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12/05/2009

Commenti

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Persone che non si rendono conto che a 30 anni saranno sorde...

Ho letto tempo fa l'allarme inviato dagli otorini: tra i giovani e i giovanissimi si stanno diffondendo gravi disturbi all'udito.

Non è solo questione di cuffie. Anche ai concerti si diventa sordi. L'anno scorso ad un concerto degli afterhours mi è iniziato un ronzio alle orecchie che non si è ancora esaurito. Sono stato ad un concerto di Leonard Cohen a teatro. All'inizio mi lamentavo del volume troppo basso. Dopo un quarto d'ora pensavo che era anni che non assistevo ad un concerto così bello. E' durato quasi tre ore.

Certamente, Gcanc. Io da anni devo andare ai concerti rock portandomi dietro (per ogni evenienza, se il volume è troppo alto) ovatta per attutire.
Ma il punto è un altro: a un concerto (o in discoteca) si sceglie di andarci e di sottoporsi al bombardamento sonoro, in autobus no. Io detesto la cafonaggine di chi impone al prossimo musicazza dalle cuffie o squilli-suonerie- conversazioni dai telefonini.

Ih Luciano invero sono d'accordissimo anche se mi ascoltassero a manetta tutti li notturni di Chopin.
MA per quanto mi concerne, il soggetto umano tranviario che massimamente attira la mia ira irrefrenabile è il testatore di suonerie.
Sta seduto: brandisce un cazzo di cellulare ultima generazione, e a volume siderale mi funesta con: dlindlindlun dlan dlo (riproduzione di san Martino campanaro) dlin dlin dlin dlan dlan (riproduzione di yellow submarine) dlundlin dlan dlan (per elisa) e via così fino al capolinea o fino a che non gliel'ho ficcato in bocca.
:)

Non siamo stati addestrati al rispetto degli altri. Persone che non sono state rispettate a loro volta non rispettano gli altri.
.
L'ho fatto presente all'assemblea di condominio in relazione ad una decisione presa da certi condomini: silenzio assoluto e sguardi interrogativi.
Poi però qualcuno sta capendo.
.
Bisogna - anche e soprattutto - avere il coraggio di esporre le proprie idee - il famoso "what do you stand for ?" - di spiegarle agli altri e di difenderle.
Bisogna (alla fine) non aver "paura" di vivere ed essere se stessi...

tutto vero. voglio però dare un punto di vista diverso... la gente che ascolta la musica con le cuffie si vuol chiudere nel suo mondo, magari perchè dà sicurezza ascoltare canzoni note. poi c'è quello che magari si "carica" prima di un evento importante, o quello che cerca di rendere un pizzico migliore il suo triste presente attuale...
si, li disprezzo pure io quei tipi, ma ricordo di quando c'ero pure io tra quelli...

Ricordo le lezioni di recitazione di Piero Mazzarella: abbassa la voce quando vuoi attrarre l'attenzione...
Cielo, erano gli anni '80...quanto tempo è passato...

d'accordo con tutto quello detto finora, aggiungo che mi piacerebbe anche che in vari ipermercati, negozi ecc... non si dovesse ogni volta subire musicaccia... dover subire note e starnazzi vari di cui non se ne sente proprio il bisogno, cui anzi se ne farebbe volentieri a meno, sì, è una forma di violenza.

E' il silenzio che fa paura, perché rappresenta l'inconoscibile, il mistero, il buio. Siamo come i bambini, in questo senso, abbiamo paura del buio anche da grandi.

Scriveva Peter Drucker
:
"In a few hundred years, when the history of our time will be written from a long term perspective, I think it is very probable that the most important event these historians will see is not technology, it is not the Internet, it is not e-commerce. It is an unprecedented change in the human condition. For the first time -- and I mean that literally -- for the first time, substantial and rapidly growing numbers of people have choices. For the first time, they will have to manage themselves. And let me say, we are totally unprepared for it."
-
Excerpts from Drucker Foundation Leadership and Management Conference
Redefining Leadership, Organizations, and Communities
November 9, 1999

C'è anche chi ascolta musica in cuffia a volumi sensati. E infatti non si sa mai cosa stiano sentendo, quelle persone discrete. Di solito invece dalle cuffie tracima musicazza pessima. Come dalle auto dei bullotti, la cui carrozzeria vibra al suono dei loro stereo a palla.
Quanto ai luoghi pubblici (bar, negozi, ristoranti, stazioni, certi uffici) che sparano musica a tutto volume, io sono tentato di usare prima il cacciavite per staccar via gli altoparlanti e poi l'ascia per distruggerli.

