambini (solo per gli adulti)
Andare a prendere a scuola i bambini (solo per gli adulti)
La Carta è nata al Festival della Letteratura di Mantova 2009, nell’incontro di domenica 13 settembre al Palazzo del Mago, 15.45, un gran caldo.
Sul palco io e Anna Sarfatti, una bella maestra spiritosa che scrive libri pieni di intelligenza civile (uno l’ha fatto assieme al giudice Gherardo Colombo per raccontare la Costituzione ai più piccoli). Davanti a noi c’erano un centinaio di bambini, ragazzini e adulti.
Con Anna ci conoscevamo solo via email, via telefono e (da due ore) a pranzo. Ma sul palco il gioco è stato abbastanza facile: lei interpretava il ruolo della persona seria e affidabile mentre io entravo nella parte del cretino. Così, Anna s’è messa a scrivere sui fogli e a tenere le fila della discussione ragionevole, intanto che io facevo lo stupido (“e non ti viene difficile” direbbe mia figlia Francesca).
La Sarfatti era bravissima a cogliere, da tutti gli interventi dei bambini che volevano dir la loro su diritti e doveri, la sintesi (rispettosa non solo del loro senso ma anche della loro forma). E’ in questo modo che son venute fuori bizzarrie come il “dovere di non rompere i quadri”.
Io intanto mettevo in scena delle piccole gag.
Da una è nato il “diritto di cacciare Luciano”.
Subito, appena iniziato l’incontro, sono sceso dal palco per sedermi provocatoriamente sulle ginocchia di un bambino che stava in prima fila. Lui sorpresissimo mi spinge via, mentre Anna (che aveva capito al volo le mie intenzioni) mi rimproverava nel microfono: “Ma Luciano!! Cosa fai?!”
Torno sul palco.
Dopo qualche minuto, di nuovo cerco di cacciare il bambino dalla sua sedia. Lui difende il suo posto.
Al mio terzo tentativo, simuliamo una specie di esagerata collutazione, finendo entrambi per terra.
E da questo, parte il discorso sui diritti: quel posto spettava al bambino oppure a me? Conclusione: il “diritto di scacciare Luciano”.
Invece, per rappresentare il “diritto di fare gli stupidi (non sempre)”, saltellavo sul palco goffamente (non mi occorre simularla, la goffaggine), poi son corso dentro e fuori dal teatrino, comparendo e scomparendo dalle tendine del sipario, finchè Anna (che brava e sobria partner!) ha invocato l’aiuto dei bambini: “Fermatelo!”. E una decina mi sono saltati addosso per sbloccarmi, urlanti e ridenti.
Cosa mi faceva sorridere tantissimo?
Vedere tra gli spettatori il viso altrettanto sorridente del simpatico compagno di Anna, Francesco.
Due piccoli misteri che ci incuriosivano:
quali storie vere stanno dietro al "non rompere i quadri" e al "mettere la pasta nella pentola"?
Bravo Luciano...Non so perché..ma mi hai commosso...!
Scritto da: Daniela Pinchera | 15/09/2009 a 13:33
Non so perché Luciano, ma mi hai davvero commosso....!
Scritto da: Daniela Pinchera | 15/09/2009 a 13:40
Son due volte che inserisco un commento am non risulta nulla....
Scritto da: Daniela Pinchera | 15/09/2009 a 13:41
A volte Typepad fa lo scemo.
Scritto da: luciano / idefix | 15/09/2009 a 14:08
Anna, hai finalmemte trovato pane per i tuoi denti!
Scritto da: marghe | 15/09/2009 a 14:31
Simpatico.
Ho però delle perplessità sull'ultimo dovere: perchè mai dovrebbe essere obbligatorio andare a prendere i bambini a scuola? Mi vengono in mente le torme di mamme e papà motorizzati (spesso con il mega-SUV...), che portano i figli a scuola e li vanno a riprendere, generando ingorghi, casino e inquinamento.
