E' appena uscito il nuovo romanzo di Palahniuk. Come sempre l'ho comprato e letto.
Ma stavolta facendo fatica e annoiandomi.
Agli inizi lui fu romanziere ferocemente ironico,
colmo di rabbia comica e di sgomento esilarante, un furibondo e scomposto impasto di violenza urbana e bizzarra tenerezza.
Penso a Fight club, a Invisible monster, a Soffocare.
Ma da un po' di tempo a questa parte, esaurita la carica eversiva che sgorgava dalla sua sbalestrata vita di emarginato vero e di uomo che ne aveva passate di tutti i colori, adesso che è famoso e ricco sembra stia eseguendo un ordine degli editori: "Ahò! Facce er Palaniucche. De più. Ancora de più. Esagggera!"
E dunque Gang bang si trascina tra uno sbadiglio e una banalità: trasgredire per obbligo è noiosissimo, un piatto e stanco rituale.
Senza nemmeno rileggerlo, ripubblico qui di seguito un articolo che avevo scritto alcuni anni fa per Konrad. Quando Chuck e i suoi libri mi piacevano per davvero.
Leggetelo e non avrete vie e di mezzo. O vi farà schifo e mi maledirete per avervelo consigliato oppure vi elettrizzerà e allora mi ringrazierete per avervi aiutati a scoprire una delle voci più originali della narrativa di questi anni. Di chi si tratta ? Il cognome è impronunciabile, ma in compenso su Internet si dice che sembra sia solo uno pseudonimo: fino a pochi anni fa l’americano Chuck Palahniuk (si pronuncia Paulainik) faceva il camionista e scriveva libri che nessun editore voleva, poi nel 1996 gli comprarono il romanzo Fight club, il regista David Fincher ne trasse un film di grande successo e da quella volta nessun editore gli dice più di no. In Italia Mondadori ha pubblicato Fight club, Survivor, Invisible monsters e Soffocare. Manca all’appello il recente Lullaby, che però nei prossimi mesi uscirà anche nel nostro paese. Di cosa parlano questi libri ? Nelle sue storie Palahniuk se la prende ferocemente con le demenze della nostra epoca : la violenza, il consumismo, la chirurgia estetica, il culto dell’apparenza, la devastazione dell’ambiente, lo spropositato consumo di carne, la pornografia, le sette religiose, l’ottusità del potere, l’annichilimento delle coscienze, l’assenza di scopo, la mancanza d’amore. Ma per affrontare questi ponderosi temi, Chuck ripudia le banali prediche e le rigorose analisi per scegliere trame scatenate, scritte con uno stile alla nitroglicerina. Apriamo Soffocare e in duecentottanta pagine tirate come un concerto rock troveremo l’anarchismo situazionista applicato, una possibile rincarnazione di Gesù Cristo, le stranezze delle case di riposo per vecchi, il kamasutra in aereo, i gruppi di auto-aiuto per disturbi da sesso ossessivo compulsivo, decine di sberleffi alla medicina, un rischiosissimo sistema per far soldi, richiami alle tematiche di Philip Dick, un progetto di emancipazione collettiva. E tante altre cose ancora, mescolate con toni che vanno dall’orripilante all’esilarante, dall’erotico all’osceno, dalla tenerezza alla satira, dalla ironica riflessione alla demenziale comicità. E’ possibile mettere insieme questi ingredienti che sembrano scappare in direzioni diverse ognuno per conto suo e trarne un romanzo che si legge d’un fiato e che ci aiuta a capire meglio i lati folli delle nostre vite ? Non dubitate : è possibile e Palahniuk è davvero bravo, di una bravura abbagliante e frastornante. Forse tra venti o quaranta anni i suoi romanzi saranno sorpassati e dimenticati, forse faranno la fine degli articoli sui quotidiani, che sono importanti ed utilissimi oggi ma già il mese prossimo non interessano più a nessuno, forse spunteranno come funghi decine di imitatori che useranno gli stessi ingredienti di Palahniuk ma privi del suo talento ne tireranno fuori degli intrugli illeggibili. Ma forse le cose andranno diversamente e succederà a lui quello che sta succedendo al grande Philip Dick. Che la sua attualità cresce giorno per giorno, anno per anno, che le sue opere continuano ad appassionare i lettori e a decodificare il mondo. Chi lo sa come andrà. Per intanto, godiamoci questi libri e sbattiamoli in faccia a chi continua a blaterare che il romanzo è morto.
Lo so Luciano che il mio attuale commento non è coerente con questo tuo post
ma
Ci stiamo rendendo conto di quello che sta succedendo ? Di come si comporta e soprattutto come "pensa" Berlusconi ?
