Ci sono scrittori che semplicemente si leggono, altri che si leggono e poi si rileggono.
Nel reame dell'horror, Stephen King lo leggo ma poi non mi riavvicino più ai suoi libri.
Invece alle opere di Clive Barker torno e ritorno.
Prendiamo In collina le città: uscito nel 1984 nel primo volume dei Books of blood (in italiano tradotto demenzialmente con Infernalia), l'ho letto e riletto non so quante volte e credo sia uno dei più possenti racconti dell'intero Novecento. In trenta pagine mette in scena una originalissima metafora del totalitarismo: anni prima della disintegrazione nazionalistica della ex-Jugoslavia, Barker con profetica genialità medianica ambienta il suo racconto in Bosnia. E mescolando la condanna della passività degli intellettuali ed echi della pittura di Arcimboldo, fantasia scatenata e lucidità narrativa, fa deflagrare una novella sconvolgente e indimenticabile.
Mia moglie (che detesta l'horror) l'ha letta una quindicina di anni fa e non se l'è più scordata.
Perchè Barker crea horror e fantasy (libri, quadri, testi teatrali, film) distanti anni luce dai canoni tradizionali.
Comicissimo ma anche capace di fantasie davvero perverse, realistico ma visionario come il miglior Salvador Dalì, non ha nulla a che fare con Stephen King (a cui lo accostano spesso giornalisti pigri e incompetenti): l'americano del Maine continua a raccontare storie sul Bene e sul Male, mentre all'inglese di Liverpool non gliene importa nulla, del Male e del Bene. E si occupa invece della Carne, dal punto di vista erotico, simbolico, metafisico, orrorifico, sentimentale e mistico.
Due titoli come esempio.
Il micidiale racconto Paura in cui uno studente fa esperimenti psicologici su amici e conoscenti. Sottoponendo le vittime a torture psichiche incentrate sulle fobie di ognuna di esse. Non per sadismo bensì per capire la paura degli altri e quindi vincere il proprio incubo più profondo. Un giorno, prende di mira una ragazza vegetariana...
Il romanzo Sacrament: dopo anni spesi all’inseguimento delle proprie segrete ossessioni cercando di esorcizzarle attraverso reportages su animali in estinzione, discariche e indizi della fine del mondo, un fotografo gay ha un incidente e finisce in coma. Riemergono così i suoi ricordi più nascosti che si allacciano alla Creazione e ai lontani miti dell'umanità.
Ieri sera ho ricominciato Il canyon delle ombre, un thrilling sulla mitologia del cinema, su Hollywood, sull'amore (la parte dedicata al cane è struggente), sulla possessione, sulla brama di immortalità.
E poi tornerò ai due (sui quattro progettati) libri di Arabat, fantasy per ragazzi di sfrenata inventiva, arricchiti da meravigliose ad acquarello (sempre di Barker). Aspettando che si decida a far uscire il terzo e il quarto volume.
Tu scopri una ferita aperta, caro Luciano.
I libri di Clive Barker sono introvabili e fuori catalogo.
A stento, tra bancarelle dell'usato e librerie sperdute, sono riuscito a recuperare alcuni "Libri di sangue".
Tutt'ora romanzi come Sacrament o il Canyon delle ombre si trovano solo su alcuni siti on line ma a prezzi esorbitanti.
Insomma no Barker no party!!!
Non demordo comunque...
Scritto da: Eduardo | 02/06/2009 a 14:41
Sul serio non si trova quasi nulla?!
Allora auguri per la caccia ai libri: è uno sport che anch'io pratico molto.
Scritto da: luciano / idefix | 02/06/2009 a 15:18
Ciao Luciano, l'unico scrittore horror che abbia mai letto e' Lovecraft. Ne ho letto tutti i racconti durante l'ultimo anno di liceo (15 anni fa !) ma ne ricordo pochissimi, forse solo la maschera di Innsmouth. Invece un genere che non apprezzo proprio e' quello fantasy. Non ci vedo nulla di buono. Hai forse la pazienza di illuminarmi e spiegarmi se ha un suo perche'?
