Una scalinata di Trieste è intitolata al mazziniano ebreo Giuseppe Revere.
Tra poco vi sarà la cerimonia ufficiale per nuova intestazione:
a Mario Granbassi (giornalista fascista, morto combattendo con i golpisti di Francisco Franco nella guerra di Spagna).
La decisione toponomastica e politica è stata del Consiglio comunale, a maggioranza di destra.
Oggi, il Coordinamento antifascista di Trieste, cui aderiscono associazioni, partiti, sindacati e singoli cittadini, organizza una protesta.
Alle 18.30
Piazza Unità d’Italia
davanti al Municipio
in concomitanza con la seduta del Consiglio comunale.
Da cittadina italiana mi sento offesa per questa iniziativa. Tutta la mia solidarietà va al coordinamento antifascista e alla parte sana di Trieste.
Mi dispiace non poter essere lì a manifestare.
Scritto da: Alessandra | 11/05/2009 a 09:47
Il pezzo su Napoli lo pubblico stasera. Scusami per il ritardo ma non ho dubbi che capirai l'urgenza dell'annuncio su Granbassi.
Scritto da: luciano / idefix | 11/05/2009 a 10:00
E' solo un'ennesima tappa della deriva fascista che sta intraprendendo l'Italia. Sarò lì con voi questa sera, con la mente e con il cuore.
Scritto da: Nicola | 11/05/2009 a 10:09
E l'amicizia con Israele che sbandieriamo ogni volta che serve? Chissà com'è contenta la comunità ebraica locale. Già che ci sono potrebbero fare la cerimonia a San Sabba e inaugurare lì un Luna Park, giusto per "sdrammatizzare".
Scritto da: gcanc | 11/05/2009 a 10:16
Mi tocca rivalutare il podestà Alemanno che si è accorto ieri che il fascismo era "ripugnante" (parole sue, oh)
Scritto da: Eeka | 11/05/2009 a 10:16
Dalla lettura su interventi pro e contro dell'ultimo anno pubblicati sul Piccolo non risulta che Mario Granbassi abbia manifestato atteggiamenti antisemiti.Era un giovane, con un certo talento giornalistico, che credeva in certe idee e per queste ha sacrificato la vita. Chiamarlo fascista dando a questo termine il significato peggiore e spregiativo che chiaramente si sottointende forse non e' corretto. Si puo' essere dalla parte sbagliata ma essere lo stesso galantuomini e uomini d'onore e si puo' essere dalla parte ''giusta'' (spesso sarebbe meglio dire vincente) ed essere delle emerite carogne.
Scritto da: sergio | 11/05/2009 a 10:36
Luciano, certo che capisco l'urgenza. Questo fatto merita sicuramente attenzione in questo momento. Tanto, come tu stesso hai detto, la questione monnezza, purtroppo, sta sempre lì e non è che sia cambiata nel frattempo. Resta una triste attualità.
Scritto da: Alessandra | 11/05/2009 a 10:39
Non ho le prove Sergio del fatto che sto Granbassi abbia esternato facezie antisemite. Immagino che Luciano abbia le sue fonti.
Tuttavia, pensando ai valori che fondano i miei principi e la mia costituzione - o quel che ne rimane - io le vie ai combattenti di parte sbagliata non le concepisco. Non concepisco di intitolare nè scalette nè pianerottoli e nemmanco ascensori a un sostenitore di Franco.
Oppure l'uso da parte tua della parola "sbagliata" ha perdonami, un che di ipocrita.
Scritto da: zauberei | 11/05/2009 a 10:43
si potrebbe chiedere al "pentito" Fini di rilasciare una dichiarazione in merito, visto che ora ha dichiarato che sul Fascismo si era "sbagliato"...
Scritto da: Giordano | 11/05/2009 a 10:50
Zauberei, il mio commento non esprimeva un giudizio sull'opportunita' o meno di intitolare una scalinata a Granbassi ma intendeva porre l'interrogativo sul fatto che egli si sia meritato di essere definito con termini spregiativi. In quanto all'ipocrsia francamente non vedo il nesso.
Scritto da: sergio | 11/05/2009 a 11:00
Siamo con voi.
Scritto da: Artemisia | 11/05/2009 a 11:13
Totalmente concorde con Zau.
Credo che a questo punto sia d'obbligo riportare qui delle fonti storiche, delle testimonianze scritte, anche se non ho alcun dubbio su quelle di Luciano.
La rivalutazione in chiave storica di certe idee illiberali, estremiste, fasciste, dittatoriali e violente è un'operazione pericolosissima. Spacciare per libertà di opinione e di scelta politica il prevalere della violenza e della sopraffazione sulla democrazia è indegno di un paese in cui vige una costituzione democratica. Questa è l'operazione che si sta tentando di fare da alcuni anni a questa parte, e intitolare anche un solo gradino di una scala, o una via, o un monumento ad una persona che stava dalla parte dei fascisti è un esempio di tale operazione. Il revisionismo storico serve solo all'attuale classe politica per giustificare le proprie scelte illiberali ed antidemocratiche.
