L'ho saputo oggi, comprando il nuovo numero dell'Espresso: dopo trentun anni di collaborazione, Pansa se ne va dal gruppo Espresso-Repubblica.
Lo avevo stimato a lungo.
Ma poi,
avendo letto i suoi articoli settimana dopo settimana,
e dunque avendo assistito in diretta alla sua dolorosa deriva che ne ha fatto l'ideologo di Fini,
dopo la notizia di oggi ho un motivo in più per acquistare l'Espresso.
peccato che non l'abbiano cacciato via a calci in culo molto tempo fa.
Scritto da: marcob | 10/10/2008 a 23:53
D'accordissimo.
Scritto da: Tic-talkischeap | 11/10/2008 a 07:21
Io trovo che il Pansa degli ultimi anni (in particolare il Pansa dei commercialissimi e opportunistici libri filo-finiani e finto-obiettivi) sia stato culturalmente deleterio e moralmente discutibile.
(E guai a osare criticarlo! Chi lo fa viene da lui schedato come un teppista stalinista, servo sciocco del Kuomuoniesmo e pericolo per la democrazia)
Bene fece Giorgio Bocca, già qualche anno fa, a togliergli il saluto.
Scritto da: luciano / idefix | 11/10/2008 a 09:48
Leggo L'Espresso da moltissimo tempo e Pansa non mi è mai piaciuto e non l'ho mai stimato come persona e come giornalista.
Mi sta proprio sullo stomaco.
Scritto da: Alessandra | 11/10/2008 a 11:36
Io al contrario leggevo molti anni fa l'Espresso e lo stimavo. Ora non più, e non mi capacito di come si possa cambiare così.
Poi pensando ai vari Ferrara, Cicchitto, Adornato, ecc. ecc. mi capacito eccome. E mi chiedo:
Quanti stro... covava nel suo seno la sinistra di molti anni fa?
E quanti ne annovera ancora adesso tra le sue fila?
Mah!!
Scritto da: Irnerio | 11/10/2008 a 12:46
Quella di Pansa è stata una metamorfosi inquietante: il problema non è il voler parlare del sangue dei vinti, bensì il tentativo di trasformare i vinti in martiri. Equiparandoli politicamente ai partigiani.
Spero solo che sia stato lui a volersene andare, e non sia stato messo alla porta dall'Espresso. Ma non credo che sia questo il caso
Scritto da: Manfredi | 11/10/2008 a 13:34
Pansa passa al Riformista perchè (parole sue in un'intervista al Giornale) "voglio poter restare un bastian contrario".
Ahò, Pansa! Tutti li censuramenti e le pirsicuzioni ch'hai subbito da l'Espresso...ma chi mmicnhia li ha visti mai?
Scritto da: luciano / idefix | 11/10/2008 a 17:41
io non credo che tutti siano in vendita. però credo anche che quando qualcuno si vende possa tranquillamente essere definito uno stronzo.
per me è molto stronzo anche chi lo compra.
pansa si è venduto a un pubblico che non avrebbe mai avuto. e con sè ha venduto la propria storia, le proprie origini. ma forse era un venduto già da prima, quando si dichiarava vicino al pci ma poi tirava sempre indietro la mano e si nascondeva per poter tenere i piedi ben piantati su tutte le staffe. d'altra parte pansa ha oltre 70 anni e ha vissuto tutto il periodo in cui se non eri di sinistra non potevi pretendere di essere un intellettuale. oggi il vento soffia da un'altra parte e lui si è girato. come le banderuole.
una cosa però non potrà cambiare. i suoi libri sono brutti, perchè non sa scrivere. e non lo imparerà andando al riformista o al foglio, che sarebbe il suo vero posto.
Scritto da: marcob | 11/10/2008 a 19:29
@manfredi
io invece spero che sia stato l'espresso a cacciarlo via, ma non lo credo.