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 02/06/2009 a 21:19
Ci provo. Intanto, come in tutti i generi letterari, c'è fantasy e fantasy, capolavori e fetecchie, roba buona e porcherie, arte e monnezza. Purtroppo, nelle librerie si trova con più facilità l'aspetto più deteriore della fantasy, quello che io non reggo, romanzi in serie fatti in serie, only for the money. Come si fa a destreggiarsi? Non è semplicissimo, anche perchè le cose migliori sono spesso difficili da reperire. Faccio qualche esempio di fantasy di qualità.
Nel fumetto, c'è un ciclo (Sandman scritto da Neil Gaiman) di grande spessore letterario e di notevole complessità. In uno degli episodi più belli (pluripremiato), la compagnia di Shakespeare recita SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE. E per vederla appaiono, come spettatori, anche le creature fantastiche della commedia. In questo modo, Gaiman racconta il vero mondo shakespeariano mettendolo in intima relazione con la fantasia.
Altro esempio: Adelphi ha pubblicato i primi due volumi del TITO DI GORMENGHAST di Merwyn Peake, ambientati in un immenso castello fuori dal tempo, una specie di universo chiuso, grottesco e tragico, con lampi di umorismo nero e di visionarietà.
Ancora tre: Fritz Leiber (uno dei più grandi scrittori della storia della fantascienza) ha costruito un ciclo di fantasy ironico e avventuroso (Il mondo di Nehwon), con due protagonisti che incarnano archetipi classici.
C. S. Lewis ha scritto negli anni cinquanta la serie del Mondo di Narnia, sette romanzi di fantasy per bambini (leggibili anche dagli adulti, come tutti i libri belli per piccoli...solo le schifezze sono SOLO per bambini), un ciclo in cui (dentro trame avventurose) racconta il cristianesimo.
E finisco l'elenco con l'americano Gene Wolfe e il suo ciclo del Torturatore (che mette insieme echi proustiani...il tema della memoria...e i miti greci, Borges e l'ambiguità dell'io narrante) in un capolavoro.
Insomma, la fantasy di livello è un modo per raccontare la condizione umana, utilizzando trame e luoghi fantastici, dando spazio al piacere del lettore che si trova tra le mani storie appassionanti e divertenti (o cupe) ma senza mai perdere di vista la sostanza.
Dopo di che, è vero: esiste (e invade le librerie) la fantasy modaiola, quella fatta solo per denaro. Ma non è quella la fantasy che io amo.
Scritto da: luciano / idefix | 02/06/2009 a 21:52
Confermo.
Gaiman e Lieber sono due grandissimi autori del fantastico da leggere e rileggere.
Peccato che anche per Lieber bisogna fare lo stesso discorso di Barker.
Libri introvabili e molti mai ristampati.
Ultimamente ho trovato, sempre nell'usato, dei vecchi Urania ma l'impresa è sempre ardua.
Perchè la Newton ha ristampato Lovecraft, Howard, Bierce, James e non Lieber?
Perchè non ristampano le opere di Clark A.Smith?
Misteri dell'editoria.
Se mi permetti, Luciano, aggiungo alla lista altri due nomi:
Ballard e Howard.
Senza i loro libri la letteratura di genere non sarebbe la stessa.
Scritto da: Eduardo | 03/06/2009 a 07:46
molte cose da dire...
1 di gaiman-zulli sono usciti 2 fumetti recentemente che ti consiglio: Ms Finch e Creauture della notte.
2 barker sicuramente mi manca ma lo proverò...
3 nella lista fantasy anche io metto Howard e aggiungo Morckook (elric).
4 di ballard sto leggendo LA MOSTRA DELLE ATROCITA' che trovo abbastanza illeggibile ma (probabilmente) bello. è un libro strano...
Scritto da: Giordano | 03/06/2009 a 10:22
Mhmm io invece ora sto leggendo i vicere' di de roberto... talvolta mi pare che i rapporti umani ed il nostro modo di pensare e interagire siano talmente variegato che non esiste niente di normale, e' un po' tutto fantasy. Sembra una banalita', ma leggere le vicissitudini di una famiglia siciliana dell'800, nelle mie calde notti a Riyadh (calde per la temperatura esterna !) e' in qualche modo straordinario.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 03/06/2009 a 12:01
Complimenti per la specifica sulle "calde notti", Giorgio, altrimenti chissà cosa avremmo pensato :-)
Scritto da: gcanc | 03/06/2009 a 13:11
Giorgio: E' vero che I VICERE' è un gran bel romanzo? Peccato che a scuola non se ne parli mai ma proprio mai. Così come si ignorano altri scrittori di qualità, come Casanova.