Ma soprattutto abituando i figli a muoversi, e a vivere la città, sempre in auto! Ai miei tempi (erano gli anni '50 e '60 ok, ma non l'anteguerra, traffico e auto esistevano già) io e i miei compagni andavamo a scuola da soli - anche alle elementari - a piedi o in autobus. Se proprio l'assistenza genitoriale è indispensabile anche a scuola (siamo sicuri che per i bambini lo sia?), non si potrebbe correggere l'ultimo dovere aggiungendo: "a piedi o con i mezzi pubblici"? Che si facciano quattro passi anche mamma e papà!
Scritto da: Dario Predonzan | 15/09/2009 a 14:38
Dario: io e Anna abbiamo avuto a disposizione circa un'ora e un quarto, bambini che andavano da tre a dieci anni e che vedevamo per la prima volta, senza nessunissimo lavoro preparatorio. In più non volevamo in alcun modo prevaricare le voci dei piccoli imponendo la nostra volontà o le nostre decisioni. Ecco perchè la "Carta dei diritti e dei doveri" è monca, deficitaria, carente, contraddittoria, debole e presta il fianco e tutte le altre parti del corpo a mille e altre diecimila critiche.
Scritto da: luciano / idefix | 15/09/2009 a 14:56
La "Carta dei diritti e dei doveri" a me sembra molto carina, proprio perchè spontanea e non pilotata da adulti...rispecchia i bambini che esternano osservazioni "monche,
carenti, contraddittorie ecc." Ma originali e imprevedibili.
Scritto da: Ilva | 15/09/2009 a 15:28
Ciao Luciano, ho letto la tua risposta a Dario e non sono del tutto d'accordo quando riduci il valore di questa carta dicendo che è debole etc...; è semplicemente il frutto del pensiero dei bambini, o quanto meno di quei bambini in quella situazione. Chi di loro ha chiesto di aggiungere ai doveri dei genitori "di andarli a prendere a scuola" secondo me seguiva un filo rosso che tiene insieme alcune delle loro richieste: che i genitori si prendano cura dei bambini, che li rispettino, che non gli diano tutti i torti, che gli insegnino, che li proteggano e che li accontentino quando possono - e infine che li vadano a prendere a scuola. Che per me significa che non li abbandonino, che non facciano tardi - come a volte succede, anche per motivi di traffico - situazione che però spesso crea ansia nei bambini. Questa carta a me piace, perchè raccoglie pensieri non preparati da lavori precedenti, come succede a scuola, e essendo stata scritta da bambini di età diverse, fotografa anche esigenze e capacità diverse.
Il tuo resoconto è meraviglioso, credo che anche chi non era presente possa immaginare bene cosa abbiamo combinato!!! GRAZIE!
Scritto da: Anna | 15/09/2009 a 15:28
Anna: conoscere te (e Francesco) è stata una gran bella cosa.
Scritto da: luciano / idefix | 15/09/2009 a 15:41
sentire la voce di un bambino piccolo che dice qualcosa (e quello che dice non nasce da alcuno stimolo di un adulto) è una delle cose che mi rimette al mondo ed è in grado di stemperare le mie ansie e di ridestare il buonumore.
di quello che hai detto mi ha colpito che voi abbiate fatto in modo di renderli più liberi possible senza indirizzarli neccessariamente in una direzione piuttosto che in un' altra... chi era il pensatore che diceva che i bambini dovevano essere liberi di fare quello che volevano? j.j. rosseau (uno dei tanti)? io sono sostanzialmente d' accordo con questo modo di pensare (i bambini non vanno "educati" ma vanno resi consapevoli ma senza imporre loro nulla, possibilmente)...
quando ero piccolo ricordo che mi domandavo sempre perchè uno era obbligato a fare delle cose (per me era una grossa fatica!) e lo trovavo assai ingiusto!