Paola, di cio' che afferma Drucker si puo' a maggior ragione affermare l'esatto contrario. Se e' vero che per l'accessorio (banchi dei supermercati, moda, vacanze, viaggi, hobby, sport, letture, cinema, tv, internet etc. etc) parte dell'umanita'oziosamente si interroga su cosa sciegliere e' ancor piu' certo che la stragrande maggioranza del genere umano e' in lotta per il necessario alla sopravvivenza.

Certamente: e il nostro "accessorio" prospera proprio sulla miseria altrui.
Aggiungo solo un'osservazione: soprattutto gli hobby, lo sport e i libri non sono "accessori" ma elementi decisivi per la propria crescita, individuale e collettiva.

Si Luciano, per noi, fanno parte di un accessorio divenuto necessario anche se debbo osservare che ci sono purtroppo vaste schiere di giovani e meno giovani che non praticano sport, se ne fregano di avere un hobby ed al massimo leggono la gazzetta dello sport.

consiglio a tutti di comprare i dvd e cd che escono ogni lunedì con Repubblica, delle lezioni di Riccardo Muti. per chi ama la musica e sa cos'è l'ascolto sono un tonico e un conforto...l'educazione musicale da noi si è persa, ed essa è la base necessaria per una qualsiasi altra formazione - perchè? perchè ti insegna ad ascoltare te stesso e gli altri, e a cercare un'armonia d'insieme. e giusto come ciliegina, siamo stati un tempo un grandissimo paese da un punto di vista musicale: mica è un caso se sulle partiture ancora oggi si indica "piano, pianissimo, forte" ecc in italiano...

alla faccia della tolleranza...
mi sembrerebbe esagerato pretendere che tutti ascoltino solo la musica che piace a me, al volume che decido io e nei luoghi che io preferisco.
l'educazione musicale, Elena, chi l'ha mai vista nei luoghi deputati all'educazione? la scuola intendo. io, per imparare a leggere le note o a mettere le mani su una tastiera sono dovuto andare a lezioni private, e tutti quelli che senza dubbio hanno imparato meglio di me, pure.
la mia educazione musicale, come quella di tutti voi, proviene dalla mia storia, dalle occasioni che mi si sono presentate e dalla strada che pian piano ho deciso di seguire.
i corsi di recupero di muti, magari per far bella figura in una discussione, non mi interessano.
viva i ragazzi che ascoltano la musica che preferiscono al volume che preferiscono.

guarda di far bella figura credo che nessuno s'interessi...e non sono corsi di recupero:dal mio punto di vista sono un gesto meritevole (se ti capita guardane uno).e credo che parlare di muti sia ben poco per fare bella figura.

Io sono d'accordo con Elena: Muti non è la mia passione, ma senza prendere tutto quel che dice per oro colato, è una voce autorevole in campo musicale e una sua lezione può solo arricchire la nostra conoscenza. Poi ognuno sceglie cosa gli piace, ma tante volte non sappiamo neppure quante scelte abbiamo a disposizione, perché nessuno ce lo dice. A questo servono i "corsi di recupero" come li chiama marcob, il recupero di ciò che ci siamo persi per strada.

Come alcuni han scritto, al di là di ciò che esce dalle cuffie di costoro dà fastidio il menefreghismo del volume "appalla". E' un po' come mettersi ad urlare.

P.S.: non è che, gnente gnente, il bus era il 22?

Per Verrocchio: il bus era il 5.
Marcob: condivido totalmente una cosa. Ognuno ha il diritto di ascoltare la musica che gli pare. Il mio rifiuto non riguarda questo: il post era sull'inquinamento sonoro. Stiamo sempre più subendo il rumore (e la musica, QUALSIASI MUSICA, se imposta diventa "rumore"), la confusione, lo schiamazzo, la molestia acustica. Io non penso si tratti solo di "questioni private", bensì politiche. Disabituare le persone al silenzio significa privarle dell'unica dimensione in cui si può riflettere. E' un caso se nei centri commerciali che piallano i cervelli impazza la musica? Ripeto: a prescindere dalla musica emessa, anche se ciò che esplode pubblicamente è quasi sempre "muzak" (come la si chiamava negli anni Settanta).

