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Lettura quotidiana della Bibbia

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30/05/2009

Commenti

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ahhahah!! La stessa tua risposta è venuta a me, prima ancora di leggere la tua.....!!!

Oscuro mistero... Insondabile. I disegni divini sono spesso incomprensibili. Questo poi è più incomprensibile di altri.
Forse Dio era distratto quando hanno eletto Ratzi.

Buona questa. Complimenti, Luciano!

E' che la frase di Ratzinger porgeva la replica su un paitto d'argento. O era (per usare il linguaggio calcistico) un assist da mettere in porta senza difficoltà.

Paraculo di un Ratzi! Quel poveraccio de Dio stavolta non ci aveva messo bocca.

Io qualche ipotesi ce l'ho:
1) dio ce l'ha con noi e ci appioppato il doberman;
2) dio è giusto e dopo un papa polacco ha pensato che ci volesse un papa tedesco con presunte e sospette simpatie giovanili per baffetto, è la par codicio, bellezza;
3) a dio si è inchiodato il computer con il database dei nomi dei cardinali sulla R e dopo averlo riavviato, si è spedito automaticamente al conclave il nome di Ratzi;
4) dio non interviene direttamente, ma a fare le nomine è ogni volta un santo diverso e questa è toccata a san Pancrazio decollato, noto per l’assenza di cervello;
5) dio non c’entra e i cardinali sono stati vittime di allucinazione collettiva dovuta ad avvelenamento da risotto coi funghi;
6) nella dimensione celeste c’è un gioco tipo Grande Fratello e nella “casa” ci siamo noi. Gli spettatori hanno televotato l’ingresso nella casa di un elemento di disturbo per scombussolare gli equiibri;
7) dio è un gran burlone e ci ha voluto fare uno scherzo (da prete).

8) Dio non c'entra niente e i cardinali folefano proprio ein papa reactionario.

9) dio non esiste e stiamo parlando di aria fritta.

10) San Pancrazio si è defilato e ha lasciato il posto a San Giovanni, decollato pure lui.

...da malpensa.

:-D

Ratzinger e' il maggior teologo cristiano vivente, probabilmente D-o ha scelto la persone piu' intelligente possibile per dare una regolata a questo mondo in decadenza. Ma in base a cosa lo giudicate cosi' male?

Giorgio il che fa capire la considerazione che ci hai de quell'altri - in tema di intelligenza...


Io all'inizio lo difendevo Ratzi. Avevo letto un paio di cose sue, e mi sembrava reazionario ma colto e raffinato.
Poi mi sono amaramente ricreduta: la malagrazia con cui si intromette nella vita politica del paese, il comportamento atto a creare divisione e conflitto sociale piuttosto che unione (come il suo predecessore) andare in Africa e dire trombate e moltiplicatevi e NON andare in Abruzzo dove c'erano tante persone che sarebbero invece state ben piu rincuorate dalla sua presenza, e naturalmente il ritiro alla scomunica a quel pezzo di merda, no non gliel'ho perdonato. E ancora di meno ho perdonato le sui improbabili scuse.
Poi se qualcuno vuole aggiungere qualcosa....

Zaubei, hai dimenticato la topica di Ratisbona contro l'Islam.
Lo ha fatto usando le parole del "dotto imperatore Paleologo", affermando in sostanza che il Corano è contrario alla religione, "contrario alla natura ed alla volontà di Dio". Ecco il passaggio clou : 'Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane ecc...". Quando ho letto la notizia, ho pensato che se la mente più illuminata (quanto meno politicamente)della Chiesa era quella, non eravamo molto ben messi.
Senza contare che dopo, per rimediare, gli sarebbe bastato pronunciare la parola SCUSA. I musulmani esigono in certe circostanze la parola SCUSA.Se non l'ha capito, se non losa, è meglio che si informi.

Ilva ci hai ragionissima!
Ma colgo l'occasione per dirti che il nome è Zauberei, non Zaubei (me te magni sempre il"re" me te magni:)

Scusa. Avete nomi troppi esotici, per un tipo ruspante come me.
Io uso il mio nome vero.

