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31/08/2009

Commenti

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Il gioco del dottore era un must. Io e la mia vicina del piano di sopra da bambini ci passavamo i pomeriggi.
Come in tutte le cose l'eccesso crea un sorta di estraniazione e anche vero che allora c'era un comun senso del pudore clericale che francamente non rimpiango.

Siam sempre lì...
Quando abitavo in città, appena arrivavo al mare facevo sedute e sedute di sole terapia.
Ora ci abito...di che colore pensi sia la mia pelle ?
appena dorata.

Luciano, mi scusi per l'OT o fuori tema, ma a proposito di giochi, non dimentichi di votare per Bolaño, lì dal Maugeri.....

Buone cose!!!!

concordo su tutta la linea col post di luciano.
aggiungo due cose però una che accresce la concordanza e l'altra no:
1. in psicologia evolutiva sono state fatte delle ricerche che dimostrano come il troppo precoce ingresso nel sesso si correla a problemi successivi in termini di insicurezza e gestione dei vissuti emotivi.
2. C'è da dire che un vantaggio c'è e ha a che fare con quel che diceva lUcien. Prima il tabù del sesso era sta gran figata... per i maschi. Perchè i maschi stavano al sole e avevano a che fare coll'ombra del femminile. Le femmine stavano nel nero del tabù e se morivano di pizzichi.
L'uomo era libero di giocare con l'oscuro la donna no. La donna non aveva diritti sulla sua vita sessuale. L'oscurantismo lo pagava lei, lei per prima non sapeva come mai finiva trombata e incinta e quindi colla vita fregata.
Ora il piano, come si diceva da gcanc, rimane comunque inclinato, ma per noantre cento volte meglio ora di allora. Almeno scegliamo e se vogliamo con certo molta più fatica e ingegno, il romanticismo lo ritroviamo.

Hai ragione, Luciano. E' deleteria l'ostentazione del corpo, soprattutto femminile, su tutti i media e guai a criticare questa cosa, si viene tacciati di bacchettoni.
Gli adolescenti pero' (per fortuna) non sono tutti cosi'. Per lo meno quelli con cui ho a che fare (tutti maschi a dire il vero) sono molto timidi e pudichi.

D'accordo con Zau.
E mi permetto di avanzare qualche dubbio sulla "pariterietà" (si dice?)del gioco del dottore.
In alcuni casi sarà stata indubbiamente una felice scoperta reciproca, in altri temo sia stata vissuta dalle regazzine come un'invasione un po'traumatica (se non peggio) della propria intimità. Insomma, la prepotenza di alcuni maschi non è certo un'invezione vetero-femminista. E anche una gonna sollevata a tradimento (come succedeva molto spesso, almeno a sentire i racconti di mamme e zie) può essere vissuta come una molestia, soprattuto in un'epoca dove il senso del pudore e l'educazione alla sottomissione erano la regola.
Solo che all'epoca nessuna ne parlava per vergogna o proprio per il senso del proibito che circondava l'intera sfera dei rapporti tra i sessi.

Sai il detto: "Non c'è cosa più divina che scoparsi la cugina"?
Potrebbe essere forse uno di quei (fuori)temi su cui si potrebbe discutere (ma ho qualche dubbio) in merito alla teoria della poca o nulla capacità di resistenza da parte dei giovani all'irrefrenabile bisogno di trasgredire?
In questo caso di infrangere un tabù forse sentito più come che cosa incestuosa che peccaminosa?

Boooh! Io non ho sulla coscienza nell'una cosa nell'altra perché sia io che lei non eravamo in possesso dei requisiti minimi (di età) affinché si potesse provare, tra i gli altri, il gusto del trasgressivo (purtroppo, potrei aggiungere):
io 10 anni lei 8!

Ma, vorrei rassicurare Zaub, le lezioni, non saprei dire oggi (figuriamoci allora) quanto conforme al classico rapporto paritario dottore-paziente, furono delle più istruttive e formative; almeno nel ricordo.

Mi associo al commento di Artemisia, e senza riferirmi in particolare a casi di conoscenti, o di persone vicine, o addirittura di familiari, credo che, almeno nei piccoli centri, il fenomeno descritto da Giulio e da Luciano sia tutto sommato meno evidente. Nonostante che i media facciano maggior presa su giovani e giovanissimi per carenza di strutture di aggregazione, io credo che la minore difficoltà di controllo da parte dei genitori e un minore lassismo delle famiglie stesse riesca in parte a tamponare quello che Luciano chiama "triste impoverimento dell'eros".

Ah, ah! Ho letto solo ora il commento di Dadoskj nel blog di Giulio.
Siccome sono sicuro che è più giovane di me, è lui che ha copiato... il giochino.
Ah!

Ah ecco, mi sembrava un detto familiare :-)

Sarà, ma io di fronte al classico "si stava meglio quando si stava peggio" sono sempre piuttosto scettico...

Se vi interessa un bellissimo e lancinante romanzo sulla drammatica scoperta dell'erotismo negli adolescenti, leggete L'ONDA DELL'INCROCIATORE del triestino Pier Antonio Quarantotti Gambini, scritto negli anni Cinquanta. Abbastanza di recente (attorno al '99) l'ha ristampato Sellerio.

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