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17/07/2009

Commenti

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Luciano, perchè ti turba il fatto che qualcuno definisca il "PD come sommatoria di ex-democristiani ed ex-comunisti"?
Sostanzialmente lo è. E' un'insalata costituita da due ingredienti principali, questi, con l'aggiunta di condimenti vari ed eventuali.

PS. Oggi sono in vena di fare un po'il Teppista di turno. :-)

Hai ragione. Mi sono espresso male e dunque modifico leggermente il finale del post.
Grazie.

Ecco la frase finale precedente (che poi ho sostituito: "Ma quella di Sergiuzzo Romano non è solo ignoranza: è l'ennesimo truffaldino tentativo (tipico della destra e della nomenklatura ex Margherita ed ex-DS) di far passare il PD come sommatoria di ex-democristiani ed ex-comunisti"

Spesso non condivido quel che scrive Sergio Romano (anzi), ma mi pare che il PD - per quanto se ne può vedere dall'esterno - guardando per esempio alle biografie dei suoi dirigenti ed eletti (in Parlamento e anche nei consessi locali), sia proprio la sommatoria di ex DC ed ex PCI. Di altri - ex socialisti, ex repubblicani, ex azionisti (ahimè quasi del tutto estinti), ecc. - ne vedo proprio pochini. In parte perchè pochi sono sempre stati, e in parte perchè molti appartenenti a queste pur gloriose famiglie politiche sono poi finiti a destra (Brunetta, Sacconi, La Malfa, ecc.), insieme a parecchi ex DC ed ex PCI.
Certo che identificare oggi la "sinistra" col PD, e viceversa, proprio non è lecito.

Appunto, Dario: il PD NON è la sinistra italiana e men che meno ne sintetizza l'intera storia.

Concordo.

Eh ma pure, te che te metti a leggere Romano!
Il Corriere della Sera è un giornale a scacchi. Ci sono i quadsratini su cui passare pedissequamente - Gian Antonio Stella, per dire, Rodotà quando non scrive di assorbenti femminili - e quelli da evitare il Romano, il Battista, e certe volte - anche se non è idiota, il Galli della Loggia.

Tra l'altro la considerazione di Romano, va contro i principi fondanti de PD che, si diceva, dovesse andare oltre la sommatoria dei due partiti che si scioglievano per formarlo...

Mi permetto poi di dire che di sinistra vi sia rimasto davvero poco.

Zau: io il Corriere non lo compro mai e poi mai che sia mai, detto pure mai nella Terra del Mai.
L'articolo dell'ambasciatore Romano (così come a volte altri commenti dei vari Ostellino, Battista, Galli della Loggia e compagnia "nu' colpo a lu cerchiu e du' colpi a la botta") li leggo sul web.

E' che sono sempre stati pochini, Lucià, i liberali di sinistra, gli azionisti, gli anarchici e i repubblicani in Italia, rispetto ai marxisti (ci metto dentro poure i socialisti) e ai papisti.
Purtroppo...

Per favore, non mischiamo "la merda col risotto" (come direbbe un mio amico cuoco in quel di New York). Non so chi tra i due sia il risotto ( e viceversa), ma col marxismo i socialisti dell'epoca di Craxi non avevano niente da spartire... basta vedere che fine hanno fatto i vari De Michelis ecc.

lo hai descritto perfettamente e, come in altri casi, mi viene da dire che il problemanon è lui ma chi gli dà credito e spazio...morté!
Baci, Lucianello

Boh! Ho capito cosa il pd non è, ma non cos'è.

Quoto Tic


Solo un’Italia fatta a branchi dove branco prepotenta sopra a branco, umanamente, come uomo comanda e sempre—ora questo PD smarrito e che solamente non riesce ad essere branco e l’altro branco che ancheggiando peso prepotenteggia.
Normale per uno come me che anarcheggia quasi da solo e da sempre, nemico e rompi a tutti perché mai branco (ricordo strategie alla bomba tipo importazione fatte branco). E guai, io penso, non riuscire a divertirsi del grottesco dei vari ex, anche ambasciatori; e anche delle verità giornali a finestra o di carta: sono l’apocrifo della verità dei branchi e una buona ragione per dire un sacrosanto ‘questo io che son me non è d’accordo’.