Scritto da: Alessandra | 11/05/2009 a 11:17
Questo link porta al sito della biblioteca digitale dell'Università di Bologna nel cui archivio sono conservati i numeri del quindicinale fascista diretto da Granbassi:
http://amshistorica.cib.unibo.it/diglib.php?inv=43&int_ptnum=1&term_ptnum=1&format=jpg&comment=0&zoom=0
Scritto da: Alessandra | 11/05/2009 a 11:25
Non ricordo dove avevo letto delle posizioni di Granbassi sugli ebrei: dunque hHo tolto dal testo del post l'aggettivo "antisemita".
Scritto da: luciano / idefix | 11/05/2009 a 12:00
Be', a giudicare dai documenti linkati da Alessandra mi pare che ci siano pochi dubbi sull'antisemitismo. Se poi il fronte antigiudaico di Trieste sostenuto dalla Decima Regio di Granbassi era un club di reduci dalla battaglia di Gerico allora è un altro discorso.
Scritto da: gcanc | 11/05/2009 a 12:53
Sergio non capisci il nesso?
Beh tutto sommato lo capisco che non lo capisci. In effetti io non uso il sintagma "parte sbagliata" per definire un sostenitore di Franco o il direttore di una rivista fascista. "Parte sbagliata" può alludere a un errore di distrazione, di gioventù o alla sfiga dell'esito bellico - che se vincevano li cattivi allora era la parte giusta. Oppure che ne so, a quelle che siano le mode del giudizio collettivo.
Invece per me quella che tu chiami "parte sbagliata" specie in contesti efferati come quello e che travalicarono le normali dicotomie tra destra e sinistra - perchè quando i diritti umani sono calpestati e la gente crepa le categorie sono altre - io li chiamo stronzi. Di una stronzitudo pubblica e politica,dal momento che a me della stronzitudo privata non me ne po' fregà de meno. Era buonino? era un marito devoto? era tanto una persona caruccia?
Ha imbracciato un fucile e ci è arrivato fino in Spagna per sostenere un dittatore.
Scritto da: zauberei | 11/05/2009 a 12:54
Zauberei, sulla realta' pubblica e politica del periodo fascista e le conseguenze che ha prodotto esiste gia' un giudizio storico. Per quanto riguarda invece il giudizio sugli uomini e' troppo semplice fare di tutta l'erba un fascio e si dovrebbe avere la premura di conoscere meglio la storia personale di qualcuno prima di emettere un giudizio finale. Ci sono stati fascisti criminali e ci sono stati partigiani altrettanto criminali. Non si puo' lodare o condannare individualmente qualcuno per il solo fatto di essere stato da una delle due parti della barricata e siccome da tua stessa ammissione di Granbassi non avevi mai sentito parlare avresti fatto meglio a limitare il tuo giudizio sul contenuto del post. Tanto per chiarire da parte mia non ritengo opportuna l'intestazione della scalinata a Granbassi ma mi astengo da giudizi sull'uomo senza appello quali il tuo.
Scritto da: sergio | 11/05/2009 a 13:28
Sergio, secondo te il riconoscimento che il comune di Trieste vuole dare alla memoria di Granbassi è per la sua vita privata di "galantuomo" (e nessuno può sapere se lo sia stato o no),o per il personaggio pubblico quale era e per le sue idee fasciste ed antisemite ampiamente documentate dal suo giornale? Vogliamo contunuare a girare intorno alla questione? Vogliamo continuare a prenderci in giro?
Se è così, allora io domani vado al comune dove risiedo, espongo la mia vita privata e dico che sono una gran signora, perché faccio tante belle cose, e poi chiedo che mi si intitoli una via, magari non in memoria, perché ho intenzione di campare ancora a lungo, salvo fatti eccezionali che possono compromettere la mia salute (faccio le corna, se permetti).
Scritto da: Alessandra | 11/05/2009 a 13:58
Sergio: non è un diritto acquisito avere (post mortem) una strada intitolata al proprio nome. Nè per un Comune è obbligatorio regalare visibilità toponomastica a chiunque. (Se fosse così, ogni città avrebbe centinaia di migliaia di vie dedicate a tutti i cittadini defunti). La scelta è dunque una scelta, e non altro. E allora io chiedo: perchè mai intitolare una scalinata di Trieste a un fascista fascista?
Scritto da: luciano / idefix | 11/05/2009 a 14:23
Luciano, forse non hai letto il mio ultimo commento. Avrei usato le stesse argomentazioni se stessimo parlando di un defunto appartenente al vecchio regime comunista sovietico.
Alessandra, qui nessuno ha intenzione di prendere in giro. Essendo triestino ho seguito la diatriba pro e contro Granbassi sul quotidiano locale ed e' per questo, avendo sentito diverse campane,che ho potuto dedurre che egli era un brillante giovane giornalista il cui talento non viene misconosciuto neppure dai suoi detrattori impastoiato si nell'ideologia fascista ma coerente e galantuomo (molti che lo hanno conosciuto di persona hanno testimoniato in tal senso) e ritengo che aver imbracciato il fucile ed affrontato quello che considerava il nemico e la morte a viso aperto sia molto meno deprecabile di quanto vigliaccamente hanno fatto certi cecchini (vantatisi poi di aver fatto parte della resistenza) sparando alle spalle a soldati tedeschi e lasciando poi morire per rappresaglia al loro posto decine di innocenti.
