Sul Giornale di oggi, c'è questa lettera di Sandro Bondi, ministro dei Beni e attività culturali.
Egregio direttore,
sono costretto per la seconda volta in pochi giorni a difendermi dal tentativo di Repubblica di denigrarmi, sia usando il ‘bastone’, cercando di colpirmi negli affetti più cari, sia ricorrendo, come ha fatto Eugenio Scalfari in un articolo pubblicato ieri, a deliberate quanto provocatorie insinuazioni.
Nel corso di un dibattito con Eugenio Scalfari svoltosi a Cortina lo scorso anno, dissi apertamente al fondatore di La Repubblica che il suo viscerale antiberlusconismo avrebbe portato la sinistra in un vicolo cieco e alla sua sconfitta definitiva. Avevo visto bene. Non avevo previsto, tuttavia, che il quotidiano che Scalfari dirige avrebbe condotto la sinistra allo snaturamento della propria identità. E ancor meno avevo previsto che l’attacco nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarebbe stato portato al livello di questi ultimi giorni, fino al punto cioè di mettere a repentaglio gli stessi interessi generali del nostro Paese.
Al pari dei giacobini, il ristabilimento della virtù impone qualsiasi sacrificio, qualsiasi ostacolo deve essere rimosso e ogni strumento può essere utilizzato per il raggiungimento di un fine dichiarato necessario e buono. Il quotidiano La Repubblica è l’erede principale di questa cultura ed è divenuto nello stesso tempo una specie di ‘superpartito’, che concentra in sé la dimensione politica, quella economica, quella culturale e perfino quella giudiziaria.
La mia opinione è che l’azione di questo ‘superpartito’ costituisca da tempo l’insidia più grande per la nostra democrazia. Eugenio Scalfari cerca di dipingere il quadro politico e l’atmosfera di questi giorni come se ci trovassimo nuovamente alla vigilia della caduta di un regime, con il corollario di servi, gerarchi e cortigiani, fra i quali vengo annoverato maliziosamente anch’io, in procinto di tradire e di abbandonare la nave.
La maestria di Scalfari, bisogna ammetterlo, consiste da sempre nella capacità di divulgare e accreditare nell’opinione pubblica una visione storiografica, politica e culturale che è esattamente agli antipodi della realtà.
Quello che sta avvenendo in questi giorni è la conferma più clamorosa di quanto sostengo. Scalfari è abile nel descrivere un regime corrotto e morente, contro il quale il suo quotidiano ha lanciato l’offensiva finale, trascinando con sé anche il Corriere della Sera e ciò che resta della sinistra, mentre la realtà è che un governo democraticamente eletto subisce un’aggressione sistematica da parte di un centro di potere economico e politico, che non può vantare alcuna legittimità democratica né morale, sulla base di una campagna scandalistica paragonabile alla pesca con lo strascico.
Alle porte non vi è la caduta di un regime, come ritiene Eugenio Scalfari, né la fuga di gerarchi felloni, ma vi sarebbe, nell’ipotesi abbia successo il progetto destabilizzante di Repubblica, l’indebolimento della nostra democrazia e la rovina dell’Italia. Io non dimentico mai che, se Berlusconi non avesse avuto il coraggio di impedire nel 1994 alla gioiosa macchina da guerra della sinistra capitanata da Achille Occhetto di conquistare il potere, l’Italia sarebbe stata governata da una torbida alleanza formata dalla sinistra comunista e da tutti quei poteri economici rappresentati da un quotidiano come La Repubblica , che avrebbe dato vita sì a un vero regime politico privo di alternative.