?

mi ha sempre fatto sbellicare il termine "cattocomunisti" perchè non esiste ed è impossibile mettere assieme quelle due entità. nel pd non vedo comunisti (chi sarebbero?) ma solo alcuni "catto" e alcuni che so' montati sur carrozzone perchè nun sapevano ando 'azzo annà (pure orfani di un passato che ripudiano)...

coccoina potrebbe venire dal primo capitolo del libro LA VOCE DEL FUOCO di alan moore, ma conosce troppe parole...

Giordano: ecco dove mi pareva di aver già letto lo stile di Coccoina!! Nel racconto preistorico di Moore.
Che fatica, però , quella novella...

...grazie per l'etichetta in coro---giusto che ognuno n'abbia una...

Beh...paragonarti a un geniaccio come Alan Moore non è complimento da poco.

mi fa piacere che l' abbia letta anche tu, luciano. credo che una volta che ci si abitui allo stile, infine, risulti il capitolo più bello...

Ma sì, in fondo sì. Però preferisco il Moore di alcuni fumetti. In particolare Watchmen e (sopra ogni altro) FROM HELL, che a me pare di gran lunga il suo capolavoro.

FROM HELL sono riuscito a farlo leggere anche a gente che di solito non legge i fumetti! e gli è piaciuto molto!
amo moore (e col passare del tempo gli somiglio dempre di più...) e ammiro molto anche le sue opere PROMETHEA, TOP10, SWAMP THING, V FOR VENDETTA e pure LOST GIRLS! tutte cose che ti consiglio se non hai letto...

Li ho letti tutti meno....ta ta ta tan...non sono mai riuscito a finirlo malgrado l'abbia iniziato molte e molte volte...quale sarà?...ta ta ta tan....il porno d'autore LOST GIRLS?.....il NYPD del futuro TOP 10?.....ta ta ta tan.....no.....trattasi di....ta ta ta tan...V FOR VENDETTA.
Sul serio.
Non ce l'ho mai fatta.
Il disegno di..chi era...Lloyd?...e la sceneggiatura di Moore mi tediavano oltre ogni limite.

peccato! beh, la mia impressione è che abbia allungato un po' il brodo, dato che probabilmente veniva pagato a pagina e che ancora più probabilmente lui stesso non era ben sicuro dove sarebbe andato a parare e se fosse stato in grado di finirlo.
ad essere completamente sincero ci sono nel fumetto un paio di punti in cui ho pensato che moore avesse toppato circa le emozioni umane, ma ci sono anche moltissimi bellissimi momenti di alta scuola (in cui si vedeva già la sua classe)...
il film che ne è stato tratto non è male! anzi è carino...

Me l'hanno detto in molti, stupiti per la mia totale incomprensione di quell'opera mooriana. Però...niente da fare: V FOR VENDETTA mi resta del tutto inaccessibile.

è un' opera molto letteraria (sembra un libro e precisamente uno di quei libri che fa molte divagazioni prima di arrivare al fulcro, come alcuni libri di u. eco...).
anche io in alcuni momenti ho trovato dei punti un po' pesanti ma sono molto contento di essere andato avanti.
inoltre i disegni hanno un difetto: a mio avviso fanno confondere i personaggi (che sembrano troppo simili tra loro).
un particolare sul film: in italia lo hanno passato col bollino rosso in seconda serata per il suo contenuto fortemente anarchico-catarchico (con musica annessa azzeccata)!
nessuno vuole creare dei nuovi terroristi, vero?
;-)

Mentre Eddie Campbell (l'illustratore di FROM HELL mi respinse all'inizio...di primo acchito lo trovai orribile, illeggibile e pessimo...ma dopo qualche tavola mi abituai al suo tratto e pian piano mi entusiasmai), il disegno di Lloyd (illustratore di V FOR VENDETTA) non sono mai riuscito a digerirlo, mai malgrado pluri-tentativi, compiuti nel corso di anni e pluri-anni.

su Campbell sottoscrivo il tuo commento (e ti suggerisco pure il suo BACCHUS, se non lo conosci).
per il resto, ognuno di noi ha incontrato dei libri/fumetti/dischi che, nonostante molte persone affini a noi ci dicano che sono belli, proprio non riusciamo ad apprezzare...
io non riesco ad apprezzare 100 ANNI DI SOLITUDINE...