Edu: il mio elenchetto non pretendeva certo di essere completo! Fa conto che ho tralasciato perfino il mio amatissimo Philip Dick (cje scriveva fantascienza e non fantasy): avevo voluto solo buttar là alcuni nomi fantasy che mi piacciono.
Howard e Moorcock sono assai fascinosi, così come Clark Ashton Smith (uno dei miei prediletti, negli anni Venti-Trenta). E non avevo nominato nemmeno Edgar Rice Burroughs (altro per cui stravedo), creatore di Tarzan, di John Carter di Marte, di Carson di Venere, di Pellucidar. E anche il George Martin delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco è assai bravo. Così com'era originalissimo Philip Josè Farmer. E poi ho un debole per tre donne a metà tra fantascienza e fantasy: Leight Brackett, Catherine Moore e Tanith Lee.
Scritto da: luciano / idefix | 03/06/2009 a 16:39
Il ciclo della terra piatta di Tanith Lee è semplicemente STREPITOSO!!!
Scritto da: Eduardo | 03/06/2009 a 23:52
Mi sa che non lo conosco: della Lee conosco le prime opere (Nata dal vulcano, Volkavaar, Non mordere il sole...).
Scritto da: luciano / idefix | 04/06/2009 a 08:40
Lo trovi completo in "Storie di Diavoli" ( a Cura di Gianni Pilo)- I Mammut Newton.
Ne vale la pena credimi...
Ciao Luciano
Oggi ti seguirò sul web per l'intervista.
Scritto da: Eduardo | 04/06/2009 a 13:17
Me lo cercherò.
Scritto da: luciano / idefix | 04/06/2009 a 15:20
Luciano,
Alcuni ritengono che i vicere' dovrebbe sostituire la lettura dei promessi sposi nei licei. In effetti i personaggi manzoniani danno poca luce alle radici dei malesseri dell'Italia odierna, ma de roberto a lungo fu osteggiato per le sue aperte posizioni anti-clericali. I primi capitoli non sono facili da digerire ma poi la narrazione diventa davvero illuminante. Nella nobilta' siciliana, nei suoi sistemi e nelle sue sicurezze si celano davvero le incoerenze e le debolezze della familia italiana.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 07/06/2009 a 21:01
A me pare che entrambi i romanzi dicano molto sull'Italia di adesso e di sempre. E a questi due aggiungerei, come grande lettura narrativa formativa ottocentesca, LE CONFESSIONI DI UN ITALIANO di Nievo.
D'altro canto, mi rendo conto che leggerli a scuola freddamente e ob-bli-ga-to-ria-men-te rischia di far scomparire il gusto della lettura. E io sono convinto che la scuola questo dovrebbe trasmettere: il piacere del testo. Ecco dunque che studiare in modo nozionistico Manzoni, Nievo, De Roberto, Pirandello o chi che sia, è (a mio avviso) un delitto.
Scritto da: luciano / idefix | 08/06/2009 a 08:48
D'accordo ma anch'io al liceo dedicavo non piu' di un'ora al mese alla lettura. C'e' un momento della vita che si capisce che quegli oggetti di carta sugli scaffali della biblioteca dei genitori contengono un tesoro, collezioni di pensieri e racconti delle piu' brillanti menti umane. Ma questo momento puo' avvenire molto tardi o, molto spesso, mai. C'e' un tempo per andare in motorino e uno per leggere Nievo, c'e' un tempo per tirare le pietre e uno per raccoglierle :)
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 08/06/2009 a 11:57
Io da ragazzino leggevo come un matto, giocavo a pallone (stramalissimo), sbavavo per le coetanee (che non mi calcolavano) e correvo dentro e fuori dai cinema.
Scritto da: luciano / idefix | 08/06/2009 a 12:23
Beato te. io da ragazzino non ho fatto nulla che valga la pena ricordare. A parte crescere pian pianino...
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 08/06/2009 a 12:50