Scritto da: marcob | 11/10/2008 a 19:31
E vero Marco,
ora che me lo fai ricordare, Pansa era proprio uno che attaccava e poi si ritirava o difendeva per poi passare all'attacco.
Lo faceva anche Montanelli (ma molto più genialmente e furbescamente per tenere accalappiato il lettore) nella sua "Storia di Italia", dove il grande Indro metteva su un piedistallo i grandi personaggi della storia per poi demolirli a colpi di piccone.
E' un'arte anche quella, ma bisogna avere solide basi recitative e saper tenere bene la parte.
Scritto da: Irnerio | 11/10/2008 a 20:06
Dice bene Marcob: quando uno si vende così sfacciatamente, svende anche (volente o nolente) la propria storia.
Scritto da: luciano / idefix | 12/10/2008 a 10:04
Credo sia semplicemente "teatro", è da sempre così.... Questi interpretano una parte, sorridono alle spalle di chi spreca il suo tempo a leggerne gli elzeviri. Meglio, molto meglio leggere il simpatico Comida. Anni fa Guzzanti passò da Repubblica al Giornale, l'elenco è infinito..Colombo dalla Stampa all'Unità. Nel caso di Pansa, questioni librarie, questioni di target editoriali. Vende sempre più i libri in una certa collocazione ideologico-politica, quindi, per aumentare la cassa di risonanza ha bisogno di allontanarsi dal "partito" di Repubblica. C'è chi scrive L'Amaca su Repubblica più articoli in numerosi magazine per poi fare l'autore tv per Celentano e non solo, scrivere per il teatro, naturalmente i libri, poi la moglie, anche lei conduttrice televisiva e radiofonica, scrittrice e giornalista... ma e' capace di parlare della precarietà lavorativa... Figuriamoci... cazzo, ci sono anche gli altri o sbaglio? In Italia c'è chi fa satira (preventiva) ignorando che lui stesso è un agente patogeno della stessa... Ci vuole un grande "cuore" a comprare ancora i giornali...
Scritto da: ziilo | 12/10/2008 a 13:42
Cosa c'entrino Michele Serra (che negli anni ha sempre avuto una coerenza di fondo) oppure Furio Colombo (sempre stato un liberal) con le contorsioni da Kamasutra ideologico di Giampaolo Pansa, stento a capirlo.
E poi non vedo per quale motivo un intellettuale benestante non possa scrivere cose intelligenti sulla condizione dei precari. Così come un medico sano può occuparsi con competenza e accoglienza di una persona malata.
ULTIMA OSSERVAZIONE: A casa noi compriamo vari giornali (Repubblica, Unità, Piccolo, Primorski, Espresso, Micromega, Altroconsumo, Nocturno, Critica liberale, talvolta Internazionale Mucchio selvaggio e Riforma) e non guardiamo (a parte qualche rarissima eccezione) la televisione. Se tu ci dici che abbiamo "un grande cuore", ne sono orgoglioso. (Comunque ho colto il riferimento al vecchio e delizioso Cuore)
Scritto da: luciano / idefix | 12/10/2008 a 14:14
M.S. coerenza di fondo? Coerenza di fondo schiena, vorrai dire...cento mille Fortebraccio piuttosto che un M.S. ma stiamo scherzando? Qualcuno impunemente lo ha definito l'erede di Mario Melloni. Quanto all'opportunità di parlare di precarietà, dal momento che il suddetto, come un molosso occupa innumerevoli posti... Si va pedissequamente nella direzione del mercato, seguendo la bussola della fama caro Luciano, lo sai benissimo, anche se fingi di non capirlo. Le ideologie oramai sono semplicemente un fondotinta seduttivo. I giornali si possono leggere gratuitamente in rete, il sito della Camera realizza un'ottima rassegna stampa dove trovi tutto, aggratisss,senza quella pubblicità (formale e subliminale) che ti fanno ingoiare. Del resto, "benefattori" della FIEG come te ce ne sono sempre meno, "vegliardi lettori dei giornali unitevi"...Ma come, un "anarchico" che mi legge Micromega,la rivista più radical-chic dell'intero globo terracqueo. L'incantatore di serpenti F.C. pervaso dalla sindrome di non essere Umberto Eco non è più spendibile da tempo. Quanto a Pansa, parli di contorsioni? Opportunismo, come quello dei più che si muovono nel sistema mediatico. L'onestà intellettuale è cosa per noi umili blogger all'arrembaggio, questi hanno contratti, congrui anticipi editoriali, non mi far dire dove si infilano la coerenza, cazzo sul loro ego loro ci campano e anche bene se sono furbi. Comunque ti vedo bello tosto, uno come te secondo me non dovrebbe dispiacere a Concita.