Di Campbell non mi pare di aver visto altro.
Se non forse qualche storia breve (mi sembra...ma forse sbaglio...qualche racconto tratto da Clive Barker).
"Cent'anni di solitudine" (come tutto Marquez) non mi convince: mi pare assai fasullo.

non tutto. CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA lo trovo bellissimo. marquez ha talento da vendere ma capisco il tuo commento...

Pasolini (quasi mai ero d'accordo con lui, però a volte sì) era stato ferocemente beffardo con CENT'ANNI. Disse (cito a memoria) che era una burla, realizzata da uno scenografo e da un costumista.

a me sembra un libro piuttosto artefatto, pieno zeppo di personaggi tutti, a modo loro, eccezionali e mediocri, buoni ma anche cattivi. credo che rappresenti la razza umana secondo marquez.

Sul blog più volte è saltato fuori, in svariate occasioni, il nome di Marquez, e in particolare dei CENT'ANNI. E sempre sono spuntati i detrattori. Insomma, non mi sento solo.
E anche se fosse...i nostri gusti e disgusti estetici sono tra le cose alle quali dobbiamo essere più giustamente affezionati: sempre pronti a modificarli ma anche a difenderli dalla prepotenza delle maggioranze.

concordo. poi quando leggiamo un libro è spesso fondamentale lo spirito con il quale lo stiamo leggendo in quel momento...

Infatti. Per anni e anni, cercai di leggere (inultilmente) IL MAESTRO E MARGHERITA di Bulgakov. Più o meno alla fine del terzo capitolo, il disinteresse mi afferrava inesorabile. Poi, un paio di mesi dopo aver conosciuto Tatjana, ripresi il libro su suo consiglio e PACCHETE!!!, lo divorai entusiasta.
D'altro canto, lei mi consigliò anche SIDDHARTA (che continuò ad annoiarmi oltre ogni dire).
Insomma, i libri leggono noi nel momento in cui noi leggiamo loro.

come pure, visto che siamo in tema, similmente mi capita di rivivere le stesse emozioni che provai alla prima lettura di un libro o di un fumetto se quello fu per me un periodo molto "intenso".

Un'esperienza bizzarra (mai accadutami nè prima nè dopo) avvenne con L'OMBRA DEL TORTURATORE di Gene Wolfe (episodio iniziale del genialissimo ciclo fantasy...se tale si può definire...del Nuovo Sole). Appena finii l'ultima pagina, ci pensai su un attimo e poi ricominciai la lettura dal principio.

non so tu ma io quando leggo una cosa bella... godo.
come ad esempio ALL STAR SUPERMAN (ci devo srivere su un articoletto sul mio blog)...
è questo il motivo principale per il quale leggo molto.

Io godo molto spesso. A parte nell'eros e nell'amore in genere, ma godo con la musica, con la lettura, la scrittura, il cinema, il cibo, bere acqua, la meditazione, camminare, giocare, addormentarmi, discutere con le persone che stimo, cucinare, pensare, ricordare, fantasticare,
fare incontri pubblici o dibattiti e conferenze, pregare, frugare nelle librerie dell'usato...
E Springsteen con mia figlia.
E John Fogerty.

...e poi c' è qualche imbecille che dice che non si deve godere e che anzi si deve soffrire!
;-)

Come scrive la Bibbia (nello stupendo libretto dell'Ecclesiaste/Qohelet, capitolo 3): "Per tutto c'è il suo momento, un tempo per ogni cosa sotto il cielo. Tempo di nascere, tempo di morire, tempo di piantare, tempo di sradicare..."

