Leggete un po' che belle dichiarazioni, piene di senso della legge e dello Stato, ha rilasciato Silvio Berlusconi quando suo figlio è finito in un'inchiesta giudiziaria.
Cittadino e politico a prova di intercettazioni ed orgoglioso del mio operato di Ministro: tale mi sento dopo la pubblicazione di alcuni stralci di intercettazioni disposte dalla Procura di Napoli nei confronti del dirigente del Ministero delle infrastrutture, dr. Mario Mautone, nell’ambito dell’inchiesta sul “sistema Romeo”, su cui sta indagando la magistratura partenopea.
Non so nulla di più di quello che ho letto sui giornali circa le accuse che vengono mosse a questo dirigente ministeriale e mi auguro che egli possa dare ogni spiegazione nelle sedi opportune per giustificare il suo operato. Però, una cosa so per certo: ed è che io – quando arrivai al ministero – presi una decisione che ora , a ragion veduta, si è dimostrata davvero azzeccata. L’ho trasferito ad altro incarico e l’ho spostato di sede, togliendogli, quindi, ogni possibilità di fare danni anche se avesse voluto. Sia chiaro, non l’ho fatto solo con lui, né perché avevo contezza di indagini specifiche sul suo conto da parte della magistratura napoletana. L’ho fatto anche con diversi altri dirigenti del ministero.
Le ragioni di questa mia decisione di allora sono state le più varie: perché “chiacchierato”, perché per lungo tempo nella stessa sede (specie quelli che, come Mautone, erano dislocati in sedi “calde” del Meridione), per permettere all’interessato di fare altre esperienze e così migliorare il proprio curriculum professionale.
Ora si scopre – ed anche io l’ho scoperto solo a seguito delle indagini che la magistratura napoletana sta svolgendo – che ci sarebbe stato anche un tentativo di intervenire su mio figlio Cristiano per evitare il trasferimento di Mautone (anzi, addirittura qualcuno dice di aver tentato di ricattare proprio mio figlio). Se così fosse il fatto è grave e vorrei sapere chi ha dato l’ordine, ma, per onestà intellettuale, dico subito che né io, né mio figlio abbiamo mai avvertito l’esistenza di tali pressioni o richieste, tanto è vero che il trasferimento c’è stato eccome, senza indugi e senza remore.
Quanto a mio figlio, egli – come consigliere provinciale di Campobasso – ha effettuato alcune telefonate istituzionali a Mautone (come entrambi hanno già pubblicamente ammesso) e ciò, soprattutto, per perorare il completamento di alcune caserme dei Carabinieri nel Molise. Fin qui ha fatto bene. Era suo dovere politico e istituzionale. Mio figlio, inoltre – come risulta da alcune telefonate – avrebbe segnalato anche il nominativo di un paio di, a suo dire, bravi professionisti al dr. Mautone. E’ un comportamento certamente senza alcuna rilevanza penale ma – a mio avviso – comunque non opportuno e non corretto. Ma siccome questo è solo il mio punto di vista e quindi è di parte (e di padre), bene fa la magistratura ad indagare per accertare come stanno effettivamente le cose. I magistrati facciano il loro lavoro. Oggi, domani e sempre. Non c'è figlio che tenga e che possa condizionare l’azione della giustizia. Chi, come me e come Cristiano, non ha nulla da temere, non può e non deve unirsi - come in molti forse speravano - alla politica paludata che se la prende con i magistrati e chiede la riforma delle intercettazioni.
Come ogni buon cittadino incoraggio l'azione dei magistrati. Chi non ha nulla da temere deve puntare alla verità. E, come ogni buon ministro, sono orgoglioso di aver preso quelle decisioni a suo tempo perché un buon ministro ha il dovere anche di evitare che si creino delle sacche di contiguità tra istituzioni ed affari.
A differenza di tanti miei colleghi politici, se le vicende che riguardano la mia persona arrivano sui giornali, non grido allo scandalo, ma al salutare intervento della magistratura. Mai e poi mai mi lamenterei del fatto che i giornali riferiscono del comportamento di un personaggio politico, anche se riguardano me o la mia famiglia. Vogliono farmi dire che le intercettazioni devono essere fermate? Mai! Sono uno strumento indispensabile per i magistrati. Anzi, auguro loro, anche a quelli della procura di Napoli: “Buon lavoro e andate avanti”.
Silvio Berlusconi
SCUSATE: HO SBAGLIATO PERSONA. LE SUDDETTE DICHIARAZIONI NON SONO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BENSI' DI ANTONIO DI PIETRO.
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