:
http://tusitala.blog.kataweb.it/2008/10/08/vi-rendete-conto-di-cosa-sta-succedendo/
Personalmente comincio a preoccuparmi...
Scritto da: P@ola | 08/10/2008 a 09:13
Con il mio commento precedente
NON intendo dire "Venite a leggere sul mio Blog"
NO, NO
Intendo veramente porre alla Tua attenzione e a quella dei tuoi "followers" il problema. Lo scrivo qua perchè ol mio Blog ha più un interesse Psicologico e poi perchè Tu Luciano sei molto più bravo ed interessato di me nel "coltivare" le relazioni mediatiche.
Ad ogni buon conto:
svegliamoci e
- che Veltroni ci piaccia o no - ritengo che bisogna dargli una mano...
Scritto da: P@ola | 08/10/2008 a 09:37
@P@ola: non so se si debba dare una mano a Veltroni, di sicuro bisogna dare una mano all'Italia. La situazione sta rapidamente degenerando.
Palahniuk? Bleah... salviamo l'Amazzonia!
Scritto da: Eeka | 08/10/2008 a 09:56
Sì Eeka, hai ragione.
Diamo una mano a Veltroni, a Napolitano, a Di Pietro e a chi tenta di opporsi a Berlusconi, all'Italia insomma !!
Scritto da: P@ola | 08/10/2008 a 10:01
Ho letto anche Ninna Nanna di Palahniuk e l'ho trovato molto interessante, anche se rispetto a Fight club già si intravedevano segnali di decadenza. Purtroppo è il destino di molti scrittori quello di restare vittime del proprio successo e abiurare la genuinità iniziale. Luciano non ti vendere mai... (è un falso consiglio il mio perchè conoscendoti, seppur solo virtualmente, so che non lo farai mai)
Scritto da: Nicola | 08/10/2008 a 10:19
Leggerò qualcosa di costui.
Spero però che il libro Fight Club non sia Anarco-Nazista come m'è parso il film...
Maobao
Scritto da: maobao | 08/10/2008 a 12:10
CHOKE [il film] e GangBang segnano il tramonto definitivo di Polanik. [Si pronuncia così, giuro.]
Esclusa la quadrilogia degli esordi [survivor, fight club, choke e invisible monster], accettando il carino Ninna Nanna [che contiene una delle genialate migliori dello scrittore in questione, ovvero vedesi Grande Fratello], Palahniuk si trucca pesante e va a battere per strada.
Non c'è nulla di nuovo, non c'è metafora, non c'è neppure più stile.
Ed ora ti dirò il perché.
La borsa sta crollando, il dollaro sta crollando, la musica vende di meno, il petrolio è alle stelle.
E Palahniuk, colui che evitava accuratamente di dichiarare di essere gay per non far sorgere dubbi sulla metafora di Fight Club, insomma, Palahniuk ha un cazzo di mutuo alle stelle.
"Scrittori, non fate mutui con tasso variabile. "
Scritto da: caino | 08/10/2008 a 12:12
Che bellissimo scrittore - che senso di spiazzo. Ho amato moltissimo soffocare e Invisible Monsters. Ma anche io dopo - per esempio in "Cavie" ho trovato il pilota automatico.
Non so se sia solo un problema di mercato editoriale. "Facce er Palaniukke" è geniale:) e sicuramente è stato richiesto. Perchè è un nuovo mondo un nuovo lessico e un nuovo modo di creare una incredibile profondità. Ma penso che Palahniuk stesso sia prigioniero della sua forma. Dovrebbe latutare un po' e darsi tempo per cambiar pelle. Un po guarire ecco.
Glielo auguro - sperando che la nevrosi e il mercato glielo permettano.
Scritto da: zauberei | 08/10/2008 a 12:22
@Maobao: non pare solo, è proprio anarco-nazista quel film.
Una boiata pazzescamente sopravvalutata... ma questa è un'opinione personale. Speriamo non susciti le ire dei fan più suscettibili
Scritto da: Eeka | 08/10/2008 a 12:25
Mi domando (da fan della prima ora) a chi possa piacere quest'ultima deriva fasulla e noiosa di Palahniuk.
Anch'io psero che possa ritrovare la forza degli esordi, ma ne dubito.