Il senso di cio' che ''qualche imbecille'', in diverse epoche ed a diverse latitudini, andava affermando in merito a piaceri e sofferenze e' che i primi alimentano l'attaccamento alla molteplicita' le seconde avvicinano all'Unita'. In ogni caso, al di la' degli orizzonti intellettuali propri a ciascun essere umano, e' sempre dannoso, alla fine, quando del godere si fa un dovere.

Uno: come spesso mi accade stento a seguirti.
Intanto io, da cristiano, rifiuto in modo radicale il concetto del TUTTO e dell'UNITA' (a parte il quotidiano che acquisto ogni giorno). La mia visione del mondo (e quella biblica) è diversa: Dio e mondo, Dio e natura, Dio e uomo non sono un unicum. Il nostro destino, dopo la morte, non è confluire in un oceano indistinto in cui ci smarriremo: ma anzi raggiungere Dio nel cui eterno amore troveremo l'esaltazione la sublimazione e la trasfigurazione (assieme a tutte le altre creature) della nostra specificità personale e individuale.
SUL DOVERE: ma sì, posso condividere che sia sbagliato fare del godimento un obbligo. Ma è ancor più sbagliato rendere obbligatoria la sofferenza.

"qualche imbecille" che ad esempio usa il cilicio, non sei d' accordo con me, uno?

Nel vangelo di Matteo (capitolo 11) ci sono dei versetti (17-19) che mi piacciono molto.
E' Gesù che parla.
Ecco il testo:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
E' venuto Giovanni, che non mangia e non beve e hanno detto: "Ha un demonio". E' venuto il Figlio dell'Uomo, che mangia e beve e dicono: "Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori"

Luciano, non saro' certo io ad affermare che bisogna rendere obbligatoria la sofferenza tuttavia questa porta in se' delle potenzialita', per cosi' dire, (come conseguenza) che forse non tutti tengono in debita considerazione. La sofferenza, sul piano semplicemente psicologico (senza voler entrare nel merito della sua valutazione nell'ambito delle varie forme di ascesi) ha sicuramente il potere di ricondurre il baricentro dell'attenzione all'essenziale, ai valori base dell'esistenza e libera quindi dai condizionamenti (spesso negativi) prodotti dalla dispersione nel molteplice provocata dal perseguimento e fruimento dei piaceri (senz'altro legittimi alcuni, molto meno altri)terreni. In un certo senso mette ogni cosa al suo posto secondo una scala di valori ''essenziale''. Ci sono persone la cui vita e' cambiata in modo radicale (e non in peggio) dopo un periodo di crisi e sofferenza. Con linguaggio alchemico si potrebbe dire che cio' significa saper fare ''di veleno farmaco''.
Per quanto riguarda la difficolta' che spesso asserisci di avere nel seguirmi hai tutta la mia comprensione. Probabilmente certi argomenti, affrontati sotto un certo profilo, necessiterebbero di un approccio piu' graduale e soprattutto andrebbero proposti a chi gia' ne e' attratto o interessato; ne consegue spesso un dialogo tra sordi perche' si parlano lingue diverse (dovute soprattutto alle diverse ''equazioni personali'').
Giordano, ti risponderei cosi': la stragrande maggioranza di coloro che martoriano il proprio corpo non sanno in realta' quel che fanno e sono decisamente imbecilli ma non tutti coloro che l'han fatto lo sono. C'e' una linea di demarcazione molto sottile tra i due che separa la conoscenza dall'ignoranza...''cum duo idem faciunt ipsum non est''.

Oggi sei stato chiaro. La tua spiegazione sul possibile senso di un'esperienza dolorosa è (più o meno) la stessa che do io: il dolore può servire a illuminare le nostre vite, ricollocando tutto in una prospettiva diversa, rendendo ridicole cose che prima parevano importanti e (al contrario) dando valore a cose che prima parevano insignificanti e che adesso acquistano importanza enorme. Esempi banali: un mal di denti rimodula la nostra giornata. Ma anche la sete rende l'acqua un bene prezioso. Un raffreddore fa diventare il respiro qualcosa di importante. Il ritardo inspiegabile della persona che amiamo ce la rende preziosa. La scomparsa di un libro a cui teniamo ce lo fa diventare di nuovo interessante.

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