Scritto da: sergio | 11/05/2009 a 18:14
sergio
il benaltrismo mi fa cagare.
Se mi troverò nella situazione di giudicare una via intitolata a un partigiano che ha ammazzato decine di donne e bambini deciderò il da farsi. Dopo di che per me 1. le parti contano. 2. i contenuti antisemiti anche, per tanto non ho ragione di cambiare il mio parere. La mia stima nel confronti degli antisemti è vicina allo zero, nei confronti di chi perdona l'antisemitismo mettendolo così come una cosetta tra parentesi ancora di più. E no non do medaglie per chi affronta la morte appresso a Franco. La convinzione e la coerenza dici?
Guarda ce l'ha anche er gattino mio.
Una piazza per il mio gattino.
Scritto da: zauberei | 11/05/2009 a 20:28
Sto Granbassi era proprio un brav'uomo, a quanto dicono le persone che l'o hanno conosciuto! Uno tanto bravo che per la sua bontà odiava gli ebrei (brutti e zozzi) e difendeva la causa franchista imbracciando il fucile. Proprio una brava persona! Ma Sergio, che cavolo vuoi che me ne freghi di quanto fosse galantuomo il Granbassi? E poi lo era a detta di chi? Magari di chi la pensava come lui.
E condivido quello che dice Zau, anche a me il benaltrismo fa schifo. Io di partigiani che hanno sparato alle spalle dei tedeschi non ne ho conosciuti, ma se dovessi sapere che uno di quelli viene commemorato e gli intitolano pure una strada, direi le stesse identiche cose che ho detto per Granbassi.
E comunque smettiamola di guardare la storia dal lato "storto". Io ho sentito e letto interviste fatte ai partigiani. Magari non saranno stati tutti degli stinchi di santo, ma porca miseria tu che faresti se un nazista ti volessere ammazzare? Era un momento storico ben preciso la seconda guerra mondiale, ma perché tutti vogliono dimenticarlo? Rispolverare un po' i libri di storia non farebbe male a nessuno.
Scritto da: Alessandra | 11/05/2009 a 21:42
Ovviamente "l'o" è un errore di battitura. Mi scuso.
Scritto da: Alessandra | 11/05/2009 a 21:43
# Sergio: forse non ci intendiamo sulla parola "galantuomo". Per me un galantuomo è una persona civile.
Un fascista antisemita è feccia. Lontano anni luce dal benché minimo concetto di civiltà. Intitolare una strada alla feccia è un'operazione politica in linea col revisionismo storico che è così di moda nel paese che mi ha visto nascere e che grazie a Dio non abito più!
Scritto da: chiara milanesi | 11/05/2009 a 23:36
non so chi sia grandbassi, non mi interessa e pertanto non mi voglio informare.
quando si parla di lotta di liberazione, come di guerra civile spagnola o di qualsiasi lotta di popoli oppressi che si ribellano, il giudizio si deve fermare lì, a prescindere dalle persone che ne sono state protagoniste.
se giampaolo pansa ci racconta episodi delittuosi a danno dei fascisti, non può pretendere di modificare nemmeno di un millimetro il giudizio sulla lotta partigiana.
ci avrà solo raccontato che tra migliaia di persone che si sono ribellate al fascismo, alcune erano delinquenti, ma il significato di quella ribellione di massa ci vuol altro per infangarlo.
allo stesso modo uno stronzo che prende il fucile e va in spagna a combattere per franco, anche se bravo padre di famiglia o onesto lavoratore non riqualifica il regime fascista spagnolo.
per cui, penso, se si intitola una piazza a costui, il fatto che sia stato bravo o no non c'entra proprio niente, ma ciò che muove è la voglia di revisione di un giudizio storico già ampiamente emesso.
e non è un caso che episodi del genere stiano succedendo in italia.
Scritto da: marcob | 11/05/2009 a 23:50
Non si dovrebbero intitolare vie a fascisti. Punto.
Diceva Noventa che il fascismo non era stato solo la vocazione degli italiani peggiori: era stato anche l'errore dei migliori.
Aveva ragione? Chissà...
Detto ciò, non si dovrebbero dedicare vie a fascisti felici e realizzati come Mario Granbassi.
(che in Spagna ha fatto esattamente la fine che si meritava)
E comunque, anche i miei gatti son convinti e coerenti. Intitolino pure a loro una via (e non solo al gatto di zauberei).
tic
Ah, si... ancora una cosa: mi pare difficile dimostrare che Adolf Hitler non sia stato convinto, coerente e - come dicono i destroidi citrulli, e tanto gli basta perché son destroidi e perché son citrulli - IN BUONA FEDE.
A quando una via per Hitler, nell'Italia sempre più sciocca e minchiona?