Scritto da: ziilo | 12/10/2008 a 18:02
Zillo, io compro (nel senso che li pago direttamente con moneta vera e propria) i giornali per un semplice motivo: perchè l'informazione costa. E dunque io trovo giusto finanziare la stampa che mi piace.
SU MICHELE SERRA: dove stia la sua incoerenza, non lo so. Più o meno, le sue posizioni ideali sono quelle di dieci, quindici, venti anni fa.
IDEOLOGIA: la sinistra italiana ha commesso un errore sciagurato, quando mise da parte l'ideologia.
ANARCHICO: Micromega è radical-chic? Appioppale pure la definizione che vuoi, ma io ci leggo ogni volta materiali interessanti che non trovo da altre parti. Ho amici anarchici ma io non lo sono per nulla. Anzi: io sono un legalitario statalista.
Scritto da: luciano / idefix | 12/10/2008 a 18:38
Ah.. ma Comida non hai ancora capito che i giornali se non avessero il finanziamento pubblico sparirebbero. L'obolo che versi per l'acquisto incide marginalmente sugli introiti dei giornali, sussidiati dallo Stato e dalla pubblicità. Non a caso migliaia di copie vengono distribuite gratis per raggiungere un numero di tiratura da consentir loro di avere un congruo finanziamento. Oramai anche i grandi gruppi si stanno convertendo al free press, vedi il Corsera e il Sole.
" io ci leggo ogni volta materiali interessanti che non trovo da altre parti".
Tutto questo perchè il tuo altrove cybernetico è limitato, vogliamo dire "Micro"..? In rete ci sono blog e siti statunitensi e sud americani che ti raccontano molto meglio ciò che succede da quelle parti, io ho contatti e scambio opinioni con loro, altro che Micromega, Repubblica, Il Giornale... L'impressione che le tue idee imbolsite siano la papale riproposizione di quanto letto un'ora prima è molto più di una probabilità. L'incoerenza di M.S. non è delle sue idee, quanto nel suo onnipresente operare. Vuoi sapere quanti autori sono a spasso perchè i posti sono già tutti occupati da i "maître à penser" che veleggiano alla grande già con i giornali. Mi piacerebbe fartelo dire da alcuni amici. Applicati Comida, non è mai troppo tardi per cambiare opinione.
Scritto da: ziilo | 13/10/2008 a 09:33
Il mio "obolo" aiuta solo "marginalmente" i giornali che acquisto? Fa niente (o meglio "fa poco"): continuerò a comprarli in edicola (e qualcuno in abbonamento).
E poi, Zillo, vuoi mettere il piacere tattile e odoroso e sensuale di sfogliare fisicamente un giornale o un libro rispetto alla povertà sensoriale di usare solo il Web?
CAMBIAR OPINIONE: alcune sì, certo, è giusto. Ma di cambiar tutte le opinioni, me ne guardo bene.
SU SERRA: continua a sfuggirmi il senso (o meglio "l'oggetto") delle tue critiche nei suoi confronti. Forse che scrivere e avere un certo "successo" è una colpa?