Questo rischio esiste anche oggi, aggravato semmai dalla circostanza che la sinistra rappresenta oggi una larva di soggetto politico, mentre l’influenza di La Repubblica è divenuta dominante. Per tutte queste ragioni, e non soltanto per l’affetto che mi lega a Berlusconi e la considerazione che ho di lui come di un uomo sotto tutti gli aspetti ammirevole, come risulta anche dalle interviste pubblicate dal suo stesso giornale, noi non cederemo mai, mai, di fronte alla campagna di odio e di delegittimazione orchestrata dal gruppo editoriale L’Espresso-La Repubblica, in combutta con una sinistra ormai al traino di tutte le battaglie più misere e sconclusionate. Se sapremo sconfiggere anche quest’ultimo disperato attacco contro il governo e contro Berlusconi, la nostra democrazia sarà più salda, il nostro futuro più sereno. Questo gli italiani lo sanno e hanno la possibilità di testimoniarlo con il loro voto.
Sandro Bondi
Se consideriamo il numero di lettori di Repubblica e li sommiamo a quelli del Giornale non abbiamo neppure il 5% degli spettatori dei telegiornali controllati dal governo dai quali gli italiani traggono le informazioni. Di cosa si preoccupa Bondi?
Scritto da: gcanc | 22/06/2009 a 12:21
La mia reazione è stata
:
In un momento economicamente difficilino a cosa sono pronta a rinunciare per acquistare tutti i giorni
Repubblica ?
.
Sosteniamo Repubblica
e, e, e,
NON solo moralmente ...
Scritto da: P@ola | 22/06/2009 a 12:24
Quoto Gcanc e aggiungo che è evidente la preoccupazione del sommo poeta Bondi, che ancora una volta, e più di ogni altra, si dimena in iperboliche difese del nano malefico e puttaniere senza un minimo di vergogna e dimenticando i bei tempi in cui faceva parte del partito comunista.
La preoccupazione, come dicevo, è evidente e Scalfari ha toccato un nervo scopertissimo: la ricattabilità di un premier.
Scalfari ieri su Repubblica scriveva: "Il premier è ricattabile e ricattato e lo sarà sempre di più perché sono decine se non addirittura centinaia i potenziali ricattatori. Un capo di governo nelle mani di ricattatori non può avere una vita politica lunga perché non può usare lo Stato e le sue istituzioni per soddisfare i ricattatori senza ampliare a dismisura il numero delle persone "informate dei fatti" e necessariamente coinvolte e compromesse nei fa."
Direi che ha colto nel segno.
Scritto da: Alessandra | 22/06/2009 a 13:38
Errata corrige:
"...compromesse nei fatti".
Scritto da: Alessandra | 22/06/2009 a 13:41
Infatti, il problema non sono i lettori di Repubblica, che se comprano Repubblica la pensano già in un certo modo, ma i "compagnucci di merende" del nostro eroe, che sanno cose indicibili su di lui e lo tengono "letteralmente" per le palle.
Scritto da: gcanc | 22/06/2009 a 13:48
...e stacchiamogliele quelle palle! tanto per come le usa...
Scritto da: Giordano | 22/06/2009 a 14:03
Nt'è cretino.
Io se fossi Scalfari, e ricevessi una lettera di questo genere, dove leggo che non solo avrei fondato un giornale ma prprio un partito, diciamo un mondo...MIII SAREI IN UN BRODO DE GIUGGIOLE!
Che poi si sa che Scalfari è modesto eh...:))
Scritto da: zauberei | 22/06/2009 a 15:42
Un salutone a Zauberei & prole!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Tormando a Bondi, temo sia l'inizio della controffensiva.
Scritto da: luciano / idefix | 22/06/2009 a 15:44
Luciano, nell'ultimo intervento hai scritto una delle poche cose sensate da quando ti conosco. Non sarà una controffensiva, non saranno nemmeno delle scosse: sarà un terremoto. E a quel gerontocratico di Scalfari converrà cambiare aria: non nel senso metaforico del termine, nel senso fisico. Parola di Teppista.
Maurizio
Scritto da: Teppista | 22/06/2009 a 15:55
la prole è in braccio a me e ti saluta:)
Scritto da: zauberei | 22/06/2009 a 16:07
Senza alcuna ironia: sono molto contento che Teppista sia tornato.
Così come sono contento che lui non sia mai (quasi mai) d'accordo con me. E che anzi ritenga generalmente non "sensate" le cose che scrivo.