Scritto da: Tic-talkischeap | 12/05/2009 a 00:48
@gcanc: non c'entra con il dibattito in corso ma per la cronaca, caro gcanc, il luna park in risiera già c'è. ci son state proteste ultimamente perché da anni il comune insiste nel mettere delle rumorose giostre e a concedere spazi agli zoo itineranti proprio davanti al monumento nazionale.
o sei di trieste, o sei veggente.
Scritto da: zimisce | 12/05/2009 a 07:46
E io che pensavo di avere partorito l'idea più perversa! E' la realtà che supera la fantasia. (Per la cronaca: sono di Milano e non leggo il futuro, ma mi interesso di presente e passato)
Scritto da: gcanc | 12/05/2009 a 08:03
Prima di leggere Tic, volevo scriverlo io. Hitler era un pittore, vegetariano, amante dei cani, di indiscusse e indiscutibili capacità organizzative, dotato di grande carisma, amato da molte persone, scrittore di successo, a quanto mi risulta non rubava, indubbiamente coerente e in buona fede, convinto di operare per il bene del proprio popolo. Perchè non dedicargli almeno una viuzza?
Scritto da: luciano / idefix | 12/05/2009 a 08:22
E' giusto giudicare e condannare un uomo solo per le sue scelte politiche a prescindere dalle sue qualita' umane? Credo che non tutti i fascisti vadano umanamente giudicati allo stesso modo cosi' come non si puo' dire che dalla parte di chi ha vinto ci fosse solo della brava gente. Anche in un processo per omicidio esistono vari gradi e molte attenuanti, se non si usa discernimento nel giudicare si compie un'ingiustizia. Ribadisco che il mio primo intervento era mirato a far notare che si definiva una persona con toni di sprezzo per il suo essere appartenuto al regime fascista prescindendo da quello che risultava essere come uomo. Ho gia' precisato che non vedo il caso di intitolargli scalinate o vie per cui tutta la polemica degli ultimi commenti e' mi pare fine a se stessa e poco risponde all'interrogativo che avevo posto.
Scritto da: sergio | 12/05/2009 a 09:30
sergio ma non capisci. La polemica degli ultimi commenti è dovuta al fatto che - ahò diteme se sbaglio - specie dopo il link di Alessandra per noi o almeno per me ecco, l'antisemitismo e certe azioni politiche, sono cose private. Per te no. Non alludi mai a questo link e questo è abbastanza come dire, come dire, come dire?
viscido.
No non si parlava solo di strade, si parlava di giudizi personali. Ti si contestava il tuo metro di giudizio. Non è che senza l'occasione della strada se uno è razzista però ahò quanto è in gamba io lo invito a cena. Te pare de si.
E giuuuuuuro che non dico più niente su sto post. Che tanto è inutile. Già questo commento è una debolezza.
Scritto da: zauberei | 12/05/2009 a 14:45
Sergio chiede: "E' giusto giudicare e condannare un uomo solo per le sue scelte politiche a prescindere dalle sue qualita' umane?"
Di Craxi si diceva che fosse un grande statista e molti lo apprezzavano per le sue qualità umane. Solo che, guarda caso, le sue qualità coincidevano anche con le sue idee politiche. Mi pare che abbia fatto una brutta fine Bettino.
E non solo lui.
Luciano ha citato Hitler, molti citerebbero Mussolini, altri ancora Castro e chi più ne ha più ne metta.
La domanda, allora, è: si può essere "galantuomini" (aggettivo usato da Sergio) e nel contempo desiderare l'annientamento di una parte dell'umanità, togliere la libertà agli individui, ammazzare, odiare?
Mi sa che devo controllare meglio sul dizionario il significato di "galantuomo", perché mi sfugge al momento.
Scritto da: Alessandra | 12/05/2009 a 15:44
Sergio: io non ho la più palldida idea (e nemmeno me ne importa nulla) di come fosse Granbassi dal punto di vista "umano". Sarà stato uno che faceva beneficienza? Amava gli animali? Era un padre affettuoso? Un marito tenero? Uno che leggeva Virgilio in latino, Platone in greco e Ariosto in italiano? Aiutava le vecchiette ad attraversare le strade? Con gli amici era leale e simpaticone? Tutto ciò (ed eventuali altre sue caratteristiche) non hanno alcuna importanza: semplicemente non si intitola una strada a un uomo che è stato anche un fascista, un giornalista fascista ed è morto da fascista combattendo da volontario in una guerra fascista.
Scritto da: luciano / idefix | 12/05/2009 a 17:41
Il link di Alessandra avrebbe già dovuto chiudere la discussione ieri mattina: il fronte anti-giudaico di Trieste metteva una pietra tombale su qualsiasi rivalutazione del personaggio.