Scritto da: luciano / idefix | 13/10/2008 a 10:40
In Italia, in riferimento a coloro che hanno successo sorge spontanea la domanda: ma come cazzo è successo? L'Italia è un paese che ha troppo Cuore, alludo all'olio questa volta, digerisce tutto... Io subisco di più il fascino della medietà rispetto all'emersione dei famosi. I cosiddetti famosi hanno la corte di sudditi ai quali prima o poi è garantito un fazzoletto di notorietà, sono gli unici a riprodursi in cattività catodica e radiofonica. Per questo preferisco la medietà della rete piuttosto che i privilegiati della carta stampata e tv. Detto questo, confesso impunemente di essere uno stronzo ambizioso, nel qual caso dovessi emergere manderei affanculo quanto detto fin d'ora e mi farei colonizzare beatamente dal sistema. La LIBERTA' DEL PROPRIO PENSIERO NON STA NELLA COERENZA. Così la penso, torno alle mie faccende alla prox Comida.
Scritto da: ziilo | 13/10/2008 a 12:06
Zillo, prendo atto. Comunque io la penso abbastanza diversamente.
Scritto da: luciano / idefix | 13/10/2008 a 12:10
Concordo e non solo su Pansa.
Ciao, legalitario statalista!
Scritto da: Artemisia | 15/10/2008 a 13:17
Da tempo mi chiedevo cosa ci facesse ancora Pansa,all'Espresso.Ho pensato che avesse un contratto di ferro e non potessero mandarlo via,tenendosi un nemico in casa.Finaslmente,ho tirato anch'io un sospiro di sollievo!
Ciao Luciano
Cristiana
Scritto da: cristiana | 15/10/2008 a 14:46
a burini! si vede che siete rozzi!
Scritto da: gianpaolo | 16/10/2008 a 13:52
Gianpaolo: è possibile.
Scritto da: luciano / idefix | 16/10/2008 a 14:22
A suffragio del mio penultimo commento dove accennavo alla "freepressizzazione" dei quotidiani, ti posto il link (nello spazio url), di un articolo di ieri del Tirreno in merito alla nuova versione de l'Unita, griffata da Oliviero Toscani in free press, che a breve sarà in edicola. Eh.. lungi da me alcuna vocazione profetica.... non indosso barba e saio...ma per la prossima moda primavera estate, chissà... Già so che risponderai che non capisci l'assunto tra il link e quanto detto nel comm. precedente, del resto, è un buon modo per sfuggire la discussione, magari pomiciando con il coro di qualche tenera pecorella in cerca di una zattera ideologica. Eh.. il fascino intellettuale dei peli superflui, una mia ex me lo diceva sempre...
Scritto da: ziilo | 17/10/2008 a 11:48
Posso dire? Questo linguaggio tutto fatto/fitto di allusioni, ammicchi, mezze metafore, detto e non detto, insinuazioni, battutine stento a capirlo e mi annoia sbadigliosamente.
Riguardo alla nuova versione dell'Unità: ne ho letto qualche anticipazione, ho visto un paio di bozzetti e attendo. Cosa accadrà ad esempio con Travaglio e Colombo? Resteranno? O verranno allontanati?
Scritto da: luciano / idefix | 17/10/2008 a 12:18
Ma va là... Comida, non sei abituato alle inconsuetudini linguistiche, troppo proselitismo fa male alla salute, ti trovo un pò rancorosetto. Metafore? Oggi c'è lo sciopero dei trasporti non possono circolare. E poi nessuna metafora, esprimo delle idee con uno stile ridanciano che mi appartiene, lo so, lo so, peggio per me. Non temere Travaglio vive e lotta insieme a noi, tra 4/5 anni farà il conduttore televisivo o radiofonico se gli va bene. Il posto di Santoro è un boccone appetitoso. Ce la farà? E Colombo? Boh.. mi chiedo solo quanti Colombo ci vogliono per fare un Federico Rampini. Comincia a contare e sogni d'oro.
