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10/07/2009

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Teppista, soccorrici tu! Siamo a corto di argomenti.

Per l'amor del cielo, non vorrete mica che Teppista si precipiti alla presentazione del libro di Rumiz, per mandarcela a puttane? :-)))

Dario Predonzan
Direttore di Konrad

Preciso che "mandare a puttane" è un vecchio modo di dire completamente privo di connotati sessisti.

(fuori contesto: ANCORA UNA VOLTA ALE' TORO!)

Se ti riferisci ai tori di Pamplona (e al turista morto), quella "festa" è una cosa barbarica e incivile che aborro con tutte le mie forze, che muoiano o si feriscano i tori oppure gli umani.
Se invece ti riferisci al Torino Calcio, pero che Cairo non venda Dzemaili (ottimo e giovane centrocampista), che Rolando Bianchi resti e faccia un gran campionato, che gli ingaggi assurdamente alti di Barone Di Michele Diana Amoruso Gasbarroni scompaiano causa cessione. Insomma, che il Toro giochi da Toro e torni in serie A a testa alta.

mi riferivo alla prima...
e auspico, perchè no?, la seconda... essendo anche, io, un antijuventino.
ehh, tempo fa qualcuno sosteneva che definirsi anti-qualcosa non fosse proprio il massimo, ma io non sono per nulla d' accordo. basti pensare a "antifascista"...

Sono d'accordo. Le nostre molteplici identità (individuali e di gruppo) si costruiscono anche riuscendo a capire a cosa siamo anti.
Certo: bisogna stare attenti a non scivolare (a me capita di cascarci) nel manicheo "noi" e "loro". Ma anche qui, a volte, è un'operazione indispensabile e "sana". Appunto: antifascista, antinazista, antirazzista, contro la mafia, contro gli sfruttatori, antistalinista e via elencando.

Non vengo perché mercoledì mattina mi devo svegliare molto presto per prendere un treno.

Scherzo, naturalmente: considerato che viaggio poco frequentemente in treno, mi sembra una conincidenza molto felice (al di là della mia profonda ammirazione per Rumiz).

Io viaggio spesso in treno e mi piace molto. Anche se, anno dopo anno, vedo il progressivo degrado: se non ci fosse Trenitalia e i suoi dirigenti-digerenti, sarebbe meglio.

ecco! io sono razzista nel senso che i "loro", per quanto mi sforzi, non li posso mica mettere nei "noi", perchè noi e loro spesso siamo realmente e giustamente inconciliabili...

"antifascista" è l' unica etichetta che accetto che mi venga affibiata (perchè sono un patriota, io!, sono un italiano, un italiano vero! lasciatemi cantare...).

Giordano: il "razzista" non c'entra nulla. Da alcuni anni viene usato a sproposito, nella migliore delle ipotesi come sinonimo (e non lo è) di "profondamente antipatizzante".
Essere razzista significa disprezzare, discriminare o perseguitare un'etnia in quanto tale.

Anch'io ho amato molto e amo ancora viaggiare in treno, sebbene tutto oggi sia totalmente diverso rispetto a quando da bambino sulla linea secondaria che a volte facevo con i genitori c'erano ancora le vecchie vaporiere.
Mi affacciavo al finestrino con la testa sempre rivolta verso la coda del convoglio perché se guardavo verso la locomotiva mi si riempivano gli occhi di granelli di carbone che uscivano mescolati al vapore dal fumaiolo.
Ricordo il divertimento quando facevo una piccola elica con la stecca del gelato e la facevo girare velocissima con lo spostamento d'aria.
Poi i treni elettrici li predendevo settimanalmente per motivi di studio prima e di studio e lavoro dopo passati i vent'anni.
Conoscevo il paesaggio come le mie tasche, ma non mi stancavo mai di guardarlo perché da un mese all'altro cambiava in continuazione col cambio delle stagioni.
Sì, immagino che per le persone della mia generazione, il treno, tanti anni fa, aveva un fascino particolare.

io conoscevo un certo Rumi...

Rumi....altri tempi e soprattutto altri orizzonti...

Peccato essere lontano, mi sarebbe piaciuto partecipare e ascoltare.
Peccato!

Buona domenica a venire.

Rino.

Però anche Paolo Rumiz potrebbe roteare come un derviscio mentre risponde alle domande.
Scherzi a parte, lessi un bellissimo reportage di Rumiz da Konia e descrisse le stesse sensazioni che provai io in quella strana città dieci anni prima.

Forse passo.
Dipende dalla moglie.

Paolo (Rumiz) è uno bravissimo. Ricordo (tra le sue tante cose) il libro sulla guerra jugoslava (Maschere per un massacro), uscito con Editori Riuniti, esaurito e purtroppo introvabile.

Dannazione... si era impegnati con il Pd locale. Spero comunque tu abbia fatto presente a Rumiz che in passato ti sei trovato a presentar letterati di ben altra levatura...

La sala era strapiena, tanto che varie persone se ne sono dovute andare. L'intervista l'ha condotta il neo-direttore di Konrad Dario Predonzan, lasciando poi spazio anche alle domande del pubblico. E Paolo è stato ottimo: ironico e furente, narratore e analista, politico e personale, innamorato dell'Italia ma irato con le sue classi dirigenti e deluso dalla "mancanza di palle" dei cittadini. Quando l'articolo (sarà una specie di collage scritto dalla redazione di Konrad) sarà pronto, lo metterò sul blog.

già acquisito, non potevo trattenermi!
Smackkete, a te e a lui!!!

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