Scritto da: gcanc | 12/05/2009 a 18:23
Zauberei, ho aperto il link cui alludi e da questo si evince che Granbassi curava una rivista universitaria fascista. A parte il fatto che ci vorrebbe la lente per leggere mi sembra di vedere che la pagina non contiene alcun articolo suo o che si possa leggere alcunche' di suo riguardante l'antisemitismo. Dagli articoli apparsi in sua difesa risulta che egli non si sia mai dichiarato apertamente antisemita. Da cio' si ha solo conferma che egli, come probabilmente moltissimi altri giovani vissuti all'epoca, partecipava attivamente ad una visione del mondo fascista, comunque in buona fede e non per tornaconti personali (questo e' gia' un distinguo importante). Credo che molti di quei giovani abbiano avuto negli anni seguenti l'opportunita' (per convinzione o per convenienza) di rivedere tali idee ; molti si sono riciclati in politica altri ne sono usciti ed hanno vissuto, lui no. Ribadisco, chi muore in guerra combattendo per un ideale non meritera'una starda alla memoria ma rispetto si. Il mio metro di giudizio che tu sembri non tollerare e' molto piu' tollerante del tuo e si fonda sul discernimento e la consapevolezza che nella negli uomini, come nella vita, non esiste solo il bianco ed il nero ma una infinita varieta' di sfumature.
Scritto da: sergio | 12/05/2009 a 18:43
Sergio: mi sembra che stiamo parlando di cose diverse. Provo a dire ciò che intendo io.
Primo: il fascismo non fu solo l'antisemitismo e le leggi razziali. Si tratta di uno sciagurato (e recente) errore di certa sinistra aver concentrato solo su tale questione il giudizio negativo (storico, politico, etico, criminale) sul fascismo.
Secondo: dici che i morti, tutti i morti, meritano rispetto. Forse. Se ne può discutere. Ma io ribadisco che, anche se la morte rende tutti uguali e tutti degni di pietas, le vite che hanno preceduto quelle morti rendono tutti differenti, a volte radicalmente differenti.
Terzo: Granbassi morì nel 1939, a trentadue anni. Non era un ragazzino sprovveduto e ingenuo, ma un giornalista adulto. Dal suo inedito diario di guerra (obiettivamente interessante, leggibile sul Web) scrive tra l'altro: "Credo che l'aspirazione di riuscire nelle cose militari sia da qualche anno a questa parte l'unica mia ambizione dopo quella di papà felice"
Quarto: prima di partire per la Spagna, da giornalista radiofonico, con lo pseudonimo di Mastro Remo intratteneva i bambini e i giovani dicendo testualmente: "Come la Madonna salva le nostre anime, così Mussolini salva noi Italiani"
Quinto: per quale motivo al mondo si deve intitolare la strada di una città dell'Italia repubblicana, nata dalla Costituzione antifascista, a un giornalista fascista morto combattendo da volontario in una guerra nazi-fascista?
Sesto: da cristiano posso pregare per l'anima di Granbassi, ma da cittadino sono contrario a omaggiarlo.
Scritto da: luciano / idefix | 12/05/2009 a 19:18
Mhmm non so quasi nulla di Mario Granbassi, pero' se dedicassero una via a Montanelli, che pure ha scritto su giornali fascisti e razzisti (http://cronologia.leonardo.it/document/doc1700.htm) non ci sarebbero tanti clamori... che pensate ?
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 12/05/2009 a 20:52
Certo bisognava essere idealisti per andare a combattere una guerra civile di un altro paese... qualche anno fa lessi "per chi suona la campana" di Hemingway. Libro straordinario, che mi ha insegnato che in guerra ci sono solo due razze di uomini: idealisti e porci.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 12/05/2009 a 21:01
Giorgio Tedeschi - da mo che lo sostengo: Montanelli ci aveva il pregio di un numero consistente di neuroni e anche una buona conoscenza dell'italiano scritto et parlato. Cose che a destra uno tenderebbe a far fatica a trovare. Questo rende Montanelli eccessivamente mitico, ma io mi ricordo piuttosto bene diverse stronzate che ha proferito. In italiano bellino eh - ma sempre stronzate erano.
Scritto da: zauberei | 12/05/2009 a 21:40
Caro Zauberei (perfavore chiamami Giorgio e basta !) ti prego di leggere "per chi suona la campana" di Hemingway. E' ambientato durante la guerra civile spagnola.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 12/05/2009 a 21:58
ad alessandra, luciano, gcanc: tre risposte al prezzo di una. Il quindicinale Decima Regio scovato da Alessandra (31 dicembre 1942) non poteva essere diretto da Granbassi, morto da quattro anni. Semplicemente era intitolato alla sua memoria il "Gruppo universitari fascisti" che lo scriveva. Attenzione a queste gaffes che fanno perdere credibilità anche alle cose sostenibili.
Scritto da: giovanni | 12/05/2009 a 22:14
Giovanni, Granbassi era morto nel 39 e non cambia la sostanza. Il quindicinale era sotto-intitolato a lui e sosteneva tesi antisemite. Granbassi era un fascista senza se e senza ma, ergo...
Scritto da: gcanc | 12/05/2009 a 22:35
Gcanc, non capisco se sei serio o ironico ...
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 12/05/2009 a 22:43
Giorgio caro, e te credi che sono così ingenua? Ti credi che ci ho il manicheismo spicciolo della non conoscenza storica? che mi basterebbe Hamingway per insegnarmi l'esistenza del grigio? delle illusioni ottiche e delle mescolanze? E' un buon consiglio è un ottimo scrittore, una strada da cui passare. Dopo di che uno non ci si ferma necessariamente. Ci si forma i propri pareri passando da queste strade, e obbligandosi alla lucidità, sempre nelle guerre si passa da questo imbuto. Ma per quanto un parere possa essere circostanziato, si approda comunque a un giudizio. Con buona pace der vecchio e der mare.