Riguardo alle minacce ("cambia aria, vecchio, che ti conviene") a Scalfari, non capsico per quale motivo si voglia limitare la libertà dui stampa. Scalfari, D'Avanzo, Mauro, Travaglio, Repubblica e altri dicono falsità? Li si quereli. Non dicono falsità? Si risponda. Il punto è che, nell'Italia berlusconizzata, la libertà di informazione è diventata un fastidio da eliminare.
Scritto da: luciano / idefix | 22/06/2009 a 16:29
Concordo con questo tuo ultimo post Luciano, e ci aggiungo la Sannino.
Scritto da: Jubal | 22/06/2009 a 17:00
Chi è 'sta Sannino? Ormai, con l'età che avanza (55 compiuti) non riesco più ad assimilare tutte le facce e i nomi nuovi.
Scritto da: luciano / idefix | 22/06/2009 a 17:24
Ma come, Luciano! Conchita Sannino, l'omonima della De Gregorio. Non la ricordi? Sicuramente hai letto i suoi articoli su Repubblica.
Scritto da: Alessandra | 22/06/2009 a 17:59
A sto punto mi verrebbe voglia di fondare un partito, di chiamarlo
Italia Mia
e mettere in un programma quello che mi pare giusto, corretto e doveroso fare ...
Scritto da: P@ola | 22/06/2009 a 18:03
Sì, mi riferivo proprio a Conchita Sannino, in pratica la madre del Noemigate... ma non solo, una giornalista sveglia!
Scritto da: Jubal | 22/06/2009 a 18:04
Adesso ricordo.
Non capisco allora perchè mai dovrei provare ribrezzo a incontrarla. Non è mica la Santanchè.
Scritto da: luciano / idefix | 22/06/2009 a 18:11
Bondi accusa Scalfari sul Giornale perché non può fare altrimenti. La censura fatta dai Tg Rai e Mediaset a proposito del nano, delle sue feste e delle sue "escort" è a dir poco scandalosa. E in vista del G8 i giornali stranieri si stanno scatenando: tutti a chiedersi se il nano durerà ancora, se si rende conto che in qualità di presidente ospitante non è all'altezza di un consesso internazionale, se avrà la faccia tosta di non rispondere nemmeno alle domande che inevitabilmente i giornalisti stranieri gli porranno.
Scritto da: Alessandra | 22/06/2009 a 18:17
Ehehehehe io aspetto questo G8 come da piccola aspettavo di andare a Gardaland... ci sarà da divertirsi...
Scritto da: Yodosky | 22/06/2009 a 18:34
Se Bondi non ne avesse parlato sul Giornale e se il Giornale non avesse messo in prima pagina ieri una foto di una ragazza che ha partecipato alle famose feste, dalla tv non avrebbero saputo niente. Ribadisco: cosa teme Bondi? Che il pericolo arrivi da dentro la destra, non da fuori. Si può minacciare finché si vuole Scalfari o Mauro, De Bortoli o chiunque altro, ma Berlusconi sa che non è da loro che si deve guardare. E' già successo e sta per succedere di nuovo. Le congiure di palazzo sono ancora di moda. E i mezzi, più o meno, sono sempre gli stessi: sesso, soldi, favori, potere.
Scritto da: gcanc | 22/06/2009 a 18:39
Giulio(posso chiamarti per nome e non per firma?), concordo pienamente. Bondi è preoccupato non de La Repubblica, Scalfari, o della sinistra. Teme per le congiure di palazzo (Grazioli). Troppe persone sono coinvolte in questo lerciume a cui stiamo assistendo. Qualcosa lo potevamo già immaginare, ma la realtà supera sempre la fantasia, anche quella più sfrenata. Il nano si sta malamente avvitando su se stesso e sul suo delirio di onnipotenza.
Sono convinta che molti altri saltimbanchi berluscones sono stati gli "utilizzatori finali" delle ballerine e delle escort. Magari lo stesso Bondi, chissà.
Scritto da: Alessandra | 22/06/2009 a 19:13
Giulio va benissimo, è il mio da sempre.
