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11/11/2008

Commenti

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Non ho ben capito: il punto 32 si riferisce alla musica dei selvaggi?
Se è così e tutto quell'elenco di generi sarebbe "musica dei selvaggi" allora siamo proprio alla frutta...

In realtà si tratta del linguaggio ministeriale che risale agli anni 30 e comunque si riferisce ai popoli antichi primitivi e non necessariamente ai selvaggi "moderni"...insomma, è un modo di esprimersi un po' razzista e oscurantista, ma si riferisce al lontano passato, mentre per il passato recente a quei tempi si parlava di musica negroide, degenerata, demoniaca eccetera eccetera, meritevole di soppressione e sterminio.

I conservatori italiani sono qualcosa di a se stante, pensate che il grande Giuseppe Verdi, venne rifiutato dal conservatorio di Milano perché le sue mani non erano a posto sul pianoforte...
L'ambiente della musica "colta" è sempre stato chiuso e gretto, pensate che ad un mio amico, il suo maestro proibì di partecipare ad un gruppo rock del quale io facevo parte, con la motivazione che: "è musica che deforma il gusto"...

Sì, sicuramente è come dice Giulio e, considerando che eravamo nel pieno del periodo coloniale, tutto sommato era già allora un apprezzabile riconoscimento delle cosiddette culture minori.
Però, che nessuno oggi abbia pensato di correggere quella definizione, la trovo una disattenzione culturalmente grave.

Rettifico:
Giulio dice che la definizione pittosto datata non necessariamemte si riferisse ai selvaggi "moderni", ma ...
Io credo invece che essendo, come lui dice, frutto del linguaggio burocratico degli anni trenta e quindi, dico io, influenzato dalla mentalità coloniale... ecc. ecc.
Chiedo venia.

Sì, può darsi che il linguaggio fosse influenzato dalla mentalità coloniale ma era comune a molti Paesi europei. Non voglio difendere il fascismo, questo è ovvio, ma non dimentichiamo che negli anni '30, Francia, Germania, Spagna, Portogallo erano titolari di molte colonie certamente non conquistate con il fascino della "cultura" del Vecchio Continente. L'Impero Britannico era stato fondato sul sangue e sulla sopraffazione di milioni di persone dall'America all'estremo oriente. L'India ha conquistato l'indipendenza nel 1947 e sappiamo come erano considerati gli indiani dai sudditi di sua maestà. Perciò, se oggi fa inorridire questa terminologia, allora era linguaggio quotidiano. Questo non giustifica le malefatte e i crimini di simili figuri. Anche perché la musica di origine africana, il blues e il jazz, era considerata una forma espressiva inferiore, non culturalmente, ma semplicemente perché proveniente da una razza inferiore e questo è inaccettabile oggi e negli anni 30.

Confermo gcanc.
Quando si tratta di selvaggi nell'accezzione del conservatorio, si parla di storia della musica.
E si intende come musica dei selvaggi, quella preistorica, da abitatori delle selve.
Al massimo, più che cercare il razzismo dove non c'è, si dovrebbe solo aggiornare il lessico ministeriale.
E se poi si oppone il fatto che si studia solo musica classica occidentale, rispondo dicendo che i conservatori sono fatti per quello.
Se uno vuole studiare altre musiche, fa un corso in un altro tipo di scuola musicale.

Maobao

Per quanto riguarda la questione coloniale o rapporto fra "civilizzati europei" e "selvaggi del resto del mondo", mi ricordo che anni fa vidi un documentario RAI del 1957 o 1958 dal titolo "Rossellini in India".

In questo programma il regista Rossellini, che era in studio con un intervistatore, commentava i filmati del suo viaggio attraverso l'India.

Mentre egli commentava con assoluta imparzialità e normalità le scene di vita quotidiana, l'intervistatore lo incalzava continuamente con domande del tipo: "Ma in questi palazzi la gente vive come le persone normali???"

Insomma nell'Italietta del 1958 (nella quale 4 italiani su 10 non sapevano leggere) ad un giornalista dell'unico canale RAI esistente, che si rivolgeva ancora non ad una massa, ma all'elite economica dei primissimi possessori di Televisioni,
non sembrava altro che normale definire un popolo non europeo "selvaggio" e "anormale".

Berlusconi allora aveva 21 anni, quindi si è formato in quel contesto nazionale.

Un contesto che pochi anni dopo avrebbe cantato "I Watussi", e che ancora negli anni '80 collegava la gente di colore allo spot del Tartufonne, perchè non ne era costantemente a contatto.

Scommetto quello che volete che di tutte le cazzate che sono uscite dalla bocca di Berlusconi, quella su Obama sarà l'unica non smentita, perchè questa volta non ammetterà minimamente l'errore, perchè non lo vedrà, essendo nato nel 1937 e sviluppatosi in quell'Italietta.