Scritto da: zauberei | 12/05/2009 a 22:49
... perche' e' una delle essenze del fascismo accusare ingiustamente, negare l'evidenza, condannare a priori... "Granbassi era un fascista senza se e senza ma, ergo..."
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 12/05/2009 a 22:50
Giorgio, vorrei fare tre annotazioni.
1) la differenza con Montanelli è molto semplice, ed è la stessa che c'è tra Granbassi e...che so...per dirne uno: Davide Lajolo. Dopo un passato fascista (Lajolo fu repubblichino al fianco dei nazisti) Montanelli e altri cambiarono idea. E cioè è non solo legittimo ma anche "nobile".
2) Forse anche Granbassi, qualche anno dopo, si sarebbe allontanato dal proprio passato? Non lo so, ma è possibile. Fatto sta che, invece, morì nel 1939 e morì combattendo (da volontario) in una guerra fascista.
3) In una guerra ci sono solo "idealisti e porci"? Io non lo penso affatto. E mi spingo a dire che questa dicotomia mi sa tanto (volontariamente oppure no) di ur-fascista. Nel senso che (stando a questo schema) conta solo (o soprattutto) l'azione eroica, le "beau geste", la "bella morte" e non la parte in cui si sta.
Scritto da: luciano / idefix | 12/05/2009 a 22:54
Luciano, ho dimenticato una terza categoria, i porci idealisti. Ad esempio le SS. Ma per me se un giovane si sente pronto al sacrificio estremo per la patria, per un leader o per la giustizia (dunque un romantico, un ingenuo e, forse, di nuovo un ingenuo) senza secondi fini, per me dicevo e' al di sopra delle parti. Ma solo un infinitesimo di chi combatte e' davvero un puro idealista.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 12/05/2009 a 23:12
Giorgio, nessuna ironia, non si intitola una strada, un vicolo, una scalinata, neanche una panchina ad un fascista. Non ce n'è peraltro bisogno. Punto.
Scritto da: gcanc | 13/05/2009 a 07:37
Cosa significa "sacrificio estremo per la patria o per un leader" e "essere al di sopra delle parti"? Diverso è il caso della giustizia, che è un principio eticamente fondato. Ma "patria" o "leader", in se e per se, non garantiscono nulla. Il Terzo Reich era una "patria" per cui fosse giusto combattere? Pol Pot era un "leader" per cui fosse giusto combattere?
Io degli idealisti non so che farmene: anche Hitler era un idealista, che lottò e sterminò nel nome di idee in cui credeva.
Scritto da: luciano / idefix | 13/05/2009 a 08:28
Significa che gli idealisti, quelli puri, possono avere differenti backgrounds che li portano ad avere differenti valori. Per questi ho introdotto, anche se tardivamente, la categoria porci-idealisti, alla quale Hitler & Pol Pot fanno sicuramente parte. Il terzo reich non era una patria per la quale fosse giusto combattere perche' la guerra era guidata dal principio del pangermanesimo, per cui erano o porci o porci-idealisti. Ma ad esempio, tra i ragazzini che nel '45 difendevano le citta' tedesche dell'avanzata sovietica, quelli che erano spinti dal desiderio disperato di difendere la loro patria per me non erano che puri idealisti. E non avrei problemi a dedicare una via ad uno di loro se avesse fatto qualcosa di meritorio. E tieni conto che dico questo, pur avendo una generazione della mia famiglia sparita in Polonia per mano dei tedeschi.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 13/05/2009 a 09:18
Potremmo continuare a lungo. Ribadisco intanto che non condivido affatto questa tua visione della storia. E men che meno l'ipotesi di dedicare vie e strade e piazze a chi (a prescindere) è morto combattendo per una causa (a prescindere) in cui credeva.
Scritto da: luciano / idefix | 13/05/2009 a 09:23
Concordo moltissimo con gli ultimi interventi di Luciano.
Compresa la faccenda dell'Ur fascismo.
Gli è che io uno che è così idealista da ammazzare un suo simile - lo chiami ss lo chiami brigatista rosso, a me me fa schifo.
E' proprio il fatto che c'è un contenitore umano su cui bisognerebbe ammettere molte sfumatore che è un conto, e chi esce da quel contenitore umano perchè l'idea (l'idea e non la difesa della propria casa e famiglia, o patria) è più importante di un orfano. Li esercito allegramente la mia quota di necessario manicheismo. E la cosa buffa è che potrebbe capitare molto meno spesso di quanto caspiti a Giorgio (è un'illazione non una certezza) proprio perchè io non tendo a dividere il mondo in porci ed eroi.
