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13/11/2008

Commenti

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Mai amati, Lucià.
Ma non saprei dire perché...

(la saga di Doonesbury, di cui nessuno in Italia parla mai, vale, per me, 1000 volte i Peanuts)

Ma sicuramente sono io che non capisco.
Ciao,

tic

TIc: a parte che avrei scommesso una discreta sommetta sul tuo non-amore verso i Peanuts, io conosco poco Doonesbury. E ipotizzo che (al di là del valore artistico, su cui si potrebbe dibattere a lungo) il maggior successo di Charli Brown & C non sia dovuto alla melensaggine (presente casomai nei brutti film a cartoni animati e in certo merchandasing ma assente nei fumetti che sanno essere dolcissimi ma anche crudeli come i bambini), bensì a un altro elemento, l'universalità. In Doonesbury il contesto sociale e politico statunitense è fondamentale, perchè i personaggi non solo vivono IN quel contesto ma ne sono parte integrante. Mentre i Peanuts (a parte il baseball, di cui si possono beatamente ignorare le regole senza perdere nulla delle vicende, e poco altro) mettono in scena i temi eternissimi e universalissimi (amore, solitudine, paura, solidarietà, fantasia, sconfitta, delusione, invidia, crescita, conquista della maturità, giustizia e ingiustizia, prezzo delle scelte eccetera).

Beh... i peanuts sono i peanuts... il tratto è geniale, i caratteri eccezionali e i colori (quando ci sono) davvero belli!
Quando ero piccolo avevo un piccolo pianino come quello di Schroeder, ma non ci veniva fuori Beethoven però...

posso mettervi d'accordo se volete. Ho tutti i Peanuts e li considero una summa imprescindibile, ma ADORO i Doonesbury.
perché dovrebbero essere in opposizione?
marina

Su Doonesbury hai ragione, Luciano: bisogna conoscere precchio degli USA per amarli...
E forse bisogna amare parecchio gli USA, per amare Doonesbury.

Sui Peanuts, non so perché non mi garbano, ma tant'è.

tic

Molto postmoderno.
Del tipo... da bart a barth

una vignetta immortale

http://www.baotzebao.eu/2008/09/30/ignorare-e-falsificare-fr-12-ilrestomanca/

io adoro letteralmente i peanuts... :.)

Sono stati un fondamentale della mia infanzia, anche se adesso li ho trascurati.

Maobao

Rileggerli tutti (come sto facendo) in ordine cronologico e da cima a fondo mi dà un grande godimento. L'effetto non è quello di una serie di strisce legate solo dai personaggi e da certe gag: il risultato è una specie di immenso romanzo corale costruito da un mosaico di piccoli tasselli (ognuno in grado di reggersi da solo). In fondo sono circa 15.000 strisce quotidiane, più le circa 2.500 tavole domenicali: un materiale immenso, ricco di sfumature e di varianti. Scrisse Umberto Eco molti anni fa: "Se poesia vuole dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta"

Luciano,
perché frequenti molto la Donna del tenente francese?

Perchè il romanzo di John Fowles mi piace moltissimo, l'ho letto sei o sette volte e lo trovo uno dei migliori del secondo Novecento. In più, Sarah Woodruff (appunto "la donna del tenente francese") è uno dei personaggi letterari femminili che amo più caldamente.

è un mito ! le sue noccioline sono mitiche !
vedo che sei tornato in gamba! :) benissimo!
buon tutto

In gamba, non direi. La ferita è ancora aperta e lo resterà a lungo (deve drenare), in più le posture balorde e il poco movimento a cui sono costretto mi hanno scatenato un feroce mal di schiena (cosa che mai avevo provato in vita mia).
Comunque sì: i Peanuts sono grandi. E letti in ordine, striscia dopo striscia, si fanno delle scoperte sorprendenti. Ad esempio che, da piccola, Lucy era invaghita di Charlie Brown e che lui la trattava malissimo, con fastidiosa sufficienza. E allora, forse, nel suo essere diventata successivamente una bambina scorbutica e tirannica, c'è anche questa antica ferita. Insomma, la lettura organica dei Peanuts è molto più che la semplice somma di tante strisce messe una dopo l'altra: ci fa entrare in un mondo in continua evoluzione.

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