Insomma, il rottweiler di dio (definizione della stampa britannica alla sua elezione) ha fatto incazzare praticamente tutti: musulmani (con ratisbona), ebrei (visto come l'hanno accolto in Israele?) e anche un po' di cattolici, che tra un levebvriano nazista, una messa in latino e qualche rigidità di troppo su procreazione, sacramenti e dogmi vari, preferiva il polacco, che, quantomeno, tra una stretta di mano a Pinochet e un divieto di abortire alle suore violentate in Bosnia, sapeva anche essere piacione.

Anch'io. Ma anche il polacco (come si diceva di Berl.), con quella sua fissa della donna vergine/madre, sarebbe stato interessante psicanalizzarlo.

Ilva ma ci hai un nome ficherrimo!
gcanc la parte finale tua da Pinochet in poi ti giuro che me la rivendo:)

:-)

Be' ma le azioni del papa hanno sempre una risonanza enorme e possono essere interpretate in mille modi. Ad esempio quando ha tolto la scomunica a williamson non credo volesse dare un segnale di apertura verso il negazionismo. A Ratisbona penso volesse solo dire che nessuna giustificazione può esistere per la violenza in nome di Dio ( e certo che se si prende una citazione in un lungo discorso e si inizia a gridare al lupo al lupo prima ancora di averne compreso fino in fondo il significato ...). Mica sono il suo avvocato, ma ricordo che il giorno successivo alla sua scelta il manifesto intitolava "Pastore Tedesco" e per una volta mi sono interrogato se la liberta' di stampa fosse forse un bene troppo prezioso :)

Figurati, Giorgio - io non stimo affatto il manifesto - ma data la responsabilità a cui tu stesso alludi riguardo la risonanza e la significanza che hanno le parole di un papa, "pastore tedesco" mi è sembrato un titolo più che altro lungimirante.

I titoli del manifesto sono solitamente tra i migliori in assoluto. Diverso il contenuto degli articoli.

Le interpretazioni sono sempre un arma a doppio taglio.
A me non serve "interpretare" le parole di qualcuno che apertamente, dichiartamente e in maniera molto mirata espone i suoi dogmi e offende i suoi simili.
"...Forse voleva dire...", "...ma magari non era questo il significato...", balle, tutte balle.
Oltre a tutti gli episodi che hanno già citato Gcanc e Zau, io aggiungo anche la triste questione di Eluana Englaro, Piergiorgio Welby e altri che hanno chiesto la libertà di rifiutare una non-vita da vegetali e piena di sofferenze.

E non dimentichiamo la questione preti pedofili.
Anche se il rottweiler ha timidamente chiesto scusa a chi ha subito violenze da parte di certi preti, quelli stanno ancora lì, trasferiti di chiesa in chiesa, occultati per un po' e poi rimessi al loro posto. Una delle tante ipocrisie vaticane.

Alessandra, interpretare spesso significa capire. I sermoni del papa sono talvolta dotti e complessi, e se il giudizio si basa solo su una frase senza contestualizzarla, mi pare un po' riduttivo. Su Eluana la posizione della chiesa non poteva che essere quella, comunque le parole che Ratzinger ha detto sulla sofferenza e l'amore erano tutt'altro che banali e anzi secondo me toccanti. (giusto un pelo piu' profonde delle parole del berlusca !!!)

Giogio: che Ratzinger sia (come lo hai definito tu) "il maggior teologo cristiano vivente", io lo dubito molto. Faccio due nomi, a mio avviso assai più interessanti, originali e grandi di Ratzinger: Hans Kung e Raimon Panikkar.
PERCHE' CE L'HO CON RATZINGER? Perchè rappresenta in pieno la chiesa-potere (opposta a quella che voleva Gesù Cristo), perchè è chiuso a chi non la pensa come lui (dai protestanti agli agnostici, dai musulmani agli atei), perchè sta riportando la chiesa cattolica ancora più indietro di come l'aveva portata il suo predecessore, perchè sta tradendo in pieno il Concilio.