Scritto da: Giordano | 15/09/2009 a 16:07
Tra i diritti dei bambini dovrebbe figurare il diritto alla partecipazione a incontri come questo almeno una volta ogni anno. Incontri che facciano conoscere libri e scrittori in modo gradevole e serio, senza noia. Chi è lo scrittore per loro? Mi è accaduto a Pontedera di incontrare una classe elementare in occasione del festival della letteratura per bambini "C'era una volta un castello"; sono rimasta impressionata dalla difficoltà per quella classe di identificare la mia persona fisica, il mio volto e la voce, con l'autore delle fiabe che erano presentate. Per loro le storie vivevano "a parte", non potevano essere state create da una persona con corpo e sguardo e movimenti veri e simili ai loro. Molto bello il tuo incontro con i bambini e ragazzi, il loro diritto di crescere con la cultura a disposizione, offerta con grazia e leggerezza, è stato tutelato.
Scritto da: MariaGiovanna Luini | 15/09/2009 a 16:16
Oddio...non è che io e Anna facevamo solo da registratori umani, da stenografi passivi e inerti. Ci siamo sforzati di attivare i bambini, di stimolarli, di fargli scattare i neuroni e le sinapsi, di aprirgli qualche finestra mentale. Ma nello stesso tempo ci guardavamo bene dall'indottrinamento, dalla lezioncina.
(Avvertenza per i leghisti: la sinapsi NON è una nuova bibita che farà concorrenza alla Pepsi)
Scritto da: luciano / idefix | 15/09/2009 a 16:17
Uno dei momenti più emozionanti a Mantova è accaduto sabato sera.
Al ristorante biologico.
Stavo mangiando con una simpatica coppia (più la loro figlia tredicenne): mi avevano riconosciuto dopo il mio incontro del pomeriggio e così cenavo al loro tavolo. (Mangiar da soli al ristorante è una cosa tristissima).
A un certo punto mi volto e nella tavolata vicina alla mia vedo una bella faccia femminile che mi par di conoscere...chi è?...eppure non l'ho mai vista dal vivo...e colgo nella sua espressione il medesimo riconoscimento...ma sì...è una blogger che sul blog ha la propria foto...è the doctor and the writer Maria Giovanna Luini. Così ci siamo alzati, salutati, scambiati i telefonini. E visti per un caffè e una chiacchierata il giorno dopo. Confermando ciò che già pensavo di lei: una gran bella persona.
Scritto da: luciano / idefix | 15/09/2009 a 16:24
i bambini e i loro misteri: non rompere i quadri mi ha subito fatto venir voglia di rompere quadri
marina, restata bambina
Scritto da: marina | 15/09/2009 a 18:33
Ehehehe... una roba di cui vado più orgogliosa è non aver mai dimenticato la mia infanzia... d'altra parte con un papà che ancora adesso organizza teatri per burattini e si traveste a Carnevale (e uno zio che fa feste a tema per compleanno a 60 anni) era difficile....
Scritto da: Yodosky | 15/09/2009 a 20:49
Ah, questo non significa che son contraria a dar loro quattro "rate", quando serve.
Stranamente, questo fa sì che loro mi adorino.
Scritto da: yodosky | 15/09/2009 a 20:51
Semplicemente fantastici (tu, la Sarfatti, i bambini, i diritti e i doveri, ecc.).
Aggiungerei tra i diritti quello dei blogger di vedere pubblicato un video dell'evento. ;-)
Superata l'emicrania?
Scritto da: Artemisia | 16/09/2009 a 21:34
Anche stamattina ho dovuto prendermi un triptano (il farmaco specifico): si vede che la fase intermedia tra le due terapie (quella fiorentina e questa triestina) crea degli scompensi.
D'altro canto, lo diceva anche Gramsci, che nelle fasi di transizione possono sorgere dei mostri.
Scritto da: luciano / idefix | 17/09/2009 a 08:28