Scritto da: gcanc | 22/06/2009 a 19:18
Bondi no, è asessuato :)
Scritto da: Jubal | 22/06/2009 a 19:59
Bondi sembra asessuato, ma in realtà pare di no. Ultimamente su L'Espresso ho letto che anche lui si è separato dalla moglie perché si è "perdutamente innamorato" di una signora (insomma, c'aveva l'amichetta pure lui!). Diciamo che ci vuole un bel pelo sullo stomaco per farsi piacere il sommo poeta sandrino!
Scritto da: Alessandra | 22/06/2009 a 20:16
La risposta di Repubblica al sommo poeta sandrino:
"L'invettiva del ministro Bondi nei confronti di "Repubblica", ma più ancora della libertà di informazione, merita nella sua miseria roboante appena due righe di commento. Soltanto nel nostro Paese un ministro della Cultura può definire un giornale "un'insidia per la democrazia". Evidentemente nella sua concezione della democrazia che non prevede contropoteri e pubblica opinione, ma solo sudditi, la libera stampa rappresenta un'insidia. I cittadini sono avvertiti."
Come dice Zau, "stending ovescio" per Repubblica.
Scritto da: Alessandra | 22/06/2009 a 20:53
Scusate sono controcorrente: Posso leggere solo la versione on line della repubblica in quanto vivo in medio oriente. Noto che le rivelazioni di alcune prostitute baresi tengono banco da una settimana o piu'. E Repubblica si lamenta che i TG italiani non danno spazio a queste notizie. Be' non voglio svilire le prostitute baresi, ma credo ci sia qualcosa di piu' interessante da dire rispetto alle loro storie (anche se qualche passaggio e' irresistibile lo ammetto !). Ma soprattutto il modo di fare giornalismo di rebubblica e' "repubblichino". Oggi per un paio d'ore repubblica insinuava la presenza di cocaina nelle feste di berlusconi. poi il titolo e' scomparso. ecco una cosa e' il giornalismo una cosa la propaganda. O mi sbaglio?
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 22/06/2009 a 22:03
Giorgio Tedeschi, mi stai terribilmente simpatico perchè non siamo d'accordo su niente ma sei sempre molto misurato e ti chiami Tedeschi, ecco - e questo mi intenerisce.
Dettociò, sono molti i motivi per cui una mignotta barese può tenere banco, capisco che a te di questione femminile, non importi una sega, capisco che a te "utilizzatore finale" importa sta cippa, stai nelle Arabie e mi sa anche a tuoi agio, ma forse potresti far caso al fatto che le prostitute baresi non amerebbero farsi pagare solo in soldi ma in commissioni edilizie, non ottenute le quali smerdano il premier. Non ti sembra un fatterello interessante?
Rimane in ogni caso il commento di Giulio canc (anvedi si chiama Giulio:) che sottoscrivo: la politica si serve di quello che passa il convento per togliersi dai maroni chi deve togliersi dai maroni. Io non concordo con chi dice che la questione femminile in italia sia marginale rispetto a che so - la camorra o il conflitto di interessi (anzi è quella una posizione che mi irrita) - ma questo comunque ci avemo e questo usamo.
Scritto da: zauberei | 22/06/2009 a 22:58
Un ministro della Repubblica che farnetica in questo modo è l'esempio lampante della miseria politica e culturale di questa classe, si fa per dire, dirigente. Una classe, sempre si fa per dire, dirigente che non ha nemmeno la dignità di cercare di argomentare perché la lettera del ministro è solo una sequela di deliri penosi.