Giorgio: non capisco perchè, sulla vicenda di Eluana (e di Welby) "la posizione della chiesa cattolica non poteva che essere quella". Un teologo cattolico come Vito Mancuso era in disaccordo con le proprie gerarchie.
E altre chiese (ad esempio i valdesi-metodisti) dicevano cose opposte al Vaticano.

Luciano, credo che la religione cristiano/cattolica veda nella vita umana, in qualsiasi sua forma, un segno dell'amore di D-o. Anche se uno nasce con due teste o una proboscide, questo accade per amore di D-o.
Non ho sottomano una hit parade della teologia cristiana, ma ho posto, forse erroneamente, Ratzinger al primo posto per aver scritto la dottrina della chiesa negli ultimi 20 e passa anni.

Non so se hai letto i fratelli Karamazov. Contengono un romanzo nel romanzo, "il grande inquisitore" che secondo me e' uno dei pochi motivi per cui vale la pena di vivere e di pensare :)

Giorgio, non è necessario interpretare un pensiero espresso già chiaramente, a mio avviso.
Quando la Chiesa cattolica, nella persona del suo massimo rappresentante, vuole essere contorta per i suoi secondi fini ci riesce benissimo, così come riesce bene ad essere chiarissima quando scaglia anatemi, giudica, si insinua nella vita politica di questo paese e in quella privata dei cittadini. Il Papa si guarda bene dal fare filosofia quando non gli conviene.
Io non ho estrapolato frasi da un contesto specifico, ma i discorsi di ratzinger li ho letti per intero. E comunque il punto non è questo, almeno per me.
Luciano ha sintetizzato in maniera perfetta le ragioni sue, che faccio anche mie, che lo spingono a non "apprezzare" (per usare un eufemismo) ratzinger. Ce ne sono altre, almeno per me, che ho elencato prima.
In ogni caso, la ragione pricipale per la quale non riesco proprio ad apprezzare il "pastore tedesco" e qualsiasi altro papa sta nella mia profonda convinzione che la laicità di un paese democratico non deve essere intaccata da alcun credo religioso e che l'etica non è a totale appannaggio di una qualsiasi religione, men che meno può esserlo di quella cattolica, pregna di dogmi precostituiti al solo scopo di esercitare potere sulle masse.
Insomma, "divide et impera" è il motto dei papi e del Vaticano intero. Nulla di più lontano dalla parola di Cristo.

Giorgio: non credo che essere "in vita" sia sempre e comunque un dono di Dio. Vorrebbe dire che Dio vuole anche le malformazioni, le malattie congenite, gli handycap prenatali, il prolungamento delle sofferenze dei malati. Non lo credo. Sulla croce, Gesù gridava "papà mio perchè mi hai abbandonato!" e non "che bello". Io penso dunque una cosa diversa: Dio NON può evitare le nostre sofferenze e men che meno ce le ha mandate (per punizione o per metterci alla prova o per innalzarci). Il dolore (fisico o psichico) può essere, certo, motivo di crescita: quante volte usciamo trasformati o migliorati da un'esperienza di sofferenza. Ma esso (il dolore) va combattuto, evitato, lenito.
Ti trascrivo un frammento di un recente discorso di Maria Bonafede (moderatora della Tavola Valdese, la massima carica della nostra chiesa).
"La vita umana non è solo e anzitutto biologia, la vita umana è biografia, e quindi relazione, incontro, pensiero, gioia o pianto, o sospiro. Adoperarsi in ogni modo per la sopravvivenza dei corpi quando la vita non c’è più è un atto di presuntuosa onnipotenza. Biblicamente è un peccato. Come, evangelicamente, è un peccato l’idolatria della vita come principio astratto. L’Evangelo di Gesù Cristo non è mai un principio astratto è sempre un incontro compassionevole, una parola che libera e che rimette in gioco.
La vera domanda di oggi –evangelicamente– non è come affermare astrattamente il valore assoluto della vita. E’ troppo facile e siamo tutti d’accordo. Il problema oggi è come rispondere al grido di chi crede che la vita sia un bene troppo grande e troppo alto e troppo prezioso da potersi ridurre a pura sopravvivenza. Dicono i Salmi e ripete il Nuovo Testamento per bocca di Pietro che per il Signore "Un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno". La vita di Eluana, tragicamente spezzata da un incidente tanti anni fa, ha davanti a Dio la sua pienezza e il suo senso anche se a noi ogni vita giovane che si spegne appare un non senso. Non bisogna trasformare la vita in un idolo cui inginocchiarsi, ma avere più fiducia in Dio di quella che mostra chi si accanisce sulla sopravvivenza inanime di un corpo"