Scritto da: luciano / idefix | 08/10/2008 a 12:42
Trovo interessante il Palahniuk degli inizi, compreso ovviamente Fight Club, di cui mi piace molto anche la trasposizione cinematografica. Ma Cavie, ad esempio, non è riuscito a trascinarmi oltre la trentesima pagina. Questo "gang bang" non sembra molto interessante [tanto più che il record mi risulta essere 919 contro lo scialbo 600 tentato dalla protagonista del romanzo ;-)]
Scritto da: offender | 08/10/2008 a 14:39
La battuta memorabile di Cavie: “io ero solo svenuta e voi mi avete mangiato il culo!”
Scritto da: gcanc | 08/10/2008 a 14:52
@gcanc: quando diventa memorabile una frase del genere allora vuol dire che siamo al capolinea.
"tzè tzè" è la frase memorabile di Bombolo.
Nota la similitudine.
Scritto da: caino | 08/10/2008 a 20:39
Mia moglie ADORA Palahniuk.
Tutto.
Io non l'ho mai letto.
Ma rimedierò.
E. mi consiglia "Soffocare" e "Fight Club". Sooner or later, seguirò il suo consiglio.
Mia moglie sa leggere.
Scritto da: Tic-talkischeap | 08/10/2008 a 21:09
@caino: appunto.
Scritto da: gcanc | 08/10/2008 a 21:47
Sì, io adoro Palahniuk. E mi preoccupa non poco il fatto che si insinui sia gay... Che è mica vero? Un mio inconfessato sogno erotico se ne va in pezzi...
Scritto da: Yodosky | 08/10/2008 a 22:41
Tic: tua moglie ha ragione ad amare il Chuck Palahniuk prima maniera. E' un po' come certe band punk, che partono rabbiose e tostissime, scaraventate sulla scena da una forza che scaturisce dalla loro disastrata condizione di vita. Uno, due, tre dischi al fulmicotone, concerti esplosivi. Ma poi arriva il successo, i soldi, la fama, il benessere materiale. La condizione esistenziale da cui la band era sorta è finita. E quando un artista punta tutto (o quasi tutto) sulla propria condizione esistenziale, basta che essa si tramuti in qualcos'altro per far svanire l'arte. Temo che lo scrittore Palahniuk sia finito perchè adesso l'uomo Chuck ha il culo seduto su una morbida e costosa poltrona. Un po' come il King strapotente degli anni Settanta e Ottanta era pieno di angosce, di alcol, di farmaci e di ossessioni. Finiti questi ingredienti, i muscoli di King si sono trasformati in adipe. E ancota, il Clive Barker degli esordi era una forza della natura, un iradiddiio dell'orrore fantastico. Sistemata la propria vita privata, la sua narrativa non è più all'altezza. (Nulla di male per loro, capiamoci, ma molto di male per noi lettori. Anche se il tonfo di Palahniuk è di gran lunga il peggiore, il più manierista, dei tre. Almeno Barker si è riconvertito, e bene, al fantasy per bambini. E King tenta di cambiar strada...basta vedere l'ultimo DUMA KEY, eccellente fino a tre quarti)
Scritto da: luciano / idefix | 08/10/2008 a 23:05
concordo pienamente sulla linea di luciano, sottolineando ancora la relazione tra il crollo delle borse e la periodicità annuale dei libercoli di chuck.
@ Yodosky : non si insinua sia gay. Palahniuk è proprio gay. E convive con il suo fidanzato [che era presente in Italia ad accompagnarlo durante l'incontro di Mantova]. [andare su wiki per conferma e citazioni sulla dichiarazione]
Notare che i gusti sessuali del suddetto non dovrebbero essere materia di dibattito, ma c'è tuttavia una sottilissima manipolazione da parte del suo agente e dei suoi editori.
Nascondere la sua omosessualità è una scelta ben precisa che non ha a che fare con la privacy dello scrittore, ma con l'immagine della Star che rappresenta e che si riflette notevolmente sull'aspetto commerciale.
Mettendola così, fatevi due conti su queste casistiche:
- palahniuk dichiara apertamente subito la sua omosessualità e presenta fight club
- palahniuk dichiara la sua omosessualità solo dopo aver sfornato fight club
- [il caso reale] palahniuk si trova costretto a dichiarare la sua sessualità per i troppi dubbi.
Vi assicuro che ogni caso comporta aspetti che hanno poco a che fare con la scrittura [e d'altronde anche i suoi ultimi libri annuali hanno ben poco a che fare con la scrittura] ma bensì con il lato commerciale ed economico.
Scritto da: caino | 09/10/2008 a 09:49
Che Palahniuk sia gay, sono affari suoi. Che invece da un po' di tempo scriva libri only for the money, è anche affar mio.