Scritto da: paolo | 22/06/2009 a 23:08
primo: grande zau. un bacio al piccolino.
poi, giorgio, concordo con te in una sola cosa: le puttane sono puttane, padronissime di fare quello che vogliono, ma farsi chiamare escort non cambia la sostanza delle cose.
per il resto la storia non mi pare come la descrivi tu. qui non si tratta di storie delle prostitute baresi. questa è una inchiesta istruita da una procura della repubblica, guardacaso non definibile come rossa, perchè nata per far luce su esponenti del cs riguardo la sanità pugliese.
a un certo punto saltano fuori il presidente, le puttane e il ruffiano. e non ti pare che sia una notizia? magari da dare con le cautele del caso, finchè l'inchiesta è in corso, ma comunque da dare.
qui sta lo scandalo del servizio pubblico: se i due quotidiani a maggior tiratura, più o meno nello stesso modo, insistono su una notizia, gli altri devono saltarci sopra, anche solo per smontarla.
ignorarla è scandaloso.
quanto a bondi. beh, sinceramente lo trovo patetico.
senza polemica alcuna: io l'intervento di teppista mica l'ho capito.
o meglio, spero di non averlo capito.
Scritto da: marcob | 22/06/2009 a 23:10
Forse, caro Marco, non capisci i miei commenti perchè non ti informi sulle pastoie di De Benedetti, sulla sua infilata in sequenza di investimenti sbagliati e, diciamolo chiaramente, sulla guerra che Berlusconi gli sta facendo. Informati sui mancati finanziamenti in Sardegna che la Sorgenia si aspettava a Macchiareddu (magna magna con Soru quando era alla regione) o quelle su Lasa, Aedes e Cofide. Prova a leggere qualche giornale italiano, di quelli seri come Il Sole 24 ore o Milano Finanza, poi capirai il comportamento di Repubblica. E il terremoto sarà finanziario, non certo politico; la politica è un mezzo, non il fine.
Scritto da: Teppista | 22/06/2009 a 23:28
Cara Zauberei, le prostitute baresi sembrano davvero una razza tosta ! Mal fece Berlusca ad affidarsi alle loro cure ! Scherzi a parte, non so perche' non le quereli, non so se sia vero quello che dicono, non riesco a smettere di ridere dopo aver visto l'espressione di mia moglie davanti alla foto del primo ministro Ceco con il pirillo dritto !
Ma si, sono d'accordo con Giulio che stanno cercando di farlo fuori. Ma allora Repubblica cosa altro e' se non lo strumento in mano di qualcuno che lo sta impallinando? Per me informazione significa fare ipotesi, trovare fonti, verificare le fonti e scrivere la notizia. chi scrive su repubblica salta 1 o 2 fasi a seconda delle ragazze che intervistano.
Detto questo non sono cieco.
Marcob, il lato comico e' proprio questo: nel bel mezzo di un'inchiesta una prostituta inizia a dire di aver avuto rapporti con il presidente e di avergli persino fotografato il bagno col cellulare come prova. Lo trovo degno di nota.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 22/06/2009 a 23:41
allora l'avevo capito
Scritto da: marcob | 22/06/2009 a 23:42
Ci si dimentica, ma forse l'ho già detto anche qui, comunque dalle mie parti di sicuro, che siamo di fronte alla guerra tra due gruppi editoriali e finanziari. Ha ragione Teppista, anche se dimentica una cosa: è la guerra della Coca Cola contro la Pepsi Cola, solo che una delle due è al governo del Paese e questo la rende forte e fragile allo stesso tempo. E' il libero mercato che si inceppa nei meccanismi della politica e, per liberarsi, li scardina, mandando a puttane - è il caso di dirlo - tutto quanto. Il Nostro Eroe può divertirsi quanto vuole con tutte le donne del mondo, gratis, pagandole, prendendole a calci, non importa, non ci importa, purché non lo faccia rappresentandoci. Lo faccia di nascosto, con discrezione e cautela, come quando fa la comunione e la chiesa dice che, purché non dia scandalo, è libero di farlo. Insomma, non trombi in nostro nome, perché quello, per fortuna, lo facciamo ancora e non conto terzi.
Scritto da: gcanc | 23/06/2009 a 00:07
Riprendo (anche se non sono troppo d'accordo, visto che la situazione italiana è assai più grave e sbilanciata) la metafora di Gcanc. Sarebbe come se la Coca Cola andasse al governo, impedisse alla Pepsi di farsi pubblicità, aumentasse le tasse alle società il cui nome inizia per Pepsi e la calasse a quelle il cui nome inizia per Coca.