Scegliere la vita – come la Parola di Dio ci invita a fare – vuol dire lavorare e sperare ogni giorno perché ogni uomo ed ogni donna giovane e meno giovane, sano o malato, anche tanto malato, possano sperimentare e vivere una vita piena.

Mhmm ma prova a metterti nei (candidi) panni del papa: il suo credo religioso rispecchia la volonta' e l'amore di D-o, quindi implementare l'etica cattolica nella societa' civile non lederebbe nessuna liberta', poiche' ogni divieto si riferisce solo a cio' che e' contrario alla volonta' di D-o. E' una visione integralista, ma sei sicura che un papa potrebbe averne una diversa?
Poi io, come molti, sono convinto che il cristianesimo poggi piu' sul pensiero di paolo (che ad esempio era ossessionato dalla castita' !) che da quello di gesu'.

Luciano, io potrei essere d'accordo con te, e le parole che hai scritto sono molto profonde, tuttavia stai mettendo in discussione il fatto che D-o sia onnipotente e non credo che il papa e la religione cattolica siano dello stasso avviso.

P.S.:non chiamarlo nuovo testamento, presupporrebbe che la torah fosse l'antico testamento, dunque un'anticaglia superata, come mi fece notare anni fa il mio Rav :)

Metto in discussione l'onnipotenza di Dio, certo. Sono convinto (ma molti teologi lo pensano) che Dio NON sia onnipotente. Dio non lo è più dal momento in cui l'universo si è avviato, la vita è nata, la libertà (nel bene e nel male) si è pian piano affermata, le contraddizioni dell'esistenza umana sono esplose, Gesù si è incarnato. E il dell’incarnazione ci aiuta e ci è vicino proprio con la sua debolezza e sofferenza, cioè con la croce. ecco allora che si può definire quella di Dio "impotenza", che deriva dalla sua identificazione con l’umanità. Ma la croce e la sofferenza non sono l’ultima parola di Dio. Per un credente, l’ultima parola è la Pasqua, la risurrezione, la vittoria sul dolore e sulla morte. Di fronte alla morte, Dio non è impotente, ma onnipotente: a Pasqua (la Pasqua eterna) c'è di nuovo tutta la potenza di Dio.

Giorgio, non commetti alcun peccato mortale se scrivi Dio e non D-o. Non è nominarlo invano. Visto che lo ami, perché non pronunciare il suo nome?

Perche' e' vietato scrivere il suo vero nome, scrivere Dio non e' peccato, certo, ma scrivere solo D-o mi ricorda di rispettare questo comandamento :)

"l'etica non è a totale appannaggio di una qualsiasi religione"
è uno dei concetti che cerco di far passare in aula
ma
che fatica !! ... e non passa ...

Luciano ma se D-o e' onnipotente verso la morte non lo e' a maggior ragione verso la malattia? solo alla morte non c'e' rimedio, dice un vecchio detto popolare.