Scritto da: ziilo | 17/10/2008 a 13:37
Le cosiddette "inconsuetudini linguistiche" (o strutturali o quel che sia) mi affascinano sul breve e a dosi piccole. Ma alla lunga e se ripetute ad nauseam le trovo tediose. Ad esempio, uno come Berlinzoni mi irrita.
(Però devo ammettere che un romanzo come HORCYNUS ORCA di Stefano D'Arrigo, scritto in una lingua desueta...misto di italiano siciliano neologismi...mi piace tantissimo)
Scritto da: luciano / idefix | 17/10/2008 a 14:21
Pansa di qua, Pansa di la, la verita in certe circostanze fa male vero??
Forse esagerando ma ha sempre scritto di verita scomode per molti che vogliono ricordarsi solo della storia che Vogliono.
Il problema vero e che purtroppo nel Nostro bel paese nelle scuole non si insegna come si dovrebbe la storia o per lo meno la si insegna dimenticando delle pagine importanti
Scritto da: walter75 | 21/10/2008 a 16:41
Ciò che io obietto soprattutto, a Pansa, non è aver raccontato il lato oscuro della Resistenza e del dopoguerra. Ci mancherebbe! Decine di storici capaci affrontano con coraggio e competenza questi temi da anni e anni. Pensate ad esempio il lavoro dei tanti Istituti di Storia del movimento di liberazione: hanno prodotto innumerevoli testi di valore e non certo cartoline oleografiche. Il punto è un altro: Pansa (al di là della qualità, peraltro discutibile, dei suoi libri) per pubblicare queste cose ha atteso che il vento cambiasse direzione, che i neofascisti andassero al governo, che le sue centinaia di migliaia di copie potessero marciare all'attacco delle radici resistenziali della Repubblica italiana. Basta leggere gli ultimi articoli scritti per l'Espresso: sul fascismo, Pansa sembra più vicino ad Alemanno che allo stesso Fini.
Scritto da: luciano / idefix | 21/10/2008 a 16:56
Io credo che Pansa sia solo invecchiato. Secondo me ha avuto per buona parte della sua vita una penna davvero invidiabile. I lettori dell'espresso si sono sempre divertiti leggendo il bestiario. Certi nomignoli (Ciccipotamo, Parolaio Rosso...) sono diventati irrinuciabili. Poi ad un tratto scrisse un bestiario sui motorini che facevano troppo rumore e i pantaloni dei giovani che avevano la vita troppo bassa... qualcosa era successo. Penso che ad un polemista che ha passato la vita a far le pulci al mondo rimanga da farle solo ai suoi. I romanzi, e soprattutto i primi, non sono nemmeno male. Secondo me all'Espresso Pansa (che aveva stufato pure me anche se aveva sempre delle visioni stimolanti) non stava male, in fondo.
Serra, invece, per me è impagabile.
Scritto da: Luca | 12/12/2008 a 23:46
Pansa hai fatto benissimo a lasciare l'espresso. Quello che hai scritto nei tuoi ultimi libri è pura verità, hai fatto venire un bel mal di pancia a sti st... rossi.
Scritto da: Francesco61 | 18/01/2009 a 21:56
Bravo, bel linguaggio elegante e articolato. Ti segnalo un interessante pezzo giornalistico:
"In Italia lo si riassume col "vaffa". In Gran Bretagna lo sintetizzano con "F word" (la parola che comincia per F). In ogni paese ha un suo slang e diverse caratteristiche. Ma il fenomeno è universale: la nostra era ha sdoganato le parolacce, le volgarità, gli insulti. Basta sintonizzarsi su una stazione radio, su un canale televisivo o navigare su internet, dove blog, commenti ai blog e chat-line ne sono infarciti, per rendersi conto delle dimensioni del problema. Al punto che ormai, per la stragrande maggioranza, non è più un problema.
