Sul mensile Konrad (oltre alla versione cartacea, il giornale è disponibile anche a www.konradnews.it), ho scritto quest'articolo.
SCHEDINA sui referendum del 21 giugno 2009
QUESITI 1 (scheda viola) e 2 (scheda beige) :
Premio di maggioranza alla Camera e al Senato
Se vincono i SI, il partito più votato otterrà il “premio di maggioranza” di seggi (assicura la maggioranza in Parlamento).
Se vincono i NO (oppure il referendum non raggiunge il quorum del 50,1% degli aventi diritto), resta la legge attuale: il “premio di maggioranza” viene assegnato alla coalizione più votata.
QUESITO 3 (scheda verde):
Candidature multiple alla Camera e al Senato
Se vincono i SI, sarà vietato candidarsi in più di un collegio elettorale.
Se vincono i NO (oppure il referendum non raggiunge il quorum del 50,1% degli aventi diritto), resta la legge attuale: la candidatura multipla è ammessa.
I sostenitori del SI dicono: “si toglie potere di ricatto ai singoli partiti e partitini, si diminuisce il ruolo delle segreterie nazionali, si aumenta la capacità decisionale dei cittadini”
I sostenitori del NO dicono: “si rischia di consegnare la maggioranza assoluta del Parlamento al partito che (magari solo col 40% dei voti) risulterà il più votato”
Esiste però un altro orientamento: chi dice di NON andare a votare, per evitare che venga raggiunto il quorum. (Un referendum abrogativo è nullo se non partecipano alla votazione il 50,1% degli aventi diritto).
ARTICOLO
Il 21 giugno, ci sarà il 60° referendum abrogativo (indetto per cancellare una legge) della storia della repubblica italiana.
I cittadini italiani sono chiamati a esprimersi su alcune leggi elettorali: no all’abrogazione per confermarle, sì all’abrogazione per eliminarle.
Sentiamo Critica liberale. La storica rivista, ora anche on line, dei liberali italiani, da Norberto Bobbio a Vittorio Foa, da Alessandro Galante Garrone a Paolo Sylos Labini, è attualmente diretta da Enzo Marzo e vi collaborano due triestini, Giulio Ercolessi e Luciano Comida.
Critica Liberale propugna l’astensione.
Come mai questa scelta?
Questi sono referendum truffaldini: in teoria abrogano alcuni articoli di una legge pessima come la “Porcata” di Calderoli, ma in realtà ne aggravano gli effetti.
Al referendum cosa proponete?
Diciamo di non andare a votare, di contruibuire a far mancare il quorum. Date le forze e le risorse in campo, l’eventuale vittoria del NO è estremamente improbabile. E dunque votare NO servirebbe solo a far superare il quorum e a provocare la vittoria del SÌ.
Quattro anni fa, c’erano i referendum sulla procreazione assistita e non fu raggiunto il quorum, anche perché le gerarchie vaticane invitarono ad astenersi. Non state utilizzando lo stesso mezzuccio che quella volta criticaste aspramente?
Neanche per idea. L’astensione è una scelta legittima, garantita dalla legge italiana. E noi siamo cittadini italiani, mentre il Vaticano e la Cei erano rappresentanti di uno stato estero che si immischiava nelle questioni interne del nostro paese.
I tre referendum del 21 giugno sono tutti e tre da buttare?
L’unico che porterebbe un miglioramento è quello di gran lunga meno importante, cioè il terzo: impedire le candidature multiple che, presentando un nome famoso in più collegi, fungono da specchietto per le allodole. Ma questo miglioramento sarebbe del tutto trascurabile rispetto alla catastrofe costituzionale che nascerebbe con i primi due referendum.
Addirittura “catastrofe”?
Sì. Perché consegnerebbe l’Italia nelle mani del “capo” del partito di maggioranza relativa. Infatti, con questa nuova legge, il partito relativamente più grosso avrebbe sempre e comunque il 55% dei parlamentari. Ad esempio, nel 2006, il partito più votato fu Forza Italia, che raggiunse il 23,7% dei voti. L’Ulivo arrivò al 31% ma era una coalizione e quindi, se fosse stata in vigore la nuova legge, Forza Italia avrebbe ottenuto da sola il 55% dei deputati. Nella situazione attuale, Berlusconi vincerebbe sempre e comunque, per legge. E diventerebbe, a vita, il padrone assoluto del nostro paese. Tanto più che la legge Calderoli prevede parlamentari-dipendenti nominati dai capi-partito. In sintesi, la vittoria del SÌ conferirebbe a un capo partito i pieni poteri.
Quali?
Sarebbero nelle sue mani le leggi, le regole del gioco e l’elezione del presidente della Repubblica. In più, sarebbe facile la modifica unilaterale e di parte della Costituzione e l’elezione di tutti gli organi di garanzia. Con la legge Acerbo, Mussolini trasformò il suo 64,9 % di voti nei due terzi dei seggi: poca roba davanti allo scempio previsto dai prossimi referendum.
Alcuni del centro-sinistra dicono che, se passa il referendum, poi verrà concordata tra maggioranza e opposizione una nuova legge bipartisan.
Ci sono o ci fanno? È patetico, stupido e ridicolo far finta di credere a una panzana simile. Vi pare che Berlusconi, ottenuta su un piatto d’argento la maggioranza, sarebbe disposto a ridiscutere tutto? Vogliamo suicidarci di nuovo? Il disastroso sbaglio della classe dirigente veltroniana fu distruggere i partiti potenzialmente alleati e regalare a Berlusconi uno smisurato dominio. Adesso il PD sta ripetendo, aggravandolo, lo stesso errore. Significa non imparare niente dalle lezioni della storia.
La destra si è unita nel PdL. E con la Lega ha stabilito una forte alleanza. Perché non si unisce anche la sinistra?
Il centrosinistra e la sinistra l’hanno già ampiamente dimostrato: non sono capaci di aggregare forze diverse in un solo polo. È un delirio pensare che il PD, che a stento non si sfascia per conto suo, possa mettere nello stesso contenitore un elettorato così variegato: dagli estremisti clericali come la Binetti fino ai comunisti di Ferrero. In queste condizioni, vaneggiare di bipartitismo è letale per la democrazia. Ed è ancora più dissennata l’idea di rafforzare, col referendum, l’attuale maggioranza parlamentare. Che è, piaccia o non piaccia, la più forte della storia repubblicana.
Come andrà a finire, il referendum?
Ovviamente nessuno lo sa. Ma noi ci domandiamo: i nostri concittadini, per quanto narcotizzati da un’informazione asservita, e il Pd, pur nell’assoluta insipienza di cui sta dando prova, e gli stessi alleati di Berlusconi, sono pronti a consegnare i pieni poteri e tutte le nostre libertà a uno come lui?
Ultimi commenti