Luciano io penso che il male e la morte siano il piu' grande dono del Signore. Solo grazie ad esse esiste la liberta' e la vita ha un senso. La creazione della liberta' non puo' prescidere dalla creazione del male. Senza la morte e la sofferenza la cupidigia avrebbe il sopravvento forse insieme alla noia

Giorgio, ci sono delle cose, per le quali non ci si può nascondere.
Allora, innanzitutto Welby e Eluana sono casi in cui la scienza viola la volontà di Dio, anzichè rispettarla. Casi in cui la Chiesa decide di schierarsi con la tecnologia, e con l'ideologia positivista anzichè seguire la sua vocazione ovvero sia rispettare il destino naturale dell'individuo. L'accanimento terapeutico cioè non è una scelta coerente con lo spirituale ma molto più con il temporale. E' il temporale che tiene in vita ciò che il naturale non vorrebbe.
Per me in questo senso, teologicamente la Chiesa va in contraddizone.
Posso comunque capire che ci siano temi su cui è normale che la Chiesa abbia delle posizioni conservatrici, e non è questo che mi scandlaizza. Ma so che nè io nè te siamo così ingenui da non pensare che mille sono i modi di modulare ed esprimenre queste posizioni controllando il proprio grado di rispetto, verso l'altro, verso le vicissitudini etiche e psichiche e politiche dell'altro. Deliberatamente Ratzinger decide di mancare di rispetto, e credo che lo faccia in vista di un calcolo - il che me lo rende ancora più cinico e poco adatto al mandato che ricopre. E aggiungo anche, che se ti metti li con conoscenza filosofica, e strumenti idonei a leggere i suoi saggi, con tutta la contestualizzazione del caso, la merda ideologica emerge comunque (ricordo un sinistro passaggio sulla polis). Tu sei uno di quelli che lo sostiene di più ma in Vaticano gli oppositori e i risentiti si sprecano. C'è una guerra civile dentro quelle mura - e l'ha provocata lui.

Nella realtà dell'Universo (o "creazione"), Dio è spesso (o sempre?) assente, nella natura e nella storia. Se il fine della "creazione" è la libertà che porta all'amore, Dio non interviene nella natura e nella storia: se lo facesse direttamente la libertà non potrebbe maturare. Nella storia umana, è intervenuto (incarnandosi) Gesù Cristo che non era certamente onnipotente.

E' vietato scrivere il vero nome di Dio??! :-O
Questa mi è nuova. Vietato da chi? Dalla chiesa, immagino.
Io ricordo solo che uno dei comandamenti dice: "non nominare il nome di Dio invano".
Qui ne stiamo parlando, semplicemente. Per te, Giorgio, è nominarlo invano?
Una bella contraddizione la tua. E non l'unica.
Dio, da quello che dici, avrebbe anche creato il male, altrimenti non avrebbe potuto creare la libertà. Allora sono tutte balle quelle che ci raccontano sulla misericordia divina, sulla bontà di Dio, sul suo acettare e perdonare? Bada bene Giorgio, la mia è una provocazione, perché è chiaro che per queste domande io ho già avuto delle risposte e altre me le sono date da sola.
Ho la quasi certezza (manca poco che diventi totale) che tu sia pregno di dogmi ecclesiastici e contraddizioni esattamente come la maggior parte dei cattolici estremisti che seguono gli indottrinamenti ma di dimenticano la parola di Cristo.

Alessandra io Giorgio lo capisco.
In passato ha scritto di non essere ebreo - e se lo ha scritto ne avrà le sue ragioni.
Di fatto ragiona come un ebreo, il quale appunto Dio (io nun zo tanto praticante come deve essersi evinto) non lo pronuncia mai. Jahvè vuol dire che lui c'è e Giorgio ha detto che lui ir giudobabbo ce l'ha.
Vale lo stesso per l'annosa questione dell'esistenza di Quello LI Di Cui Sopra, messa in duro scacco dall'Olocausto, e risolta in maniera filosoficamente e teologicamente non così spicciola con il legame tra male e libertà - anche prima a dire il vero, mi pare che proprio in zona Giansenismo ci si crucciava di ciò - In ogni caso anche per me ha un suo che, sul perchè de sto che attaccherei un pippone infinito. L'ultima volta che ci provai sempre qui, poi fui terribilmente fraintesa.
-
Ecco a me da sempre preoccupazione quando si parla di Ratzinger questo: che è proprio un effetto della sua pestilenziale linea d'azione: lo slittamento della discussuine e della conflittualità sui singoli sistemi etici e filosofici, con mancanze di rispetto per come ci si organizza nei temi fondanti della vita. La questione non è come il credente o il non amministrano questi valori per se e per gli altri, e se Giorgio non ha il diritto di giudicare l'ateo (ma poraccio me pare contenuto) l'ateo non si deve permettere di giudicare Giorgio a qualunque sistema religioso afferisca. Cioè finisce sempre a gara di chi è più logicamente fico e l'altro no. Io questa cosa non la sopporto perchè è antidemocratica e antiilluminista. Io voglio che si discuta per proteggere una democrazia degli orizzonti di senso, e quello che mi fa incazzare di Ratzinger non è che è cattolico, ma che diversamente da altri papi o altri pregevoli cardinali - che esistono - questa democrazia la prende a picconate, manipolando furbamente le reazioni del mondo laico.