Scritto da: luciano / idefix | 09/10/2008 a 12:13
caino: nessuno tocchi Bombolo :-)
Scritto da: offender | 09/10/2008 a 13:37
Ho scoperto Palahniuk poco più di un mese fa. Ho cominciato con Fight Club. Dopo una settimana avevo letto i suoi primi quattro romanzi e giravo per librerie alla ricerca di altre dosi. Ma quelle successive sono state progressivamente meno efficaci. Non è più lo scrittore degli esordi, ma non riesco a smettere di leggerlo. Detto questo, mi sono divertito molto con "La scimmia pensa, la scimmia fa". Forse è in quei brevi racconti che ho apprezzato di più la sua scrittura.
Scritto da: Aleks | 09/10/2008 a 19:59
E' l'unico che mi manca. Devo prenderlo e leggerlo.
Scritto da: luciano / idefix | 09/10/2008 a 23:10
luciano: limitarsi a dire che sono affari suoi è giusto, ma è banale e limitato. e scusami se te lo dico.
tuttavia, capisco che chi possa sentire dire nero, gay, ebreo o donna, inizi a cercare di chiudere gli occhi e pensare al resto per non sentirsi tacciare con insulti come omofobo, razzista e maschilista.
palahniuk è gay, viva palahniuk.
il problema è come è stato nascosto, a livello praticamente discriminatorio, per ottenere un risultato [differente] economico e di massa.
ed io sono eterosessuale, ma se fossi gay mi incazzerei. e non poco.
Scritto da: caino | 09/10/2008 a 23:37
La mia osservazione sarà "banale e limitata", però continuo a pensarlo: l'orientamento sessuale (tra adulti consenzienti) di Palahniuk (o di altri) non mi importa per niente quando leggo un libro e valuto IL TESTO.
Se poi voglio esaminare il contesto editoriale-mediatico e cercare di capire perchè XY abbia celato la propria sessualità privata, è un'altra questione.
Scritto da: luciano / idefix | 10/10/2008 a 09:35
Non avete capito il senso della mia domanda. Che Palahniuk sia gay o meno come scrittore non cambia un tubo, lo adoro e stop (anche se non ho ancora letto Gang bang, su cui mi astengo). La mia tristezza era solo un fatto sentimentale... Speravo di circuirlo in qualche modo nel suo prossimo tour, ahimè dovrò abbandonare l'idea.
(@ Tic: sto scherzando. Forse)
Scritto da: yodosky | 10/10/2008 a 11:50
Colpo di scena: sotto il nickname di Yodosky si cela una femmina.
Scritto da: luciano / idefix | 10/10/2008 a 12:04
Comunque "La Scimmia Pensa la Scimmia fa" non credo che piacerà a Mr Luciano, credo lo considererà "declinante". Mi faccia sapere. Mi saluti i suoi gatti.
Scritto da: yodosky | 10/10/2008 a 12:55
Porterò il saluto alle gatte Nikki (bianca e rossa come Nicole Kidman) e sua figlia Naomi (che fin da piccola piccola era fotomodellesca), oltre che ai maschi Eolo (bianco e sordo) e Murr (croato e dall'aria sempre fumata).
Scritto da: luciano / idefix | 10/10/2008 a 13:32
Io l'avevo capito cosa voleva dire yodosky...
Scritto da: offender | 10/10/2008 a 14:20
Mi si riferisce che Eolo sia uno Yoda.
@offender: Grazie. L'incomprensione è brutta quando non si tratta di gloria. Con gli omaggi a Borges.
Scritto da: yodosky | 10/10/2008 a 16:21
luciano: come puoi valutare un testo se conosci un autore volutamente filtrato?
puoi dichiarare di capire un taglio su una tela o un palazzeschi senza sapere chi sia l'autore e quale sia la sua vita, le sue esperienze?
persino pynchon, il grande buco con il libro intorno, viene letto e compreso considerando la sua non-presenza. [Per assurdità, la sua inesistenza è un esistenza bene più ingombrante di molte altre.]
è difficile, quasi sconsigliato, interpretare un'opera senza contestualizzare l'autore.
fight club di un autore gay con antenati russi ha un potere differente sia commercialmente che letterariamente da un'opera americana venata di machismo.
Concludo tuttavia con un concetto di Palahniuk: "qualsiasi storia tu possa raccontare alla fine racconterà te stesso."
Scritto da: caino | 10/10/2008 a 16:22
Bellissimo tema, Caino. Cosa ne penso? Intanto che sarebbe eccitante parlarne in un dibattito pubblico oppure davanti a un tè o a un bicchier di vino, a lungo e con appassionata calma.