"Disabituare le persone al silenzio significa privarle dell'unica dimensione in cui si può riflettere": ESATTO !
Quando il silenzio è fare anima.

A mio avviso, stiamo sottovalutando la pericolosità dell'inquinamento acustico: fa male alla salute, alla bellezza del mondo, al pensiero critico, alla libertà. (Non lo dico io: lo sostengono scienziati, medici, neuropsichiatri, sociologi, musicisti, filosofi)

Volume altissimo, luci intermittenti, alcol e droghe varie sono il cocktail preferito dei giovani frequentatori delle discoteche. Una combinazione devastante per il cervello che comporta l'abbandono di qualunque freno inibitore e l'instaurarsi di stati di semicoscienza quasi da trance con una percezione della realta' distorta e spesso con conseguenze di collassi cardiaci e di stati confusionali sempre piu' prolungati. Un bel modo di divertirsi!

Rega io propongo di mantenere il focus diciamo individuato da Luciano nel post - sintetizzabile nella formula : va be la mazurka, va be la tarantella ma numme acciaccare i piedi.
Poi si può discettare sui nostri gusti musicali, sulle nostre esperienze in merito sul valore del silenzio ma vivaddio anche der casino nei luoghi ad esso deputati - non avete idea di quanta gente sana giri in discoteca- il problema è solo squisitamente etico. Perchè tutti insieme si stia bene su uno stesso spazio - sia esso terreno sia esso sonoro - ci si deve avere ognuno ir su rettangolino. Quindi se vuoi sentire funicolì funicolà o Luigi Nono (mejo funiculì funicolà) non sfracassarmi le zebedei.

zauberei... ma vogliamo parlare di quello che s'immerge nel giochino che ha sul cellulare e non ha la buona grazia di abbassare il volume o disattivare l'audio? pirim pirim tatatatatattà pirim pirim (giochino) parapappappappààààààà (ha passato il livello)... A me scatena istinti omicidi

brix:) glielo faccio ingoiare il giochino:)

Una delle categorie più moleste e maleducate, questi che provano in pubblico il campionario delle stramaledettissime suonerie.

provocazione: e se a uno piace giocare col pirim pirim? le suonerie dei telefonini saranno fastidiose ma difficilmente superano i 35 decibel. in fabbrica il rumore è considerato pericoloso oltre gli 85 decibel.
uno, prova a andarci una volta in discoteca. magari a stare con gli altri diventi un po' meno bacchettone.

marcob: ci può giocare ad un volume che non infastidisca chi gli sta intorno... no?

In realtà il discorso è molto serio e va completamente al di là del soggettivo fastidio per la suoneria, per il rap o per chissà cos'altro.
Il punto centrale è il crescente inquinamento acustico e ambientale, il rimbambimento a cui siamo quasi ovunque sottoposti con l'aumento dei suoni e dei rumori.

Io sono sostanzi9almente d'accordo con Marcob.
Le suonerie o la musica nei negozi possono essere un fastidio ma non le catalogherei come "inquinamento acustico", che è un problema ben più serio. L'inquinamento acustico è il rumore costante del traffico, il rumore degli aerei che atterrano e decollano troppo vicini alle case (chiedete agli abitanti di ciampino), i rumori dei tanti cantieri che spuntano come funghi nelle vie cittadine, le microcar smarmittate che fanno più chiasso di un carroarmato...

è poi questo, luciano, il motivo della mia "provocazione".
l'inquinamento acustico, specialmente sui luoghi di lavoro sta diventando sempre più intollerabile. e quando si insorge per il pirim pirim o par i ragazzi che ascoltano musica, non si fa altro che seguire l'andazzo di parlare di fatti che sono al margine del problema, per tralasciare in pieno il vero problema.
provate ad entrare in una fabbrica magari con presse meccaniche dove gli addetti portano si e no i tappi per le orecchie, per evitare di tranciarsi le dita o la mano intera se sono isolati dal rumore della macchina che li avverte del pericolo.
la sordità, se vuoi salvarti le dita è garantita. ma che importa? sono operai. molto spesso neri o pakistani.