Zau, intanto di prego di scusarmi, perchè io non l'avevo mica capito che l'"innominabile" fosse riferito al quello che è il concetto ebraico. Me pareva strano!
Non avevo messo in relazione le due cose, perché Giorgio sembra parlare da cattolico. Mi scuso anche con lui a questo punto.
Poi voglio chiarire subito che non è e non era nelle mie intenzioni pormi al di sopra di altri il cui credo è diverso dal mio (io sono cristiana, battezzata cattolica,ma in chiesa ci vado solo quando mi invitano a qualche matrimonio, o per qualche funerale. Sono anticlericale e anitpapista, ma non credo che queste mie idee possano considerarsi una religione :-) ).
Io non voglio mancare di rispetto a nessuno, ma vorrei anche chiarire che non amo sentir dare cose per scontate tantomeno le evidenti contaddizioni che sono tipiche delle religioni in generale. A me non piace sentir parlare di bontà divina, di misericordia, di difesa della vita e nel contempo di un Dio punitivo; mi pare una grossa stronzata ad uso e consumo di chi non sa dare spiegazioni alle brutture del mondo e della vita. Questo, ovviamente, porta ad un discorso molto più ampio e profondo che va ben al di là del post.
Per Ritornare a Ratzinger e alla naturale antipatia che pare ispirare a molti di noi, concordo in pieno con te circa le sue picconate alla nostra democrazia. E' proprio questo che io non tollero da cittadina laica. La religione di ognuno di noi non c'entra nulla.

Alessandra allora
Pace e Bene:)

-

Feteli: qvesta sera qvando tovnate a casa, date uno skiaffo a fostri pampini, e dite ke è da parte di fostro papa.

:)

Pace e bene pure a te cara Zau :-).
Da una fonte che deve restare anonima ho saputo che ratzinger viene soprannominato, in Vaticano, "Josephine". Mi pare eloquente...

Zauberei, anni al tempio Sabato mattina a leggere Adonai al posto del nome del Signore non si dimenticano, per questo ho fatto un balzo quando l'ho letto prima !
Un esempio sulle brutture della vita. La mia bis-nonna subi' un'operazione all'utero, in clinica, nel 1944. Qualcuno la denunzio' e fu portata dal letto di degenza ad un treno merci per la Polonia. Il bigliettino che lancio' dal treno mostra una calligrafia incerta, dovuta alla convalescenza. Se penso a chi l'ha denunciata, a chi non si e' opposto alla sua uscita dall'ospedale, a chi ne ha ordinato il trasporto in quelle condizioni su un treno merci, non penso neppure si tratti di antisemitismo, ma di pazzia. Quante persone sono state coinvolte in questa catena di follie? milioni? Questo e' l'uomo. E' questo il dono di D-o? la follia? Ma la follia, il male sono controbilanciati da episodi opposti. Ci sono state milioni di famiglie nell'est europa che hanno aspettato la deportazione degli ebrei per fare da predoni nelle loro case. Altre hanno affrontato la morte per proteggere un bimbo.
Questo e' il dono di D-o, ogni giorno possiamo scegliere tra la follia e l'umanita', e, se scegliamo bene, siamo uomini, che e' il premio piu' grande (siamo o no fatti a sua immagine e somiglianza?)
Questa la mia teologia. vale quanto un pezzo di cacio, ma mi nutre a sufficienza :)

Uh se non avessi sposato una shikse sarei sicuramente diventato Lubavich. Invece mangio cheesburger senza farmi scrupoli. Vedi Alessadra, altro che bigotto !

