Ieri sera, ho cominciato a leggere l'intera saga dei Peanuts.
A partire dal primo volumone che raccoglie le strisce quotidiane degli anni Cinquanta (poi mi attendono i '60, '70, '80 e '90. E a breve dovrebbe arrivare anche il librone con tutte le tavole domenicali).
Dei personaggi "inventati" nella storia dell'umanità, lil piccolo gruppo di amici disegnati da Charles Schultz è tra quelli che amo e che frequento di più. Con Maigret, la Donna del tenente francese, Corto Maltese, padre Brown, Yossarian di Comma 22, il partigiano Johnny, Ndria Cambria di Horcynus Orca, Ken Parker, il commissario Sanantonio, Nathan Zuckerman, il Tarzan letterario, l'ispettore Clouseau, Stanlio e Ollio, Carlino Altoviti delle Confessioni di un italiano, il Giacomo Casanova scritto da Giacomo Casanova, il gatto Murr, Paperino, don Camillo e Peppone, Calvin e Hobbes, Severian del Nuovo Sole, l'investigatrice Kinsey Millhone, il narratore della Recherche...
E così ieri sera, spostandomi per casa piano piano e con movimenti cauti per non riaccendere troppo il dolore ai dieci centimetri di taglio chirurgico e alla zona circostante, ho preso in libreria quei due o tre chili dei Peanuts anni Cinquanta e sono andato a letto.
(Salirvi e stendermi è operazione non semplice, nè esente da crudeli fitte, in questi giorni)
Poi, con la testa e le spalle appoggiate ai cuscini, ho appoggiato il volumone sulla pancia e ho cominciato a leggerlo.
Che tenerezza, vedere i primi passi di Schultz. Nelle prime strisce, Snoopy è un cagnetto simpatico ma soltanto canino, Charlie Brown ha solo la testa grossa e un filo di ombrosità, Shroeder è un neonato, Linus Piperita Sally Woodstock Marcie Lucy non ci sono (alcuni arriveranno molti anni dopo).
In questi passi iniziali, infatti, siamo lontanissimi dalla genialità che arriverà in futuro, dalla complessità narrativa e poetica che sboccerà cammin facendo, dalla profondità dei personaggi e delle loro vite (singole e di relazione).
Anche in se e per se, la lettura è già gradevole (humour garbato e ogni tanto dei guizzi di perfida e soave ironia), ma diventa emozionante se si sta attenti a cogliere la costante maturazione dell'autore e dei suoi personaggi.
Per anni, avevo sperato gli dessero il Nobel per la letteratura, a Schultz.
Mai amati, Lucià.
Ma non saprei dire perché...
(la saga di Doonesbury, di cui nessuno in Italia parla mai, vale, per me, 1000 volte i Peanuts)
Ma sicuramente sono io che non capisco.
Ciao,
tic
Scritto da: Tic-talkischeap | 13/11/2008 a 12:35
TIc: a parte che avrei scommesso una discreta sommetta sul tuo non-amore verso i Peanuts, io conosco poco Doonesbury. E ipotizzo che (al di là del valore artistico, su cui si potrebbe dibattere a lungo) il maggior successo di Charli Brown & C non sia dovuto alla melensaggine (presente casomai nei brutti film a cartoni animati e in certo merchandasing ma assente nei fumetti che sanno essere dolcissimi ma anche crudeli come i bambini), bensì a un altro elemento, l'universalità. In Doonesbury il contesto sociale e politico statunitense è fondamentale, perchè i personaggi non solo vivono IN quel contesto ma ne sono parte integrante. Mentre i Peanuts (a parte il baseball, di cui si possono beatamente ignorare le regole senza perdere nulla delle vicende, e poco altro) mettono in scena i temi eternissimi e universalissimi (amore, solitudine, paura, solidarietà, fantasia, sconfitta, delusione, invidia, crescita, conquista della maturità, giustizia e ingiustizia, prezzo delle scelte eccetera).
Scritto da: luciano / idefix | 13/11/2008 a 15:18
Beh... i peanuts sono i peanuts... il tratto è geniale, i caratteri eccezionali e i colori (quando ci sono) davvero belli!
Quando ero piccolo avevo un piccolo pianino come quello di Schroeder, ma non ci veniva fuori Beethoven però...
Scritto da: Jubal | 13/11/2008 a 15:49
posso mettervi d'accordo se volete. Ho tutti i Peanuts e li considero una summa imprescindibile, ma ADORO i Doonesbury.
perché dovrebbero essere in opposizione?
marina
Scritto da: marina | 13/11/2008 a 15:53
Su Doonesbury hai ragione, Luciano: bisogna conoscere precchio degli USA per amarli...
E forse bisogna amare parecchio gli USA, per amare Doonesbury.
Sui Peanuts, non so perché non mi garbano, ma tant'è.
tic
Scritto da: Tic-talkischeap | 13/11/2008 a 16:15
Molto postmoderno.
Del tipo... da bart a barth
Scritto da: darioskji | 13/11/2008 a 17:59
una vignetta immortale
http://www.baotzebao.eu/2008/09/30/ignorare-e-falsificare-fr-12-ilrestomanca/
Scritto da: Valerio Fiandra | 13/11/2008 a 19:24
io adoro letteralmente i peanuts... :.)
Scritto da: sariti | 13/11/2008 a 22:15
Sono stati un fondamentale della mia infanzia, anche se adesso li ho trascurati.
Maobao
Scritto da: maobao | 14/11/2008 a 11:15
Rileggerli tutti (come sto facendo) in ordine cronologico e da cima a fondo mi dà un grande godimento. L'effetto non è quello di una serie di strisce legate solo dai personaggi e da certe gag: il risultato è una specie di immenso romanzo corale costruito da un mosaico di piccoli tasselli (ognuno in grado di reggersi da solo). In fondo sono circa 15.000 strisce quotidiane, più le circa 2.500 tavole domenicali: un materiale immenso, ricco di sfumature e di varianti. Scrisse Umberto Eco molti anni fa: "Se poesia vuole dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta"
Scritto da: luciano / idefix | 14/11/2008 a 11:41
Luciano,
perché frequenti molto la Donna del tenente francese?
Scritto da: Silvia | 14/11/2008 a 14:30
Perchè il romanzo di John Fowles mi piace moltissimo, l'ho letto sei o sette volte e lo trovo uno dei migliori del secondo Novecento. In più, Sarah Woodruff (appunto "la donna del tenente francese") è uno dei personaggi letterari femminili che amo più caldamente.
Scritto da: luciano / idefix | 14/11/2008 a 18:20
è un mito ! le sue noccioline sono mitiche !
vedo che sei tornato in gamba! :) benissimo!
buon tutto
Scritto da: cinzia | 15/11/2008 a 22:46
In gamba, non direi. La ferita è ancora aperta e lo resterà a lungo (deve drenare), in più le posture balorde e il poco movimento a cui sono costretto mi hanno scatenato un feroce mal di schiena (cosa che mai avevo provato in vita mia).
Comunque sì: i Peanuts sono grandi. E letti in ordine, striscia dopo striscia, si fanno delle scoperte sorprendenti. Ad esempio che, da piccola, Lucy era invaghita di Charlie Brown e che lui la trattava malissimo, con fastidiosa sufficienza. E allora, forse, nel suo essere diventata successivamente una bambina scorbutica e tirannica, c'è anche questa antica ferita. Insomma, la lettura organica dei Peanuts è molto più che la semplice somma di tante strisce messe una dopo l'altra: ci fa entrare in un mondo in continua evoluzione.
Scritto da: luciano / idefix | 16/11/2008 a 12:40