Certo, Marcob, il dramma della in/sicurezza sui posti di lavoro va totalmente al di là del mio fastidio in autobus per le suonerie o gli IPod. Ci mancherebbe! Se io fossi parlamentare mi occuperei anche dell'inquinamento acustico (in fabbrica e non solo in fabbrica), farei una proposta di legge, cercherei di arrivare ai media, insomma mi darei da fare.
Ma, dato che ho solo questo blogghetto privato, cerco di alternare nei post le cose che mi colpiscono direttamente, mescolando nei testi diario e segnalazioni.
E ieri mi aveva colpito la babele di musiche in uscita dalle cuffie.

boh marcob LUciano ribatte secondo i suoi desiderata e il suo stile, io per mio se avessi fatto questo post - avrei ben chiaro le differenze di gravità e di tenore tra la perdita di un orecchio e uno scassamento de minghia sull'autobus. Eppure oggi metti, ci avevo il desiderio di parlare del mio personalissimo scassamento de minghia per una forma di maleducazione. Il problema della fabbrica non è ascrivibile invece alla categoria maleducazione. Ma alla categoria sopruso.Questo modo di argomentare insomma non lo condivido: sarebbe esponenziamente applicabile a tutti i temi, "ah ma come parli di questo devi parlare di quest'altro" ah ma come parli di quest'altro non ti sei accorto che c'è questo di peggio?
Da ora in poi solo post sulla morte così nun te sbagli.

Zauberei: infatti esiste (ma non è il caso di marcob, che leggo sempre con interesse e stima) il "benaltrismo". Espediente dialettico (a volte lo uso scorrettamente anch'io...chi ne è immune?) secondo cui, qualsiasi sia l'argomento di cui si discute, si viene richiamati al "di ben altro si dovrebbe parlare"

no, scusate, zau e luciano, qui il benaltrismo non c'entra proprio niente.
si parla di scassamento di minchia per gli ipod o i telefonini e mi va benissimo.
poi a uno scassano più che a un altro e ci possiamo raccontare quanto scassa a me o a voi.
poi qualcuno, non io, dice che l'inquinamento acustico... che la sordità...
l'inquinamento acustico è quello là, quello delle presse, dei magli, dei cantieri edili, dove la gente diventa sorda per necessità.
se un giovanotto vuol diventar sordo perchè ha scelto di sentire la musica al massimo, son cazzi suoi. padronissimo di farlo. ma se uno deve diventar sordo per poter mangiare, son cazzi di tutti.

Avevo scritto esplicitamente che "il benaltrismo" non si riferiva a te.
L'inquinamento acustico non è solo il fracasso tremendo in alcuni luoghi di lavoro, ma anche il traffico, le radio a tutto volume, gli stereo a palla nelle auto, le televisioni a manetta, gli schermi pubblicitari in stazione ferroviaria, la gente che invece di parlare urla, i cellulari che impazzano, i clacson...
(Però, alla fin fine, mi sa che stiamo dicendo la stessa cosa)

D'accordo su tutto tranne che sulla qualità sonora di iPod che è oggettivamente eccellente.

Ribadisco che è pessima: intanto è digitale (con tutti i difetti e i limiti delle registrazioni e delle riproduzioni digitali, che ammazzano la qualità della musica piallandone la tavolozza), poi non si diffonde nell'aria ma viene sparata direttamente nei timpani (mentre la musica è anche un fatto fisico che riguarda l'intero corpo).

Tornando ai cafoni dell'autobus, scrive Ryszard Kapuściński: “Ha senso discutere di cafoneria sulle colonne di un settimanale letterario? No: i cafoni non leggono quel tipo di stampa. Discutere di gentaglia su una rivista del genere è fatica sprecata:la gentaglia non legge né si interessa a problemi quali l’etica e la cultura. La cafoneria è chiusa in se stessa, ermeticamente incistata, saldata, immodificabile.”
Leggerà qualcuno di loro il tuo blog, Luciano? O anche questa è "fatica sprecata"?

(eh Lucià ma te sei un po' antico eh)PPPP

Concordo con Luciano, il suono e'uno degli elementi primordiali e la digitalizzazione produce una sorta di estratto concentrato che lascia per strada qualcosa di difficilmente definibile ma essenziale.E' qualcosa che mi fa venire in mente una mela ogm....Zauberei,definendolo antico hai fatto un bel complimento a Luciano, questo a mio modo di vedere ovviamente.

Penso che alcune cose vadano conservate, altre cambiate, certe gettate via, qualcuna boicottata, altre ancora recuperate. Questo vuol dire "essere antico"? Non è un insulto, anzi lo prendo come un complimento.

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