Quella generazione, tranne i pochi casi di chi ha girato veramente il mondo, è stata cresciuta nel culto della differenza.

E ciò traspare anche da chi nella pratica non è reazionario come Berlusconi, perchè non vede l'errore a dire cose come negretto, cinesino, etc...

Maobao

Grazie a Giulio e Irnerio per i chiarimenti. Io dei Conservatori conosco solo qualche ottimo elemento che suona il piano, la chitarra, il violoncello, il violino ed altri strumenti classici. Per conto mio ho studiato un po' di storia della musica, ma ero del tutto ignara del "linguaggio ministeriale" in uso ancora oggi nei Conservatori.
Alla luce di quanto dite, in effetti sarebbe ora che cambiasse quel linguaggio.
Credo, comunque, che non sarebbe male studiare l'evoluzione della musica ed imparare anche generi nuovi nei Conservatori, non solo nelle scuole di musica, come sostiene maobao.
La mia domanda, però, era inerente all'elenco che ha riportato Luciano e la ripropongo: quei generi elencati si riferiscono tutti alla "musica dei selvaggi"? Cioè, nei Conservatori quei generi vengono associati alla musica dei selvaggi? E' questo che mi "suona" strano.

Dissento da quel che dice maobao sullo scopo dei conservatori. Da molti anni, e Milano è stata all'avanguardia grazie a Giorgio Gaslini, nei conservatori ci sono corsi anche di musica non eurocentrica. Certo, non si diventa "maestri" seguendo un corso di jazz, ma lo scopo del conservatorio sarebbe quello di occuparsi dell'insegnamento della musica, compresa quella classica americana, come da tempo si usa definire il jazz, al di là di Gershwin, Copland, Ives eccetera.

Quoto tutto quello che dice gcanc.
Ma la sintassi non aggiornata alla civiltà politica specie in direzione eurocentrica è un problema in molta cultura italiana.
selvaggio offende, ma non è che "primitivo" riferito all'attuale cultura del centroafrica sia tanto più caruccio ecco.

Alessandra: no, no. La "musica dei selvaggi" è solo l'argomento numero 32 del programma.
Certamente che questa definizione è, più che razzista, ridicola ed è un reperto di decenni fa. Il velato razzismo sta nel non sostituirla con qualcosa di più decente e intelligente.
In fondo, chi ha scritto quella becera definizione era proprio un maleducato, un selvaggio.

Ammetto che non conosco quasi nulla della Storia della musica, specie quella antica (e lo dico ad Alessandra che mi ringrazia immeritatamente), e non ho difficoltà ad accettare la tesi: selvaggio=primitivo.
Mentre ho avuto in passato testimonianze dirette dell'uso popolare (e non solo) che si faceva dell'aggettivo "selvaggio" in molti altri ambiti culturali riferiti alle popolazioni africane cosiddette "primitive".
Se così stanno le cose, rimane difficile da capire come si possa conoscere la storia della musica preistorica (o addirittura primitiva) se non facendo riferimento appunto alle popolazioni di cui accennavo sopra e di cui accenna anche Zau nel suo commento.

L'esame di storia della musica!! Quanti ricordi.... :'-)

P.S. Nel mio libro c'è "La musica dei popoli primitivi", non si parla di selvaggi. Come si è già detto nei commenti sono vetusti programmi scritti chissà quanti anni fa. Ci vorrebbe un bel ripulisti ma soprattutto un bell'aggiornamento, sia per la sacrosanta questione di cui parliamo, sia per questioni puramente didattiche: il Novecento non è incluso nel programma e questo è scandaloso.

Luciano grazie per il chiarimento. Non riuscivo a capire se c'era un collegamento.
Ribadisco che il linguaggio usato nei programmi ministeriali dovrebbe essere "ammodernato", nell'accezione più ampia del termine. E' evidente che quel linguaggio è ispirato a "faccetta nera" e quindi al colonialismo, come hanno già ricordato altri.
Comunque, tutto questo mi fa riflettere su quanto accade ancora oggi, a proposito di razzismo, e su certe pericolosissime nostalgie alimentate dalla stupidità e dall'ignoranza del nostro attuale governo.
Purtroppo il tema è ancora attuale ed è una cosa vergognosa.

Alessandra: perdonami. Mi sono accorto che nemmeno nel precedente commento mi sono spiegato bene. L'argomento 32 è "Sguardo riassuntivo alle forme di musica svoltesi dalla fine del cinquecento in poi...". La musica dei selvaggi è tra i primi argomenti del programma.

Tutto chiaro, Luciano. Grazie.
Resta, comunque, quanto detto, cioè che il linguaggio ministeriale è becero è va cambiato.

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