Comunque, al di là delle battutine sceme (la mia), mi sgomenta la sordità di troppi italiani sulla moralità, sulla commistione tra pubblico e privato, sulla decenza, sull'autonomia dei poteri dello Stato.
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 08:48
Eh Luciano, il 70% delle persone che conosco sono state con una escort almeno una volta nella vita. Per questo prevale l'atteggiamento 'puo' fare quello che vuole basta che non si faccia beccare'. Il modello e' chi non si fa beccare, come il vecchio Re di torino del quale si diceva di tutto, dalla coca alle donne, ma che in effetti non si e' mai fatto prendere con le mani nel sacco. Sad but true.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 23/06/2009 a 08:55
No Giorgio, non è un problema di modello, ma penso che ognuno, nella sua vita privata possa fare quel che vuole, con o senza escort, anche con sua moglie. Se a uno piace farsi spalmare di nutella per scopare e a quell'altro piace farsi splamare d'altro dello stesso colore, è una sua scelta privatissima, che deve restare privatissima. Se lo fa in pubblico, mentre è capo del governo e se ne vanta pure, crea un problema a tutti. Personalmente faccio parte di quella percentuale che non è mai stato con un'escort, non ho mai girato per i viali di Milano in cerca di compagnia, non escludo che lo possa fare un giorno o l'altro, ma saranno solo fatti miei e non rappresenterò un modello, caso mai un cliente.
Scritto da: gcanc | 23/06/2009 a 09:25
Perdonatemi ma ho perso una puntata e dunque non mi è chiaro chi siano le escort. e (soprattutto) non mi è chiaro perchè si debba usare questo termine. Si tratta di prostitute d'alto bordo? Di accompagnatrici a prezzolate?
In ogni caso, Giorgio, non so in base a cosa tu dica "il 70% degli uomini è stato con una escort". Oppure (se ti riferisci ai maschi che conosci tu) mi permetto di dire che hai conoscenze così così. A me (se penso ai maschi che conosco) risulta tutt'altra percentuale.
Ma al di là di chi va e di chi non va a prostitute (tra l'altro, chi ci va è complice dello sfruttamento), il problema è quello posto da Gcanc. I comportamenti privati di un governante hanno rilevanza pubblica, soprattutto se hanno ricadute pubbliche (la selezione dei parlamentari, favorire carriere, stroncare carriere, elargire aiuti eccetera) e tanto più se vengono esibiti in modo sfacciato come fa Berlusconi e la sua corte.
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 09:39
La prostituta "classica" la trovi sulla strada, la escort al telefono attraverso un'agenzia. Si chiama escort, perché formalmente non sempre accompagna a letto il noleggiatore, ma sicuramente lo scorta alle feste, alle cene, agli eventi mondani.
Scritto da: gcanc | 23/06/2009 a 09:51
Grazie per la spiegazione.
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 10:13
In ogni caso, non credo proprio che Repubblica sia strumento di qualche d'uno, Repubblica è strumenta di se stessa, ed è abbastanza naif credere che il giornalismo non sia sostenuto da un'opinione. In questo senso Giorgerrimo Tedeschi, Bondi dice il giusto: Repubblica fa convergere intorno a se un modus di pensiero, una idelogia. Non è certo la prima volta che capita: chi si occupa di mass media, o di marketing sa che qualsiasi buona vendita dipende dal fatto che si vende un'ideologia assieme a un prodotto. Con i giornali questo è particolarmente significativo. E non credo che a quelli di Repubblica Berluscono sia intimamente simpaticone e lo stimino tanto ma si turino il naso e gli facciano così per devozione di sistema, un culo a taralla.
(Un buongiorno a tutti anche dall'inclito piccolino:)
Scritto da: zauberei | 23/06/2009 a 10:43
E di chi era strumento la stampa USA che assediò il presidente democratico Clinton per lo scandalo Lewinski? E di chi era strumento la stampa USA che assediò il presidente repubblicano Nixon per lo scandalo (enormemente più grave) Watergate?