Scritto da: zauberei | 13/05/2009 a 11:09
Io diffido sempre dell'esaltazione (a prescindere) del coraggio, dell'idealismo, del sacrificio, della fedeltà, dell'onore, dell'ubbidienza, della ribellione, dell'efficienza, della "buona fede" eccetera eccetera. Li trovo pericolosissimi perchè, in se e per se, non significano nulla e non hanno nessun valore. E possono condurre a esiti del tutto nefasti.
Scritto da: luciano / idefix | 13/05/2009 a 11:22
Coraggio, capacita' di sacrificio, fedelta', onore, sono qualita' dell'individuo. Tu asserisci che sono senza valore e allora ti chiedo: se tu dovessi avere come compagni di viaggio o di lotta elementi che ne fossero totalmente privi per te sarebbe lo stesso? E' sufficiente che il tuo compagno la pensi come te politicamente per giudicarlo migliore di chi la pensa diversamente? Pensaci e vedrai che da sempre, in guerra o in politica i pensatori onesti hanno sempre riconosciuto il ''valore'' dell'avversario quando questi lo meritava e mi par chiaro che tale riconoscimento era basato proprio su quei non valori che tu hai menzionato. La guerra non produce solo eroi o porci certo (anche se ha la caratteristica di tirare fuori il peggio ed il meglio di ogni uomo) ma sembra che tu divida il mondo in buoni e cattivi e che questi ultimi stiano e siano stati tutti da una parte politicamente definita.
Scritto da: sergio | 13/05/2009 a 11:42
Essere stato un fedele, onorevole, indefesso e coraggioso fascista non fanno di Grambassi un meritevole di lode.
Poiché quella piccola parola "fascista" è bandita dalla nostra costituzione, ergo Granbassi NON AVRÀ la sua strada.
... ci mancherebbe pure...
Scritto da: Jubal | 13/05/2009 a 11:49
No, Sergio: io non ho nè detto nè scritto che "coraggio, idealismo, sacrificio, fedeltà, onore, ubbidienza, ribellione, efficienza e buona fede" sono senza valore.
Io ho scritto una cosa diversa: non hanno nessun valore a prescindere. Un SS poteva essere coraggioso, pieno di ideali, dedito al sacrificio, fedele al Fuhrer, ubbidiente ai superiori, efficiente come uccisore di ebrei, in buona fede combattente per la gloria del Terzo Reich e la supremazia della razza ariana. Ma tutte queste sue caratteristiche individuali avrebbero reso quell'uomo un criminale, servo di criminali.
Ecco perchè dico che quelle caratteristiche (in se e per se, a prescindere) non valgono nulla.
Scritto da: luciano / idefix | 13/05/2009 a 12:07
I miei problemi Sergio con ragionamenti come il tuo sono due.
1. Il valore sovrumano che mi può far tentennare non è il coraggio ma l'intelligenza. Mi protegge di più. I coraggiosi imbecilli sono una iattura. I vigliacchi intelligenti di solito si industriano per trovare soluzioni poco dispendiose - ma ai fini che non sono l'utero.
Nell'idealismo c'è questa percentuale di visceralità che trovo pericolosa.
2. Trovo abbacinante questa sovrapposizione tra gestione politica normale, e questioni che trascendono il normale. Come se davvero essere di destra e ammazzare qualcuno perchè è di sinistra, o viceversa abbiano una continuità. E' una continuità apparente, ma salta sopra a un baratro di significato. Saltarci agevolmente significa essere qualunquisti.
Scritto da: zauberei | 13/05/2009 a 12:48
Luciano, quelle caratteristiche condizionano i comportamenti di chi le possiede in ogni contesto (non solo sul fronte dell'opposizione politica o bellica)dell'esperienza umana e fanno si che nel microcosmo delle relazioni tra uomini uno possa compiere un gesto di sacrificio, di eroismo o semplicemente di onesta' nei confronti di un altro/i esseri umani. Questi valori caratterizzano eccome un uomo a prescindere dalla sua colorazione politica.
Scritto da: uno | 13/05/2009 a 13:54
Zauberei, l'intelligenza e' la capacita' di ragionare apprendere ed elaborare,insomma un'insieme di funzioni conoscitive, non direi che possa definirsi un valore in quanto non ha alcuna relazione con la sfera etica.Sul fatto che un coraggioso imbecille possa essere una iattura siamo d'accordo ma perche' mai deve essere l'uno e l'altro? se parliamo di coraggio non parliamo di imbecillita' altrimenti possiamo porre tutte le combinazioni possibili e discuterne su ciascuna.Non ho menzionato l'idealismo come valore di riferimento. Il resto del tuo commento e' un po' confuso.
Scritto da: sergio | 13/05/2009 a 14:14
Se parliamo di coraggio possiamo benissimo parlare di imbecillità ecco Sergio. Ma qui discutiamo separati da affezioni di fondo e valori diversi e la discussione si fa sterile. Chiuderei qui.
Invece messaggio per il sor Giorgio Tedeschi.
Che i Tedeschi sono in parecchi e la domanda potrebbe essere stupida. Ma non è che te Giorgerrimo, per caso a. sei ebreo (comemmè) b. ci avevi un parente psichiatra fichissimo purtroppo morto da qualche anno - Gianfranco Tedeschi?