Io credo che un testo si possa leggere in molti modi (tutti legittimi). A un estremo, cè: affrontare il testo solo in sè e per sè, senza inserirlo in alcun contesto (nè storico nè letterario nè biografico). All'altro estremo: inzuppare il testo fino in fondo nel contesto e da esso far scaturire il nostro giudizio. E' evidente che, nei due casi, la lettura cambia radicalmente. Come tu sottolinei con efficacia, FIGHT CLUB è ben diverso se scritto da un macho etero oppure da un gay nascosto. Però è anche diverso se lo si legge a prescindere dal contesto da cui è scaturito.
E in fondo è così che leggiamo Omero, di cui non sappiamo quasi nulla. Con l'Odissea, vale solo il testo e l'autore non conta quasi niente. Noi invece tendiamo a sovradimensionare l'autore.
Scritto da: luciano / idefix | 10/10/2008 a 19:58
Ultima osservazione. Concordo: mentre leggiamo un libro, il libro legge noi.
Scritto da: luciano / idefix | 10/10/2008 a 19:59
Comunque io non ho trovato Fight Club un libro macho e non l'ho trovato un libro gay; l'ho trovato un libro fortissimamente comunista.
Scritto da: Yodosky | 10/10/2008 a 23:03
luciano, non avrei speso parole nei commenti se non sapessi di poter trovare una persona con cui dialogherei civilmente e con intelligenza anche dal vivo.
sono d'accordo con quanto dici, ma preciso un'ultima cosa: siamo noi che sovrastimiamo l'autore, o è Palahniuk che si vuol far sovrastimare [come persona e come personaggio] con le sue foto da modello dannato?
Omero non si faceva di steroidi per farsi fare un book fotografico. Credo.
:)
Scritto da: caino | 11/10/2008 a 00:14
Un critico americano (non ricordo chi fosse) teorizzava questo: ogni romanzo andrebbe letto (almeno la prima volta) senza saper nulla dell'autore. In caso contrario, ciò che di lui (o di lei) conosciamo invade il testo in modo tale da occuparlo a scapito della narrativa.
Io penso che in parte abbia ragione. Però, d'altro canto, è vero anche il contrario: solo sapendo CHI ha scritto un testo possiamo comprenderlo più a fondo. Ma in fondo è un grosso dilemma della critica degli ultimi cento anni: quanto conta la biografia dell'autore? Io oscillo in modo contradittorio: a volte rifiuto dei testi proprio perchè la persona dell'autore mi disgusta o mi infastidisce. A volte invece la persona dell'uomo (o della donna) che ha scritto mi aumenta enormemente il piacere del testo. Altre volte ancora (al contrario) mi capita di non saper nulla dell'autore. Forse, ma si potrebbe ragionarne a lungo, l'autore è tanto più decisivo quanto più lui stesso vuole essere legato al testo. Ecco dunque che, se XY promuove con dibattiti incontri foto interviste eccetera la propria opera, il binomio si fa inscindibile. Se però KZ è appartato e lascia "parlare" solo la propria opera, la sua persona conta pochissimo.
Scritto da: luciano / idefix | 11/10/2008 a 09:42
La passione mi porta a leggerlo sempre sapendo che sarà il mio preferito.
L'ho incontrato per caso, e soffocandomi l'ho conosciuto per non lasciarlo mai.
Alla fine della Gang, in silenzio, ho pensato "La costruzione della trama fa tanto Welsh. L'intreccio dei personaggi ormai l'ha fatto tanto bene in Invisble monster che ripeterlo ancora mi sembra..boh. Boh non lo so, se devo pensare che sia il più forte devo esserne convinto. Magari questo è il suo tratto distintivo, e quello che mi spingeva a leggere era vedere come chiudeva il tutto...Il fatto che avessi capito subito che il figlio non sarebbe mai stato lui era perchè ho letto tutta la sua bibbliografia, quindi, forse, per me non ha più sorprese, ma per uno che non lo ha mai letto è devastante.
Poi ho pensato, in parallelo, che se ascolto madonna di cinque anni fa, non è la madonna di adesso, nemmeno per chi l'ha sempre ascoltata....
Poi mi sono detto" zitto" lui è il più forte e basta....ma zitta zitta, una vocetta è rimasta....
Scritto da: diego | 13/10/2008 a 11:58
Poche cose mi annoiano come gli scrittori (o i registi, i musicisti, gli artisti figurativi, le persone) quando si sentono in obbligo de fà sempre er trasgrezzivo. Dopo un po' e oltre un certo limite, la trasgressione diventa roba da sbadiglio, stanchissima e banale liturgia ritualistica.
Scritto da: luciano / idefix | 13/10/2008 a 12:16