Un sondaggio condotto nel Regno Unito, probabilmente sintomatico di una situazione generalizzata anche altrove, rivela che nove adulti su dieci dicono parolacce tutti i giorni, che il britannico medio ne fa uso mediamente 14 volte al giorno e che il 90 per cento della popolazione non ci trova niente di male, di strano o di offensivo, insomma ci ha fatto l'abitudine: la "F word" (in questo caso non specifichiamo quale sia, tanto non è difficile arrivarci) è ormai considerata una parola come le altre, non una parolaccia.
Adesso qualcuno prova a dire, educatamente, basta e pensa di avere individuato il principale colpevole. I promotori di una Campaign for Courtesy (Campagna per la Cortesia), qui in Gran Bretagna, chiedono ai media cartacei e digitali, all'industria cinematografica, ma soprattutto alla radio e alla televisione di moderare il proprio linguaggio.
"In tivù si sentono parolacce in continuazione e questo deve cambiare", dice Edsther Rantzen, personalità televisiva e uno degli ideatori della protesta, al quotidiano Daily Express, che dedica oggi la prima pagina al tema. "Sarà vero che la maggioranza della gente le dice, ma in questo paese esiste ancora un appetito per le buone maniere", gli fa eco Peter Foot, che dirige la campagna di pressione.
Quando il linguaggio volgare e sboccato risuona dal video con particolare virulenza, in effetti, una parte dell'opinione pubblica protesta. Succede talvolta in Italia, dove le risse verbali a base di insulti e contumelie sono la regola in tivù: non solo c'è da noi l'abitudine a dire parolacce, ma perdono le staffe e sembrano pronti a venire alle mani anche i conduttori televisivi e perfino i ministri, come accaduto di recente con quello della Difesa, Ignazio La Russa, che sembrava sul punto di esplodere davanti alle pacate dichiarazioni del direttore dell'Unità Concita De Gregorio.
In Inghilterra, dove l'uso di scrivere lettere di protesta è più diffuso, forse perché ogni tanto se ne tiene conto, ne sono partite a migliaia quando la cantante Madonna ha usato espressioni sconce durante un'intervista radiofonica e ancora di più quando un presentatore, Jonathan Ross, e un comico, Russell Brand, hanno fatto pesanti allusioni sessuali alla radio su una giovane attrice. Brand si è dimesso dallo show, Ross è stato sospeso per due mesi e la Bbc si è impegnata a non dire più parolacce, tanto più che è un network pubblico e che la gente, pagando il canone, si sente in diritto di esprimere il proprio parere.
Ma i canali privati non vanno tanto per il sottile. Gordon Ramsey, cuoco-celebrità, fa degli insulti e delle "F word" il suo cavallo di battaglia, nel programma che tiene da anni in tivù. Un altro celebrity-chef, Jamie Oliver, ha dovuto chiedere scusa dopo avere detto la stessa parolaccia non meno di 23 volte in un programma di 50 minuti.
Non è una questione di etichetta, sostiene John Beyer della società di consulenze MediaWatch: "Questo tipo di linguaggio danneggia la nostra cultura, a 5 anni i bambini ripetono quello che ascoltano in tivù e il modo di parlare di questo passo diventerà sempre più trito, volgare, banale".
Anche dalle scuole, in questo paese come in Italia, giungono simili segnali d'allarme: influenzati da tivù e media, i giovani parlano sempre peggio, infarcendo sempre di più il discorso di brutte parole. Siamo sicuri, domandano educatori e psicologi, che un linguaggio simile sia davvero liberatorio, moderno, accettabile?
Il sondaggio pubblicato dal Daily Express, tuttavia, sembra indicare che è troppo tardi, almeno per gli inglesi. Soltanto l'8 per cento degli interpellati si dice offeso dalle parolacce. E il 78 per cento ammette di dirle non perché sia arrabbiato per qualche motivo, ma così, senza alcuna precisa ragione"
Scritto da: luciano / idefix | 19/01/2009 a 10:55