Che magari no, ma magari si.
Scritto da: zauberei | 13/05/2009 a 14:31
Mi sa che abbiamo perso di vista il punto di partenza, e cioè l'intitolazione di una strada cittadina a Mario Granbassi. Il dato iniziale era: è accettabile che l'amministrazione comunale di una città italiana dedichi una scalinata (uguale sarebbe stato anche dedicargli un vicoletto) a un giornalista propagandista fascista morto volontario in una guerra nazi-fascista? La mia risposta è netta: nemmeno per idea.
E cosa Granbassi abbia fatto di "nobile" o di "importante" per meritare questo riconoscimento, non lo capisco.
Scritto da: luciano / idefix | 13/05/2009 a 14:44
Be' come ho ammesso in precedenza so poco o nulla di Granbassi. Non so se l'idea di dedicargli una via sia solo per aver preso parte alla guerra civile spagnola. Mi auguro abbia compiuto qualcosa di piu' significativo ! Quello che voglio dire e' che secondo me e' sbagliato dire no ad un fascista perche' era un fascista. Ogni periodo storico ha le sue passioni, i suoi facili entusiasmi. Pochi in Italia, ad esempio, negli anni '20 non erano fascisti. Alcuni iscritti altri no. Anche mio nonno, ebreo, aveva simpatie fasciste, poi nel 1938 i fascisti gli pignorarono l'azienda di famiglia. Certo un Gobetti o un Matteotti sono stati degli eroi, ma non si puo' dequalificare il 99% degli italiani che hanno ceduto a facili entusiasmi.
Poi Luciano, ho gia' detto che le SS non erano idealisti ma porci idealisti. La differenza e' quella tra un ideale e uno pseudo ideale, che e' un ideale senza valori morali, secondo la nostra etica.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 13/05/2009 a 16:54
Cara Zauberei, no, noi veniamo da una famiglia ebraica torinese, ma mio papa' ha sposato una shickse, quindi secondo la Halakha...
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 13/05/2009 a 17:00
Il grimaldello con cui si vuole far passare l'intitolazione a Granbassi è questo: fu un giornalista (anche radiofonico) di valore.
Se è per questo, Mussolini fu un eccellente giornalista, Hitler un decoroso pittore, Goebbels uomo di cultura, Ho Chi Min poeta.
Ma (al di là delle battutine) la questione resta: Granbassi non fu fascista per caso nè fascista "tiepido". Al contrario, la sua attività (giornalistica e guerresca) è imperniata sul fascismo (con tutto ciò che ne consegue, in termini di prepotenza violenza sopraffazione, illibertà, nazionalismo, militarismo, imperialismo). E dunque omaggiarlo dedicandogli una scalinata significa strizzare d'occhio al fascismo (con tuto ciò che ne consegue).
Scritto da: luciano / idefix | 13/05/2009 a 17:07
Ormai sul Granbassi si è detto tutto, penso non manchi proprio niente.
Per me la questione di fondo è: quelli che hanno deciso di intitolargli una via SONO fascisti; chi aveva il potere di impedirglielo e non l'ha fatto E' COMPLICE di questi fascisti, che a Trieste sono al potere ormai da troppo tempo.
Scritto da: marino | 13/05/2009 a 17:28
Luciano, concordo su tutto il tuo ultimo intervento. A parte Hitler decoroso pittore ! Ma sono gusti personali, forse i miei molto condizionati.
Scritto da: Giorgio Tedeschi | 13/05/2009 a 17:46
Beh Giorgio anche il Gianfranco che invece era del ramo di Ferrara ci aveva un addentellato tedeschi turinese. Ma sono tantissimi i giudo tedesche. Io so giudia integrale, e però ho sposato un goj sicchè....
:)
Scritto da: zauberei | 13/05/2009 a 18:00
Che una persona sia antisemita o meno, fa ovviamente in generale una notevole e tragica differenza. Nello specifico però si sta discutendo se intitolare o meno una strada a un fascista, ovvero a un sostenitore degli ideali, se così li vogliamo chiamare, che hanno violentato questa nazione per un ventennio. E non si tratta, che so, di un medico con simpatie fasciste, a cui si intitola una strada per delle scoperte scientifiche che con le sue idee politiche, quali esse siano, non c'entrano nulla: si tratta di una persona alla quale si vuole intitolare una strada per le imprese (ehm) che ha compiuto in difesa di quegli ideali e del regime che li sosteneva. Questo di per sé è inaccettabile, finché avremo una Costituzione democratica. Punto.
Scritto da: offender | 13/05/2009 a 19:45
Infatti, Offender: il fascismo di Granbassi non era un "effetto collaterale", un aspetto trascurabile della sua attività. Era il centro della sua vita pubblica e lavorativa (giornalista propagandista). E fu la causa della sua morte, volontario nella guerra nazi-fascista in Spagna per combattere contro la legittima Repubblica.
Comunque spero che questa discussione sul blog sia servita a tutti (me compreso) per schiarirci ulteriormente le idee e per approfondire quelle dissonanti.
Scritto da: luciano / idefix | 14/05/2009 a 08:57