Scusa la brutalità con cui mi esprimo, Giorgio. Nulla di personale ovviamente, dal momento che non ci conosciamo.Anzi la storia familiare di cui hai parlato, mi ha profondamente toccata.
MA ANNi LUCE ci separano.
In sintesi: sbaglierò, ma penso che senza le religioni rivelate (monoteiste in particolare, inclini al fondamentalismo)nel corso della storia ci sarebbero state MENO follie, e non PIU' follie.
Qualche esempio? La caccia alle streghe, i roghi per gli eretici, le connivenze (uso un eufemismo) con i colonizzatori.
Aggiungo: l'umanità non è solo dei credenti.

Vi ho letto tutte e tutti con grande interesse.
Credo, se volete provare, che leggere un libro semplice semplice quale ad es.
"Cos'è la Psicanalisi"
di Pierre Daco
possa chiarire un po' - se non mooolto - perchè siamo noi che ci cerchiamo un Dio e ce lo "costruiamo" (lo abbiamo fatto nel passato alla grande) addirittura a nostra immagine e somiglianza...
.
Inutile dire che vi rispetto tutte e tutti
ma anche che non credo ad un Dio.

Ilva, lo dico da credente: concordo (almeno in parte) con quanto dici. Le religioni (non solo quelle monoteiste) hanno dato vita a mostri spaventosi: roghi, persecuzioni, intolleranze, sostegno al peggior potere politico, massacri, guerre, oppressione. E fin qua condivido.
Però la vita, la storia, è spesso contraddittoria. E da una fonte possono derivare due fiumi molto diversi. Uno dei due pastori valdesi a Trieste (un piccolo toscanaccio settantenne e vivacissimo) ripete spesso una frase: "Dio sci dia la fede ma sci scampi e liberi dalle religioni" Ecco allora che il Dio biblico e Gesù Cristo hanno avuto almeno due "eredi": da un lato le chiese oppressive e intolleranti che tanto male hanno fatto e fanno. Ma dall'altro lato la forza della libertà, l'uguaglianza di tutti (TUTTI e TUTTE) gli esseri umani, la potenza della parola scritta, la sete di giustizia, il concetto del dubbio (pensa a Giobbe, al Quohelet, a Gesù sulla croce), la fratellanza e l'accoglienza.
Quando poi tu dici che "l'umanità non è solo dei credenti", concordo in pieno. E aggiungo solo (parafrasando Lutero) che tutti credono in qualcosa (dal denaro alla pace, dall'amore al potere, dal destino alla libertà, dal pessimismo alla fiducia). E questo qualcosa in cui crediamo, è la nostra mappa, la nostra bussola, il nostro Dio.

llva,
massacri, guerre e oppressioni sono dentro di noi. Di fianco a 10/20/50 epidosi dove la religione e' stata uno strumento di tormento, ce ne sono 10,000/20,000/50,000 dove si e' fatto il lavoro piu' folle senza invocare nessuno dal cielo. Secondo me e' inutile additare la veste e non vedere chi la portava. Uomini non credenti. Gli inquisitori potevano scegliere tra D-o e la follia, e le loro fobie e turbe li hanno spinti alle loro scelte. Quando non erano politiche, ma a maggior ragione era la follia a portarli a cercare di bruciare Galileo per tener salda una dottrina che era anche strumento di potere. Ma il potere lo avrebbero esercitato in altro modo, con gli stessi mezzi e identici risultati.

Uomini, non credenti. senza la virgola non si capisce cosa volevo dire...