Giorgio: non ti viene mai il sospetto che i giornalisti possano agire come strumenti in nome della notizia?
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 11:27
Attenzione, però: i giornalisti pubblicano le notizie approvate dalla direzione e la direzione risponde alla proprietà. Questo vale per tutti. Mi pare di ricordare che quando si ipotizzò l'entrata nella proprietà dell'Unità del gruppo Angelucci, lo stesso di Libero, ci fu una specie di rivolta della redazione, proprio perché i giornalisti sanno che le notizie pubblicate rispondono a delle logiche, che possono essere politiche, economiche o entrambe le cose.
Scritto da: gcanc | 23/06/2009 a 11:35
In un giornale decente, il proprietario nomina il direttore perchè si fida di lui, del suo lavoro e della sua corretteza. Il direttore confronta la propria linea con il comitato di redazione ed è libero ma responsabile (penalmente e civilmente) di tutto ciò che viene scritto sul giornale.
E' evidente che un cambio di proprietà così traumatico (come quello fortunatamente fallito per l'Unità) significa sconquassi nel giornale: cambio del direttore e dunque del giornale stesso.
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 12:11
bene. fatto salvo quel che dice zau, e accettato che ci troviamo nel bel mezzo della guerra tra coca e pepsi, per noi poveretti che non siamo in confidenza con l'alta finanza, rimane un fatto: una signorina, che di mestiere dice di fare la escort e invece fa la puttana, ci svela tramite un'inchiesta giudiziaria seria, che silvioberlusconi è un puttaniere incallito. la fonte è autorevole, perchè chi meglio di lei può riconoscere un puttaniere incallito? due quotidiani prendono la notizia e giù legna, perche la notizia obiettivamente lo merita. i tiggì fanno finta di non aver sentito niente.
poi un ministro scrive a un quotidiano una lettera d'amore per silvio nella quale accusa la stampa di essere un pericolo per la democrazia e minzolini-mimun non se ne accorgono.
giorgio, ti sembra normale?
Scritto da: marcob | 23/06/2009 a 12:23
Provo ad anticipare la risposta di Giorgio: dirà che no. Non gli pare per nulla normale. E che l'anormalità sta nei due quotidiani che attaccano.
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 12:27
Anche Nixon dovette dimettersi per alcune registrazioni compromettenti e neanche di carattere sessuale. Se non fosse stato per il Washington Post...
Scritto da: gcanc | 23/06/2009 a 12:34
E' il Quarto Potere.
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 12:41
Bondi è un uomo pazzamente innamorato di papi e papi preferisce pagare delle mignottacce per farsi sollazzare invece di utilizzare il suo ministro della cultura...
Abbiate perciò pietà di Bondi: dev'essere una vitaccia, la sua.
Scritto da: Tic-talkischeap | 23/06/2009 a 13:03
A me, Bondi incuriosisce molto: lo trovo un personaggio interessante. E ci sarebbe da scrivere un bel romanzetto grottesco, su di lui. Penso a ciò che avrebbe potuto realizzare uno scrittore come Piero Chiara, con questo mix di passato comunista, politica, liriche, amore platonico, potere, prese per i fondelli.
Scritto da: luciano / idefix | 23/06/2009 a 14:01
L'uscita di Bondi mi sembra come tutte le sue uscite: noiosa e insulsa. La vicenda di Berlusconi puttaniere è inquietante, dal mio punto di vista, per due motivi:
1) Perché ci ha dato l'occasione di osservare, non certo per la prima volta ma particolarmente da vicino, come le televisioni applichino la censura a determinate notizie.
2) Perché ha reso noto come B. pagasse le puttante non solo con soldi propri e/o con posti nelle sue aziende, ma anche con candidature e impieghi pubblici, cioé con i soldi dei contrbuenti.
Per il resto non mi sembra uno scoop che Berlusconi si circondi di puttane, né mi sembra che egli nasconda tale sua attitudine (basta vedere come si comporta in ogni occasione, ufficiale o meno, con qualsiasi donna gli capiti a tiro).
Scritto da: offender | 23/06/2009 a 15:42