Giorgio forse hai ragione. Ci sarebbero state guerre "sante", anche senza religioni, ma le religioni hanno fornito spesso il pretesto per farle.
Per liberare il Santo sepolcro, per epurare Alby dai Catari (ti ricordo che nella "crociata" contro gli albigiesi era costume acccecare tutti gli eretici catturati, salvando la vista solo ad uno che doveva guidarli nella sfilata che fungeva da monito), per convertire i selvaggi del nuovo Mondo , per scannarsi tra protestanti e cattolici...

Condivido le parole che riporta Luciano (quelle del pastore valdese): "Dio sci dia la fede ma sci scampi e liberi dalle religioni" . Quando la Fede
diventa religione istituzionalizzata non è mai disgiunta dal potere.E il potere non è mai disgiunto da forme di corruzione, violenza, plagio,menzogna, ipocrisia...
E questo non va bene.

Il guasto all'origine è quello: nei primi secoli dopo Cristo, la fede che si fa istituzione e diventa potere temporale.

Luciano: pienamente d'accordo. Credo di aver letto qualcosa sull'argomento ai tempi dell'università.

Sottoscrivo anche quanto scrive Paola :"Inutile dire che vi rispetto tutte e tutti
ma anche che non credo ad un Dio." (non in un Dio persona)

Sono d'accordo con quanto si è arrivato a dire negli ultimissimi commenti. Anche se disgraziatamente abbiamo anche una passione forsennata ma per il potere temporale.
Credo che la faccenda delle guerre sante e delle gerarchie di potere rientri più in quel discorso sull'impossibilità di eliminare il male, che sulla presenza assenza delle reiligioni.
Io vengo da una famiglia di quegli atei che lèvete, e guardate la struttura nevrotica è identica a quell'artri se non di più con credenze miti riti e superstizioni. Il male non è nel credere in Dio, o nel credere vs non credere. Questo è antiquato. Il male è nell'essere al mondo in modo involuto anzichè evoluto. C'è modo insano e modo sano di essere nella religione, e c'è modo e modo insano e modo sano di essere fuori da essa. Q

D'accordo, Zau: c'è un modo sano e uno insano di entrare in ogni cosa e di viverla, soprattutto nel rapporto con gli altri. Però il contesto istituzionale conta. Eccome se conta! Un conto è vivere la fede in una chiesa assembleare, che di potere non ne ha nessuno e che è alla costante e laica ricerca. Tutt'altro conto è vivere la fede in una chiesa gerarchica, che ha potere e ne pretende ancora di più, e inoltre è convinta di possedere (unica al mondo) la Verità Assoluta. Un conto è Maria Bonafede (la moderatora, massima carica, elettiva, della Tavola valdese) che si confronta incessantemente con gli altri dentro e fuori della chiesa, tutt'altro conto è Benedetto XVI (infallibile per definizione)

Il papa non andrebbe criticato per i contenuti dei suoi discorsi su morale ed etica, questi rappresentano una visione del mondo di tipo tradizionale e sono condivisi da buona parte dell'umanita' indipendentemente dall'appartenenza ad una determinata religione. Hanno quindi lo stesso diritto di essere espressi come lo hanno quelli che rappresentano opinioni opposte. Cio' che e' criticabile e' lo sconfinare dallo spirituale ed interferire nel temporale in modo spesso maldestro. Cio' che e' inconcepibile e' la lontananza, nel modo di proporsi, dall'esempio di amore, carita', umilta' e poverta'offerto da Gesu'. Cio'rende ogni predica sterile perche' le parole dei suoi discorsi preconfezionati che sa solo leggere in totale assenza di pathos cade su un'umanita' gia' spiritualmente inaridita come pioggia secca.

Uno, ben detto. Stavolta sono totalmente daccordo con te.

Uno ha centrato il problema: nessuno contesta il diritto del Papa, della Cei e di chiunque altro di esprimere le proprie idee. L'inaccettabile è quando l'espressione del magistero ecclesiastico pretende di condizionare direttamente gli affari della Repubblica italiana e della sua vita politica oppure quando la chiesa pretende favori e prebende incostituzionali (come gli schei alle sue scuole private o gli sconti fiscali alle sue iniziative commerciali).

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